la Repubblica - 31.10.2019

(Ann) #1

Il futuro


elettrico


Ginevra, un giorno dello scorso
marzo. Robert Peugeot e John El-
kann pranzano insieme. I cronisti
sono incuriositi. Che cosa bolle in
pentola? «Nulla. Qui al Salone tutti
incontrano tutti. È normale no?».
Non era normale. Era l’ultimo di
una serie di incontri. I costruttori,
tutti i costruttori, si cercano. San-
no che non potranno vivere da soli
a lungo. I costi sono troppo alti. E
aumenteranno. I tempi stringono.
La rivoluzione elettrica e quella
della guida autonoma stanno arri-
vando e lasceranno spazio a cin-
que o sei costruttori al massimo.
Tutto il resto sarà tecnologia, tutto
il resto sarà Google.
Quel giorno di marzo a Ginevra è
partita la corsa di Psa e Fca. Corsa a
ostacoli, con la parentesi della trat-
tativa fallita del Lingotto con Re-
nault. Corsa inevitabile per gli ere-
di di due delle famiglie dell’auto
mondiale. Le regole stanno cam-
biando e bisogna mettersi al ripa-
ro, sfruttando anche - con investi-
menti troppo sostanziosi per esse-
re affrontati in solitaria - le nuove
opportunità.
All’inizio è stata l’Europa. Pro-
prio quella di Bruxelles, quella dei
burocrati, come va di moda dire og-
gi. Sono loro ad aver scritto la nor-
ma che impone ai costruttori di au-
to, dal gennaio 2020, «una media
di emissioni di 95 grammi di anidri-
de carbonica per chilometro». Lo
scorso anno erano 118. Ed è scatta-
ta la scintilla: la corsa ad inserire
nella gamma di tutti i produttori le
auto elettriche o ibride, che abbas-
sano le emissioni e, soprattutto,
evitano o riducono le multe
dell’Ue. Perché saranno multe sala-
te. I costruttori più legati al motore
a scoppio hanno comperato i credi-
ti verdi dai più virtuosi, come Te-
sla, che produce solo auto elettri-
che. Lo ha fatto anche Fca. Ma è
una soluzione tampone. Così il Lin-
gotto ha deciso di produrre in Euro-
pa la prima auto elettrica, la 500 E.
Linea produttiva nuova, nell’anti-

co stabilimento di Mirafiori. Per la
prima serie il pacchetto elettrico ar-
riverà dalla Corea, dalla Samsung.
Ma anche questa, in fondo, è una so-
luzione tampone.
Un’auto elettrica ha poco a che ve-
dere con i modelli tradizionali. Le
batterie? Sono un tappeto di elettro-
di steso sul pianale, il fondo della
scocca. Niente in comune con i cubi
di plastica bianca che tutti conoscia-
mo. Sono batterie composte da tan-
te celle di litio riunite in moduli e
poi adattate alla forma della carroz-
zeria dell’automobile. Chi produce
le celle di litio? I cinesi. Fino a pochi
anni fa. Quando un ingegnere lau-
reato al Politecnico di Torino, Paolo
Cerruti, ha lasciato la fabbrica di
Elon Mask, in California, e si è trasfe-
rito a Skelleftea, nel nord della Sve-
zia, vicino alle miniere. Per costrui-
re celle di litio tutte europee. Que-
stione di supremazia su un mercato
decisivo. Ci avevano pensato anche
i tedeschi proponendo ai francesi,

due anni fa, la costruzione di una
grande fabbrica di batterie nel cuo-
re del Vecchio Continente.
Insomma, tutti si muovono. I fran-
cesi del gruppo Peugeot sono tra i
più bravi a costruire pianali per au-
to elettriche. Anzi, pianali che si
adattano sia al tappeto di batterie
sia ai motori tradizionali. Una rarità.
Quella è la vera dote che porterà Psa
al Lingotto. Se non è la scossa della
passione (forse quella era scattata a
maggio, con Renault) è sicuramente
quella della convenienza. Tra Tori-
no e Parigi si mettono in comune gli
investimenti per far nascere le auto
del futuro. A Mirafiori (dove non
mancano certo gli spazi) Fca ha fat-
to nascere un primo “hub” per la pro-
duzione delle batterie. Arriveranno
qui le celle, forse quelle svedesi del
professor Cerruti. E nasceranno i
moduli da montare sulle piattafor-
me dei francesi per costruire le auto
elettriche.
Tutto filerà liscio? Presto per dir-

lo. Le indiscrezioni dicono che tra le
clausole dell’accordo ci dovrebbe es-
sere l’impegno a non ridurre l’occu-
pazione. Una buona promessa, non
semplice da mantenere. I dipenden-
ti del mega gruppo saranno 400 mi-
la in tutto il mondo. Per garantire il
lavoro a tutti si dovranno vendere
molte più auto di quelle sfornate og-
gi. Ci sono anche altre incognite. La
prima è quella del governo france-
se. Avrà potere di veto, come, nei fat-
ti, fu a giugno quando fallirono le
nozze con Renault? Questo si capirà
nelle prossime settimane, quando
la trattativa in esclusiva tra le due
parti che verrà annunciata oggi en-
trerà nel vivo. E se Parigi sarà inter-
ventista chiedendo garanzie per gli
stabilimenti francesi, lo farà anche
il governo italiano? Dettagli in gra-
do di far saltare tutto - Renault inse-
gna -in un minuto. L’altro interroga-
tivo è il ruolo che giocherà la parte
americana di Fca. In Usa non c’è il
problema della riconversione elet-
trica. Anzi. Di recente i costruttori
hanno deciso di dare una mano a
Trump nella sua battaglia contro le
norme antinquinamento della Cali-
fornia. In Usa Fca realizza gran par-
te dei suoi utili. Dagli Usa viene l’am-
ministratore delegato del gruppo,
Mike Manley. Che dovrà cedere la
tolda di comando ad un franco-por-
toghese molto determinato, Carlos
Tavares. Forse l’ultimo dei grandi
amministratori delegati dell’auto.
L’America accetterà tutto senza rea-
gire? E se sì che cosa otterrà in cam-
bio di un evidente riequilibrio a suo
sfavore dei pesi nel nuovo gruppo?
La scommessa più difficile per El-
kann, Peugeot e Tavares, nelle pros-
sime settimane, è proprio in questi
punti interrogativi. Condurre in por-
to la nave della trattativa sarà la pri-
ma prova per la loro leadership. Se
concluderanno l’accordo, tra De-
troit, Parigi e Torino nascerà il quar-
to gruppo mondiale dell’auto. In gra-
do di dire la sua nella rivoluzione
elettrica prossima ventura.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Le ragioni dietro l’intesa

Parigi ha la supremazia nei veicoli “verdi”


e il Lingotto apre ai partner il mercato Usa


Insieme più investimenti per la guida autonoma


26,05 EURO
valore
per azione

22,55 MILIARDI
capitalizzazione
di Borsa

4,
MILIONI

3,
MILIONI

AUTO
PRODOTTE


208.
PEUGEOT 208

Il MODELLO
PIÙ
VENDUTO
IN EUROPA
Gen-Set 2019

I MARCHI PSA PEUGEOT
IN BORSA

Primo piano Cambio automatico


di Paolo Griseri

I protagonisti
A sinistra John
Elkann, presidente
del gruppo Fca.
A destra Carlos
Tavares,
numero uno del
gruppo Psa,
nato nel 1958
a Lisbona

I francesi fanno


pianali che possono


ospitare le celle


al litio o i motori


tradizionali


. Giovedì,^31 ottobre^2019 pagina^3

Free download pdf