la Repubblica - 09.11.2019

(Brent) #1
di Raffaele Sardo

CASERTA — «Con le mie lacrime po-
trei creare un mare». Sono le parole
che esprimono tutta la sofferenza di
una bambina di 11 anni, molestata
da un prete, don Michele Mottola,
parroco di San Giorgio Martire a
Trentola Ducenta. Il sacerdote è sta-
to arrestato ieri mattina su ordine
della Procura di Napoli Nord, diret-
ta da Francesco Greco, con l’accusa
di abusi in danno di minore.
La ragazzina, che chiameremo Lu-
cilla (nome di fantasia), ha avuto il
coraggio di registrare con il suo cel-
lulare, l’audio delle molestie subite.
Registrazioni che hanno costituito
poi la prova inconfutabile per far fi-
nire il prete dietro le sbarre. Ma pri-
ma di vedere il sacerdote agli arre-
sti, Lucilla ha dovuto ancora penare
e subire. Don Michele era amico di
famiglia, andava a pranzo a casa dei
suoi e riempiva di attenzioni la bam-
bina con dei regali. E lei, che ha sem-
pre frequentato la Chiesa e cantava
nel coro, non aveva il coraggio di di-
re ai genitori quello che stava suben-
do. La paura e anche la vergogna
per quello che poteva accadere han-
no sempre frenato Lucilla dal rivela-
re le molestie subite. Così ha chiesto
aiuto ad altri adulti, una coppia, di
cui si fidava. «In parrocchia ci sta
don Michele che mi fa delle cose, mi
bacia sulla bocca», aveva provato a
rivelare a marito e moglie. Ma Lucil-
la non venne creduta immediata-
mente. L’angoscia e il dolore si sono
protratti. Lucilla ha deciso così di re-
gistrare alcuni incontri col prete.

«Lasciami stare, non mi devi più
toccare», è una delle frasi emblema-
tiche che la piccola ha registrato
mentre parlava con il prete. E lui ri-
spondeva: «È solo un gioco, non fac-
ciamo niente di male». Di fronte
all’evidenza, la coppia a cui si era ri-

volta la bambina, affronta il prete. E
quando gli rinfacciano delle regi-
strazioni, il parroco ammette, ma
minimizza. Sarà poi la mamma di Lu-
cilla, una volta avvertita, a informa-
re il vescovo di Aversa, Angelo Spi-
nillo. Il 25 maggio scorso, Spinillo al-

lontana don Michele dalla parroc-
chia con un “Decreto di sospensione
immediata” e nei confronti del sa-
cerdote viene avviato anche il proce-
dimento per sottoporlo al processo
giudiziario canonico. La stessa curia
di Aversa segnala i fatti alla magi-

stratura. Le indagini vengono affida-
te al sostituto procuratore Paolo
Martinelli, che provvede ad interro-
gare la ragazzina in un ambiente
protetto, dove lei conferma tutti gli
abusi. Ieri mattina l’arresto e l’in-
gresso di don Mottola in carcere.

La storia

Alvin sopravvissuto a un’esplosione


“Altri dieci bimbi da riportare in Italia”


di Conchita Sannino

Roma — Una lettera. Di quelle vec-
chie. «I am your son». Sono tuo fi-
glio, sono vivo, ma sono rimasto solo
qui in Siria, vienimi a prendere pa-
pà, voglio tornare in Italia. Era co-
minciata con quel foglio di carta la
storia che si è chiusa ieri all’alba a
Fiumicino tra la commozione di un
intero scalo, quando in lacrime papà
Afrim Berisha, ai piedi della scaletta
di un volo Alitalia, finalmente guar-
da negli occhi e stringe Alvin, 11 an-
ni, il piccolo albanese sequestrato
da sua madre quando ne aveva solo
6, sopravvissuto alle bombe e alla fa-
me della Siria. Una richiesta di aiuto
che ha smosso montagne, da uno
Stato all’altro, da un conflitto all’al-
tro, dal Libano alla Siria, di giorno in
giorno. Per mesi.
«Sono un padre. Ora è il momento
della gioia, dobbiamo stare io e le so-
relle grandi con il nostro bambino,
non ho più voce per dire grazie a Ita-
lia e Albania», fa sapere Afrim, un
manovale, dal 2000 a Barzago (Lec-
co).

