La Stampa - 14.11.2019

(Brent) #1

.


CYRUS VANCE
PROCURATORE DISTRETTUALE
DI MANHATTAN

REPORTAGE

l’incontro

Papa Francesco
con i colossi del web
sulla dignità digitale

Cyrus Vance, il procuratore distrettuale di Manhattan, all’interno di uno dei laboratori nei quali si lotta contro gli abusi dei minori in rete

La cyber-guerra del giudice Vance


“Così scoviamo i pedofili sul web”


Viaggio nei laboratori ad alta tecnologia diretti dal procuratore distrettuale di Manhattan


“Una piattaforma digitale e analisi sui telefoni sequestrati per sventare gli adescamenti”


RAMIN TALAIE/GETTY IMAGES

Nella nostra unità ci
sono tre supervisori
e 18 avvocati dedicati
solo a combattere
il traffico dei minori

Si apre oggi in Vaticano il
summit per tutelare i minori
dalle insidie che si celano nel
web. L'incontro di due giorni
si aprirà con un discorso del
Papa. Presenti rappresentan-
ti delle organizzazioni inter-
nazionali, ong, i big della tec-
nologia (Facebook, Google,
Apple, Amazon e Microsoft)
operatori economici, politi-
ci, giuristi e leader religiosi.
La chiusura sarà affidata al
Segretario di Stato vaticano
Monsignor Parolin.

«S

ex trafficking,
pornografia
infantile, bul-
lismo, stupri
in video streaming persino
di piccoli di pochi anni, so-
no in crescita esponenziale,
ma l’opinione pubblica re-
sta distaccata» mi dice Van-
ce in un’intervista esclusiva
concessa a La Stampa.

I video sui minori
Siamo nel grande studio di
Vance, ottavo piano di One
Hogan Place. Indirizzo leg-
gendario perché è qui che
600 magistrati e 800 funzio-
nari combattono crimini di
ogni genere in questa città
globale: hanno già debella-
to 18 gang criminali, sma-
scherato mercanti di armi
(3000 sequestri!), arresta-
to trafficanti di droga, assas-
sini, perseguito truffe e vio-
lazioni di embargo di «col-
letti bianchi» e grandi ban-
che internazionali; l’istrut-
toria più «calda»? Quella
contro Harvey Weinstein.
La novità più importante?
La creazione di una nuova
unità contro criminali che,
grazie alla crittografia e al
video streaming, adescano
e corrompono minori sia
nel «dark web» che su Inter-

net. Il fenomeno della viola-
zione dei minori su Internet
è esplosivo, orrendo nelle
sue manifestazioni, deva-
stante per le conseguenze
sulla crescita dei ragazzi che
formeranno le prossime ge-
nerazioni e riguarda milioni
di giovanissimi nel mondo.
Recentemente il New York
Times - prima volta per un
main stream internazionale


  • ha dedicato due ampie in-
    chieste alla sfida per la prote-
    zione dei minori. E da oggi se
    ne discuterà ai massimi verti-
    ci in Vaticano, in un conve-
    gno intitolato: «Promuovere


la dignità digitale dei bambi-
ni». Già nel 2017 Papa Fran-
cesco, dopo essere stato
esposto alla piaga della pedo-
filia che aveva colpito la Chie-
sa, ha voluto comprendere
quanto vasta fosse la dimen-
sione del problema su Inter-
net. Questa mattina Papa
Francesco chiederà di passa-
re all’azione con un forte ap-
pello perché si chiuda il gap
fra aziende hi-tech, legislato-
ri e magistrati. E alla Pontefi-
cia Academia Scientiarium
le aziende ci saranno tutte:
Facebook, Google, Micro-
soft, Apple, Amazon. Guida-
ti fra gli altri dal Professor Er-
nesto Caffo, fondatore del
Telefono Azzurro, si confron-
teranno esperti, leader reli-
giosi anche di religione isla-
mica ed ebraica; aziende
hi-tech, Ong, legislatori e au-
torità sia europee che inter-
nazionali, come il Vice Pri-
mo ministro degli Emirati
Arabi Uniti Sheik Saif Bin
Zayed, la Regina di Svezia o
il Segretario di Stato, il Cardi-
nale Parolin.
«È essenziale dialogare
per trovare una soluzione al-
la possibilità che pedofili cri-
minali possano compiere in-
disturbati le loro malefatte
sulla rete» mi dice ancora
Vance. E mi propone di visi-
tare il laboratorio d’avan-
guardia che contribuisce al-
la ricerca di prove in appa-
renza impossibili di atti cri-
minali contro l’infanzia. «Il

nostro Cybercrime Bureau,
si occupa di tutto, dal terro-
rismo al riciclaggio di dena-
ro sporco – racconta Vance


  • ma la vera innovazione,
    nel 2014, è stata l’unità de-
    dicata al traffico sessuale
    ed umano, la Human Traf-
    ficking Response Unit, tre
    supervisori e 18 avvocati de-
    dicati solo al perseguimen-
    to del traffico dei minori».


