la Repubblica - 09.11.2019

(Brent) #1

Dopo le polemiche


Travolta sul marciapiede


A Torino primo incidente


col monopattino elettrico


di Diego Longhin

Torino — Non solo multe da mille
euro, quelle che hanno provocato
una querelle politica tutta interna
all’amministrazione 5 Stelle di To-
rino con tanto di dimissioni del co-
mandante della polizia municipa-
le Emiliano Bezzon, ma ora pure il
primo incidente. Una donna di 56
anni ieri pomeriggio è stata inve-
stita sul marciapiede da una perso-
na alla guida di un monopattino
elettrico. Mezzo che non doveva
essere usato sul marciapiede e si
trovava fuori dalle aree di speri-
mentazione decise dal Comune,
la Ztl, le Zone 30 e le piste ciclabili.
La donna è stata portata in pronto
soccorso all’ospedale San Giovan-

ni Bosco, ma ha riportato ferite lie-
vi e ha rifiutato le cure. All’investi-
tore non è stata fatta per ora nessu-
na contravvenzione. Dopo la rispo-
sta al questione time del sottose-
gretario ai Trasporti del ministe-
ro, Roberto Traversi, la contrav-
venzione è in due tempi. Il ministe-
ro dice che il mezzo non si può pa-
ragonare al ciclomotore, non si
possono fare multe per mancanza
di targhe, libretto e assicurazione,
ma è indeciso se sia un accelerato-
re di andatura, tipo skateboard, o
un veicolo atipico, al pari del
tram. «In attesa che si chiarisca —
dice il comandante dei vigili Bez-
zon — noi identifichiamo chi è alla
guida e annunciamo che gli sarà
notificata una multa». Per la viola-
zione di quale articolo non si sa.

ANSA

la sentenza

“La tempesta emotiva


non è un’attenuante


per un femminicida”


Uccise la fidanzata, in appello la pena gli fu ridotta da trenta a sedici anni


La Cassazione accoglie il ricorso: niente sconti, processo da rifare


jI rilievi
I vigili urbani
sul marciapiede
di corso Giulio
Cesare a Torino
dove è
avvenuto
l’incidente.
Appoggiato
al muro,
il monopattino
elettrico con cui
è stata investita
ANSA una passante

di Rosario Di Raimondo

bologna — Fra le attenuanti che
dimezzarono la sua pena da 30 a
16 anni, ce ne fu una che spinse le
donne a scendere in piazza per
protestare. Quella «tempesta
emotiva» che secondo i giudici
avrebbe influito sul comporta-
mento di Michele Castaldo, 57 an-
ni, l’uomo che il 5 ottobre del
2016, a Riccione, strangolò Olga
Matei, la compagna che frequen-
tava da appena un mese. La Cassa-
zione ha cancellato lo sconto di
pena che aveva concesso la Corte
d’Appello di Bologna e ha deciso
che serve un processo-bis. Nina,
la sorella della vittima, quando ie-
ri lo ha saputo ha pianto: «Non
odio quell’uomo ma ha distrutto
tante vite. Quella di Olga, di sua fi-
glia, la mia. È stata fatta giusti-
zia», ha detto alla sua avvocata La-
ra Cecchini.
Olga Matei aveva 46 anni, una
bambina adottata assieme al pre-
cedente compagno, un lavoro da
commessa in un negozio di otti-
ca. Quel giorno di ottobre, in Ro-
magna, Castaldo la aspetta sotto
casa. È un tipo geloso, l’uomo che
aveva conosciuto soltanto da po-
che settimane. Salgono insieme
nell’appartamento, lui le raccon-
ta le sue frustrazioni e le sue insi-
curezze in amore, è sospettoso
per i messaggi che le arrivano sul
cellulare. Non si sente compreso,
litigano. Il resto, l’assassino lo di-
ce ai magistrati: «Ho perso la te-
sta perché lei non voleva più sta-
re con me. Le ho detto che lei do-
veva essere mia e di nessun altro.
L’ho stretta al collo e l’ho strango-
lata». Castaldo si era arrabbiato
pure con la cartomante alla quale
chiedeva dei consigli: «Cambia la-
voro, l’ho uccisa e mi sto toglien-
do la vita, non indovini un caz-
zo», le aveva scritto dopo il fem-
minicidio.
In abbreviato il tribunale di Rimi-
ni lo condanna a trent’anni di car-
cere ma in appello la musica cam-
bia. I giudici, pur riconoscendo
l’aggravante dei motivi abietti e
futili (la gelosia che lo ha spinto a
uccidere), individuano tre atte-
nuanti: la sua confessione, il ten-
tativo di risarcire la figlia della vit-
tima e, infine, quella che ha fa più
discutere. Sebbene la gelosia fos-
se un sentimento «certamente im-
motivato e inidoneo», tuttavia
«determinò in lui, a causa delle
sue poco felici esperienze di vita,
quella che efficacemente il perito
descrisse come “una soverchian-
te tempesta emotiva e passiona-
le” che in effetti si manifestò subi-
to dopo anche col teatrale tentati-
vo di suicidio: si tratta di una con-
dizione idonea a influire sulla mi-
sura della responsabilità penale».
Il resto è aritmetica applicata alla
giustizia: dai 30 anni in primo gra-
do ai 24 in appello, ridotti di un

