La Stampa - 06.11.2019

(Romina) #1

TREVISO


ITALIA


Alberto Antonello


esce dal coma


e chiede della


fidanzata morta


S


i è risvegliato dopo quat-
tro giorni di coma per po-
chi minuti chiedendo di-
speratamente notizie del-
la sua fidanzata. Nessuno
ha avuto il coraggio di dirgli che
Giulia era morta nell'incidente di
venerdì mattina e che alla guida del-
la Mercedes, uscita di strada men-
tre stavano tornando dalla discote-
ca c'era lui, Alberto Antonello 19en-
ne di Castelfranco Veneto. Il medici

visto il suo stato di agitazione sono
stati costretti a sedarlo nuovamen-
te per evitare complicazioni. Impos-
sibile per ora stabilire l'entità dei
danni interni subiti dal giovane, de-
cisivi saranno i prossimi giorni.

La ricostruzione dell’incidente
Mentre il ragazzo sta lottando per
la vita, questa mattina a Castelfran-
co Veneto (33mila abitanti in pro-
vincia di Treviso) si svolgeranno i
funerali della fidanzata, la 18enne
Giulia Zandarin. Sono attese mi-
gliaia di persone, tra i presenti an-
che il sindaco con la giunta comuna-
le al completo. Sul fronte delle inda-
gini la procura di Treviso è in pro-
cinto di conferire l'incarico a un pe-
rito per ricostruire la dinamica
dell'incidente e capire se Alberto
Antonello abbia accusato un colpo
di sonno o se stesse correndo a una
velocità troppo elevata.
Il 19enne al momento è indagato
per omicidio stradale, dai primi ac-
certamenti è emerso che aveva leg-
germente bevuto mentre essendo
un neopatentato il suo tasso alcole-
mico avrebbe dovuto essere pari a

zero. La sera prima dello schianto
mortale era stato fermato dalla poli-
zia durante un controllo, nella sua
auto stavano viaggiando in sei e per
questo era stato multato. Gli agenti
della polizia stradale gli avevano
trovato addosso mezzo grammo di
droga e gli avevano ritirato la paten-
te, ma non essendo alterato gli ave-
vano permesso di tornare a casa in
auto. Alberto invece era andato in
discoteca a Jesolo con Giulia: una
notte trascorsa in pista poi, alle pri-
me luci dell'alba il ritorno a casa.
All'altezza di una curva l'auto ha
sbandato finendo fuori strada. «Co-
me si può bollare come delinquen-
te un ragazzo di 19 anni per una
canna?» ha detto il padre Franco,
che assieme al secondo figlio affet-
to da autismo è protagonista
dell'ultimo film di Salvatores “Tut-
to il mio folle amore”, da pochi
giorni nella sale.Il genitore ha avu-
to anche un pensiero per Giulia:
«Faceva parte della nostra fami-
glia, abitava con Alberto da qual-
che mese, erano lì a pochi metri da
casa mia, belli e felici». —
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CAGLIARI


ITALIA


La microplastica


ha contaminato


anche gli animali


dei fondali marini


ROMA


ITALIA


Stadio della Roma


Rischio processo


per Centemero


e Bonifazi


PARIGI


FRANCIA


Macron accelera


sull’immigrazione


Pronte le quote


per le professioni


Q


ualcuno si era fatto illu-
dere dall’idea che di soli-
to la plastica galleggia e
invece finisce anche mol-
to in profondità. Persino
nella zona più buia del mare, quella
difficilmente raggiungibile e dove
persino alcune specie di pesci non
hanno la capacità di adattarsi. I
frammenti più piccoli di polietile-
ne, quello utilizzato per gli imbal-
laggi e per un numero spropositato

di oggetti monouso, oramai hanno
invaso anche le profondità del Me-
diterraneo. E per averne la prova è
stato necessario analizzare quello
che era finito nello stomaco di gam-
beri viola e scampi, alcuni degli ani-
mali che vivono anche 800 metri
sotto il livello del mare.

