Panorama - 30.10.2019

(coco) #1

22 Panorama | 30 ottobre 2019


INTERVISTA


gioco d’azzardo?
Dice due cose, e cioè: primo, la gente
non è più disposta a differire le
gratificazioni. Secondo: la gente si è
convinta che gli strumenti tradizionali
di ascesa sociale, lavoro e studio, non
funzionino più. Di qui le due vie di
uscita canoniche: il gioco d’azzardo
per i ceti bassi, l’emigrazione all’estero
per i figli dei ceti medio-alti.
Perché critica la narrazione
dominante sull’insistenza
dell’ampliamento delle
diseguaglianze sociali?
Perché è incompatibile con i dati. In
Italia la concentrazione del reddito è
oggi più o meno quella di vent’anni fa:
un po’ maggiore che negli anni
Ottanta, molto minore che alla fine
degli anni Sessanta, quelli del
«compromesso socialdemocratico».
In compenso è esplosa
la diseguaglianza fra chi ha un lavoro
o due e chi non ne ha nessuno.
Quanto la filosofia della decrescita
felice fa da cornice ideologica a
questa cultura del disimpegno e alla
facoltatività del lavoro?
Poco, direi, perché la maggior parte
delle persone preferisce rimuovere
dalla coscienza la prospettiva
del declino. La decrescita felice
è l’ideologia dei super-ricchi, come la
moglie di Bill Gates, che vuole pagare
più tasse: chi ha tantissimi soldi sa
perfettamente che nulla scalfirà mai
il proprio tenore di vita, mentre chi è
benestante ma non straricco teme,
giustamente, un abbassamento
del tenore di vita.
Come vanno interpretate le
proposte di dare il voto ai sedicenni
e toglierlo agli anziani emerse
contemporaneamente in questi
giorni?
Sono solo dimostrazioni di
superficialità di chi le avanza.
Commentando il duello tv fra Renzi
e Salvini, lei ha osservato che ha


evidenziato l’esigenza di una forza
politica anti-assistenzialista in
politica economica e non cieca
sull’emergenza immigrazione e la
sicurezza. Il centrodestra non è o
vorrebbe essere questa forza?
Certo che il centrodestra vorrebbe
essere qualcosa del genere, il problema
è che non ne è capace: la sua forza
principale, la Lega, ha dimostrato di
essere assistenzialista, vedi Quota 100,
e semplicista nella gestione dei flussi,
vedi i rimpatri mancati.
Dopo i gravi errori di questa estate e
nella prospettiva di un governo
giallorosso che, salvo gravi tracolli
alle Regionali, durerà fino
all’elezione del prossimo capo dello
Stato, la stella di Salvini è destinata
a offuscarsi lentamente?
Secondo me sì, perché Salvini è adatto
a guidare un partito, ma non ha
la maturità per guidare un governo.
Molto del destino di Salvini,
comunque, dipenderà dalla traiettoria
di Giorgia Meloni, che a mio parere è
di gran lunga il miglior leader di cui

Il gioco è la nuova


ascesa sociale


dei ceti più bassi


disponga il centrodestra.
Renzi prima o poi farà cadere il
governo o abbaierà solo?
Renzi non avrà alcuno scrupolo a far
cadere il governo, ma si deciderà solo
quando la congiunzione astrale sarà
favorevole. Ovvero: quando legge
elettorale e umori dell’elettorato gli
garantiranno abbastanza scranni
e abbastanza potere in Parlamento.
In chiusura lei prospetta il pericolo
della «argentinizzazione lenta»
dell’Italia. Che cos’è concretamente?
E come scongiurarla?
L’argentinizzazione è un declino
sufficientemente lento da non
suscitare reazioni apprezzabili nei
declinanti. Sul piano economico, si
può evitare solo facendo ripartire la
produttività, ferma da vent’anni. Ma
per fare questo ci vorrebbe una classe
dirigente decente che - prima ancora
di abbassare le tasse - smantellasse
la burocrazia e la selva delle leggi
e dei regolamenti. In breve: mission
impossible. I
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