Portfolio
I
l pensiero somiglia a questo. Idee
e idee su idee. Supposizioni e so-
spetti sui rapporti tra concetti
astratti – forme, numeri, geome-
tria, spazio – emergono attraver-
so una nuvola di gesso, preferi-
bilmente quello setoso della Hagoromo,
che in origine veniva dal Giappone ma
oggi è prodotto in Corea del Sud.
Per un anno intero, Jessica Wynne, una
fotografa che insegna al Fashion institute
of technology di New York, ha fotografato
le lavagne dei matematici, cercando l’arte
in quel vortice di simboli tracciati nella
foga della fantasia, delle discussioni e del-
le ipotesi. Do not erase (Non cancellare) è
una raccolta di immagini che sarà pubbli-
cata dalla casa editrice della Princeton
university nell’autunno del 2020.
“Un matematico, come un pittore e un
poeta, è un creatore di forme”, scriveva
nel 1940 il matematico britannico G.H.
Hardy. Wynne si è avvicinata alla mate-
matica durante le vacanze grazie ai suoi
vicini di casa a Cape Cod, Amie Wilkin-
son e Benson Farb, che insegnano en-
trambi alla University of Chicago. Ha
cominciato a fotografare le loro lavagne e
ha sentito che c’era un’affinità artistica.
“Sono attratta dalla bellezza senza
tempo e dalla fisicità delle lavagne dei
matematici, dalla loro aspirazione a sco-
prire la verità e a risolvere problemi”, ha
scritto in un’email. “A guidarli è la loro
immaginazione , vedono figure, non pa-
role. Vedono immagini prima che signifi-
cati. Sono affascinata anche dal processo
di scrittura sulla lavagna”, ha aggiunto.
“Nonostante i processi tecnologici, e
l’esistenza dei computer, i grandi scien-
ziati lavorano ancora così”.
Con il loro amore per le lavagne e il
gesso, i matematici rappresentano uno
degli ultimi bastioni di resistenza ai com-
puter. In molti campi della scienza e del-
la ricerca, le lavagne nere sono state so-
stituite da quelle bianche o dalle proie-
zioni. Ma il gesso costa meno ed è biode-
gradabile. Ha un odore più gradevole di
quello dei pennarelli ed è più facile da
cancellare, dicono i matematici. È anche
più divertente da usare per scrivere.
Il titolo del libro di Wynne riprende il
messaggio che viene spesso lasciato sulle
lavagne per gli addetti alle pulizie che ar-
rivano alla fine delle lezioni e potrebbero
strofinare via un pensiero geniale: “Non
cancellare”.
Può succedere. In un recente articolo
uscito sulla rivista Nautilus, lo scrittore e
fisico del Massachusetts institute of tech-
nology (Mit) Alan Lightman ricorda la
volta in cui, nei primi anni settanta, Ri-
chard Feynman aveva scritto una serie di
equazioni sulla sua lavagna che spiegava-
no come i buchi neri potevano emettere