la Repubblica - 31.10.2019

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La tiratura de “la Repubblica”di mercoledì 30 ottobre 2019
è stata di 223.432 copieCodice ISSN online 2499-0817

CONSIGLIERI:
Agar Brugiavini,
Giacaranda Maria
Caracciolo di Melito Falck,
Elena Ciallie, Alberto Clò,

Rodolfo De Benedetti,
Francesco Dini,
Silvia Merlo, Elisabetta
Oliveri, Luca Paravicini
Crespi, Carlo Perrone,
Michael Zaoui

Divisione Stampa
Nazionale
VIA CRISTOFORO
COLOMBO, 90 -
00147 ROMA

«L


e scrivo per cercare
di mettere minimamente
ordine negli avvenimenti cileni.
Parto dalla immensa
manifestazione di venerdì 25
ottobre nella quale oltre
un milione di persone si è
riversato nelle strade della
capitale cilena, Santiago del Cile,
in modo totalmente pacifico.
Senza dubbio un evento storico
e senza precedenti, nato in modo
del tutto spontaneo, senza
una consegna precisa, senza
un programma, senza una
organizzazione e che, proprio per
questo, è sorprendente e anche
difficile da interpretare in modo
univoco. Indipendentemente
dalle posizioni politiche
e dalle idee che in questa ultima
settimana possiamo esserci fatti
degli eventi accaduti a Santiago,
in moltissimi abbiamo sentito la
necessità di prendere una
bandiera e scendere per strada.
Confesso che siamo usciti non
senza qualche timore perché qui
perfino una manifestazione
per l’ambiente finisce con
i lacrimogeni! Da parte mia
almeno non si è trattato
di esprimere un giudizio politico
sulle forze di governo, o
sul presidente che, ricordiamolo,
è stato democraticamente eletto
nel 2017, e probabilmente
neppure sull’operato delle forze
dell’ordine. Lasciamo pure
questo giudizio alla storia,
agli esperti, alle inchieste che ci

saranno e agli organi competenti
nazionali e internazionali.
Abbiamo invece voluto
dimostrare che esiste in questo
paese una società civile, forte,
democratica e libera che desidera
risolvere le profonde divisioni
e l’enorme disagio sociale,
in grandissima parte eredità della
dittatura, attraverso un dialogo
costruttivo, positivo e soprattutto
pacifico di tutte le forze sociali
e politiche. Credo che ci siamo
riusciti. La stampa internazionale
sta presentando in questi giorni
immagini e cronache del Cile che
giustamente pongono l’accento
sugli scontri e sugli eccessi di
violenza che sono stati commessi
e che si stanno commettendo.
Ne emerge un panorama cupo,
ma questo paese cupo non lo
è per niente. Io descriverei
quello che sta accadendo come
un grande fenomeno collettivo
che, dagli eccessi di violenza, sta
evolvendo, canalizzando le molte
energie e i molti fermenti positivi
presenti, verso una soluzione
pacifica dei conflitti, almeno
è quello che io auguro al paese
che mi ospita da oltre 20 anni».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Le lettere di Corrado Augias


I vecchi e i giovani


Quello slancio che manca


di Corrado Augias

Gentile signor Augias, sono scontento di me e
dei miei coetanei. Penso che siamo in tanti,
pensionati, che cercano di far brillare ancora
gli occhi fra le pieghe delle rughe. Come?
Facendo volontariato. Guide nei parchi, attivi
per l’ambiente nelle scuole, nei musei locali e in
mille iniziative. Ma è sul piano politico che le
cose cambiano. Tanti seguono i peggiori luoghi
comuni e sognano l’uomo forte. Inutile dire
loro che l’uomo forte ha sempre portato
ingiustizia e miseria, che se ne fai un mito
diventa un mostro. Ai giovani è più facile
perdonare, ma che dire a questi che han visto
coi loro occhi dittatura e guerra? Poi penso a
questi 74 anni di pace in Europa. Segno che di
gente ragionevole ce n’è ancor tanta e mi
rassereno, ma solo un po’. Che fare?

Beppe Pautasso — Morbegno

C


ontemporaneamente a questa lettera ne
ho ricevuta un’altra che viene dal capo
opposto dell’età. Me l’ha mandata uno
studente fuori sede al primo anno di
Giurisprudenza a Roma. Il punto centrale
della sua mail è questo: «È inutile cercare
troppe ragioni complicate al risultato delle
elezioni in Umbria. Se gli analisti invece di
rompersi la testa sulle analisi venissero a
sentire come e di che parlano i ventenni miei
coetanei, si renderebbero subito conto che di
questa politica non gliene importa niente a
nessuno. Ognuno si fa i fatti suoi, ha in mente
il sesso, i soldi, qualche volta un po’ di sport.
Fine». Non è sempre così ovviamente. Ci sono
anche i giovani che s’appassionano allo
studio, a una militanza politica, ad attività
solidali. Ma credo che la lettera dello
studente riassuma bene pensiero e

