la Repubblica - 31.10.2019

(Ann) #1

L’ira del presidente del Brasile


Delitto Marielle Franco


Il nome di Bolsonaro


finisce nell’inchiesta


di Marco Mensurati

Si fa sempre più perfetta la tempe-
sta sul governo cileno. Ieri, a sorpre-
sa, il presidente Sebastián Piñera è
stato costretto ad annunciare l’an-
nullamento dei due congressi inter-
nazionali (il forum di cooperazione
economica Asia-Pacifico Apec a no-
vembre e il vertice dell’Onu sul cli-
ma a dicembre) che erano program-
mati a Santiago e che, fino a una set-
timana fa, erano considerati il fiore
all’occhiello del Paese. Del resto
non aveva scelta: visto che è ormai
chiaro a tutti che nessuno ha davve-
ro il controllo della situazione, né
della piazza né delle forze dell’ordi-
ne.
Soprattutto delle forze dell’ordi-
ne. Oltre alle denunce di torture (do-
cumentati 92 casi dall’inizio della
crisi) e di violenze sessuali ad opera
di militari e carabineros (18 casi) il
Paese in questi giorni è scosso da un
altro scandalo, quello dei perdigo-
nes, cioè dei “pallini” sparati sulla
folla per motivi di ordine pubblico.
L’armamento standard degli agenti
prevede infatti cartucce da 12mm
con dentro 12 pallini ad impatto
non letale come extrema ratio per
disperdere assembramenti perico-
losi. Però dall’inizio della crisi, que-
sti vengono sparati alla prima occa-
sione, spesso all’altezza del viso e
quasi sempre da distanza ravvicina-
ta. Il bilancio, così, è drammatico (i
dati sono stati elaborati dall’Istituto
nazionale per i diritti umani): 1.233
persone ferite durante le manifesta-
zioni; di questi, 688 sono state colpi-
te da armi da fuoco. In 343 casi, i feri-
ti sono stati ricoverati con manciate

dei famosi perdigones sotto pelle.
«Tutti — spiega la dottoressa Ana
Maria Arriagada, consigliera regio-
nale del collegio medico di Santia-
go — avevano questi proiettili infila-
ti nel cranio o nel viso». Il numero
dei feriti agli occhi sin qui riscontra-
to è di 140. Di questi, secondo l’Isti-
tuto per la difesa dei diritti dei mino-
renni, 30 hanno meno di 18 anni.
Molti di loro rischiano di perdere
un occhio. È il caso di J.L.B., una
bambina di 12 anni, che il 22 ottobre
si trovava insieme alla mamma a
manifestare in plaza de la Renca:
«Ho sentito un forte bruciore agli oc-
chi, ma lì per lì non mi sono preoccu-
pata — racconta — pensavo fossero i
gas lacrimogeni che avevano spara-
to per tutto il giorno. Invece dopo
qualche secondo non ci ho visto
più, era un perdigón». La bimba è
stata ricoverata d’urgenza, ma anco-
ra non si sa se potrà salvare il suo oc-
chio. Una storia del tutto simile è
quella di Francisca Núñez, studen-
tessa di Infermieristica: «Mi hanno
ferito all’occhio il 20 ottobre. Men-
tre ero all’ospedale in attesa che mi
visitassero, ho visto entrare almeno
una bambina, era piena di sangue,
anche a lei colpita in un occhio».

Greta Thunberg ha rifiutato l’ambi-
to premio ambientale del Nordic
Council, forum di cooperazione a
cui partecipano Danimarca, Svezia,
Finlandia, Norvegia e Islanda, rinun-
ciando così all’assegno di 500 mila
corone svedesi, 46 mila euro. L’atti-
vista svedese, 17 anni il 3 gennaio
prossimo, ha ringraziato con un lun-
go post su Instagram: «È un grande
onore. Ma il movimento per il clima
non ha bisogno di altri premi. Ciò di
cui abbiamo bisogno è che i nostri
politici e le persone al potere inizi-
no ad ascoltare la scienza». Greta
sta attraversando la California, è
lontana da casa, dai paesi nordici
dai quali proviene e che hanno, scri-
ve, «un’ottima reputazione quando
si parla di clima e questioni ambien-
tali». Ma «quando si tratta delle no-
stre emissioni effettive, del nostro
consumo, le nostre importazioni, di
trasporto aereo e marittimo, allora
è tutta un’altra storia. In Svezia vi-

viamo come se avessimo circa 4 pia-
neti», continua citando i dati di
Wwf e Global Footprint Network.
Greta che tra il 14 e il 28 agosto ha
attraversato in barca a vela l’Ocea-
no Atlantico da Plymouth fino a
New York, chiede di più. «Il divario
tra ciò che dice la scienza e la politi-
ca che gestisce i paesi nordici è gi-
gantesca. Non ci sono ancora i segni
dei cambiamenti necessari». Per
questo «io e Fridays For Future Sve-
zia non possiamo accettare il pre-
mio del Consiglio Nordico né il mon-
tepremi. Auguri».

