la Repubblica - 31.10.2019

(Ann) #1

L’intervista al deputato di Italia Viva


Migliore “È emergenza umanitaria


l’Italia deve cambiare rotta”


roma — Onorevole Gennaro
Migliore, Italia Viva, perché ha
firmato l’appello per bloccare il
memorandum con la Libia?
«Perché le condizioni rispetto
all’accordo sancito dal governo
Gentiloni nel 2017 sono mutate. Dal
4 aprile in Libia c’è una guerra. E in
più si è scoperto che una parte di
coloro che avevano sottoscritto il
patto con l’Italia si sono rivelati in
combutta con i trafficanti di
uomini, come quel Bija, che ora è
stato addirittura riconfermato ai
vertici della Guardia costiera
libica».
Cosa chiedete esattamente?
«La revisione radicale degli accordi
e che si definisca un piano di
evacuazione di tutte le persone
detenute nei centri governativi».
Siete in tre renziani a firmare un
documento che è in larga parte
firmato da esponenti della
sinistra. Rappresentate la linea
ufficiale di Italia Viva?
«Sì, certo. Io, Davide Faraone e
Massimo Ungaro eravamo a
Lampedusa questa estate durante

la guerra del governo gialloverde
alla Sea Watch. Il nostro impegno
dura nel tempo. La nostra
preoccupazione è umanitaria. I
campi vanno svuotati. E vanno
previsti dei corridoi per salvare
queste persone».
I migranti dove andrebbero
portati?
«Ci sono varie opzioni possibili,
indicate dalle Nazioni unite, tra cui
i ricollocamenti nei Paesi vicini.
Bisognerebbe inoltre continuare
con i rimpatri volontari assistiti che
fino ad oggi sono stati il risultato
più significativo della presenza
delle organizzazioni
internazionali, Unhcr e Oim».
La risposta di Di Maio le è parsa
convincente?
«È interlocutoria. Spero che possa

evolvere positivamente nel senso
da noi indicato, e che venga
ripristinato un dispositivo di
soccorso in mare europeo che
comprenda quella che attualmente
viene identificata senza alcun
presupposto legale la zona Sar di
competenza della Libia, e che tutto
ciò sia coordinato con l’intervento
umanitario delle Ong».
Ma intanto il memorandum è
stato confermato. Le va bene lo
stesso?
«Io penso che la maggioranza
debba prendere in mano la
situazione per cercare di arrivare
nella soluzione da noi indicata. La
mia ossessione riguarda la
liberazione delle persone rinchiuse
lì: questa adesso è la priorità. C’è
un’emergenza umanitaria che va

sanata. La Libia non rispetta la
convenzione di Ginevra, e detiene i
migranti illegalmente in veri e
propri lager».
Anche Di Maio dice che il
memorandum va modificato. Le
sembrano parole credibili,
considerata la statura degli
interlocutori con cui poi bisognerà
trattare?
«Il trattato va cambiato in
profondità, con una forte
discontinuità sui contenuti. Il
ministro Di Maio lavori per
svuotare i campi, altrimenti le sue
parole sono vane».
Insisto, quella del ministro è
una risposta sufficiente?
«Al di là di quale sia lo spessore
degli interlocutori libici, è evidente
che la capacità di ottenere dei
risultati sarà determinata anche da
quanto ci investirà politicamente
l’Europa , che fino ad oggi è arrivata
in Libia divisa senza mai mettere al
primo posto la salvaguardia
dell’integrità fisica dei migranti».
— (c.ve)
©RIPRODUZIONE RISERVATA

di Concetto Vecchio

roma — Il governo rinnova l’accor-
do con la Libia sulla gestione dei
migranti, ma con delle modifiche
sui centri di detenzione. Lo ha det-
to ieri alla Camera il ministro de-
gli Esteri Luigi Di Maio risponden-
do a un’interrogazione del Pd. «In-
terromperlo sarebbe un vulnus po-
litico - ha precisato - lavoriamo
per migliorarlo. Una riduzione
dell’assistenza italiana potrebbe
tradursi in una sospensione delle
attività della Guardia costiera libi-
ca, con conseguenti maggiori par-
tenze, tragedie in mare e peggiora-
mento delle condizioni dei mi-
granti nei centri di accoglienza.
Nessuno può comunque smentire
che siamo passati da 170mila sbar-
chi a 2200 nel giro di due anni».
L’accordo scade il 2 novembre.
In serata, a margine del vertice di
maggioranza sulla manovra, Di
Maio ha specificato che l’accordo
«può essere migliorato soprattut-
to nella parte che riguarda i cen-
tri». E ha annunciato di voler riuni-
re la commissione congiunta ita-
lo-libica, prevista dall’articolo tre
del memorandum, che ha una vali-
dità triennale che poteva essere ta-
citamente rinnovato per altri tre