comportamento della maggioranza che poi,
nelle frange estreme e più sventurate,
diventa quella degli sbandati preda delle
droghe, i poveretti che escono dalle
discoteche il sabato notte (o la domenica
all’alba) storditi dalla musica e vanno ad
arricchire le cronache. Comanda la tirannia
del presente, niente più passato poco futuro.
Il disinteresse verso la storia, ogni storia sia
antica sia recente, è una delle conseguenze;
l’altra è la sfiducia, occhi fissi sul telefonino e
domani chissà. Secondo l’Istat i giovani (15-29
anni) che non studiano e non lavorano sono il
26 per cento (Germania 8,7 — Francia 13 ca.).
Come si può restituire lo slancio che manca?
Senza il quale non esiste vera giovinezza? La
politica aveva i suoi ideali, o sogni, sapeva
accendere i cuori anche se molti sapevano
che si parlava d’utopie; l’amor di patria o la
filantropia universale additavano degli
obiettivi; la religione si faceva forte della
condivisione d’una fede, imponeva certi
comportamenti, un ethos; la cultura
suggeriva certi traguardi non irraggiungibili.
Quando nessuna di queste attività o impegni
suggerisce o soccorre, un vero rimedio non
esiste. Aveva ragione Rousseau col suo “buon
selvaggio”; o Hobbes con il suo mondo di
lupi? Sembra esserci una terza possibilità che
non prevede né selvaggi né lupi. Poiché tutto
è già stato scritto, ecco ricomparire i
protagonisti raccontati da Samuel Beckett
che in Aspettando Godot parlano a vuoto tra
loro: «Estragone: Andiamocene lontano di
qui! Vladimiro: Non si può. Estragone:
Perché? Vladimiro: Bisogna tornare domani.
Estragone: A far che? Vladimiro: Ad aspettare
Godot».

g


CAPOREDATTORI
CENTRALE:
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Lettere
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Leonardo
Vanzi,
fiorentino,
astronomo,
vive in Cile
dal 1998,
insegna
all’Università
Cattolica

f


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Per raccontare
la vostra storia
a Concita
De Gregorio
scrivete
a concita
@repubblica.it

I vostri
commenti e le
vostre lettere su
invececoncita.it

Il significato


profondo


della grande


manifestazione


che si è svolta


alcuni giorni fa


a Santiago del Cile


di Concita De Gregorio

Invece Concita


La democrazia


rinasce in piazza


GEDI
Gruppo Editoriale S.p.A.

CONSIGLIO
DI AMMINISTRAZIONE
PRESIDENTE
Marco De Benedetti
VICE PRESIDENTI
John Elkann,
Monica Mondardini

VICE DIRETTORI:
Gianluca Di Feo,
Angelo Rinaldi
(Art Director)
Giuseppe Smorto

DIRETTORE GENERALE:
Corrado Corradi

Quanto costerà
l’auto aziendale

Ugo Bottiglieri
Ingegnere

Sono il papà di due
meravigliosi bambini e
quadro metalmeccanico
con auto aziendale.
Leggo con apprensione le
notizie secondo cui la
tassazione dell’auto
passerebbe dall’ attuale
30% al 100% della base
imponibile per il
dipendente. L’auto che ho
come benefit è una Fiat
500L e l’aumento di
questa tassa vorrebbe
dire che da gennaio 2020
il mio stipendio sarebbe
ridotto di circa 170 euro
al mese! Con una
tassazione più che
triplicata sul benefit
auto! Sono indignato
dalla leggerezza con la
quale si pensano questi
provvedimenti. Io sono
un elettore progressista,
ho idee e simpatie

politiche nel campo del
centrosinistra, ma queste
azioni non fanno altro
che allontanarmi dagli
attuali partiti.

Io sto dalla parte
di Liliana Segre

Rudi Menin
Mira, Venezia

La senatrice a vita
Liliana Segre deve sapere
che per qualche cretino
che sfoga le proprie
frustrazioni contro di lei
ci sono milioni di
cittadini che vorrebbero
abbracciarla e dirle
quanto le vogliono bene.
Le sue testimonianze
restano un baluardo di
civiltà contro le barbarie
nazifasciste che
sembrano ritornare,
grazie anche allo
sdoganamento di certe
forze politiche che,
vergognosamente, non ho
sentito esprimerle

solidarietà di fronte ai
beceri attacchi dei
“pecoroni da tastiera”.

Vorrei il vagone
del silenzio

Alberto Drera

Perché non prevedere,
in treno, vagoni per chi
vuole studiare o leggere?
I pendolari ci passano
tanto tempo. Sarebbe
utile rendere silenziosi
uno o due vagoni.

Se alla fiera
manca il Pos

Sergio Cereda
Milano

Alla fiera Golosaria,
dedicata alle eccellenze
enogastronomiche, ho
fatto acquisti in quattro
posti diversi: due non
avevano il Pos, un altro

l’aveva ma mi ha chiesto
il contante e uno non mi
ha fatto la ricevuta.

Come si vive
senza evasione

Margherita Lizzini
Specialista in psicologia
in pensione
Paesi Bassi

Vivo nei Paesi Bassi dove
nessuno protesta o si
meraviglia di dover
pagare le tasse o di dover
effettuare pagamenti con
il bancomat. Mezzo che
anzi viene gradito perché
veloce e sicuro. Ed ecco
che le strade di questo
paese sono ben tenute;
che nei parchi gli alberi
sono curati e rigogliosi;
che nelle stazioni i treni
viaggiano in orario come
anche i bus cittadini. E
poi? E poi qui in questo
paese i bambini nascono
e poi vanno all’asilo e a
scuola e così via.

Responsabile
del trattamento dati
(d.lgs. 30-6-2013 n. 196)
Carlo Verdelli
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Dario Cresto-Dina

. Giovedì,^31 ottobre^2019 Commenti pagina^29

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