la Repubblica - 31.10.2019

(Ann) #1
di Brunella Giovara

milano — C’è una palla rossa che gi-
ra, da una mano all’altra, poi nelle
mani di chi ti è vicino e in altre ma-
ni ancora, un girotondo che si di-
rebbe da bambini. E ogni tanto
qualcuno ride, questo è un mondo
di sofferenza profonda e si chiama
Alzheimer, si può ridere, essendo
qui dentro? Ma ci sono dei momen-
ti perfetti in cui si riesce a scherza-
re, e il malato sorride, e chi è den-
tro quel mondo sa benissimo quan-
to è difficile catturare un attimo co-
sì prezioso, che subito se ne va.
Il corso è sperimentale ed è orga-
nizzato dall’Associazione Alzhei-
mer Milano e dall’Accademia
Scherma Milano. Una sede con le
pareti a specchio e le pedane, i ge-
sti di questa “ginnastica dolce per
persone con demenza in fase lie-
ve-moderata e i loro familiari” lì si
riflettono e moltiplicano, «io ero
scettica, non ho problemi ad am-
metterlo, poi mi sono ricreduta»,
racconta Annamaria, che segue il
corso con il marito Luigi. Signor
Luigi, ma lei si sente malato? «No,
per niente». Lei racconta che «so-
no tre anni dalla diagnosi della ma-
lattia. Al terzo neurologo — perché
i primi due ritenevano che si trat-
tasse di “problemi legati alla vec-
chiaia” — e dopo l’esame del liquor
spinale, abbiamo avuto la sorpre-
sa».
Per chi non lo sapesse, la vita
cambia, e assieme al paziente si am-
mala tutta la famiglia. I mariti e le
mogli, i figli, che si trovano a fron-
teggiare il sistema sanitario, cer-
cando soluzioni, appoggio, badan-
ti capaci, sentendosi molto soli. «Ci
si vergogna, anche. C’è ancora un
forte stigma su queste malattie, i fa-
miliari stessi si isolano e isolano il
malato», dice Gabriella Salvini Por-
ro, presidente della Federazione Al-
zheimer Italia. Atterrati sul grande
pianeta delle malattie neurodege-
nerative — per cui si sperimentano
farmaci, si fa anche ricerca, non c’è
guarigione — si è quindi alle volte
increduli, spesso ciechi e sordi da-
vanti ai primi sintomi, «Mamma,
devi ricordarti di spegnere il gas, lo
dimentichi sempre acceso», «Mam-
ma! hai dimenticato le chiavi nella
porta!», poi succede che la mamma
si perde al supermercato, non rie-
sce più a tornare a casa, non ricor-
da come si chiama. E barcolla, non

controlla i movimenti, non è più in
grado di tenere in mano una for-
chetta. Quella che Annamaria defi-
nisce «la sorpresa» spesso provoca
rabbia, senso di impotenza, depres-
sione. Sono sentimenti che non aiu-
tano il malato, che magari non è
più capace di lavarsi la faccia ma
“sente” benissimo lo stato d’animo
di chi gli sta vicino. L’agitazione, la
preoccupazione, il nervosismo,

passano da uno all’altro, perciò è
importante sentire Annamaria di-
re «mentre faccio ginnastica con
Luigi mi rilasso. Sento dell’emozio-
ne positiva, della tenerezza...».
Sono esercizi semplici. Cammi-
nare a occhi chiusi lungo la pedana
della scherma, che in questo caso è
quella per atleti non vedenti o ipo-
vedenti (e in carrozzina, l’Accade-
mia fa anche questo, oltre alla

