Corriere della Sera - 02.11.2019

(C. Jardin) #1


48 Sabato2Novembre2019CorrieredellaSera


Sport


SerieA


L’Udinese
esoneraTudor
Gottiinpanchina
controilGenoa

Quartocambio di panchina in serie A.L’Udinese ha
deciso di esonerare l’allenatore IgorTudor e il suo
collaboratore JuricaVucko.Troppi per la dirigenza
gli 11gol (7 dall’Atalanta e 4 dallaRoma) subiti
nelle ultime due partite. Appena 5 lereti segnate
nelle prime 10 gare dicampionato dall’Udinese,
che in classifica ha 10 punti. Si chiudecosì la
seconda esperienza diTudor sulla panchina dei
bianconeri, dopo esser subentrato aDavide Nicola
lo scorso marzo eaver salvato il club. La squadra è

statatemporaneamente affidata al vice Luca Gotti,
che sarà in panchina domani incasa del Genoa di
Thiago Motta. All’inizio della prossima settimana
dovrebbe arrivare l’ufficialità del nuovo allenatore.
Per il sostituto diTudor, si parla del ritorno in
bianconero diFrancesco Guidolin o diPasquale
Marino. Ma sifa anche il nome diDavide Ballardini.
Perde quota lacandidatura diStefanoColantuono,
così come quella di Gennaro Gattuso.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Lasquadra


PiolitrovaSuso ePaquetà


glialleatiperaffrontare


treesamiduri edecisivi


MILANOIl Diavoloèvivo. Ma
percapire se davvero può lot-
tareinsieme agli altri per un
postoinEuropa occorrono
controprove.Perché quello
ches’è visto giovedì contro la
Spal ha messo in chiaro che
nonèaffattouscitodalla
crisi. L’ha ammesso anche
Stefano Pioli, datecnicodi
buonsenso quale è: «Quic’è
tanto da migliorare».
Giustocosì: raccontarsi bal-
le non servirebbe a niente, an-
zi, sarebbe peggio,col rischio
di azzerare quel passettino in
avanti checontroiferraresi
c’è stato. E l’impressione netta
èche, senza quel lampo di
Suso, il Milan sarebbe ri-
masto ancora unavolta al
buio. Con quella puni-
zione, oltre a trasforma-
reifischi in applausi,
l’andaluso ha dato una
risposta a chi si chiede
come sia possibile che

tutti gli allenatori gli abbiano
datofiducia. Gattuso, Giam-
paolo, ora Pioli: a Suso non ri-
nuncia nessuno. Tutti pazzi?
No, laverità è che in una squa-
dra nella quale la qualità non
è immensa, rinunciare al suo
talento, per quanto incostan-
te,sarebbe peggio. Suso, da
parte sua, ha sposato in pieno
la linea di Pioli, mostrando su
Twitter di non essersi esaltato
dopo giovedì: «Ungol non
cambia la storia. Noncancella
un momento negativo. Né i fi-
schi, meritati.Olecritiche,
giuste.Ungol ci farespirare e
ci facapireche la strada è
quella giusta, ma è lunga».
Ora servirebberoanche il
risveglio di Piatek, laconsa-
crazione di Calhanoglu o
l’esplosione di Leao, che aven-
do 19 anni ha giustamente bi-
sogno dei suoitempi. Senza
gol non sivada nessuna par-
te. E il Milan ha il 15esimo at-

taccodella A. Colpa anche di
uncentrocampo che produce
poco. Bennacer inregia è sta-
to una mezza delusione.
Progressi invece si sono vi-
sti dietro. Pioli ci ha lavorato
parecchio. Ha puntato l’atten-
zione soprattuttosull’aspetto
mentale. Econtro la Spal ilre-
parto haretto:zero gol subiti,
dopo che nelle precedenti 6
gare erano stati 12. È da lì che
si deveripartire, da una soli-
dità difensiva che è mancata,
in questi primi due mesi.
Quando prendi gol dal primo
che passa, perdi non solo
punti, ma anche sicurezzee
fiducia. Contro la Spal si è vi-
sta gentecon anima. O «spiri-
to», come lo chiama Pioli. Che
ora è sicuro: «Iniziamo a pen-
saredasquadra». Latesta è
più libera, l’ha ammesso
PaquetàaSkyeMediaset:
«Primac’eraconfusione, ora
invece lecose sono più chiare, NormalizzatoreStefano Pioli, 54 anni: 1 pari, 1 sconfitta e 1 vittoria. A sinistra, Suso(GettyImages,Afp)

Partitadoppia

Lasocietà


IllungoviaggiodiElliott


prevedequattrotappe


giovani,conti,Uefa estadio


MILANOUnarosa giovane (ma
come sivedrà non senza pos-
sibili eccezioni: per esempio
erano arrivati i sì per Ibra l’an-
no scorsoeModric, in esta-
te), conti «stabili», rapporti
normalizzaticonlaUefa
e, naturalmente, lo sta-
dio. Levoci su una possi-
bilevendita del Milan
emergono periodicamen-
te enon potrebbe essere
diversamente data la natura
della proprietà, che è unfon-
do d’investimenti, ma dalle
parti di Elliottcontinuano a
registrarsi smentiteaogni
ipotesi di addio (e in modo
netto anche di alcuna trattati-
vacon il francese Arnault e il
cecoKretinsky), almeno non
prima di averrealizzato il pro-
gettoconiquattropunti di
cui sopra.Unavoltacomple-
tati, infatti, il Milan dovrebbe
essereunclub risanato,tor-
natoaivertici delcalcio e, di

conseguenza, lavendita potrà
essereconveniente. Quanto ci
vorrà? Quello che serve.
Aquantorisulta, l’Uefaèil
punto sul quale al Milan riten-
gono di essere più avanticon
il lavoro, dopo l’accordorag-
giuntolascorsa estate(in
cambio della rinuncia all’Eu-
ropa League), che dovrebbe
sfociareinunsettlement
agreement in grado di defini-
re unavolta per tutte il piano
di rientro.Ve dremo.
Su tutto ilresto, il viaggio è
ancora molto lungo.Partiamo
daiconti, dal momento che il
bilancio sièchiusoconun
rossorecorddi 155,9 milioni.
L’obiettivoèrazionalizzare:
nonacaso il primo passo è
stato non rinnovare i contratti
di Abate, Bertolacci,José
Mauri,Strinic, Montolivo, Za-
pata, che hanno fattorispar-
miare circa 25 milioni di sala-
ri lordi per giocatori non pro-

tagonisti.Icosti per il perso-
nale, però, nell’ultimo anno
sono ancora aumentatiel’ad
Ivan Gazidis ha chiaritoche
dovrà intervenireancora ta-
gliando il monte ingaggi.
La politicadei giovani na-
scedaqui, dalla necessità di
vedere prima i possibilicam-
pioni, in modo da assicurar-
seliaprezzi ragionevoli e, se
dovesse servire,venderli gua-
dagnandoci. Questo non nel-
l’otticadiarrivareaincassare
chissà quali dividendi, ma per
renderelasocietà più sana
(oggi brucia quasi 10 milioni
al mese):fonti vicine a Elliott
infatti assicurano che sia la
proprietà sia l’ad Gazidis ab-
biano ben chiaro che ogni eu-
ro guadagnato nelcalciovada
reinvestitonel calcio, anche
perché se la partesportiva
non funziona,èdifficile trai-
naretuttoilresto, sponsor
compresi,come ha spiegato il A.d.Ivan Gazidis, 55 anni, è a.d. del Milan dal 5 dicembre 2018. A sinistra, Ibrahimovic(LaPresse,Getty)
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