anni. «In particolare dovremo fa-
vorire un ulteriore coinvolgimen-
to delle Nazione unite, della comu-
nità internazionale e delle organiz-
zazioni della società civile per mi-
gliorare l’assistenza ai migranti
salvati in mare». Inoltre ha annun-
ciato che «il fondo rimpatri avrà
circa 20-25 milioni di euro, che ci
serviranno a chiudere gli accordi
per i rimpatri nei Paesi di prove-
nienza, come la Tunisia e altri. Po-
tremo avere i fondi per finanziare
progetti di cooperazione allo svi-
luppo».
L’accordo prevede tra le altre cose
il finanziamento italiano a quelli
che vengono definiti centri di ac-
coglienza, ma che in realtà sono
delle strutture detentive, o dei ve-
ri e propri lager, in quanto in Libia
l’immigrazione illegale è punita
con la reclusione.
Le acque nella maggioranza ri-
mangono agitate. Lo dimostra la
fronda di 25 esponenti giallorossi
(22 parlamentari più tre eurodepu-
tati, Pietro Bartolo, Pierfrancesco
Majorino, Massmiliano Smeri-
glio),che in un documento chiede-
vano di sospendere con effetto im-
mediato gli accordi: «Le testimo-
nianze raccolte, le indagini in cor-
so, tra cui una della Corte penale
internazionale per i crimini con-

tro l’umanità, i rapporti delle Na-
zioni unite, le inchieste giornalisti-
che come quella che è costata la
scorta al giornalista Nello Scavo,
dipingono un quadro drammati-
co ed insostenibile dal punto di vi-
sta morale prima ancora che politi-
co».
Tra i firmatari, esponenti di Leu,
come Rossella Muroni, Nicola Fra-
toianni, Stefano Fassina, ma an-
che deputati della minoranza pd,
legati a Matteo Orfini, come Giu-
ditta Pini, Fausto Raciti e France-
sco Verducci. Ma hanno firmato
anche i renziani di Italia Viva, Da-
vide Faraone, Massimo Ungaro e
Gennaro Migliore. Ex M5s come
Paola Nugnes e Gregorio De Falco,
Riccardo Magi di più Europa.
C’è pure un’unica deputata M5S,
Virginia La Mura: «I diritti degli es-
seri umani vengono prima di tut-
to», spiega a sera la sua scelta.
«Questo accordo non va bene. Del
resto io non avevo già firmato il de-
creto sicurezza e votato per l’auto-
rizzazione procedere di Salvini».
In mattinata, parlando a Radio Ca-
pital, il segretario del Pd Nicola
Zingaretti aveva detto che «il me-
morandum con la Libia deve cam-
biare radicalmente» e «il pre ac-
cordo di Malta va allargato ad altri
paesi».

Il leader 5S
vuole una
presenza più
incisiva delle
Nazioni
Unite e
nuove regole
sui centri di
detenzione
Tra i
dissidenti
anche
la grillina
La Mura

Modificare il trattato


in profondità: Di


Maio lavori per


svuotare i campi o le


sue parole sono vane


kAgli Esteri
Il ministro Luigi
Di Maio

gli accordi con tripoli

Migranti, il Pd


spinge su Di Maio:


l’intesa con la Libia


verrà rivista


Il ministro rinnova il memorandum ma annuncia modifiche


Zingaretti: ora cambi radicali. Ma 25 parlamentari: va sospeso


Le tappe


Dall’accordo ai lager


renziano
Gennaro
migliore, 51
anni

g


1


Primo piano Il fronte dei porti


f


L’intesa italo-libica
Il memorandum d’intesa Italia-Libia
venne firmato nel febbraio 2017
dall’allora presidente del Consiglio
dei ministri Paolo Gentiloni e dal
primo ministro del governo di
riconciliazione nazionale libico
al-Serraj.

2


Aiuti economici
L’Italia forniva aiuti economici e
supporto alla Guardia costiera libica per
contrastare l’immigrazione illegale,
diminuendo così drasticamente il
numero degli arrivi, ma senza migliorare
le condizioni di vita dei migranti nei
Centri di accoglienza

3


I campi libici
I centri di accoglienza si sono rivelati dei
lager, dove sia le Nazioni unite che le
organizzazioni umanitarie hanno
accesso in maniera molto limitato.
Secondo diverse fonti la Guardia
costiera libica sarebbe formata in parte
da milizie colluse con i trafficanti

Con le armi
Una
motovedetta
libica armata
nel
Mediterraneo a
presidiare le
coste dello
Stato africano

pagina. 6 Giovedì, 31 ottobre 2019

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