terzo per effetto del rito abbrevia-
to. Totale: 16 anni di carcere. In al-
tre parole: pena dimezzata.
Ma sono quelle due parole, «tem-
pesta emotiva», a scatenare pro e
contro. A Riccione gli amici di Ol-
ga lanciano una fiaccolata, a Bolo-
gna si organizza un presidio in
piazza dei Tribunali. Intanto la

procura generale, con Paolo Gio-
vagnoli, scrive il ricorso. La tanto
discussa «tempesta emotiva e
passionale altro non è se non la
proiezione immediata della gelo-
sia», argomenta. E le «poco felici
esperienze di vita» di Castaldo
non sono diverse da quelle che
ogni altra persona si trova ad af-

frontare ogni giorno.
Ieri mattina, il sostituto procura-
tore generale della Cassazione Et-
tore Pedicini aveva ritenuto legit-
timo lo sconto di pena. I giudici
hanno invece accolto il ricorso,
«limitatamente al riconoscimen-
to delle attenuanti generiche»,
cioè il cuore di questa vicenda. At-
tenuanti che dovranno essere ri-
discusse davanti ai giudici della
Corte d’appello di Bologna. Biso-
gnerà attendere le motivazioni,
entro novanta giorni, per capire
in base a cosa hanno deciso i giu-
dici della Suprema Corte.
Castaldo, difeso dall’avvocata Mo-
nica Castiglioni, è detenuto nel
carcere di Ferrara. Nei mesi scor-
si ha tentato per una seconda vol-
ta il suicidio.

kLa vittima
Olga Matei uccisa da
Michele Castaldo (a
sinistra), 57 anni, omicida
reo confesso della donna
con cui aveva una
relazione da un mese e
che strangolò a mani
nude il 5 ottobre 2016

Le tappe
Si conoscevano
da un mese appena

hIl femminicidio
Il 5 ottobre 2016 Michele
Castaldo, 57 anni, strangola
Olga Matei. I due si
conoscevano da poco più
di un mese, lui era geloso

hI processi
Castaldo viene condannato a
trent’anni di carcere con il rito
abbreviato. In appello, però,
grazie alle attenuanti, fra cui
la “tempesta emotiva”, la sua
pena viene ridotta a 16 anni

hL’annullamento
I giudici della Suprema Corte
hanno annullato le attenuanti
che hanno portato allo sconto
di pena. Adesso servirà un
processo d’appello bis

pagina. (^16) Cronaca Sabato,9 novembre 2019

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