Come nella fantascienza
Entrare nel laboratorio con-
tro il «sex trafficking», off li-
mits, al sesto piano di 80
Centre Street, è come fare
un balzo nel futuro. Dagli
ambienti tradizionali di One
Hogan Place, pile di docu-
menti cartacei, si passa a un
ambiente asettico e fanta-
scientifico, luci soffuse, com-
puter che elaborano dati in
continuazione proiettando-
li su schermi giganti colorati
per seguire le evoluzioni del-
le ricerche operative. Prima
fra tutte quella per decodifi-
care telefoni cellulari seque-
strati sul luogo del crimine,
prove essenziali per l’incri-
minazione, che non posso-
no essere «aperti»: «Abbia-
mo introdotto due strumen-
ti chiave, il primo e’ una piat-
taforma digitale per scanda-
gliare sulla “dark web” mi-
lioni di messaggi, avvisi
pubblicitari, foto sospette
perché oggi la chiave è gio-
care d’anticipo, intercetta-
re ad esempio l’adescamen-

to nel momento in cui si veri-
fica e bloccarlo. Il secondo è
l’unità speciale che cerca di
decodificare gli accessi ai
cellulari», afferma Vance, e
mi presenta Steve Moran,
l’ingegnere digitale che se-
gue l’operazione decodifica-
zione. Per entrare nel suo la-
boratorio si passa per com-
partimenti stagni off limits.
Dentro ci sono centinaia di
cellulari collegati da cavetti
a computer speciali che li at-
taccano milioni di volte 24
ore su 24 per cercare la com-
binazione d’accesso. «È così
che troviamo le prove chia-
ve per incriminare il sospet-
to di uno stupro, di un se-
questro con adescamento,
ma la battaglia è difficile»,
mi dice Moran.

Giocare d’anticipo
È proprio la crittografia dei
cellulari o l’impossibilità di
giocare d’anticipo sui video
streaming a rendere il lavoro
dei magistrati molto diffici-
le. Le aziende hi-tech hanno
messo a punto programmi
per intercettare messaggi so-
spetti, ma difendono la crit-
tografia perché, affermano,
di dover proteggere anche
coloro che rischiano la vita
in paesi con regimi autorita-
ri. È questo uno dei problemi
chiave da risolvere: trovare
il giusto equilibrio per impe-
dire che la tutela del diritto
civile metta a rischio una li-
bertà individuale. Intanto il
problema cresce: immagini
pornografiche illegali di mi-
nori, anche di bambini di
due o tre anni, sono passate
dalle 100.000 di dieci anni fa
a 45 milioni nel 2018. «Ho ca-
pito molto presto che dove-
vamo fare da soli - mi dice an-
cora Vance - dai 14 miliardi
di dollari di multe che abbia-
mo accumulato in dieci anni
per attività irregolari delle
banche, un miliardo di dolla-
ri è rimasto a noi, da investi-
re per il nostro lavoro. Abbia-
mo investito nella polizia e
nel sociale a Manhattan, ma
una parte l’ho destinata alla
creazione del Lab». Vance
ha lavorato con il Darpa,
(Defence Advance Research
Project Agency) l’agenzia
del Pentagono per progetti
di ricerca avanzati (lanciò
Arpanet nel 1969, il precur-
sore di Internet). Darpa ha
investito 70 milioni di dolla-
ri nella piattaforma ideata
da Vance e il suo team, altri
12 milioni li ha messi lo stes-
so ufficio di Vance. La piatta-
forma per scandagliare la re-
te è in funzione dal 2017, do-
po 3 anni di lavoro, costa 3
milioni di dollari all’anno
ma è condivisa gratuitamen-
te con 170 altre agenzie, pro-
cure, servizi, uffici di poli-
zia, 100 in America e 70 in-
ternazionali.

