Panorama - 30.10.2019

(coco) #1
30 ottobre 2019 | Panorama 53

Emblema del potere e strumento economico


poderoso, la via d’acqua che separa


il Mediterraneo e il Mar Rosso è stata inaugurata


il 17 novembre 1869. Da allora è al centro
di dispute commerciali, guerre tra Paesi


confinanti, tentativi (falliti) di renderlo


una zona neutrale nell’interesse collettivo


degli Stati. E il suo nuovo allargamento,


a opera del presidente al-Sisi, 150 anni dopo,
ne conferma il valore concreto e simbolico.


sco Giuseppe sul «Greif», il pascià Ismail sul «Ma-
hoursa». E ancora dopo: i reali di Prussia, quelli dei
Paesi Bassi e della Russia. Il rosario d’imbarcazioni
salpò accompagnato dalle note di Johann Strauss
che aveva composto una «marcia egiziana», la
Egyptischer-Marsch. Per la verità, a essere inter-
pellato per primo era stato Giuseppe Verdi che,
però, poco propenso per la musica definita «d’oc-
casione», aveva declinato l’invito. Ma, quei primi
contatti non furono inutili perché, dal loro sviluppo,
nacque l’Aida.
Il taglio dell’istmo di Suez, più che per la costru-
zione in sé che pure esibiva elementi assolutamente
eccezionali, si segnalò per gli sviluppi economici
e commerciali che avrebbe garantito nel futuro. Ci
avevano provato fin dall’antichità. Erodoto e Plu-
tarco riferirono dei progetti di vari faraoni e della
regina Cleopatra che, però, dovettero arrendersi di
fronte alle difficoltà che parvero insuperabili.

ANNIVERSARI


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Q


uando ne raddoppiarono la portata, nel
2015, istituendo due sensi di marcia per le
navi, sembrò un’opera grandiosa ma non
così eccezionale. Invece, il 17 novembre
1869, 150 anni fa, l’apertura del Canale di
Suez fu un’autentica impresa. Dissero che
a quella realizzazione dovevano inchinarsi
persino le piramidi che pure, lì accanto, davano
testimonianza dei confini fisici della tecnologia.
Per l’occasione, si mossero i potenti della terra.
Il panfilo francese «Aigle» attraversò per primo lo
stretto. Ospitava l’imperatrice Eugenia, al braccio
dell’ingegner Ferdinand de Lesseps che aveva di-
retto i lavori realizzando il progetto di un altro inge-
gnere, Luigi Negrelli, originario di Fiera di Primiero,
in Trentino, allora parte del dominio di Vienna.
Dietro: l’imperatore austro-ungarico France-

di Lorenzo Del Boca
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