la Repubblica - 31.10.2019

(Ann) #1

Rapina a casa Marchisio


e gli hater si scatenano


Lui: siete dei poveretti


Quattro banditi a volto coperto nella villa dell’ex capitano bianconero


Sul web odio anti Juve e razzismo su immigrati e napoletani. “Battute idiote”


di Federica Cravero

Torino — «Stai calmo e non succe-
derà niente. Non potremmo mai far-
ti del male perché siamo tuoi tifo-
si». Ma è stato difficile per l’ex calcia-
tore bianconero Claudio Marchisio
e la moglie Roberta stare tranquilli
con una pistola puntata addosso e
quattro rapinatori che l’altra sera si
sono introdotti nella villa di Vinovo
in cui abitano fuggendo con un bot-
tino di mezzo milione di euro. «Se
entri nella casa di una persona per
derubarla sei un delinquente. Se
punti la pistola al volto di una don-
na sei un balordo. Se da una storia si-
mile tutto quello che riesci a ricavar-
ne è una battuta idiota o una discri-
minazione territoriale di qualsiasi
tipo, sei un poveretto. A tutti gli al-
tri un sentito grazie per la vostra vi-
cinanza», ha scritto sui social il gio-
catore, prendendosela non solo con
i rapinatori ma anche con gli hater
che in rete hanno dato sfogo a com-
menti anche beceri, da quelli anti ju-
ventini agli sfottò sui napoletani, fi-
no a prendersela con l’atteggiamen-
to «buonista» e da «radical chic», co-
sì è stato definito Marchisio, che sui
social si era distinto per post di soli-
darietà e apertura nei confronti dei
migranti e che ieri ha raccontato ai
carabinieri di essere stato rapinato
da quattro persone «che parlavano
italiano con un accento particola-
re», cosa che lasciava ipotizzare che
potessero essere straniere.
La coppia era sola in casa e stava
guardando la televisione sul diva-
no. I figli erano all’allenamento di
calcio. Alle sette e mezza era anda-
to via anche il domestico. Orari che
probabilmente la banda conosceva
bene e aveva studiato nel dettaglio
perché è stato a quel punto che è en-
trata in azione nel villaggio “I cava-
lieri”, non lontano dai campi sporti-
vi in cui la Juventus si allena. È pos-
sibile che uno dei malviventi sia ri-
masto fuori a fare da palo, nell’even-
tualità in cui arrivasse un vigilante
della Telecontrol, che di tanto in
tanto fa un passaggio a sorvegliare
la casa. Gli altri quattro, con il volto
coperto e i guanti per non lasciare
impronte, hanno scavalcato la re-
cinzione sul retro e attraverso il
giardino con la piscina, dove scor-

razzano i due cagnolini di casa, so-
no arrivati alla porta finestra al pian
terreno che non era chiusa a chiave
poiché di lì a poco Marchisio sareb-
be uscito per andare a prendere i fi-
gli. In una manciata di istanti è cala-
to il terrore nella casa. Nessuna vio-
lenza, solo la minaccia di pistole e
cacciaviti. «Sono stati gentili, in
qualche modo», ha detto il calciato-
re, che non ha opposto resistenza.

Prima hanno fatto lasciare il telefo-
no sul tavolo, intimando di non chia-
mare i carabinieri. «E apri la cassa-
forte», hanno chiesto, ma Marchisio
è riuscito a convincerli che non c’e-
ra in casa alcun forziere. Mentre
uno dei banditi è rimasto al pian ter-
reno con la moglie, gli altri tre sono
saliti nelle camere da letto e hanno
razziato soldi, gioielli, orologi e pre-
ziosi. Hanno infilato tutto alla svel-
ta in un trolley e si sono messi ad-
dosso alcuni abiti firmati. «E il Pa-
tek Philippe che abbiamo visto su
Instagram?», hanno chiesto. «Non
ce l’ho», ha risposto il giocatore,
che è testimonial della manifattura
ginevrina di orologi di lusso.
«Siamo molto scossi, per fortuna
i bambini non erano in casa», ha det-
to la moglie davanti a casa ieri matti-
na. Sulle tracce dei banditi ci sono i
carabinieri del comando provincia-
le di Torino, che ieri hanno acquisi-
to i filmati delle tante telecamere
che sorvegliano le ville in cerca di in-
dizi per risalire ai rapinatori.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

di Maurizio Crosetti

S


erve coraggio per essere così
felici, serve tanta vita, e
fortuna. Claudio Marchisio sorride
con i suoi bambini e con la moglie
che poche ora prima si era vista
puntare una pistola in faccia,
sorride dall’alto di una terrazza e
dall’altissimo di quello che gli è
appena successo. Sorride, e dice
grazie. I social sono tante cose
anche brutte, ma hanno la forza
dell’immediatezza: una foto,
quattro visi e il giorno che continua
con tutta la sua luce. Avanti così.
Senza odio e senza isterismo, colui
che in campo chiamavano
“principino” ha scelto di mostrarsi
con i suoi cari e con un bel sole di
lato, poche ore dopo la drammatica
rapina in casa e quel revolver
davanti agli occhi di Roberta.
Nessuno ha perso la calma durante,
e neppure dopo. Nessuno si è fatto
male e questa è l’unica cosa che
conta, anche se ci vorrà tempo per
superare il terrore di quei coltelli, di
quelle armi e di quell’agguato. Ma
c’era modo e modo di viverlo, e
raccontarlo. Quello scelto da
Claudio è in linea con il suo stile
nella galassia della rete, dove
Marchisio possiede la stessa
eleganza che aveva in campo, forse
persino di più. Si capisce scorrendo
i suoi ultimi post su Twitter: un
pensiero per il libro postumo di
Nadia Toffa, l’estremo messaggio
della ragazza cinese soffocata nel
tir in Inghilterra («Mamma, sto
morendo»), un ricordo di Marco
Simoncelli che ci lasciò otto anni fa,
un incoraggiamento per il collega
Daniele Dessena, vittima di un
brutto infortunio di gioco. Questo è
Claudio Marchisio e questo è il suo
contesto umano, il suo linguaggio:
che esplode con un frastuono di
bellezza nella melma dell’odio che
invade la Rete e sembra chiudere
ogni spazio di speranza e invece no,
non sempre. Nulla di clamoroso, in
fondo è solo normalità, è solo come
la vita dovrebbe essere. Ma così non
è: dunque, lo stile di chi sa andare in
dribbling sul dolore è ancora più
prezioso. Grazie, caro principe,
adesso lo diciamo noi a te.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il commento


Il coraggio


di dribblare


anche la paura


Torino, per farsi dare


soldi e gioielli hanno


puntato la pistola


al volto della moglie


Bottino: mezzo milione


kLa foto su Facebook
In alto, la foto di famiglia
postata ieri su Facebook
da Claudio Marchisio per
raccontare la rapina di cui
è stato vittima martedì. Qui
sopra, la villa dove hanno
fatto irruzione i banditi

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Roma, 31 ottobre 2019

. Giovedì,^31 ottobre^2019 Cronaca pagina^19

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