la Repubblica - 31.10.2019

(Ann) #1
di Carlo Bonini

ROMA — Non è ancora cominciato —
la prima udienza sarà il 12 novembre
— ma il processo a otto ufficiali dei ca-
rabinieri per il depistaggio delle in-
dagini sull’omicidio di Stefano Cuc-
chi promette di illuminare la storia
non scritta dell’Arma di questi ulti-
mi dieci anni. E, con lei, il conflitto
sordo, senza quartiere, mai neppure

dissimulato tra i due comandanti ge-
nerali che si sono avvicendati tra l’o-
micidio di Stefano (2009) e il crollo
del muro di omertà (2018). Un conflit-
to che ha spaccato lo Stato maggio-
re, indotto doppie fedeltà, e oggetti-
vamente contribuito a un contesto
refrattario alla verità. Parliamo del
generale Leonardo Gallitelli (coman-
dante dal giugno del 2009 al genna-
io del 2015) e del generale Tullio Del
Sette (comandante dal gennaio del

2015 al gennaio del 2018). I nomi di
entrambi compaiono infatti nella li-
sta dei testimoni di cui viene chiesta
la deposizione in aula che la fami-
glia Cucchi ha depositato ieri nella
cancelleria della settima sezione del
Tribunale di Roma, di fronte al giudi-
ce — Federico Bona Galvagno — di
cui, nei giorni scorsi ha per altro
chiesto, insieme a tutte le parti civili
private, l’astensione per «gravi ragio-
ni di convenienza». Vale a dire il rap-

porto di consuetudine e amicizia
che lo legherebbe al generale Del Set-
te e che lo ha visto ripetutamente
partecipare, nel tempo, a convegni e
manifestazioni organizzate dal Co-
mando generale.
In un’apertura di gioco voluta-
mente anticipata e in qualche modo
funzionale alla ricerca (non facile) di
un giudice sufficientemente sereno
e dalle spalle larghe in grado di soste-
nere la pressione che il processo ine-

vitabilmente produrrà, la famiglia
Cucchi e l’avvocato Fabio Anselmo
fissano dunque il contesto di un giu-
dizio che, arrivati a questo punto, ri-
schia di contare persino di più di
quello che andrà a sentenza il 14 no-
vembre per le responsabilità dell’o-
micidio di Stefano. Se è vero infatti —
come il pm Giovanni Musarò ha ripe-
tuto più volte — che Stefano è stato
ucciso una seconda volta dalle mani-
polazioni dell’intera catena gerarchi-
ca dei carabinieri di Roma nel 2009,
e una terza volta dalle omissioni sa-
pienti degli ufficiali dell’Arma che,
tra il 2015 e il 2016, avrebbero dovuto
dare impulso definitivo alla ricerca
di una verità che aveva allora comin-
ciato finalmente a palesarsi, è altret-
tanto vero che dieci anni di depistag-
gi non possono essere spiegati come
frutto delle mosse infedeli di un ge-
nerale di brigata, un colonnello, un
capitano, un paio di maggiori e qual-
che maresciallo. Il processo per depi-
staggio dovrà infatti rispondere a
una domanda cruciale. Come è stato
possibile che, in dieci anni, in due di-
verse occasioni, ufficiali dell’Arma si
attivarono per occultare la verità
nell’apparente inconsapevolezza
del Comando generale, del suo Stato
maggiore, dei comandanti che nel
tempo si sono avvicendati a Roma.

Per essere ancora più chiari: obbliga-
to per legge alla verità, l’ex coman-
dante Gallitelli, che in dieci anni si è
sistematicamente sottratto a qual-
siasi interlocuzione o domanda sul
caso Cucchi, dovrà finalmente spie-
gare in che modo gestì la morte di
Stefano. Quale fu la sua interlocuzio-
ne con l’allora comandante provin-
ciale di Roma e suo delfino, il genera-
le Vittorio Tomasone (oggi generale
di corpo d’armata), l’ufficiale da cui
gerarchicamente dipendeva l’attua-
le generale e imputato Alessandro
Casarsa. E quale fu l’interlocuzione
del Comando generale con l’allora
ministro della difesa Ignazio La Rus-
sa (anche lui nella lista testi insieme
alla ex ministra Trenta). Allo stesso
modo, il generale Del Sette dovrà
chiarire per quali ragioni, sotto i
suoi occhi e quelli dell’ufficiale che
aveva voluto al comando di Roma,
Salvatore Luongo, la ricerca della ve-
rità venne nuovamente ostacolata. E
perché né lui, né il suo predecesso-
re, trovarono mai il coraggio di rom-
pere l’omertà con un gesto traspa-
rente, come quello del nuovo Co-
mandante generale Giovanni Nistri
che nel processo ha costituito l’Ar-
ma parte civile e, anche lui, indicato
ora come testimone.

kL’incontro La ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta e il comandante
generale Giovanni Nistri ricevono Ilaria Cucchi il 17 ottobre 2018

“Depistaggi su Cucchi


Ministri e generali


dicano la verità in aula”


La famiglia presenta la lista dei testimoni per il processo agli ufficiali


dell’Arma: da Gallitelli, Del Sette e Nistri a Trenta e La Russa, ecco chi deporrà


I vertici politici


e militari di dieci


anni fa ora


dovranno chiarire


cosa sapessero


sulla morte di Stefano


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12 NOVEMBRE 2019 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA, ROMA

ASSEMBLEA GENERALE 2019


SOSTENIBILITÀ, SVILUPPO E INTERNAZIONALIZZAZIONE


08.30 REGISTRAZIONE PARTECIPANTI

10.30 APERTURA DEI LAVORI E SALUTI INIZIALI
10.45 RELAZIONE DEL PRESIDENTE
GUIDO GRIMALDI
Presidente ALIS
11.15 RELAZIONI TECNICHE
MASSIMO DEANDREIS
Direttore SRM
DOMENICO ARCURI
AD Invitalia
CARLO COTTARELLI
Direttore Osservatorio Conti Pubblici italiani
Università Cattolica del Sacro Cuore

12.00 DIBATTITO
Modera BRUNO VESPA
MAURIZIO GENTILE
AD e Direttore Generale RFI-Rete Ferroviaria Italiana
ADRIANO GIANNOLA
Presidente SVIMEZ
EMANUELE GRIMALDI
AD Gruppo Grimaldi, Vice Presidente International Chamber of Shipping
VINCENZO AMENDOLA
Ministro per gli Affari Europei
GIUSEPPE PROVENZANO
Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale
SERGIO COSTA
Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
13.00 CONCLUSIONE DEI LAVORI
PAOLA DE MICHELI
Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

pagina. (^18) Cronaca Giovedì, 31 ottobre 2019

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