Le Scienze - 11.2019

(Tina Sui) #1

42 Le Scienze 6 15 novembre 2019


Illustrazione di Brook VanDevelder


Il creatore

della realtà

NEUROSCIENZE

È il cervello a costruire la realtà,

e non esistono due cervelli esattamente uguali

di Anil Seth

«Noi non vediamo le cose per come sono, ma per come siamo noi».
da La seduzione del Minotauro, di Anaïs Nin (1961)

Il 10 aprile 2019 papa Francesco, Salva Kiir Mayardit, presidente del Sud Sudan, e l’ex leader


dei ribelli Riek Machar Teny Dhurgon si sono seduti a tavola insieme, in Vaticano. Hanno cenato


in silenzio, l’inizio di un ritiro durato due giorni, mirato a ricomporre una guerra civile che dal


2013 aveva causato circa 400.000 morti. Più o meno nello stesso periodo, nel mio laboratorio


all’Università del Sussex, nel Regno Unito, lo studente di PhD Alberto Mariola dava gli ultimi


ritocchi a un nuovo esperimento: alcuni volontari provavano l’esperienza di essere in una stanza


che credevano fosse lì, ma che in realtà lì non era.


Nelle cliniche psichiatriche sparse per il mondo le persone ar-
rivano a lamentarsi che le cose per loro non sembrano più «reali»:
che riguardino il mondo circostante oppure se stessi. Nelle società
frammentate in cui viviamo, quello che è reale – e quello che non
lo è – sembra sempre più una questione che ci riguarda tutti. Le
parti belligeranti potrebbero sperimentare e credere in realtà dif-
ferenti: forse pranzare insieme in silenzio può essere di aiuto per-
ché offre una piccola fetta di realtà su cui trovarsi d’accordo, una
piattaforma stabile su cui costruire ulteriori conoscenze.
Non dobbiamo per forza ricorrere alla guerra e alla psicosi per
scoprire universi interiori radicalmente differenti. Nel 2015 una
foto di un abito da donna, con una cattiva esposizione, si era dif-
fusa su Internet, dividendo il mondo tra persone che vedevano l’a-
bito blu e nero (tra le quali il sottoscritto) e quelle che lo vedevano
bianco e oro (metà del mio laboratorio). Chi lo vedeva in un modo
era convinto di avere ragione – che l’abito era davvero blu e nero
oppure bianco e oro – al punto da ritenere quasi impossibile cre-
dere che altre persone lo percepissero diversamente.


Sappiamo bene che i nostri sistemi percettivi possono essere
ingannati facilmente, e la popolarità delle illusioni ottiche è una
testimonianza di questo fenomeno. Le cose appaiono in un mo-
do, e si rivelano essere in un altro: due linee appaiono di lunghez-
za diversa, ma quando le misuriamo sono uguali; oppure vediamo
in movimento un’immagine che sappiamo essere ferma. La storia
che di solito si racconta sulle illusioni è che sfruttano alcune stra-
nezze dei circuiti percettivi, quindi quello che noi percepiamo de-
via dalla realtà della cosa. Tuttavia, in questa storia è implicito il
presupposto per cui un sistema percettivo che funziona nel modo
giusto tradurrà per la nostra coscienza le cose precisamente per
come sono.
La verità profonda è che la percezione non è mai una finestra
diretta su una realtà oggettiva: le nostre percezioni sono costru-
zioni attive, sono le ipotesi migliori derivanti dal cervello sulla na-
tura di un mondo immancabilmente oscurato da un velo sensoria-
le. Le illusioni visive sono fratture nella Matrix, barlumi fuggevoli
in questa verità più profonda.
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