La Stampa - 06.11.2019

(Romina) #1

MARCO PIVATO


L


o sapevate che il gu-
sto di un gelato di-
pende, in parte, dal-
la forma dei suoi cri-
stalli di ghiaccio?
Forse vi sembrerà
una di quelle informazioni da
raccontare agli amici, ma ba-
date bene: vivete in un univer-
so in cui gran parte delle leggi
che regolano la realtà così co-
me la conoscete vi appaiono
scontate. Anticamente si pen-
sava che forme ed evoluzioni
dipendessero dal comporta-
mento di alcuni «fluidi»: l’ac-
qua come l’aria, con i movi-
menti di terra e fuoco, o fisiolo-
gici, come gli «umori» di Ippo-
crate. Storia a parte, però, bi-
sogna avere conoscenza dei
fluidi, se vogliamo capire qual-
cosa delle mutazioni di cui ab-
biamo continue esperienze.
Per esempio: non basta infi-
lare una «cannuccia» nelle roc-
ce del Medio Oriente per
estrarre petrolio e si sa quanto
sia difficile azzeccare le previ-
sioni del tempo o progettare
un’auto perché riduca l’attrito
con l’aria: è il comportamento
dei fluidi (acqua, aria e solu-
zioni di ogni tipo, più o meno
viscose) a stabilire i destini di
molte variabili che vorremmo
prevedere. Lo studio di questo
campo, la fluidodinamica, è
tra le branche più complesse
della fisica. Ne sa qualcosa l’i-
taliano Sauro Succi, ricercato-
re all’Istituto Italiano di Tecno-
logia, riconosciuto tra i più im-
portanti scienziati delle simu-
lazioni al computer in Europa,
con l’assegnazione del Premio
Berni J. Alder del Centre Euro-
péen de Calcul Atomique et
Moléculaire, il Cecam. Succi è
pioniere del metodo per le si-

mulazioni «Lattice Boltz-
mann», metodo usato dai labo-
ratori di ricerca. Che cosa si-
gnifica? In parte l’abbiamo
spiegato, con qualche esem-
pio. Ma in altre parole è que-
sto: serve a capire che compor-
tamento assumono i fluidi a
tutte le scale di grandezza, da
quelle dei fenomeni atmosferi-
ci (centinaia di chilometri),
passando attraverso quelle
delle aperture alari degli ae-
rei, di diversi metri, fino alla
«porosità» di una cellula e, an-
cora, alle molecole che ne ol-
trepassano i canali, così da da-
re istruzioni al Dna. E siamo ar-
rivati al miliardesimo di me-
tro, un nanometro.
«I fluidi - spiega Succi - sono
alla base della “meccanica”
dell’Universo, della natura,
dell’uomo: conoscere come si
comportano significa control-
lare i comportamenti della
maggior parte di ciò che vor-
remmo esplorare, ma è tutt’al-
tro che semplice: a seconda
della scala di grandezza i flui-
di assumono comportamenti
diversi e per ogni caso siamo
obbligati a progettare e risol-
vere equazioni differenti».

Tornando agli esempi, pren-
diamo i farmaci: una volta nel
sangue, i principi attivi devo-
no raggiungere un sito d’azio-
ne in modo da svolgere la tera-
pia: potrebbe essere un enzi-
ma, una proteina o un gene.
Riuscirà il nostro principio atti-

vo, in un ambiente fluido co-
me l’organismo a superare gli
ostacoli che lo separano dal
«target»?
Un tempo alla domanda si
dava una risposta empirica: se
funzionava bene, altrimenti
pazienza. Ora abbiamo a di-

sposizione super-computer in
grado di creare modelli preci-
si dell’aria che sfreccia sull’au-
to o sull’ala del jet, delle nubi
nell’attrito con il vento e del
mezzo in cui una proteina,
che fa da recettore a un farma-
co, cambia forma e «aggan-

cia» o meno il principio attivo
a seconda delle condizioni. A
livello molecolare, infatti, an-
che la posizione di un atomo
di idrogeno, in più o in meno,
fa la differenza nella forma e
nel comportamento di ciò che
lo circonda, in un misterioso
equilibrismo. «Immaginare
modelli - continua Succi - di si-
tuazioni come quelle che ab-
biamo citato è un’arte che ri-
chiede metodo e fantasia e si
può fare anche al laptop, ma
poi sono necessari super-com-
puter per risolvere l’evoluzio-
ne del modello: parliamo di
miliardi di miliardi di opera-
zione al secondo, contro una o
due al secondo di un umano».
Mentre parliamo di modelli
ed evoluzioni, calcoli e proba-
bilità, nasce l’arrovellamento
su che cosa sia la «scienza»: un
tempo la fisica parlava di pesi
e carrucole, ora studia l’atmo-
sfera per anticipare gli uraga-
ni e le dinamiche delle folle
per prevedere comportamen-
ti sociali. Facile ripetere gli
esperimenti in condizioni
identiche, alla Galileo. Vai a
farlo, invece, con uragani o
molecole in movimento tra ge-
ni e fluidi corporei. In questi
casi il metodo è l’«inferenza
statistica» e ciò che puoi otte-
nere sono «previsioni». La sta-
tistica la usano la sociologia,
l’economia e le nuove discipli-
ne, sempre più complesse, co-
me la fluidodinamica, appun-
to. Ma Succi non ha dubbi
sull’inghippo epistemologico:
«La scienza non è conoscenza
perfetta. I problemi impongo-
no di studiare per approssima-
zioni al fine di stimare, con il
più alto grado possibile, il ri-
sultato che si verificherà». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Simulazione del comportamento aerodinamico di un aereo


S


n. 1859


A CURA DI
GABRIELE BECCARIA

CONTATTO
http://www.lastampa.it/tuttoscienze

LE APPLICAZIONI A TUTTO CAMPO DI UNA DISCIPLINA EMERGENTE


“Nell’universo parallelo dei fluidi”


Le indagini di Sauro Succi tra cellule e ali di jet


SAURO SUCCI
FISICO, È «SENIOR RESEARCHER»
ALL’ISTITUTO ITALIANO
DI TECNOLOGIA

La tecnologia
ci salverà
dall’impazzimento
climatico

MARCO PIVATO
PAG. 31

I corsi
biodinamici
tradiscono
l’università

BUCCI E CORBELLINI
PAG. 30

Il futuro
delle auto
a guida
autonoma

GABRIELE BECCARIA
PAG. 30

tuttoscienze


e innovazione


MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2019LASTAMPA 29

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