scherma tradizionale). Muovere le
gambe, girare all’esterno i piedi,
aprire bene la mano, distendere le
dita. Però, in due. Madre-figlio, ma-
rito — moglie. Per ora le coppie so-
no tre, un’ora ogni martedì. France-
sca Arosio, psicologa che segue il
progetto: «È importante il contatto
fisico, la condivisione di emozioni
tra malato e familiare. La relazione
ne guadagna, magari si è rotta o in-
crinata, e si può aggiustare. Siamo
agli inizi ma si vede già il risultato».
Quindi, Annamaria e Luigi, Flavia e
la figlia Carol (o il marito Mario),
Luigia e il marito Luigi o la figlia Lo-
rena, che la prima volta tendeva a
correggere i movimenti sbagliati,
«mamma, alza bene il braccio, fai
così». Poi la dottoressa Arosio le ha
detto «sia serena, la lasci fare. Non
è importante che faccia il gesto cor-
retto, ma che lo faccia», e le cose so-
no cambiate, l’ansia si è stempera-
ta in uno sguardo diverso, Lorena
ha capito cosa doveva e non dove-
va fare.
Lorenzo Radice è uno dei soci
fondatori dell’Accademia, assieme
alla sorella Laura, a Leonardo Dan-
dolo e Luca Tagliabue. Tutti scher-
midori, istruttori, tecnici di questo
sport. In più, Lorenzo e Laura han-
no una conoscenza diretta dell’Alz-
heimer, e pensando alla loro ma-
dre malata hanno pensato di mette-
re su questa cosa. «Quando abbia-
mo avuto la diagnosi, io che sono
credente mi sono anche arrabbiato
con Dio», dice lui, perché «il vero
problema dei parenti è accettare la
malattia», spiega Arosio, «sovente
devo dire ai figli che la loro rabbia
fa male a loro e al paziente». Ci vuo-
le tempo, e anche intelligenza e fi-
ducia, per vivere con una qualche
leggerezza queste situazioni.
«Quando abbiamo inaugurato la se-
de abbiamo portato nostra ma-
dre», raccontano i fratelli Radice.
«Probabilmente non ha capito co-
sa stesse succedendo, ma era con-
tenta, sorrideva», questa è una
grande cosa, come sanno, o intui-
scono, o un giorno capiranno i pa-
renti dei pazienti con demenza,
che sono stimati in un numero
enorme: un milione 241mila italia-
ni, la metà con Alzheimer. Più i fa-
miliari, moltiplicate almeno per
quattro, è un popolo enorme che
cerca di vivere al meglio, e ogni tan-
to trova persino dei frammenti di
gioia, sembra strano ma è così.

la storia

I malati di Alzheimer


in palestra con i figli


(per aiutarsi a vicenda)


ANNIVERSARIO
Claudio Coletta
Sempre nei nostri pensieri, sempre nei nostri
cuori.
Rosa, Erica, Enrico.
Roma, 31 ottobre 2019

31/10/2006 31/10/2019

Francesca Romana
Ianniello
Sei sempre più con noi.
Silverio, Simonetta, Isotta.
Roma, 31 ottobre 2019

31 Ottobre 2018 31 Ottobre 2019
Ad un anno dalla morte di Enzo Apicella gli ami-
ci Citto e Stefania, Domenique e Giorgio, Lucio
con Catherine e Gianni, Pier Paolo e Loretta,
Paolo e Cinzia, Cristina, Marco, Carola e Loren-
zo, lo ricordano con affetto e rimpianto.
Enzo Apicella
Roma, 31 ottobre 2019

Laura, Chiara e Sara si uniscono al dolore di
Franco per la perdita di
Giovanni
amico di una vita, compagno di giovinezza.
Firenze, 31 ottobre 2019

Su “Weekend”


L’altra bellezza


La soluzione sono


esercizi semplici,


ma da fare insieme


“L’importante


è il contatto fisico,


la condivisione


di emozioni: i benefici


si vedono subito”


©RIPRODUZIONE RISERVATA

Lorem mipsum dolor


sit amen dolor ut lore


mipsum dolor sit


amen dolor ut lore


lorem mipsum dolor


sit amen dolor ut lore


mipsum dolor sit


amen dolor ut lorem


Gli esercizi
Il corso
sperimentale
di ginnastica
per le persone
con demenza
e i loro familiari,
in via Sassetti
15 a Milano

NICOLA MARFISI/AGF

Da Monica Bellucci a Madonna
ha immortalato le dive più belle
del nostro tempo: ora la
fotografa Bettina Rheims ha
puntato l’obiettivo altrove,
oltre le sbarre di quattro carceri
francesi, per ritrarre la bellezza
delle detenute. Lo racconta in
una lunga intervista a Weekend,
inserto gratuito in edicola
domani, mentre Natalia Aspesi
spiega che senso hanno oggi le
parole fascino e bellezza.

Lorem mipsum dolor


sit amen dolor ut lore


mipsum dolor sit


amen dolor ut lore


lorem mipsum dolor


sit amen dolor ut lore


mipsum dolor sit


amen dolor ut lorem


L’esperimento a


Milano. La psicologa


Arosio: “Il problema


dei parenti è accettare


la patologia. Spesso


devo dire ai familiari


che la rabbia fa male


a loro e ai pazienti”


. Giovedì,^31 ottobre^2019 Cronaca pagina^23

Free download pdf