Lo studio dei ricercatori
La caccia alla microplastica negli
abissi intorno alla Sardegna è il frut-
to di un lavoro di cinque ricercatori
del Dipartimento di Scienze della vi-
ta e dell’ambiente dell’Università di
Cagliari in collaborazione con i colle-
ghi dell’Università Politecnica delle
Marche. Il risultato era tanto prevedi-
bile quanto preoccupante, perché
l’attenzione degli scienziati si è con-
centrata sulle cosiddette “specie
commerciali” e in questo caso su due
tipi di crostacei che ogni giorno fini-
scono prima nelle reti dei pescatori e
poi sulle tavole. Ogni anno, ricorda-
no i ricercatori, finiscono negli ocea-
ni una quantità enorme di plastica:
tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate.
«Una parte importante di questo ma-
teriale - spiegano dall’Università di

Cagliari - si trasforma in minuscoli
frammenti, chiamati microplastiche
che arrivano a tutte le profondità e
che possono essere ingerite dagli or-
ganismi marini. Gli studi condotti fi-
no ad oggi hanno riguardato soprat-
tutto specie ittiche costiere, mentre
le informazioni sulla presenta della
plastica nei mari profondi erano mol-
to scarse». Qualche altro studio ave-
va già provato la presenza di micro-
plastiche anche a 10.900 metri di
profondità della Fossa delle Marian-
ne. E i sospetti degli studiosi dell’Uni-
versità di Cagliari e della Marche si
sono rivelati fondati: la contamina-
zione poliestere, polipropilene, po-
liamide e polietilene riguarda anche
gli angoli più impensabili del Medi-
terraneo. «Le microplastiche - sottoli-
neano i ricercatori - erano presenti
nel 60-83 per cento dei 152 crostacei
analizzati, appartenenti a “due spe-
cie chiave” per l’habitat del Mar Me-
diterraneo. Dai rispettivi apparati di-
gerenti sono stati estratti frammenti
di varie dimensioni, fino ai due milli-
metri. In alcuni crostacei sono state
rinvenute ben 42 microparti». —
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S


ono anni che pago tutti i
partiti politici», racconta-
va il costruttore Luca Par-
nasi nel corso di uno dei
suoi interrogatori. Finan-
ziamenti illeciti secondo la procura
della Capitale che ha chiuso l’indagi-
ne sull’imprenditore e su coloro che
di quei soldi erano destinatari: Giu-
lio Centemero, tesoriere della Lega,
e Francesco Bonifazi, ex Pd, oggi
iscritto a Italia Viva. Insieme ai tre ri-

schiano il processo anche il commer-
cialista Andrea Manzoni, definito
dai pm «l'attuale revisore legale del
gruppo Lega-Salvini al Senato» e Do-
menico Petrolo, «fund raising di
Eyu». E’ l’ennesimo sviluppo dell’in-
chiesta dei carabinieri, coordinata
dall’aggiunto Paolo Ielo e dalle pm
Luigia Spinelli e Barbara Zuin, sul
nuovo stadio della Roma calcio.

I soldi alle fondazioni
In questo filone di indagine, al cen-
tro degli accertamenti i fondi devolu-
ti da Parnasi alle fondazioni «Eyu» e
«Più Voci»: si tratta nello specifico di
250 mila euro finiti nelle casse di
«Più voci», associazione presieduta
dal deputato del Carroccio e di altri
150 mila euro destinati a «Eyu», vici-
na al Pd e all’epoca presieduta da Bo-
nifazi. A quest’ultimo, oltre al finan-
ziamento illecito, è contestata anche
l’emissione di fatture per operazioni
inesistenti. La vicenda era stata rac-
chiusa in un’informativa del 19 mar-
zo scorso, nel capitolo relativo ai
«rapporti con gli organi di comunica-
zione ufficiali dei partiti». Altro capi-
tolo dell’indagine riguarda invece la

