La Stampa - 14.11.2019

(Brent) #1
Sarah Scaparone

Cucina —

L’INSTANCABILE

RISALITA

DELL’ANGUILLA

Questo pesce catadromo, che dal fiume migra verso il mare

per riprodursi e poi ritorna al punto di partenza,

viene consumato meno in casa ma conquista gli chef

Bottura: “Mi piace perché ha una grandissima duttilità”

In Italia la produzione annuale di
anguille è di 800 tonnellate. I
maggiori allevamenti si trovano
nella Pianura Padana, a Lodi, a
Padova e a Treviso ma importan-
ti sono anche le zone costiere di
Sardegna, Veneto, Friuli Venezia
Giulia, Emilia Romagna e Puglia

n. 75

ALAMY

tuttigusti

L’anguilla preparata da Matteo Felter a
Gardone Riviera (Bs) è alla griglia e lacca-
ta con una riduzione di birra

A CURA DI
ELISABETTA PAGANI

contatto
[email protected]

DAVIDE DUTTO
Quella servita a La Tavola di Riccardo Basset-
ti viene prima cotta a bassa temperatura,
poi grigliata a fuoco vivo e quindi laccata con
aceto balsamico e passata in forno

PAOLO PICCIOTTO

Marco Sacco al Piccolo Lago la lavora per
renderla elegante, la sgrassa alla brace e la

U rende morbida cuocendola per 8 ore a 80°


n’anguilla che risale il fiume
Po è il piatto italiano più
conosciuto dedicato a
questo straordinario pesce
migratore apprezzato in
tutto il mondo. E da questa
settimana, dopo otto anni
di assenza, ritorna in carta
all’Osteria Francescana
di Modena: «Si tratta di un
piatto iconico del nostro
menù che avevo tolto per

non degenerarlo - spiega lo chef Massimo
Bottura -. Gli elementi sono rimasti i
medesimi individuati allora per raccontare il
viaggio dell’anguilla che risale la corrente: ci
sono la mela campanina, la crema di polenta
tostata, la polvere di cipolla bruciata e
ovviamente l’anguilla che viene laccata con la
saba». Emiliano, cresciuto in una terra dalla
grande tradizione gastronomica legata
anche a questo pesce, Bottura gli dedica,
negli anni, numerose interpretazioni come
quel Questa non è una sardina (cialda di pane
con crema di anguilla), Autumn in New York
come viaggio dell’Anguilla o il recente Risotto
all’anguilla affumicata in carta alla

Franceschetta: «L’anguilla ha una
grandissima duttilità in cucina, ma è un
elemento che devi conoscere bene perché,
essendo molto grasso, se non è lavorato nel
modo giusto può essere indigesto».

Capitoni o buratelli
Chiamate anche capitoni se femmine, o
buratelli se maschi, le anguille hanno
abitudini catadrome, ossia migrano verso il
mare per riprodursi: «Tutte le anguille
presenti in Italia - spiega Gianpaolo
Gibertoni, veterinario ittiologo - si danno
appuntamento alle foci dei grandi fiumi per
iniziare una migrazione riproduttiva che le
porterà nel Mar dei Sargassi. Qui si
riprodurranno e, sfruttando le correnti
dell’Atlantico, inizieranno una migrazione
inversa che le porterà verso le acque di
provenienza, mosse da stimoli olfattivi ed
elettromagnetici». Da qui inizierà una fase di
risalita verso i fiumi e i laghi in cui, negli
anni, cresceranno fino a quando saranno
pronte, a loro volta, per la riproduzione.
In Italia la produzione annuale è di circa
800 tonnellate: «La Pianura Padana, Lodi,
Padova e Treviso sono le zone con i più grandi
allevamenti, ma importanti sono anche le
zone costiere di Sardegna, Veneto, Friuli,
Emilia Romagna e Puglia», spiega Andrea
Fabris, direttore Associazione piscicoltori
italiani. Seppur i consumi siano stabili, per la
sua difficoltà di esecuzione e per il cambio di
stili di vita, l’anguilla è sempre meno
consumata tra le mura domestiche, ma è
sempre più elemento di distinzione nelle
cucine finedining di tutto il mondo: dal
Giappone alla Francia (un esempio per tutti
è il Soufflé morbido al formaggio con salsa di
spinacio, estratto di formaggio Comtè e grasso
di anguilla preparato al Pavillon Ledoyen di
Parigi). E in Italia? All’Antica Corona Reale di
Cervere (Cuneo) l’anguilla viene servita in
tutte le stagioni e racconta la storia di questo
locale, mentre al Piccolo Lago di Verbania è
cotta alla brace con legno di faggio per poi
essere pulita, richiusa e cotta ancora per otto
ore a 80°. E se a Milano da Bu:r si serve con
caviale italiano, insalatina di marasche,
fagiolini e melissa, è sui laghi e sulle coste
venete che viene celebrata ai massimi livelli.
Ecco che La Tavola di Laveno Mombello (Va)
la propone con un marshmallow di
consommé di anguilla accompagnata a uno
zabaione di arancia, mentre se al Grand Hotel
Fasano di Gardone Riviera (Bs) si serve alla
griglia con una riduzione alla birra, al Venissa
di Mazzorbo (Ve) è preparata con acetosa,
kombucha di rose e rapa rossa. —
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40 — Italia

Il vino che rinasce

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38 — Fiandre

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ELISABETTA PAGANI

S

37
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