Panorama - 30.10.2019

(coco) #1

PIACERI_LA MOSTRA DA VEDERE


di Vittorio
Sgarbi

C


redo sia importante che si parli del Mart e di
questa mostra su Isadora Duncan, nata da una
collaborazione tra un rappresentante del Comi-
tato Scientifico del Museo, Carlo Sisi, e Maria
Flora Giubilei, in continuità con le due belle
mostre, diverse ma complementari, dedicate a Mar-
gherita Sarfatti dal Mart e dal Museo del Novecento
di Milano. Si tratta di due iniziative importanti, che
valorizzano e raccontano la storia di due donne
che cambiano la storia, in un mondo di maschi. La
Sarfatti ancora di più, se pensiamo che era vicina
al Duce, sua ispiratrice personale e ispiratrice dei
momenti più alti dell’arte italiana dal 1923, cioè da
quando il fascismo ebbe inizio, fino al momento in
cui si dissolse nella sua stessa incapacità di essere
quello che all’inizio appariva.
Isadora Duncan arriva invece con un nome in-
contaminato da scorie fasciste, legato alla meravi-
glia della danza, attiva prevalentemente prima del
fascismo, non italiana, americana: il suo nome è
rimasto incontaminato nella storia come l’emblema
della meraviglia del corpo, della danza, del mito
del mondo antico, tutto quello che i curatori Sisi
e Giubilei illustrano perfettamente. Il dipinto che
abbiamo scelto per la copertina del catalogo, della
collezione di Silvio Berlusconi, nella quadreria di
Villa San Martino ad Arcore, rappresenta la stessa
Duncan in un momento tragico della sua vita, nel
1913, davanti al mare, dentro un’onda che è anche
l’onda della pittura simbolista, che è anche l’onda

Ballerina «rivoluzionaria» tra
Otto e Novecento, la Duncan è
in sintonia con l’arte del tempo.
Il Mart di Rovereto esplora
questo straordinario rapporto.

fumigante di Gaetano Previati, di Plinio Nomellini,
l’autore di quest’opera. Dobbiamo pensare che dal
corpo di Isadora Duncan deriva un’influenza che
investe il teatro, la danza, la musica, la pittura, la
scultura: pensiamo alle meravigliose sculture esposte
in questa mostra, che hanno al centro un motore non
immobile ma mobile, il corpo di Isadora, appunto, e
la dinamica di un corpo che poi viene poi mitizzato
negli anni Settanta e Ottanta in un movimento arti-
stico definito «body art».

Se la Duncan fosse vissuta qualche tempo dopo,
l’espressione creativa sarebbe stata un tutt’uno con il
suo stesso corpo. Musica e danza sono le origini della
creatività umana, rispetto alle più tarde letteratura e
pittura. Gli uomini, in rapporto con la natura sono
mossi da un segno, che è il loro corpo che si muove,
e che nessuno poteva rappresentare. Soltanto negli
ultimi decenni abbiamo la possibilità di una ripresa
che ci consenta di vedere in un altro luogo quello che è
accaduto hic et nunc nel luogo della danza o del canto.

Danzando


con Isadora


STELLA INQUIETA
Isadora Duncan
sulla spiaggia
a Venezia
(1903 o 1905).

30 ottobre 2019 | Panorama 91
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