Lega. Per finanziare il partito di Mat-
teo Salvini l'imprenditore avrebbe
elargito denaro alla onlus «Più Vo-
ci». In questo caso il versamento sa-
rebbe stato più corposo: due tranche
125 mila euro ciascuna, la prima nel
2015 e l’altra nel 2016. «Volevo crea-
re rapporti nel nord Italia, trovare
partner commerciali per idee im-
prenditoriali», aveva spiegato Parna-
si nel corso di un atto istruttorio. La
giustificazione non ha però convinto
i magistrati che hanno deciso di pro-
cedere. A rafforzare la tesi dei magi-
strati alcune telefonate finite agli atti
dell'inchiesta: tre anni dopo il versa-
mento alla «Più Voci», il 14 febbraio
del 2018, a poco più di 15 giorni dal-
le elezioni politiche, Parnasi lspiega
a un suo uomo che per la Lega era
possibile utilizzare due società: «ne
facciamo 100 su Pentapigna e 100
qua». Nell’ambito della complessa in-
chiesta, infine, rischierebbe il rinvio
a giudizio anche Anna Buccellato,
funzionaria della soprintendenza ar-
cheologica, per una tentata concus-
sione ai danni di Parnasi avvenuta
nel gennaio del 2018. —
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7N


LA GIORNATA


IN SETTE NOTIZIE


U


na cosa è certa: in vi-
sta delle presidenziali
del 2022, dove al mo-
mento attuale si preve-
de la solita sfida tra
Emmanuel Macron e Marine Le
Pen, l’attuale presidente non vuo-
le lasciare alla rivale il monopolio
sul delicato tema dell’immigrazio-
ne. Macron intende agire, anche
in maniera innovativa. Oggi il Go-
verno francese presenterà una
ventina di misure per riformare la
politica migratoria, tra cui l’intro-
duzione di quote per l’immigra-
zione di tipo economico.
Era stato un cavallo di battaglia
di Nicolas Sarkozy alle presiden-
ziali del 2007. Una volta eletto, ci
aveva provato. Ma due anni do-
po, l’organismo pubblico, che do-
veva introdurle, le aveva giudica-
te «inefficaci, irrealizzabili e sen-
za interesse». Argomento «di de-
stra», costantemente osteggiato
dalla sinistra, lo stesso Macron le
aveva escluse durante la sua cam-
pagna alle ultime presidenziali.
Ora, invece, le riesuma. E Yan-
nick Jadot, leader dei Verdi e nuo-
va speranza della gauche, ha det-
to che le quote «possono mostrare
che l’immigrazione è anche una
chance nel nostro Paese».

Il calcolo dei posti
Come spiegato ieri dalla ministra
del Lavoro, Muriel Pénicaud,
ogni anno (a partire dalla prossi-
ma estate) si fisseranno per decre-
to quote di immigrati che potran-
no regolarmente entrare in Fran-
cia, se avranno le competenze e la
disponibilità a svolgere una pro-
fessione per la quale nel Paese
non si trova manodopera. Già si ri-
lascia questo tipo di permessi di
soggiorno, ma sono stati solo 33
mila nel 2018 sui 260 mila totali,
mentre 150 mila posti di lavoro re-
stano vacanti ogni anno per man-
canza di personale. Si va da pro-
fessioni qualificate, come l’inge-
gnere informatico, a mestieri di li-
vello molto più basso, nel settore
della ristorazione o nell’edilizia.
Si creerà un sistema informatico
per effettuare il calcolo dei posti
da riempire in tempo reale, sulla
base delle indicazioni fornite dai
partner sociali le regioni, gli uffici
di collocamento.
Comunque, le venti misure
sull’immigrazione presentate og-
gi comprenderanno anche restri-
zioni ai flussi, come i limiti al ri-
congiungimento familiare (e una
lotta più dura contro chi froda, pa-
dri che riconoscono come figli dei
bambini solo per permettere loro
di raggiungere la Francia). Poi, sa-
rà riconosciuto il diritto all’assi-
stenza sanitaria universale solo
tre mesi dopo l’arrivo, per limita-
re il «turismo sanitario», che spin-
ge a emigrare in Francia per farsi
curare gratuitamente. —
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LEONARDO MARTINELLI


ROMA


ITALIA


Rapinano un bar:


un ladro ucciso


l’altro ferito


Grave il titolare


WASHINGTON


STATI UNITI


“Scambio di favori”


