Il Sole 24 Ore Sabato 9 Novembre 2019 27
SOLUZIONI
PER COMUNICARE
E COMPETERE.
.professioni .casa —LUNEDÌ .salute —MARTEDÌ .lavoro —MERCOLEDÌ nòva .tech —GIOVEDÌ .moda —VENERDÌ .marketing —SABATO .lifestyle —DOMENICA
marketing
I CASI
Saper fare squadra anche con un concorrente diretto.
E il tutto per una buona causa, ovvero sostenere una
raccolta fondi per i bambini malati di cancro. Poche
settimane fa in Argentina il colosso della ristorazione
Burger King ha lanciato sui social una campagna senza
precedenti. Nel visual il brand si vede stringere la ma-
no alla concorrenza. Emblematico il copy adottato:
“Un giorno senza Whopper”. Con l’invito rivolto ai
propri clienti di comprare l’hamburger star del rivale
commerciale. La campagna, diventata virale in tutto
il mondo e ripresa dalle principale testate di marke-
ting, è stata pensata dall’agenzia David di Buones Ai-
res. Significativa l'audience raggiunta: quasi mi-
lioni di utenti nel mondo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BURGER KING
I rivali si prendono
per mano
Un giorno
senza Whop-
per. La campa-
gna Burger
King per far
comprare
l’hamburger del
concorrente
Ci sono attese che possono essere anche gustose. Perché
in fondo una pizza calda servita su un volo che ritarda
il decollo fa sorridere anche il passeggero più spazienti-
to: è quello che ha pensato l’equipaggio della Delta Airli-
nes, compagnia aerea statunitense con mila dipen-
denti e una flotta di quasi mille velivoli. Il gesto distensi-
vo ha suscitato molti apprezzamenti anche sui social.
Un’idea geniale nata a Dallas, durante una delle sner-
vanti attese causate dal maltempo, con i passeggeri già
sui velivoli bloccati per ore sulla pista di decollo.
«L’azienda lascia abitualmente decidere agli equipaggi
di compiere azioni empatiche per i clienti durante situa-
zioni difficili e stressanti», ha dichiarato alla Cnn Mor-
gan Durrant, portavoce di Delta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELTA AIRLINES
Una pizza calda
se il volo è in ritardo
Libertà d’azio-
ne. I dipen-
denti possono
decidere di
compiere
azioni empati-
che per i clienti
in situazioni
stressanti
Scenari. Autenticità, ascolto e nuove relazioni con i clienti. E anche business.
Nell’era del machine learning i brand che strappano un sorriso fanno la differenza
Tra bot e big data, i marchi
giocano la carta dell’empatia
Pagina a cura di
Giampaolo Colletti
«Q
uando sei
uno dei primi
Paesi al mon-
do a vedere il
sole ogni
mattina, hai
il tempo per dare un caloroso benve-
nuto a tutti. Da noi a te, benvenuto
mondo». E come chiosa l’hashtag #Go-
odMorningWorldNZ. Facce sorridenti,
panorami mozzafiato, abiti e prodotti
locali bellissimi e coloratissimi. Con
una efficace campagna videocentrica
di people storytelling l’ente turistico
della Nuova Zelanda ha deciso di rac-
contare le sue due isole vulcaniche ba-
gnate dall’Oceano Pacifico e con quel
clima subtropicale e temperato invi-
diato a tutte le latitudini. Una campa-
gna globale identitaria e col concetto di
benvenuto ad accompagnare la narra-
zione. A metterci la faccia sorridente
sono centinaia di neozelandesi impe-
gnati a condividere i loro luoghi del
cuore. «Con questo nuovo approccio
abbiamo deciso di trattare i nostri visi-
tatori come una famiglia allargata, par-
tendo dal concetto māori di manaaki-
tanga, che significa creare profonde
connessioni tra le persone, estenden-
do l’ospitalità, la cura, il rispetto. Spes-
so i visitatori vengono in Nuova Zelan-
da per i paesaggi: arrivano come estra-
nei, ma vanno via sentendosi parte del-
la comunità», ha affermato Stephen
England-Hall, amministratore delega-
to dell’ente turistico della Nuova Ze-
landa, intervistato dalla testata austra-
liana di marketing Campaign Brief. La
serie multipiattaforma è stata lanciata
con un lungometraggio: in scena gio-
vani e anziani del villaggio, ripresi al-
l’alba in cima alla loro montagna sacra
Hikurangi, ottanta chilometri a nord di
Gisborne, uno dei primi posti al mondo
a vedere l’alba. I messaggi di benvenu-
to sono tutti navigabili su Newzea-
land.com e pubblicati al mattino pre-
sto, uno al giorno, su Instagram.
