Panorama - 30.10.2019

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ETERNI RITORNI


sede del Consiglio regionale della Ca-
labria, hanno reintrodotto anche l’ade-
guamento Istat e il trattamento di fine
mandato, quella che una volta era la
«liquidazione».
E proprio sul Tfr si registra un’ulte-
riore novità. Il consigliere che oggi accet-
ta di pagare una trattenuta di 3.060 euro
(corrisponde all’1 per cento di stipendio
mensile dei precedenti cinque anni di
carica) riceverà un conguaglio di ben
25.500 euro «a fine mandato», quindi tra
meno di un mese. Si tratta di «investire»
3 mila euro per riceverne 25 mila a breve
e a colpo sicuro, cioè per legge. A fronte
di una simile misura, c’è chi si difende
sostenendo «non di aver vinto al Supe-
renalotto», ma di vedersi riconoscere un
Tfr così come tutti i lavoratori.


Nella precedente legislatura, uno
sforzo di buona volontà in effetti c’era
stato. I vitalizi erano stati aboliti almeno
per i consiglieri in carica dal 2014 in poi.
Tutti gli altri hanno continuato a benefi-
ciare della pensione speciale o, in futuro,
la percepiranno una volta maturati i re-
quisiti anagrafici del caso. Ecco perché
è plausibile che i colleghi «penalizzati»
abbiano pensato a questo riconoscimen-
to di fine mandato. A scanso di equivoci
(e di querele), si precisa che ogni consi-
gliere può decidere anche di non usufru-
ire del conveniente scambio economico
«verso 3 e incasso 25». A pensar male si
fa peccato, ma spesso ci si azzecca, ha
detto qualcuno... Di certo è che l’assem-
blea regionale, intanto, la legge l’ha ap-
provata e poi i singoli valuteranno che
cosa fare a seconda della propria posi-
zione.
Comunque l’istituzione regionale è
da sempre generosa con i suoi compo-
nenti. Lo stesso presidente della Regione,
Mario Oliverio, a 66 anni ha maturato
una serie di vitalizi: ha diritto a quello di
parlamentare e a quello di ex consigliere
regionale. Che al momento sono sospesi
perché percepisce lo stipendio da gover-


natore. A quest’ultimo, tuttavia, si ag-
giunge anche la pensione da dipendente
scolastico. Perché? Perché il governatore
Pd - coinvolto in inchieste giudiziarie e
sul quale adesso pende pure la spada di
Damocle di una non candidatura alle
imminenti Regionali - nel lontano 1980
era stato assunto come assistente ammi-
nistrativo in una scuola. Oliverio dopo
aver regolarmente versato i contributi
figurativi, dal settembre 2017 incassa la
pensione da dipendente scolastico.
Nell’istituto scolastico «Fratelli Bandiera»
di San Giovanni in Fiore, la sua città na-
tale nel Cosentino, però, è stato visto ben
poco perché quasi sempre in aspettativa
per i suoi incarichi pubblici. In sintesi: il
presidente percepisce ogni mese lo sti-
pendio da governatore che si aggira sui
14 mila euro più 1.500 euro di pensione
come ex dipendente scolastico. Quando
non sarà più governatore avrà diritto ai
vitalizi della Regione (oltre 3 mila euro)
e della Camera dei deputati (4.700 euro).
Ma il vero «record vitalizio» spetta a
una famiglia calabrese che per anni ha
militato nell’Udc, con Gino Trematerra e
il figlio Michele. Proprio Michele, ex as-
sessore regionale all’Agricoltura, è appe-
na andato «in pensione» a soli 55 anni.
Com’è possibile? Dal primo ottobre Tre-
materra junior - al momento sotto pro-
cesso per concorso esterno in associa-
zione mafiosa - percepisce un assegno
di 5.173 euro mensili lordi. È stato lui
stesso, sulla base della vecchia legge
regionale, a chiedere di anticipare il vi-
talizio a 55 anni, invece che riceverlo a
60, con una decurtazione dell’assegno
del 15 per cento. Tutto legale, per carità.
Il caso del padre Gino Trematerra, 79
anni compiuti da poco e una lunga car-
riera politica, è ancor più significativo. È
stato sindaco di Acri (nel Cosentino),
europarlamentare, consigliere regionale
e più volte senatore e, a oggi, percepisce
ben tre pensioni pubbliche: cioè 4.376
lorde dalla Regione, 3.408 netti dal Se-
nato e 700 euro dall’Europarlamento. A
cui si aggiunge una pensione «privata»

da circa mille euro come ex dirigente.
Insomma, ogni mese Gino Trematerra
guadagna al lordo quasi quanto il Capo
dello Stato.

E ci si permetta un’ultima segnala-
zione a corredo di questa carrellata di
uomini d’oro della politica calabrese. È
il discusso caso di Alberto Sarra, ex con-
sigliere che attualmente incassa 7.490,33
euro al mese di pensione di invalidità
perché nel 2010 fu colpito da choc emor-
ragico per il quale ha poi subìto due in-
terventi chirurgici e una «complicazione
di fasciotomia». Così, il 13 giugno del
2012 l’Ufficio di presidenza del Consiglio
regionale lo ha riconosciuto inabile al
lavoro. Nel 2013, sette mesi dopo l’asse-
gnazione del vitalizio di invalidità, co-
munque fecero il giro del web le imma-
gini che immortalavano l’allora
sottosegretario della Regione Calabria
mentre giocava a basket. Dopo quelle
immagini ci si sentì sollevati nel vedere
che si era ripreso abbastanza bene. An-
che se continua a percepire la pensione
di invalidità. Sarra è finito poi nell’inchie-
sta «Gotha» che ha svelato i rapporti tra
’ndrangheta, massoneria e politica. A
oggi, per il suo incarico alla Regione, ha
in ogni caso accumulato un tesoretto di
circa 877 mila euro... I
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