La Stampa - 06.11.2019

(Romina) #1

REPORTAGE


Viaggio tra Volpiano e San Giusto, dove la criminalità calabrese fa affari con fiumi di droga

Vivere a fianco delle ’ndrine


tra omicidi, coca e sequestri


“Ma questa non è Platì”



  1. La piazza principale di Volpiano, sulla quale si affaccia la chiesa di san Michele. La città è uno dei
    feudi principali della ’ndrangheta, in particolare delle famiglie originarie di Platì. 2. Una strada di Bran-
    dizzo, crocevia della droga e una delle piazze in cui le ’ndrine hanno consolidato i propri affari. 3. La
    villa di Nicola Assisi a San Giusto Canavese, uno dei più grandi broker e narcotrafficanti.


Non li conosco.
La ’ndrangheta
c’è ovunque però
si parla soltanto di
queste famiglie

Siamo in prima fila
contro la ’ndrangheta
e come sindaco
devo stare attento
come un serpente

DAVIDE FIGLIUZZI


PARRUCCHIERE


FRANCESCA LAI
GIAMPIERO MAGGIO

A


gresta, Trimboli,
Marando. E poi Assi-
si, Catanzariti, Bar-
baro. Cognomi pe-
santi, che tra Volpiano e San
Giusto, due paesi sdraiati ai
piedi dei monti fino a toccare,
quasi, la prima cintura di Tori-
no, nel tempo hanno impian-
tato e organizzato i loro affari
per conto della ’ndrangheta.
Droga, in particolare. Fiumi
di cocaina proveniente dal
Sud America e dalla Spagna e
poi distribuita in tutto il Nord
Italia. Nomi e cognomi che ri-
tornano. E fanno paura. Lega-
ti alle famiglie calabresi di Pla-

tì, cuore della Locride. «Qui
fanno quello che vogliono,
fanno il brutto e il cattivo tem-
po e devi stare attento. Il mio
nome? Per carità, non voglio
mica passare un brutto guaio.
Mi faccio gli affari miei, io».

“Attenti come serpenti”
Paura e omertà sono com-
prensibili in una zona dove
non sono mancati omicidi, ag-
gressioni, minacce. E dove vi-
vono famiglie considerate
“potentissime” nell’ambito
della criminalità calabrese. Il
sindaco, Emanuele De Zuan-
ne, 51 anni, originario del
Trentino e 8 anni con la fascia
tricolore, tenta di stemperare
la tensione. E spiega che «i co-
gnomi che qui vanno per la
maggiore sono Ferrero, Ca-

moletto, Amateis». Come a
voler dire, che c’entriamo noi
con loro? Sa, De Zuanne che
gestire l’amministrazione e fa-
re politica qui non è semplice:
«Abbiamo recuperato due be-
ni sequestrati alle ‘ndrine, pre-
sto ne recupereremo un ter-
zo. Ci siamo costituiti per dan-
ni di immagine nel processo
Minotauro. Che significa fare
il sindaco qui? Che bisogna
stare attenti come serpenti».

Il pestaggio
Sono due mondi distanti, è ve-
ro. Ma che convivono, si in-
trecciano e coabitano tra mi-
nacce, paura e omertà, lun-
ghi silenzi, occhi abbassati e
voglia di voltare pagina. La
presenza silente della crimi-
nalità ha invaso le vie, le stra-

de, le piazze, i locali. Nelle pa-
gine dell’ordinanza che moti-
va gli arresti di ieri c’è un an-
che passaggio che definire in-
quietante è un eufemismo.
Racconta di un episodio acca-
duto l’8 aprile del 2017, da-
vanti al bar San Michele. An-
tonio Agresta, uno dei ram-
polli della famiglia più poten-
te di Volpiano, pesta a sangue
un ragazzo davanti a decine
di persone: «Ti ammazzo, ti
devi mettere in ginocchio...».
Nessuno muove un muscolo.
Nessuno denuncia.
E allora perché stupirsi di
fronte a considerazioni così?
«Se ho mai sentito parlare di
queste famiglie? Mai. La
‘ndrangheta? C’è dappertut-
to» dice Davide Figliuzzi, ca-
labrese trapiantato a Volpia-

no, professione parrucchie-
re. Nel bar a pochi passi dal
Municipio i clienti passano,
consumano e se ne vanno.
«Gli arresti? Ho letto qualco-
sa su internet» dice una don-
na. La titolare, Daniela Ferre-
ro, allarga le braccia: «Preoc-
cupata? Veda lei..». Una don-
na si ferma per pochi istanti:
«Agresta? Mai sentito» ta-
glia corto. Poi esce, si infila
in casa e sparisce.
A Volpiano le famiglie cala-
bresi ‘ndranghetiste arrivaro-
no negli anni Sessanta. E han-
no cominciato a fare affari.
Piccole cose, inizialmente.
Poi l’escalation. Sono arrivati
i sequestri, i casi di lupara
bianca, gli omicidi, il narco-
traffico. E poi c’è San Giusto
Canavese, case e villette tutte
uguali, un centro storico che
non esiste, strade che si incro-
ciano e nomi delle vie che ri-
chiamano città. Negli anni
Novanta Nicola Assisi, uno
dei più potenti broker del nar-
cotraffico internazionale ge-
stiva una tabaccheria a Felet-
to, una manciata di chilome-
tri da San Giusto. Alcuni mesi
dopo la Dia lo fermò a bordo
di un bilico sulla provinciale
Lusigliè Ciconio con 200 chili
di cocaina. È cominciato tut-
to così. Arrestato, poi latitan-
te per anni e, infine, nuova-
mente in manette. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

