la Repubblica - 31.10.2019

(Ann) #1
Verso il voto prima di natale

Quattro sfidanti


per un Regno


PETER NICHOLLS/REUTERS

Saranno elezioni cruciali per il futuro della Gran Bretagna


e dell’Europa intera. Se dal voto del 12 dicembre dovesse


uscire un altro Parlamento bloccato, la Brexit potrebbe


davvero avere esiti imprevedibili: come un secondo referendum


Nelle urne il premier e leader conservatore Boris Johnson


è il grande favorito. Ma nulla è scontato. Ecco perché


TOLGA AKMEN/AFP

A cura del nostro corrispondente da Londra Antonello Guerrera

Da Glasgow, 39 anni,
la più giovane lea-
der di sempre dei li-
beral-democratici
successa al grande
vecchio 76enne Sir
Vince Cable, già la più
giovane deputata del Regno Unito fi-
no a qualche anno fa e una carriera
nel marketing prima della politica,
Jo Swinson potrebbe essere la vera
spina nel fianco di Corbyn. Perché,
approfittando del balbettìo del La-
bour su Brexit e secondo referen-
dum, i Lib-dem di Swinson sono di-
ventati “il partito europeista” per ec-
cellenza. Ora invocano la revoca del-
la Brexit. Un estremismo che li ha
portati a sfondare il 20% alle euro-
pee. Oggi sono al 23-24%. Potrebbe-
ro rubare seggi a Corbyn, con il qua-
le i rapporti sono ai minimi termini.

Stava tanto bene al
Parlamento Ue, do-
ve poteva pontifica-
re per la Brexit sen-
za sporcarsi le mani
e guadagnare tanto,
anche per le sue appari-
zioni anti-Europa in radio e tv per
cui incassa 27mila sterline al mese.
Ora però Nigel Farage, leader del
Brexit Party, 55 anni, dovrà fare una
scelta: sfidare Johnson? Lui preferi-
rebbe spartirsi la torta con Boris, az-
zannando le circoscrizioni operaie
brexiter dei Labour. Ma il nuovo “Ra-
sputin” di Downing St, Dominic
Cummings, lo odia per vecchie fai-
de durante il referendum Brexit. E
così Farage potrebbe vendicarsi: e
col suo 10-12% azzoppare Johnson in
molti collegi. Non a caso da giorni di-
ce che il suo accordo è «uno schifo».

kIl leader dell’opposizione laburista
Jeremy Corbyn, 70 anni, è il principale sfidante di Johnson

Laburisti


Jeremy Corbyn


L’ultima prova


dell’eterno


radicale


Il leader Labour, 70 anni, ha l’ultima
chance per entrare a Downing
Street. Ma i sondaggi lo danno in pic-
chiata (22-25%), è il leader delle op-
posizioni meno amato della storia
britannica (sondaggio Ipsos Mori) e,
da vecchio euroscettico, sulla Brexit
ha dato il peggio di sé. Gli serve un
miracolo. Ma non è impossibile.

Punti di forza
In altre elezioni anticipate, nel 2017,
Corbyn divorò quasi 15 punti sul fo-
tofinish a Theresa May, sentenzian-
do la sua fine politica. Potrebbe fare
lo stesso con Johnson, negandogli
una maggioranza sicura e logoran-
dolo lui senza pietà.
Corbyn, con le sue citazioni del
poeta Percy Bysshe Shelley, è anco-
ra molto amato da giovani e classi la-
voratrici - Ken Loach è suo indefes-
so ambasciatore - e propone un pro-
gramma radicalmente diverso da
Johnson: una valanga di nazionaliz-
zazioni (trasporti, acqua e poste),
fondo di investimento nazionale da
250 miliardi, lotta totale a povertà e
cambiamento climatico, patrimo-
niale al 5% per grandi aziende e pa-
peroni, quote delle industrie agli
operai. E poi un secondo, ma cervel-
lotico referendum sulla Brexit: in tal
caso, il Labour ha deciso che non si
schiererà.

Punti deboli
Tanti, troppi. Corbyn non ha hu-
mour, ma il suo Labour ha difetti
peggiori e si è fatto tanti nemici:
l‘equidistanza sulla Brexit ha aliena-
to sia euroscettici (verso il Brexit Par-
ty) che europeisti (verso i Lib-dem),
oltre a molta classe media e bene-
stante. Il grave scandalo antisemiti-
smo scotta. La City e una buona fet-
ta di imprenditori lo considerano
un “Dracula marxista”. Sugli esteri,
poi, Corbyn è figlio di un’ideologia
ancora ancorata al XX secolo, vedi la
timida “equidistanza” su Russia e
Venezuela.

Conservatori


Boris Johnson


Il premier


imprevedibile


è certo di vincere


Da bambino voleva diventare «il re
del mondo». Ora Boris Johnson, 55
anni, già sindaco di Londra e mini-
stro degli Esteri, è certo di poter
(stra)vincere le elezioni, chiudere la
Brexit e inaugurare una “reggenza”
di almeno cinque anni. Sicuro?

Punti di forza
Prendete Berlusconi contro Oc-
chetto nel 1994. Il paragone calza.
Johnson attacca ogni giorno «i co-
munisti come Corbyn che vogliono
distruggere il Regno Unito». È scal-
tro, spietato, arrivista, istrione, ul-
tra-liberale in economia, la battuta
sempre in canna. Di fronte ha un La-
bour in involuzione, considerato
uno spauracchio dalle classi bene-
stanti e dirigenti del Paese.
Ma soprattutto, Johnson ha rag-
giunto un miracoloso - seppur con-
troverso - accordo con l’Ue sulla Bre-
xit. Ora è congelato in Parlamento,
ma ce l’ha in tasca e lo sfoggerà in
campagna. Il resto del programma è
di (centro)destra: nuovi accordi
commerciali (Trump gongola), libe-
ralizzazioni, 20mila nuovi poliziotti
ma anche più fondi a sanità e istru-
zione.
I sondaggi lo premiano: i Conser-
vatori oscillano intorno al 35%. Nel
maggioritario uninominale secco
del Regno Unito può portare anche
a una comoda maggioranza. Potreb-
be essere decisivo conquistare “l’uo-
mo di Workington”, ennesima ver-
sione dei “dimenticati”: inglese del
Nord, magari operaio, bianco, over
50, che ama la Brexit e il rugby.

Punti deboli
Non la vivace vita privata, nè le co-
stanti gaffes. Piuttosto le promesse
mancate. Su tutte, la Brexit entro il
31 ottobre, “o meglio morto in un fos-
so”: umiliazione rara. Il suo accordo
minaccia l’unità del Paese. Almeno
il 40% dei britannici dice che non lo
voterebbe mai perché «inaffidabile»
o «anti-democratico».

Liberal-democratici


J o Swinson


La giovane spina


nel fianco labour


kIl premier conservatore
Boris Johnson, 55 anni, all’uscita da Downing Street

Brexit Party


Nigel Farage


Con o contro Boris


il dilemma cruciale


pagina. (^14) Mondo Giovedì, 31 ottobre 2019

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