Il marketing dello spirito aloha
Empatia uguale autenticità, ascolto,
relazione. E business. La società di
consulenza britannica EPG ha addirit-
tura misurato l’impatto delle azioni
sostenibili ed empatiche per le aziende
Fortune , impegnate a spendere
oltre miliardi di dollari all’anno in
campagne valoriali.
Essere empatici conviene. «L’em-
patia è la nostra capacità di condivide-
re e comprendere i reciproci senti-
menti, una supercolla psicologica che
collega organizzazioni e persone.
Spesso gli individui empatici vincono
perché sperimentano maggiore felici-
tà, meno stress e maggiore successo
professionale. Ecco perché l’empatia
diventa la chiave per un’esperienza
positiva del marchio», ha dichiarato
all’Economist Jamil Zaki, autore del
best seller “The War for Kindness”.
Sulla stessa lunghezza d’onda c’è
anche Francesca Gino, autrice di “Ta-
lento Ribelle”, edito da Egea. Così que-
sta scienziata comportamentale italo-
americana e docente all’Harvard Busi-
ness School insegna anche ai top ma-
nager come cambiare stile grazie
all’empatia e mettendo al bando l’au-
toritarismo. «Nei ribelli ci deve essere
l’empatia. Questo tratto è molto vicino
come ingrediente ad uno degli ele-
menti chiave del talento ribelle: la pro-
spettiva. Rendersi conto del fatto che
ci sono sempre diversi modi e angoli
per guardare e interpretare una situa-
zione», dichiara Gino. E prosegue:
«Tenelle Porter, psicologa dell’Univer-
sità della California, ha coniato il ter-
mine umiltà intellettuale per descrive-
re la capacità di riconoscere che ciò che
sappiamo è fortemente limitato. Livelli
più elevati di umiltà intellettuale sono
associati ad una maggiore volontà di
considerare punti di vista non allineati
con i nostri. Le persone che hanno una
maggiore umiltà intellettuale hanno
anche prestazioni migliori a scuola e al
lavoro». Mettersi nei panni dell’altro,
o come recita un antico proverbio in-
diano, nelle sue scarpe. In fondo è que-
sto lo spirito aloha, così raccontato per
la prima volta nel sulle colonne
del New York Times. Lo spirito aloha
come capacità conversazionale, dialo-
gica, relazionale.
Sentire il battito del cliente
Da cosa compri a come ti senti, a pre-
scindere da quello che compri. La ne-
cessità è chiedersi cosa provano i
clienti, come si sentono, di cosa hanno
bisogno. Sembra facile, ma è un cam-
bio di paradigma epocale per i brand.
Ad aver affrontato questo passaggio è
stato anche il vertice della Taiwan Co-
operative Bank. Scommettendo sulle
emozioni. Una scelta di campo che si
è rivelata vincente. Così il colosso ban-
cario taiwanese – fondato dai giappo-
nesi nel lontano e quotato alla
Borsa di Taipei, novemila dipendenti
distribuiti tra l’headquarter e i trecen-
to sportelli – ha scelto di raccontare le
storie dei “Dream Rangers”. Con la
complicità dell’agenzia Ogilvy Asia si
è messo in viaggio con un gruppo di
persone over che hanno deciso di
tornare in sella sulla loro moto, per-
correndo oltre mille chilometri. Lo
spot lanciato alcuni anni fa è tornato
d’attualità grazie ai social, registrando
oltre milioni di views su YouTube
nelle ultime settimane.
Il potere dell’empatia, in una fase in
cui anche il marketing si sta sempre più
digitalizzando, tra bot e machine lear-
ning. Ma attenzione. Il futuro potrebbe
riservarci delle sorprese. «In un mo-
mento in cui l’intelligenza artificiale ha
sempre più spazio, il ruolo dell’essere
umano si fa sempre più strategico.
Proprio l’empatia è una delle caratteri-
stiche che rendono l’uomo unico. La
capacità di vivere e capire le emozioni
delle persone che abbiamo intorno e
l’arte di sapersi mettere nei panni del-
l’altro diventano fondamentali per
orientare l’operato delle macchine.