L’ambasciatore Usa


imbarazza Trump


sul caso Ucraina


S


i è visto puntare la pisto-
la contro il viso da due
uomini incappucciati,
che pretendevano l’in-
casso della giornata, ma
non ha perso il sangue freddo e ha
reagito. Un cinese, titolare del
bar tabaccheria «L’Europeo» a Ci-
necittà, Roma est, ha dato uno
spintone al rapinatore che aveva
più vicino. C’è quindi stata una
breve una colluttazione e sono

partiti due colpi. Uno è risultato
fatale per il bandito, Ennio Proiet-
ti, 69 anni. L’altro colpo ha invece
ferito il commerciante alla gam-
ba e al fianco. L’uomo è ora ricove-
rato in gravi condizioni all’ospe-
dale Umberto I.
Vicino al bar era presente un po-
liziotto fuori servizio che non solo
ha subito avvertito i colleghi ma è
immediatamente intervenuto ed
è riuscito ad arrestare il complice
di Proietti. Si tratta di Enrico Anto-
nelli, 58 anni, già noto alle forze
dell’ordine. Il commerciante, 56
anni, gestiva da tempo il bar-tabac-
cheria di viale Antonio Ciamarra
186 e, nonostante la minaccia del-
le armi, ieri sera, alle 19, ha trova-
to la forza di non consegnare i gua-
dagni della giornata e assalire il ra-
pinatore rimasto ucciso. Arrivati
su uno scooter, i due malviventi,
entrambi armati e col volto coper-
to, hanno fatto irruzione dentro
«L’Europeo». Si è svolto tutto in
una manciata di secondi: dall’inti-
mazione, da parte di Proietti e An-
tonelli, di consegnare l’incasso al-
la reazione del barista e la succes-

siva sparatoria. Sul posto sono ar-
rivati, per i sopralluoghi e le inda-
gini, i poliziotti del commissaria-
to Romanina. È giunta, inoltre,
anche un’équipe sanitaria del


  1. La polizia ha recuperato l’ar-
    ma e il motorino usato dai due ra-
    pinatori per il colpo.
    L’episodio ha subito scatenato
    una serie di commenti e polemi-
    che a livello politico. Il segretario
    della Lega Matteo Salvini si è schie-
    rato accanto al commerciante e ha
    commentato: «Tabaccaio reagisce
    a una rapina e uccide uno dei la-
    dri. La difesa è legittima, sempre».
    Mentre Mariastella Gelmini, ca-
    pogruppo di Forza Italia alla Came-
    ra, si è scagliata contro la gestione
    della sindaca Virginia Raggia. «An-
    cora un conflitto a fuoco per le stra-
    de di Roma, ancora un morto. La
    Capitale d’Italia è letteralmente
    abbandonata tra incuria e sporci-
    zia, e regna una totale insicurezza



  • stigmatizza Gelmini -. Chi ha go-
    vernato negli ultimi anni dovreb-
    be trarne le conseguenze e toglie-
    re il disturbo #Raggiacasa». —
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S


i complica l’inchiesta per
l’impeachment del presi-
dente Trump, ora che il
suo alleato e ambasciato-
re presso l’Unione Europa
Gordon Sondland ha cambiato la
propria versione, confermando che
il do ut des con l’Ucraina era avvenu-
to. Il diplomatico ha corretto la testi-
monianza offerta agli investigatori
della Camera, ammettendo che il pri-
mo settembre scorso era stato lui

stesso a dire al presidente Zelensky
che gli aiuti militari americani da
391 milioni di dollari sarebbero ri-
masti congelati, fino a quando Kiev
non avrebbe aperto un’inchiesta sul-
le attività imprenditoriali del figlio
di Joe Biden con la compagnia energ-
tica locale Burisma.

