La Stampa - 06.11.2019

(Romina) #1

LIDIA CATALANO


ALESSANDRO MONDO


G


iovannino non ha
mai visto il cielo.
Trascorre le sue
giornate a fare su e
giù per i corridoi dell’ospeda-
le Sant’Anna di Torino, nel
passeggino donatogli dalle in-
fermiere che se ne prendono
cura da quando è venuto al
mondo quattro mesi fa, in
un’afosa giornata di agosto.
Una beffa per Giovannino,
nato nel cuore dell’estate
con una malattia rarissima
che lo obbliga a stare lonta-
no dal sole. Si chiama Ittiosi
Arlecchino, perché la sua pel-
le è spaccata in grosse plac-
che quadrangolari che ricor-

dano le pezze colorate della
famosa maschera della com-
media dell’arte.
Un costume che però chi sof-
fre di questa gravissima di-
sfunzione congenita della pel-
le - ne è affetto un neonato su
un milione - non può mai to-
gliersi di dosso. La mancanza
di elasticità cutanea rende dif-
ficoltosa la respirazione, qual-
siasi movimento è estrema-
mente complesso. Giovanni-
no ha bisogno di cure, di atten-
zioni continue. Ed è forse per
questo che i suoi genitori, do-
po averlo concepito attraver-
so una fecondazione eterolo-
ga, hanno deciso che non po-
tevano occuparsene. «Non so
quale sia la ragione, l’unica co-
sa certa è che questo bambino
è stato abbandonato», raccon-
ta in anonimato una delle in-

fermiere che ogni giorno lo ac-
cudisce. Non c’è nessun giudi-
zio nelle parole di questa gio-
vane donna, solo il desiderio
che Giovannino trovi presto
una casa dove sentirsi accol-
to e protetto. «Adesso la sera
va a dormire nel reparto di te-
rapia intensiva neonatale
del Sant’Anna, l’ospedale è
tenuto a farsene carico fino
ai sei mesi. Tutti noi però so-
gniamo che abbia presto una
vera cameretta tutta per sé».
Gli assistenti sociali del Co-
mune di Torino sono stati al-
lertati, ma nessuna Casa-fa-
miglia al momento riesce a
farsi carico del bambino ga-

rantendogli l’assistenza di
cui avrebbe bisogno. D’al-
tronde, spiega il professor
Dario Roccatello, direttore
del Centro di ricerche sulle
malattie rare presso l’ospeda-
le San Giovanni Bosco di To-
rino, «questa forma di ittiosi
è così devastante e rara, an-
che rispetto alla famiglia del-
le ittiosi tradizionali, che dif-
ficilmente si arriva all’età
adolescenziale». Farsi carico
di un neonato con questa pa-
tologia, oltretutto, «ha un im-
patto psicologico molto pe-
sante sulle famiglie: in alcu-
ni casi la desquamazione del-
la pelle può essere terribile».

E poi c’è l’enorme enigma
dell’aspettativa di vita. «Nella
maggior parte dei casi c’è poca
speranza, spesso subentrano
complicazioni infettive nei pri-
mi giorni o nelle prime setti-
mane di vita». Tanto che non è
nemmeno inserita nel regi-
stro delle malattie rare. «Nel
registro - spiega il professore -
vengono catalogati i pazienti
che a seguito di malattie rare,
parliamo di circa 40 mila per-
sone in Piemonte e Valle d’Ao-
sta, possono se non altro otte-
nere esenzioni dal servizio sa-
nitario pubblico. Nel caso
dell’Ittiosi Arlecchino, data le
bassissime possibilità di so-

pravvivenza, i soggetti colpiti
non hanno nemmeno questa
opportunità: nel senso che,
purtroppo, non ci arrivano».
Giovannino rappresenta
un’eccezione. Grazie agli sfor-
zi terapeutici messi in atto
dall’equipe del Sant’Anna ha
superato la fase acuta po-
st-natale. A fare il tifo per lui
sono i tantissimi che circonda-
no la sua culla di giocattoli, tu-
tine e pannolini. «Mangia, in-
teragisce, cresce», assicura
l’infermiera. Combatte una
battaglia più grande di lui.
Ma Giovannino ce la sta met-
tendo tutta. —
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Due i fascicoli aperti,
per istigazione alla
discriminazione razziale
e per i cori contro
l’attaccante del Brescia