Il male del nostro tempo
Che da 14 miliardi di multe
per irregolarità delle banche
si possa destinare un miliar-
do a una singola procura di-
strettuale perché lo investa
contro il crimine o in servizi
sociali credo sia possibile so-
lo in America.
E solo per la determinazio-
ne di un procuratore come
Vance, deciso a sconfiggere
uno dei grandi mali del no-
stro tempo, di cui, purtrop-
po, l’opinione pubblica si oc-
cupa ancora troppo poco. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

MARIO PLATERO
NEW YORK

I DIRITTI DEI BAMBINI

MARIO PLATERO
NEW YORK
Cyrus Vance, eletto nel
2011 procuratore distret-
tuale a Manhattan, aveva
deciso già nel 2014 di inve-
stire in mezzi digitali futu-
ristici per combattere una
lotta senza quartiere con-
tro le violazioni della di-
gnità dei minori su Inter-
net. «Sex trafficking, por-
nografia infantile, bulli-
smo, stupri in video strea-
ming persino di piccoli di
pochi anni, sono in cresci-
ta esponenziale, ma l’opi-
nione pubblica resta di-
staccata» mi dice Vance in
un’intervista esclusiva
concessa a La Stampa.
I video sui minori
Siamo nel grande stu-
dio di Vance, ottavo piano
di One Hogan Place. Indi-
rizzo leggendario perché
è qui che 600 magistrati e
800 funzionari combatto-

no crimini di ogni genere
in questa città globale:
hanno già debellato 18
gang criminali, smasche-
rato mercanti di armi
(3000 sequestri!), arresta-
to trafficanti di droga, as-
sassini, perseguito truffe
e violazioni di embargo di
«colletti bianchi» e grandi
banche internazionali; l’i-
struttoria più «calda»?
Quella contro Harvey
Weinstein. La novità più
importante? La creazione
di una nuova unità contro
criminali che, grazie alla
crittografia e al video
streaming, adescano e cor-
rompono minori sia nel
«dark web» che su Inter-
net. Il fenomeno della vio-
lazione dei minori su Inter-
net è esplosivo, orrendo
nelle sue manifestazioni,
devastante per le conse-
guenze sulla crescita dei
ragazzi che formeranno le
prossime generazioni e ri-
guarda milioni di giova-
nissimi nel mondo. Recen-
temente il New York Ti-
mes - prima volta per un
main stream internaziona-
le – ha dedicato due am-
pie inchieste alla sfida per
la protezione dei minori.
E da oggi se ne discuterà
ai massimi vertici in Vati-
cano, in un convegno inti-
tolato: «Promuovere la di-
gnità digitale dei bambi-
ni». Già nel 2017 Papa
Francesco, dopo essere
stato esposto alla piaga
della pedofilia che aveva
colpito la Chiesa, ha volu-
to comprendere quanto
vasta fosse la dimensione
del problema su Internet.
Questa mattina Papa Fran-
cesco chiederà di passare
all’azione con un forte ap-
pello perché si chiuda il
gap fra aziende hi-tech, le-
gislatori e magistrati. E al-
la Ponteficia Academia
Scientiarium le aziende ci
saranno tutte: Facebook,
Google, Microsoft, Apple,
Amazon. Guidati fra gli al-
tri dal Professor Ernesto
Caffo, fondatore del Tele-
fono Azzurro, si confron-
teranno esperti, leader re-
ligiosi anche di religione
islamica ed ebraica; azien-
de hi-tech, Ong, legislato-
ri e autorità sia europee
che internazionali, come
il Vice Primo ministro de-
gli Emirati Arabi Uniti
Sheik Saif Bin Zayed, la
Regina di Svezia o il Segre-
tario di Stato, il Cardinale
Parolin.
«È essenziale dialogare
per trovare una soluzione
alla possibilità che pedofi-
li criminali possano com-
piere indisturbati le loro
malefatte sulla rete» mi di-
ce ancora Vance. E mi pro-
pone di visitare il laborato-
rio d’avanguardia che con-
tribuisce alla ricerca di
prove in apparenza impos-
sibili di atti criminali con-
tro l’infanzia. «Il nostro Cy-
bercrime Bureau, si occu-
pa di tutto, dal terrorismo
al riciclaggio di denaro
sporco – racconta Vance –
ma la vera innovazione,
nel 2014, è stata l’unità de-
dicata al traffico sessuale
ed umano, la Human Traf-
ficking Response Unit, tre
supervisori e 18 avvocati
dedicati solo al persegui-
mento del traffico dei mi-
nori».
Come nela fantascienza
Entrare nel laboratorio
contro il «sex trafficking»,
off limits, al sesto piano di
80 Centre Street, è come
fare un balzo nel futuro.
Dagli ambienti tradiziona-
li di One Hogan Place, pile
di documenti cartacei, si
passa a un ambiente asetti-
co e fantascientifico, luci
soffuse, computer che ela-
borano dati in continua-
zione proiettandoli su
schermi giganti colorati
per seguire le evoluzioni
delle ricerche operative.
Prima fra tutte quella per
decodificare telefoni cellu-
lari sequestrati sul luogo
del crimine, prove essen-
ziali per l’incriminazione,
che non possono essere
«aperti»: «Abbiamo intro-
dotto due strumenti chia-
ve, il primo e’ una piatta-
forma digitale per scanda-
gliare sulla “dark web” mi-
lioni di messaggi, avvisi
pubblicitari, foto sospette
perché oggi la chiave è gio-
care d’anticipo, intercetta-
re ad esempio l’adesca-
mento nel momento in
cui si verifica e bloccarlo.
Il secondo è l’unità specia-
le che cerca di decodifica-
re gli accessi ai cellulari»,
afferma Vance, e mi pre-
senta Steve Moran, l’inge-
gnere digitale che segue
l’operazione decodifica-
zione. Per entrare nel suo
laboratorio si passa per
compartimenti stagni off
limits. Dentro ci sono cen-
tinaia di cellulari collegati
da cavetti a computer spe-
ciali che li attaccano milio-
ni di volte 24 ore su 24 per
cercare la combinazione
d’accesso. «È così che tro-
viamo le prove chiave per
incriminare il sospetto di
uno stupro, di un seque-
stro con adescamento, ma
la battaglia è difficile», mi
dice Moran.
Giocare d’anticipo
È proprio la crittografia
dei cellulari o l’impossibili-
tà di giocare d’anticipo sui
video streaming a rende-
re il lavoro dei magistrati
molto difficile. Le aziende
hi-tech hanno messo a
punto programmi per in-
tercettare messaggi so-
spetti, ma difendono la
crittografia perché, affer-
mano, di dover protegge-
re anche coloro che ri-
schiano la vita in paesi
con regimi autoritari. È
questo uno dei problemi
chiave da risolvere: trova-
re il giusto equilibrio per
impedire che la tutela del
diritto civile metta a ri-
schio una libertà indivi-
duale. Intanto il proble-
ma cresce: immagini por-
nografiche illegali di mi-
nori, anche di bambini di
due o tre anni, sono passa-
te dalle 100.000 di dieci
anni fa a 45 milioni nel