Le pressioni su Kiev
Sondland è una figura chiave perché
era uno dei “tre amigos”, cioè lui, l’in-
viato Kurt Volker e l’avvocato Giulia-
ni, a cui Trump aveva delegato la poli-
tica Usa verso l’Ucraina. Nel suo pre-
cedente interrogatorio, aveva detto
che un messaggio inviato all’incarica-
to d’affari Tayor in cui escludeva il do
ut des gli era stato dettato dallo stes-
so presidente, e quindi non rispec-
chiava la sua posizione. Sondland
aveva criticato il ruolo che il capo del-
la Casa Bianca aveva affidato a Giulia-
ni nella gestione del rapporto con
Kiev, e aveva bocciato l’idea di blocca-
re gli aiuti militari, senza andare oltre
questa presa di distanze. Ora però ha
consegnato agli investigatori altre
quattro pagine scritte di testimonian-
za, in cui ha raccontato un colloquio

avuto il primo settembre scorso a Var-
savia con il consigliere di Zelensky
Yermak, alla presenza del vice presi-
dente Pence: «Ho detto che la ripresa
degli aiuti americani non sarebbe pro-
babilmente avvenuta fino a quando
l’Ucraina non avrebbe fornito la di-
chiarazione pubblica anticorruzione
di cui avevamo parlato per molte set-
timane». Questa dichiarazione era
l’impegno ad aprire l’inchiesta su Bu-
risma, e quindi sui Biden.
La svolta di Sondland ha peso per-
ché lui non è un diplomatico di car-
riera, ma un imprenditore alberghie-
ro amico di Trump, che lo ha ricom-
pensato per i suoi finanziamenti elet-
torali con la nomina ad ambasciato-
re a Bruxelles. Quindi è una persona
legata a Donald, che ha cambiato po-
sizione per il timore delle conse-
guenze legali di aver mentito agli in-
quirenti. Così per il presidente diven-
ta impossibile sostenere che non c’è
stato un do ut des. La difesa ora di-
venterà che il suo comportamento
non era comunque illegale e non giu-
stifica l’impeachment, ma sarà più
difficile portarla avanti. —
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La parola del giorno

legge Mancino


Lo strumento legislativo per perseguire i crimini d’odio

La legge che porta il nome dell’ex ministro
dell’Interno, il dc Nicola Mancino, dal 1993
sanziona e condanna gesti, azioni e slogan le-
gati all'ideologia nazifascista, e aventi per
scopo l'incitazione alla violenza e alla discri-
minazione per motivi razziali, etnici, religiosi

o nazionali. E’ il principale strumento legisla-
tivo che l'ordinamento italiano offre per la re-
pressione dei crimini d'odio.
La Lega ha più volte proposto di modificar-
la, nel 2014 anche referendum per abrogar-
la. La Procura della Repubblica di Verona ha
aperto due fascicoli d'indagine, per l'ipotesi

di reato di violazione della legge Mancino
sull'istigazione alla discriminazione razziale,
in merito alle dichiarazioni radiofoniche del
leader ultrà Luca Castellini alla radio dopo Ve-
rona-Brescia, e per gli ululati contro Mario
Balotelli partiti dal settore poltrone Est dello
stadio Bentegodi. —

PAOLO MASTROLILLI


I manifestanti indossano maschere di
Guy Fawkes, rese popolari dal film a fu-
metti «V For Vendetta», mentre si riuni-
scono nel distretto di Kowloon di Hong
Kong sfidando i divieti alla copertura del vi-
so entrati in vigore ad ottobre.
Il quotidiano cinese South China Morning
Post ha raccolto prove e testimonianze
che la Cina sta cercando di impedire l’im-
portazione di vestiti neri da luglio, da
quando il nero è diventato il colore simbo-
lo delle proteste. Chi scende in strada lo
fa spesso indossando una divisa non uffi-
ciale ma condivisa: maglietta, jeans, scar-
pe da ginnastica nere e maschera per co-
prirsi il viso. Tra le più gettonate anche
quella di Joker. —

NOEL CELIS / AFP


MICHELE SASSO


DANILO GUERRETTA


GRAZIA LONGO


NICOLA PINNA


HONG KONG


HONG KONG


I rivoltosi seguaci

di Guy Fawkes

sfidano il divieto

del viso coperto

EDOARDO IZZO


MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2019 LASTAMPA 15

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