DANIELA FERRERO


TITOLARE DEL BAR


AL CENTRO DELLA CITTÀ


EMANUELE DE ZUANNE


SINDACO DI VOLPIANO


La villa bunker a San Giusto Canavese di Nicola Assisi, broker e nar-
cotrafficante, legato ai narcos Sudamericani, viene sequestrata dal-
la magistratura e poi affidata a Libera, l’associazione di don Ciotti
che lotta contro le mafie. Assisi è il capostipite di una famiglia poten-
tissima che ha fatto affari e soldi con fiumi di cocaina. Negli anni No-
vanta fu arrestato e poi, in attesa della pronuncia della Cassazione,
sparì e divenne latitante. È stato arrestato in Brasile.

LE COSCHE IN PIEMONTE


Mi infastidisce il fatto
che ogni volta che
ci sono questi arresti
il nome di Volpiano
viene macchiato

L’affiliato alla ’ndrangheta Rosario Marando racconta ai magi-
strati dove sono sepolti i corpi di tre vittime della criminalità orga-
nizzata calabrese. Confessa gli omicidi di Franco Mancuso, Anto-
nio e Antonino Stefanelli e indica il posto in cui sarebbero stati se-
polti. Le ricerche si concentrano nei boschi di Volpiano, dove arri-
vano carabinieri, il medico legale, il magistrato. Le ricerche però
non conducono ad alcun esito. I corpi non verranno mai trovati.

Il 16 ottobre del 2008, nelle campagne di Borgiallo, viene trovata
un’auto incendiata con il corpo carbonizzato di Giuseppe Trapas-
so, 23 anni, piastrellista di San Benigno. Fu ucciso nel piazzale
del Kiss One, un night club alle porte di Cuorgnè, per un debito di
droga. Ad ordinare e ad eseguire l’assassinio fu Domenico Agre-
sta, all’epoca poco più che ventenne e oggi condannato a 30 an-
ni: Agresta è diventato uno dei principali pentiti di ’ndrangheta.

FOTOCOLLAB


1


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REPORTERS


3


*


*


Una lettrice scrive:


«Ancora una volta chi ammi-
nistra questa città dimostra
poca considerazione per
l’intelligenza dei suoi con-
cittadini e poca onestà intel-
lettuale. Le dimissioni del
comandante della polizia
municipale sono un fatto
gravissimo e politicamente
rilevante, ma il nostro sinda-
co nelle dichiarazioni rila-
sciate al Tg3 regionale non
ha parlato dei motivi, sotto-
lineando che sì, qualcosa
non ha funzionato, ma che
il progetto di utilizzo dei
monopattini andrà vanti.
Peccato che tutto questo ma-
rasma non sia nato dalla
scelta di adottare un nuovo


mezzo di trasporto cittadi-
no, ma dall’invito rivolto
dall’assessore alla viabilità
al capo dei vigili di essere
tollerante nella applicazio-
ne delle sanzioni ammini-
strative. Il capo dei vigili
non si è mai sognato di di-
chiararsi contrario all’utiliz-
zo dei monopattini, sempli-
cemente non ha potuto ac-
cettare che un politico gli
suggerisse di tenere un com-

portamento compiacente.
Perché l’assessore non si di-
mette a sua volta ammetten-
do così almeno un concorso
di colpa nella gestione del
problema? Perché il sinda-
co scivola di lato puntando
il problema sulla volontà di
proseguire nel progetto
ignorando un altro fatto im-
portante e concomitante: le
dimissioni di Finardi?».
MARILENA Z.

Una lettrice scrive:
«Ho quasi 90 anni. Risiedo a
Settimo Torinese, zona Borgo
Nuovo, zona molto popolata,
ormai priva di servizi. Una pas-
serella, sporca, forse insicura,
malandata che accedeva al cen-
tro cittadino è stata chiusa do-
po il crollo del ponte di Geno-
va... e potrei continuare con al-
tre cose. Il motivo della mia pro-
testa è la chiusura del SanPao-

lo di Borgo Nuovo, con la conse-
guente disattivazione dello
sportello Bancomat. I clienti
della SanPaolo, per le loro ne-
cessità, devono recarsi nel cen-
tro per effettuare operazioni
bancarie o utilizzare il servizio
Bancomat. Certo c’è un servi-
zio navetta, ma per una perso-
na anziana come me è scomo-
do sia per il tempo di percorren-
za (fa il giro del globo) sia per
l’accessibilità (raggiungere la

fermata, salire sul mezzo, tro-
vare posto a sedere ecc). In mol-
ti si lamentano, ma a reclama-
re pubblicamente sono solo io?
Grazie, SanPaolo! Da parte di
una vecchissima cliente!».
ORSOLINA PEILA

Un lettore scrive:
«Volevo chiedere un aiuto per
ritrovare la mia gatta Luna, ne-
ra e bianca, che è stata smarrita
il 28 ottobre in zona San Paolo,
in via Osasco. Probabilmente è
uscita dal portone d'ingresso
ed è rimasta chiusa fuori. È mol-
to socievole e si fa accarezzare
da tutti. Non conosce la zona
perché non era mai uscita in
strada ».
GIAMPAOLO MANNI - 3280394781

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