la Repubblica - 31.10.2019

(Ann) #1
di Emiliano Morreale

Due anni dopo La ragazza nella
nebbia, Donato Carrisi, scrittore di
thriller di successo, ci riprova con
un altro adattamento di un pro-
prio romanzo. Che ha limiti enor-
mi e sconcertanti, ma anche molti
numeri per poter funzionare: su
tutti, un’atmosfera fatta di elemen-
ti riconoscibili agli spettatori. La
trama, nascosta da false piste, fla-
shback e storie incrociate, è in real-
tà abbastanza lineare: una ragazzi-
na rapita riappare 15 anni dopo,
non ricorda nulla e uno psichiatra
(Hoffman) la aiuta a fare ordine nel-
la mente. Sulle tracce del misterio-
so rapitore, frattanto, si è messo
un investigatore (Servillo), malato
terminale e sconfitto dalla vita.
Scopriremo che molte cose non so-
no come sembrano, anche con
qualche slealtà narrativa. Ma a Car-
risi interessa soprattutto l’effetto,
anzi a volte l’effettaccio: come in
certi thriller italiani degli anni 70,
ma senza la loro follia ingenua e vi-
sionaria. Per giungere ai suoi sco-
pi, chiama in campo un repertorio
impressionante di stereotipi, spin-
ge con le musiche, infila ralenti a
casaccio. La visualizzazione di luo-
ghi e personaggi è banalissima: ca-
se di prostitute con pareti rosse lu-
cide, archivi perennemente in pe-
nombra detti “il limbo”, poliziotti
ingrugniti e ostili per principio (an-
che tra loro), megere del bosco,
sangue che gocciola dai soffitti.
D’altro canto, il suo progetto
sembra farsi più ambizioso. Il tono

è serioso, con un sottotesto religio-
so-filosofico-morale abbastanza in-
congruo e infarcito di battute me-
morabili: “La caccia non è là fuori,
ma dentro la tua mente”, “Sto inse-
guendo un maledetto coniglio in
fondo all’inferno”, “Il buio lo ha in-
fettato”, “Se dovessi tornare indie-
tro non sceglierei il momento più
felice, ma il più normale”, “Sono si-
curo che l’orrore sia un ottimo na-
scondiglio per i mostri”. I perso-
naggi, dai nomi bizzarri (Robin
Basso, Bruno Genko, Samantha An-
dretti), parlano tutti con una dizio-
ne impeccabile, anche quando so-
no praticamente dei barboni. Gli
interpreti, d’altronde, non posso-
no molto. Hoffman doppiato sem-
bra uscito dallo spot della Regione
Marche e si aiuta tenendo una pal-
lina in mano tutto il tempo. Servil-
lo replica il suo numero collauda-
to: occhi strizzati, bocca socchiu-
sa, sorriso con palpebre strette, vo-
ce strascicata, ipermotilità delle
rughe della fronte. Il suo personag-
gio cammina affaticato sotto il pe-
so della malattia, del passato, e for-
se anche dei luoghi comuni che
porta sulle spalle.
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Fantascienza


Schwarzenegger


invecchia


ma funziona


Scary stories to tell...
Prodotte da Guillermo
del Toro e dirette da André
Øvredal, le storie spaventose
dai libri di Alvin Schwartz
ambientate a Halloween

Cinema
Da non
perdere

1


aaabc


Il segreto della miniera
Regia di Hanna Slak

VOTO

Drammatico


Misteri e bugie


di una strage


sconosciuta


La candidatura all’Oscar del Segre-
to della miniera non deve far sorri-
dere: certo, la Slovenia non produ-
ce molti titoli, ma questo di Hanna
Slak, sobrio eppure perturbante,
nonché capace di proiettare su
una storia privata un dramma uni-
versale, non è da meno di tanti
film di categoria mainstream. Ali-
ja Basic è un minatore bosniaco
che lavora da molti anni in Slove-
nia. Mentre imperversa la crisi eco-
nomica, il giovane padrone lo chia-
ma per esplorare (in realtà chiude-
re) una vecchia miniera in disuso
dalla Seconda Guerra Mondiale.
L’uomo scopre che la cava è un
enorme ossario; che, contro le ver-
sioni ufficiali, nasconde un crimi-
ne contro l’umanità. Denuncian-
do efferatezze antiche e recenti
che hanno colpito i Balcani, Han-
na mette in scena un antieroe, un
uomo docile e sottomesso che sco-
pre in sé uno stoicismo sordo e,
senza nulla da guadagnarci, lotta
a proprio rischio contro l’oblio.
— r.nep.
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2


Downton Abbey
Dalla serie di culto al
lungometraggio, il film
racconta la visita di re Giorgio
V nella tenuta della famiglia
di aristocratici britannici