«Il nostro Paese ha scritto una pagi-
na di cui andare fiera — è la sintesi, ie-
ri a Roma, di Alberto Nobili, il procu-
ratore aggiunto che coordina la Di-
strettuale antiterrorismo di Milano
— Il clima di gioia lo sentite, è stata
portata a termine un’operazione
che non ha precedenti in Europa.
L’organismo interforze dello Scip, il
Servizio di cooperazione internazio-
nale, insieme con il Ros, con la straor-
dinaria mobilitazione della Croce
Rossa e Mezzaluna Rossa con Fran-
cesco Rocca, e il sostegno determi-

nante del governo albanese, indica-
no anche una rotta possibile per sal-
varne altri. Vi sono 10 o 12 bambini
partiti dall’Italia, anche se di altra na-
zionalità», aggiunge Nobili. Che per
la prima volta spiega i dettagli della
clamorosa esplosione cui è soprav-
vissuto Alvin. «Circa sei mesi fa, ca-
dute le roccaforti Isis, un’azione di
guerra uccide la madre di Alvin, Val-
bona, il suo compagno combattente,
il figlio di lui, e un altro innocente na-
to dalla loro unione. Miracolosamen-
te, Alvin è di poco distante, si salva:

ma ha lesioni a un piede, non cammi-
na bene». Si deve però anche alla te-
nacia del gip Guido Salvini, che da
Milano non ha lasciato in un casset-
to quel fascicolo “impossibile”. E sa-
rà dinanzi a quel gip che Alvin, in au-
dizione protetta, una volta ristabili-
tosi, racconterà il suo inferno, la soli-
tudine, le code infinite per mangiare
e bere nelle tende del campo di
Al-Hol, in Siria.
Giuseppe Spina, il generale dell’Ar-
ma che è direttore dello Scip: «Sono
state settimane dure, tese, con l’im-
provviso esplodere di tensioni politi-
che in Libano, missione in cui tenere
l’equilibrio nonostante variabili sem-
pre precarie e tanti player in campo:
dobbiamo molto al nostro capo, il
prefetto Vittorio Rizzi». Per Jose Fal-
cicchia, la dirigente di polizia che ha
avuto in carico il bimbo dal confine
sirio-libanese fino allo scalo di Fiumi-
cino, scherzando con lui tra Lego, fu-
metti, pollo e patatine: «Sapevamo
che non c’erano protagonismi: dove-
va essere un eccezionale corridoio
umanitario. Avevamo la “chat” Alvin
per le notizie. Ogni giorno ci scrive-
va suo padre: grazie di tutto, ma se
non andate voi, vado io, gli ho pro-
messo che torno a prenderlo. Ci gui-
dava quella letterina arrivata anche
sulla nostra scrivania. Era l’Sos che
Alvin aveva dettato in arabo, un vo-
lontario aveva tradotto in inglese “Io
sono vivo, tu dove sei papà”».

Nessuno le aveva creduto, lo ha incastrato da sola


Dodici anni, registra il parroco pedofilo e lo fa arrestare


Le tappe


ANSA/POLIZIA

kIl prete
Michele Mottola, 59 anni,
parroco della chiesa
di San Giorgio Martire
a Trentola Ducenta

hIl rapimento
Dicembre 2014:
Alvin Berisha,
nato da albanesi
residenti a
Barzago (Lecco)
viene rapito dalla
madre, Valbona,
una foreign
fighter. A 6 anni,
finisce in Siria
sotto le bombe.

hLa guerra
Maggio ‘19. Una
esplosione
uccide la madre
col guerrigliero
suo compagno, il
figlio di lui e il
loro bimbo. Alvin
è superstite.

hL’Sos
Dal campo
“orfani” Al-Hol,
Alvin chiede alla
Croce Rossa di
scrivere a suo
padre: «Sono
vivo, sono solo.
Vienimi a
prendere»

Il ritorno a casa


del piccolo rapito


dalla madre


e cresciuto con l’Isis


kL’abbraccio
Alvin, 11 anni,
viene accolto
dal padre e dalle
due sorelle
all’aeroporto di
Fiumicino

La vittima oggi ha


undici anni. L’audio


sul suo cellulare è


diventato una prova


Lui diceva: “È solo un


gioco, non facciamo


niente di male”


. Sabato,9 novembre^2019 Cronaca pagina^17

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