ALBERTO MATTIOLI
VERONA
Nella brutta vicenda dei cori
razzisti contro Mario Balotel-
li allo stadio di Verona e rela-
tivi delirii di Luca Castellini,
ultrà e dirigente di Forza Nuo-
va, almeno una verità è asso-
data: i cori ci sono stati. E an-
che la sanzione: un turno di
chiusura per il settore «Pol-

trone Est» del Bentegodi, dal
quale si erano levati. Il giudi-
ce sportivo Gerardo Mastran-
drea scrive che «sono stati
chiaramente percepiti, oltre
che dal calciatore, anche dal
rappresentante della Procu-
ra federale posizionato in
prossimità». Insomma, non è
stata un’allucinazione acusti-
ca di Balotelli. Allo stato de-
gli atti e delle indagini è dimo-
strato però responsabilità è
stato un «esiguo» numero di
spettatori e che subito dopo
«si sono levati, dall’attigua
Curva sud, cori di sostegno,
seguiti da un lungo applau-

so».Dottor Jekyll e mister Hy-
de al Bentegodi.
Intanto si è mossa anche la
Procura, quella della Repub-
blica. Sono aperti due fascico-
li: uno contro Castellini per
violazione della legge Manci-
no, l’altro contro ignoti per i
cori. Ignoti, peraltro, per po-
co: la Digos ci sta lavorando. Il
diretto insultato, ossia Balo-
telli, precisa la sua posizione
in tivù a mezzo «Iene»: «Non
ho accusato il Verona né la
sua curva. Ho accusato i pochi
scemi dei cori. Di sicuro non
erano due o tre perché li ho
sentiti dal campo. Lo stadio

del Verona e i suoi tifosi mi
stanno anche simpatici con i
loro sfottò. Ma così non va be-
ne, così non ci siamo».
Frattanto l’Hellas Verona ha
messo al bando Castellini, «so-
spendendo il gradimento» fino
al 2030. Misura simbolica, per-
ché Castellini è già colpito da
un Daspo. Invece la società
non ha gradito il provvedimen-
to del giudice. Il presidente,
Maurizio Setti, si considera
«un capro espiatorio». Poco ri-
spetto alla politica veronese, al-
meno la sua parte di centrode-
stra che poi qui è più destra che
centro. Il sindaco, Federico
Sboarina, è fedele alla sua li-
nea: non è successo niente. Par-
la di «vicenda kafkiana: i cori
non ci sono stati. Verona non è
razzista e non lo sono famiglie,
bambini e abbonati storici del-
la Est, che pagheranno le conse-
guenze di una vicenda senza
senso». La sua maggioranza è
anche più bellicosa. Una mo-

zione di cinque consiglieri chie-
de al sindaco di querelare Balo-
telli e i giornali che hanno acco-
stato Verona al razzismo. L’as-
sessore alla Sicurezza, Daniele
Polato, vuole invece una class
action contro la Lega calcio, in-
dignatissimo non per i «presun-
ti» cori razzisti, ma per la deci-
sione di sanzionarli. —
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ANSA


Maurizio sarri

“Chi si macchia
di razzismo
va arrestato”

La patologia

Ittiosi Arlecchino

verona, curva chiusa per un turno, castellini fuori fino al 2030


Caso Balotelli, la procura indaga


sul capo ultrà di Forza Nuova


CRONACHE


IL CASO


Torino, il piccolo, di pochi mesi, è ricoverato al S.Anna. Nessuna casa-famiglia riesce a farsene carico perché necessita di assistenza continua

Bimbo nato con malattia rara e incurabile

“Abbandonato dai genitori in ospedale”

CORBIS


Il bambino
è stato concepito
con la fecondazione
eterologa

“Balo” scaglia la palla in curva

L'Ittiosi Arlecchino, conosciuta
anche come feto Arlecchino, it-
tiosi diffusa o cheratosi fetale
diffusa, è una grave disfunzio-
ne congenita della pelle e la più
grave forma di ittiosi. La patolo-
gia è estremamente rara, se ne
stima una prevalenza inferiore
ad un caso su un milione. La
mortalità è alta, ma il trattamen-
to immediato, legato ad una dia-
gnosi tempestiva, aumenta la
possibilità di sopravvivenza.

Maurizio Sarri propone l'arre-
sto per chi, negli stadi, si mac-
chia di razzismo o discrimina-
zione: «Abbiamo gli strumen-
ti tecnologici per arrestare la
gente nel giro di poche ore:
non so se ci siano leggi che lo
permettono, se non esistono
si faccia una tavola rotonda
con il governo. Non è accetta-
bile che nel 2020 si senta parla-
re di razzismo: la razza è una,
quella umana. Vorrei si smet-
tesse di squalificare stadi e cur-
ve, perché in curva ci sono
10.000 persone e magari i raz-
zisti sono 200 e si cominciasse
a farla pagare a livello indivi-
duale e personale». —

MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2019LASTAMPA 13


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