Panorama - 30.10.2019

(coco) #1

20 Panorama | 30 ottobre 2019


INTERVISTA


È semplice. Se una scuola, per
malinteso senso di benevolenza verso
gli studenti, certifica competenze
che non ci sono, la scuola stessa non
subisce alcun contraccolpo. Mentre
se un’impresa, per analogo senso di
benevolenza verso gli aspiranti a un
lavoro, assume personale impreparato,
l’impresa stessa va gambe all’aria.
Com’è stato possibile che la politica
abbia lasciato scivolare così in
basso il sistema scolastico?
La spiegazione è ancora più
elementare: la severità toglie voti,
l’indulgenza li porta. Inoltre c’è anche
una ragione ideologica: abbiamo
pensato che per aiutare i deboli si
dovesse abbassare il livello culturale
dell’istruzione: così più ragazzi
sarebbero arrivati a un titolo. Peccato
che ci arrivino senza una buona
preparazione, e quindi siamo da capo:
abbiamo ulteriormente indebolito
i deboli, invece di rafforzarli perché
avessero, attraverso la scuola, le stesse
opportunità dei più fortunati.
Siamo un popolo che vive troppo di
rendite?
Certo, se - seguendo i classici - con
il termine rendite indichiamo tutto ciò
che non è né salario né profitto.
Ma non si tratta solo del fatto che,
nel bilancio di una famiglia, hanno un
peso spropositato le pensioni di
vecchiaia, i sussidi, gli interessi, le
vincite - o le perdite - al gioco, quattro
voci che da sole coprono circa metà
del consumo totale. L’altra anomalia
è il flusso successorio, ovvero
l’immissione continua nel circuito
economico di ricchezza che piove dal
cielo, in quanto qualcuno, per lo più
anziano, muore e trasmette
un’eredità. Difficile indicare una cifra
esatta, ma si può tranquillamente
affermare che il flusso successorio
annuale vale almeno cinque leggi
finanziarie.
La società a somma zero comporta


che alla crescita mia corrisponda
la decrescita tua. La prospettiva è
un forte aumento della conflittualità
sociale? Si espanderanno fenomeni
come quello dei gilet gialli in
Francia?
Dipende dal governo. Ci sono mosse
che possono incendiare il Paese,
per esempio imporre il Pos a tutti i
venditori di beni e servizi, compresi
i banchetti del mercato. Ma, a mio
parere, nessun governo le attuerà,
perché tutti gli esecutivi - anche quelli
che venerano le tasse - sanno
perfettamente che, con le aliquote
attuali, almeno 70-80 miliardi
di evasione sono fisiologici. Io ritengo
assai più probabile uno scenario
in cui aumentano l’invidia sociale
e la frustrazione, con il loro corredo:
espansione del mercato degli
stupefacenti e del gioco d’azzardo,
moltiplicazione dei comportamenti
aggressivi e/o autolesionistici.
Insomma, più «anomia» che conflitto

sociale, per dirla con Émile Durkheim.
A che cosa si deve il fatto che, a
fronte di un notevole progresso
tecnologico, la produttività degli
italiani è rimasta la stessa della fine
degli anni Novanta?
I fattori sono tanti, ma secondo
me il più importante è l’espansione
ipertrofica della legislazione, specie a
partire dal 1997 con la legge Bassanini,
e dalla riforma del titolo V della
Costituzione del 2001.
John Maynard Keynes e Bertrand
Russell auspicavano che i cittadini
avrebbero usato il maggior tempo
libero per arricchirsi sul piano
spirituale e culturale. Sta andando
così?
No, lo spazio della cultura in senso
proprio, distinta dallo spettacolo e
dall’evasione, è in costante regresso.
Siamo «un Paese che non studia,
non legge e gioca». Che cosa dice la
diffusione crescente della spesa
nazionale in tutte le varie forme di

La gran parte degli immigrati in Italia fornisce servizi,
legali e illegali, a un costo molto più basso.

Reuters
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