3


Joker
Le origini del più temibile
e malvagio tra i tanti nemici
di Batman. Con Joaquin
Phoenix protagonista. Leone
d’oro a Venezia

aaacc


Terminator - Destino oscuro
Regia di Tim Miller

VOTO

di Roberto Nepoti

Dove eravamo rimasti? Beh, dimen-
ticate tutto: il sesto episodio del fran-
chise ignora le ultime tre puntate e
si ricollega con il secondo, diretto
da Cameron nel 1991. Nella trama
non ci sono molte varianti. Una gio-
vane messicana, Dani, che pare sia
destinata a partorire il futuro leader
della Resistenza, è perseguitata da
un Terminator di nuova generazio-
ne detto Rev-9. In suo aiuto interven-
gono Grace, mandata dal futuro, e
Sarah, che torna dal passato. Ma il
cyborg distruttore è così micidiale,
che le due donne non riuscirebbero
a proteggere Dani senza l’aiuto del
vecchio T-800 (ovvero Schwarzie),
modello desueto ma ancora efficien-
te. Il problema è una sceneggiatura
che lascia poco spazio alle sorprese.
Anche la storia è molto concentrata
nel tempo, mentre il film dura 130’.
Fortuna che la regia si lancia in una
quantità di scene d’azione brutali,
non lasciandoil tempo di annoiarsi.
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aabcc


La Famiglia Addams
Regia di C. Vernon, G. Tiernan

voto

Animazione


Cosa succede


se i vicini di casa


sono gli Addams


Il cartoon digitale, versione “terzo
millennio”, delle avventure maca-
bro-comiche della famiglia Ad-
dams, prima o poi doveva arriva-
re. Anzi, è strano che si sia fatto at-
tendere tanto, dopo i telefilm in
bianco e nero della tv americana,
le serie animate di Hannah e Bar-
bera, i film “live”, i musical e le
molte altre declinazioni. Quando
una saga è così longeva e popola-
re, il problema si ripresenta sem-
pre allo stesso modo: non tradire
le aspettative dei fan, rendendo i
personaggi ben riconoscibili, e in-
trodurre un elemento nuovo, tipo
origin story. Così, nel prologo, ap-
prendiamo come gli Addams sia-
no stati perseguitati da sempre
per la loro eccentricità, fino a do-
versi trasferire nel New Jersey. Do-
ve i nuovi vicini “normali” ricomin-
ciano a prenderli di mira. Una ver-
sione della vecchia saga centrata
sulla nostalgia, ma con meno
sit-com e più spazio per l’irresisti-
bile Mercoledì dalle treccine a cap-
pio.
— r.nep.

Thriller


Servillo detective fragile


nei sotterranei della paura


abccc


L’uomo del labirinto
Regia di Donato Carrisi

VOTO

Drammatico


Viaggio


alle radici


del fanatismo


La storia


hLe molte facce
della verità
Bruno Genko
recupera crediti
ma si fa
detective per
indagare sul
rapimento di
una giovane,
sfuggita dopo
quindici anni al
suo carceriere e
ora interrogata
da un ambiguo
profiler. Un
viaggio negli
incubi e nella
doppiezza
dell’animo
umano

kLe star
Dustin Hoffman,
82 anni, e Toni
Servillo, 60,
in una scena
del film

aaaaa
capolavoro

aaaac
bellissimo

aaacc
bello

aaccc
mediocre

acccc
pessimo

Legenda


aabcc


L’età giovane
Regia di Jean-Pierre e Luc Dardenne

voto

Ahmed è un adolescente belga, di
famiglia araba perfettamente inte-
grata, che conosce un percorso di
radicalizzazione religiosa ad opera
di un imam fanatico e vile. Dopo
aver tentato di accoltellare una pro-
fessoressa, viene mandato in un isti-
tuto, dove una ragazzina è attratta
da lui. Il personaggio, ultimo di una
galleria di ragazzini respingenti
che i registi ci insegnano a compren-
dere e ad amare, stavolta sembra lo-
ro più lontano, come se riuscisse dif-
ficile entrare davvero nella sua logi-
ca e nei suoi sentimenti. Di conse-
guenza l’impianto risulta più forza-
to, quasi da teorema, con la parabo-
la di redenzione e le svolte narrati-
ve troppo in bella mostra, e anche fi-
sicamente la prossimità al perso-
naggio, con l’attacco in medias res,
il pedinamento e i bruschi stacchi
di montaggio, svela un carattere
d’artificio. La cosa migliore è la de-
scrizione del contesto: la famiglia, il
quartiere, la scuola. Premio per la
miglior regia al festival di Cannes.
— em.morre.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

. Giovedì,^31 ottobre^2019 Spettacoli pagina^39

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