  1. «Ho capito molto
    presto che dovevamo fare
    da soli - mi dice ancora
    Vance - dai 14 miliardi di
    dollari di multe che abbia-
    mo accumulato in dieci an-
    ni per attività irregolari
    delle banche, un miliardo
    di dollari è rimasto a noi,
    da investire per il nostro
    lavoro. Abbiamo investito
    nella polizia e nel sociale a
    Manhattam, ma una par-
    te l’ho destinata alla crea-
    zione del Lab». Vance ha
    lavorato con il Darpa, (De-
    fence Advance Research
    Project Agency) l’agenzia
    del Pentagono per proget-
    ti di ricerca avanzati (lan-
    ciò Arpanet nel 1969, il
    precursore di Internet).
    Darpa ha investito 70 mi-
    lioni di dollari nella piatta-
    forma ideata da Vance e il
    suo team, altri 12 milioni
    li ha messi lo stesso ufficio
    di Vance. La piattaforma
    per scandagliare la rete è
    in funzione dal 2017, do-
    po 3 anni di lavoro, costa
    3 milioni di dollari all’an-
    no ma è condivisa gratui-
    tamente con 170 altre
    agenzie, procure, servizi,
    uffici di polizia, 100 in
    America e 70 internazio-
    nali.
    Il male del nostro tem-
    po
    Che da 14 miliardi di
    multe per irregolarità del-
    le banche si possa destina-
    re un miliardo a una singo-
    la procura distrettuale per-
    ché lo investa contro il cri-
    mine o in servizi sociali
    credo sia possibile solo in
    America.
    E solo per la determina-
    zione di un procuratore
    come Vance, deciso a scon-
    figgere uno dei grandi ma-
    li del nostro tempo, di cui,
    purtroppo, l’opinione pub-
    blica si occupa ancora
    troppo poco. —
    c BY NC ND ALCUNI DI-
    RITTI RISERVATI


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