Ritratti
◆ 1982 Nasce a Istanbul, in Turchia.
◆ 2018 Incontra a una conferenza il giornalista
Jamal Khashoggi. I due diventano amici e in
seguito si fidanzano. Dopo pochi mesi
Khashoggi le chiede di sposarlo.
◆ 2019 Dopo la morte di Khashoggi decide di
trasferirsi a Londra.
Biografia
A
vevano già cominciato ad
arredare il loro apparta-
mento di Istanbul, 160
metri quadrati divisi in
quattro stanze. Avevano
anche comprato il letto e
una poltrona di pelle nera, scelta da Jamal.
Quel pomeriggio del 2 ottobre il giornali-
sta Jamal Khashoggi e la sua fidanzata
avevano in programma un giro per sce-
gliere la lavatrice e i fornelli. Ma prima Ja-
mal aveva un appuntamento. “Dove?”,
aveva chiesto Hatice Cengiz al futuro ma-
rito. “Al consolato”, aveva risposto lui. Ja-
mal e Hatice volevano sposarsi il prima
possibile, ma per farlo c’era bisogno di un
documento: un certificato che attestasse il
celibato di Jamal. Poteva essere rilasciato
solo da un’istituzione del suo paese.
Khashoggi era nato in Arabia Saudita,
Cengiz in Turchia.
Alle dieci del mattino Jamal Khashoggi
aveva chiamato il consolato saudita per
avvertirlo che stava per arrivare. Gli ave-
vano risposto che sarebbe stato ricevuto
tre ore dopo. “Hanno avuto il tempo di
preparare tutto”, sottolinea oggi Cengiz.
“E poi lo hanno ucciso”.
Hatice Cengiz, 37 anni, è seduta sulla
terrazza di un caffè di Londra, la città do-
ve vive oggi. Stringe le labbra e incrocia le
braccia davanti al petto. Il suo corpo è in
tensione, come se si preparasse a difen-
dersi da un attacco. Non vorrebbe parlare
Hatice Cengiz
Amore spezzato
Era la fidanzata di Jamal
Khashoggi, il giornalista ucciso
nell’ambasciata saudita
a Istanbul nell’ottobre del 2018.
Cerca di rifarsi una vita
a Londra, ma non ha smesso di
chiedere giustizia per l’omicidio
Alexandra Rojkov, Der Spiegel, Germania. Foto di Eri n Trieb
del 2 ottobre del 2018, il giorno in cui Ja-
mal Khashoggi è stato assassinato. Prefe-
rirebbe dimenticarlo e cominciare una
nuova vita. Ma non ci riesce. “Se smettes-
si di parlare di lui, la sua morte finirebbe
nell’oblio”, spiega. Quindi oggi ne parla,
e continuerà a farlo anche nei prossimi
giorni. Trema per la fatica e a volte le la-
crime le solcano il viso, ma non vuole in-
terrompere la conversazione. “Lo faccio
per Jamal”.
Jamal Khashoggi era uno dei giornali-
sti più conosciuti del Medio Oriente. Il 2
ottobre del 2018 è entrato nel consolato
saudita di Istanbul per ritirare il documen-
to di cui aveva bisogno per sposare Hatice
Cengiz. Non è più uscito. Gli inquirenti
sono convinti che sia stato soffocato da
una squadra di sicari e che il suo corpo sia
stato fatto a pezzi.
La morte del giornalista ha sconvolto
la comunità internazionale. Il governo
statunitense ha imposto sanzioni nei con-
fronti di diciotto cittadini sauditi, mentre
la Germania, la Francia e il Regno Unito
hanno emesso un divieto d’ingresso sul
loro territorio nei confronti delle persone
sospettate dell’omicidio. Berlino ha anche
vietato la vendita di armi al governo sau-
dita. In quel momento il principe eredita-
rio Mohammed bin Salman sembrava
isolato.
È passato un anno da allora e nessuno
è stato processato per l’omicidio del gior-
nalista. Non si sa nemmeno dove possa
essere il suo corpo. Nel frattempo l’isola-
mento dell’Arabia Saudita è un lontano
ricordo. Hatice Cengiz si rifiuta di accet-
tare questa situazione e continua a con-
durre una battaglia che non può vincere:
chiede giustizia per la morte del fidanza-
to. Ne ha parlato anche alla sede delle
Nazioni Unite a Ginevra e al parlamento
europeo a Bruxelles.
Nessuno sa chi sono
A Londra è una calda giornata di luglio.
Uomini eleganti camminano velocemen-
te per andare al lavoro, mentre le donne si
trascinano dietro i figli. Anche Hatice
Cengiz va di fretta. La sua lezione sta per
cominciare. Ha già una laurea in studi re-
ligiosi, un master in studi mediorientali e
parla arabo in modo fluente.
Al momento frequenta un corso d’in-
glese di quindici ore alla settimana in una
piccola classe di dieci studenti. Voleva mi-
gliorare la sua conoscenza della lingua,
ma soprattutto voleva fuggire da casa.
“Qui nessuno sa chi sono”, dice. A Istan-
bul invece la riconoscono tutti, e perfino
chi non la conosce sa comunque che era la
fidanzata di Khashoggi. Nella sua classe
d’inglese a Londra, invece, è soltanto Ha-
tice, una studente con qualche problema
di pronuncia.
Cengiz non può dimenticare cos’è suc-
cesso un anno fa: le ore passate ad aspetta-
re che Jamal uscisse dal consolato, i giorni
in cui è rimasta a letto seguendo i social
network, nella speranza che Khashoggi
saltasse fuori, in qualche modo. Poi il go-
verno saudita ha ammesso che il giornali-
sta era morto. Per settimane Cengiz ha
perso la voglia di vivere.
A volte la donna incontra dei giornali-
sti e racconta la sua vita con Jamal. Ma
ogni intervista è una sfida. La notte prima