di Daniele Mastrogiacomo

Il nome di Jair Bolsonaro è finito
nell’inchiesta sull’omicidio di Ma-
rielle Franco e del suo autista Ander-
son Gomes. È la prima volta che la
più alta carica del Brasile finisce nel-
le carte del fascicolo su un caso che
ha scosso il Paese. Marielle Franco
era una nota parlamentare e attivi-
sta dei diritti umani che da anni de-
nunciava gli omicidi nelle favelas da
parte delle milizie: squadroni della
morte formati da ex poliziotti, agen-
ti in servizio e pompieri. Le indagini
hanno finora portato in cella l’auto-
re materiale del duplice omicidio,
l’uomo che imbracciava la mitra-
glietta che uccise l’attivista con 13
colpi, e l’autista che guidava l’auto
del commando. Sono entrambi ex
agenti della polizia militare. Il pri-
mo si chiama Ronnie Lessa, il secon-
do Élcio Queiroz, ex agente in pen-

sione.
Secondo quanto ha ricostruito il
Journal Nacional, Élcio Queiroz, alle
17:10 del 14 marzo 2018, poche ore
prima dell’agguato, si sarebbe reca-
to nel complesso residenziale di Vi-
vedas, zona ovest di Rio, e avrebbe
chiesto di entrare nella casa di Bolso-
naro per una visita. Il portiere ha
chiamato l’interno 58 e una persona
avrebbe risposto dicendo all’ex poli-
ziotto: «Ciao, sono il tuo Jair». Quei-
roz sarebbe salito, avrebbe sostato
un po’ nell’appartamento e poi si sa-
rebbe spostato all’interno 66 dove
abitava Ronnie Lessa, il suo compli-
ce. Quattro ore dopo, attorno alle 21,
scattava l’agguato mortale a Mariel-
le e Anderson nel centro della capi-
tale carioca. Non si sa chi abbia ri-
sposto alla telefonata del portiere.
Potrebbe essere chiunque. Comun-
que legato al clan Bolsonaro. Forse il
figlio Flavio, senatore. Bolsonaro,
all’epoca deputato, risulta essere
presente a Brasilia. Lo certificano i
registri della Camera. Il servizio ha
messo in allarme il presidente impe-
gnato in una visita in Arabia Saudi-
ta.

Le proteste nel Paese sudamericano


Cile in rivolta, salta vertice sul clima


Scandalo per i pallini sparati sul viso


Il presidente annulla


anche il summit


economico Apec. Oltre


300 casi di manifestanti


colpiti dagli agenti


©RIPRODUZIONE RISERVATA

Le tappe


hLe proteste
Il 18 ottobre
dopo l’annuncio
dell’aumento
sul prezzo
del biglietto
della metro,
i cileni scendono
in piazza. Ad oggi
le vittime degli
scontri sono 18

hL’agenda
Il 23 ottobre
il presidente
Piñera annuncia
la creazione
di un’agenda
sociale. Include
l’aumento del
salario minimo
e delle pensioni.
Il 28 realizza
un rimpasto
di governo

hI summit
Il presidente
rinuncia al vertice
Apec (16- 17
novembre) e la
Cop25, summit
sul clima (2-13
dicembre)

kL’attivista
Greta Thunberg,
16 anni, svedese,
ha ispirato il
movimento di
lotta contro i
cambiamenti
climatici, Fridays
for Future

La giovane attivista


Greta rifiuta


il premio ambientale


“A noi serve altro”


©RIPRODUZIONE RISERVATA ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Jair Bolsonaro
64 anni
presidente
del Brasile
Ex militare
è stato eletto
il 28 ottobre
2018 con
il Partito Social-
Liberale
nazionalista
e conservatore
È in carica dal 1°
gennaio 2019

Il Capo
dello Stato

Mondo


kColpita all’occhio
Francisca Núñez, studentessa
di Infermieristica, colpita all’occhio
da un pallino sparato dagli agenti
Già documentati 343 casi

PHILIP PACHECO/afp

pagina. 24 Giovedì, 31 ottobre 2019

Free download pdf