L’empatia è un nuovo senso da svilup-
pare ed affinare per capire ed interpre-
tare i dati che forniscono gli algoritmi,
ma anche una bussola per program-
mare le macchine, che ne sono sprov-
viste», afferma Alberto Semoli , Ceo del
fondo di investimento italiano Prana-
Ventures, docente di digital analytics e
AI all’Università Iulm e autore di “AI
Marketing”, edito da Hoepli. Così in
uno scenario digitalizzato il manager
si impone grazie alle soft skill. Ne è
convinto Semoli. «Potremmo dire che
oggi più di prima il professionista è la
chiave per una gestione del lavoro evo-
luta in uno scenario sempre più digita-
lizzato. L’empatia dà una marcia in più
per garantire il raggiungimento del ri-
sultato, nella gestione del team e nella
convivenza con le macchine».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Buongiorno mondo. È il claim della campagna globale promossa dall’ente turistico della Nuova Zelanda e che mette in scena facce e luoghi legati alla comunità locale. L’empatia come chiave per competere su
mercati globali, avvicinare i clienti, creare relazioni di valore: la narrazione quotidiana vede impegnati centinaia di neozelandesi, che si mostrano nei loro luoghi del cuore
Benedetta Rossi, foodblogger da 8 milioni di follower
«La mia ricetta vincente? Essere me stessa»
«L’
empatia? È fonda-
mentale. Nel mio caso
non è stata cercata con
strategie di marketing.
In fondo mi sono semplicemente mo-
strata come sono nella mia vita quoti-
diana. Ascolto le persone che mi seguo-
no e di conseguenza mi viene naturale
rivolgermi a loro come si fa con degli
amici». Così la foodblogger Benedetta
Rossi, enne marchigiana, fenomeno
editoriale con oltre trecentomila copie
vendute. Da Lapedona, paesino di mille
anime nel sud delle Marche, alle stermi-
nate platee in rete con otto milioni di
follower. A seguirla oltre milioni di fan
su Facebook, quasi milione e mezzo di
iscritti su YouTube e milioni su Insta-
gram. E poi dai social alla tv, col debutto
lo scorso anno su Food Network e Real
Time. Per lei tutto è iniziato con un vi-
deo sulla preparazione di una torta alla
ricotta, visto nel giro di poche ore da
mila persone. «È stato un percorso
spontaneo e inaspettato. Ho iniziato un
po’ per gioco e credo che il successo sia
dovuto al fatto che sono una persona
comune, nella quale i miei follower si
identificano. Non mi sono mai posta nei
loro confronti come un’insegnante, ma
piuttosto come una vicina di casa con la
quale scambiare idee, consigli, ricette»,
racconta Benedetta, appena tornata in
libreria con “In cucina con voi”, edito da
Mondadori Electa.
Il segreto per intercettare sui social
e online una community così appas-
sionata?
Prima di tutto quello di rispettare le per-
sone che ne fanno parte, cercando di co-
struire con loro un rapporto di fiducia.
Cosa conta di più sui social?
Credo sia molto importante essere pre-
senti cercando di rispondere il più pos-
sibile alle domande e ai commenti della
community.
Come descrive oggi la sua vita tra
online e offline?
Sto vivendo un’avventura incredibile
che qualche volta mi porta lontano. Ma
la cosa più bella è che tutto è iniziato da
casa mia e da casa mia continua a vive-
re. Anche per questo mi sento ancora
la Benedetta di sempre: sono ancora
qui che coltivo l’orto come mi ha inse-
gnato nonna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Benedetta Rossi. Otto milioni di
follower per la foodblogger marchigiana
Un’opera che unisce street art, rispetto per
il pianeta e sensibilizzazione su una delle
emergenze ambientali che sta soffocando
i nostri mari: l’inquinamento da plastica.
Sarà presentata lunedì a Milano, realizzata
grazie al marchio di sportswear e alle onlus
Ocean Family Foundation e Worldrise
Sostenibilità
North Sails porta
a Milano il murales
«mangia smog» a tema
marino creato dallo
street artist Iena Cruz
Hi-tech.
Il muro sarà dipinto con Airlite,
che permette di ridurre
l’inquinamento
e viene attivata dalla luce
Portare il comfort a chi ne ha bisogno, mettendo la pro-
pria tecnologia termica al servizio delle comunità locali.
Nelle scorse settimane Ariston Italia ha lanciato “Ari-
ston Comfort Challenge .(cuore)”. Sono realtà che si
occupano di inclusione: tra le strutture scelte c’è la Spe-
cial Angels Dance School di Druento, nel torinese. Si
tratta di una scuola che insegna ai ragazzi normodotati
e con disabilità a lavorare e danzare con la musica per
poter migliorare equilibrio, postura, autostima. Riscal-
dare mostrando vicinanza, empatia, attenzione. Già lo
scorso anno il colosso fondato nel aveva portato
comfort agli scienziati impegnati a fare ricerca ambien-
tale. Il progetto, che prosegue anche quest'anno, si
chiama “Ariston Comfort Challenge”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ARISTON
Spazi fisici e virtuali
da riscaldare
Inclusione. A
disposizione
delle comunità
locali la tecno-
logia termica
dell’azienda