Corriere della Sera - 01.11.2019

(C. Jardin) #1


CorrieredellaSeraVenerdì1Novembre2019 11


Primopiano Ilcaso


Segre:delusa estupitadalleastensioni


Gli ebreieilV aticano criticano il centrodestra. Berlusconi: noastrumentalizzazioni. Monito di Mattarella


ROMA«Sono rimasta delusa e
stupita».Così la senatriceLi-
liana Segre, 89 anni, il giorno
dopo ilvoto che ha spaccato il
Senato sullacommissione da
lei proposta percontrastare
«intolleranza, razzismo, anti-
semitismoeistigazione al-
l’odio e alla violenza». Alla fi-
ne lacommissione nasce gra-
zie ai 151 sì. Ma a scatenare la
bufera sono le 98 astensioni
arrivatedal centrodestra.
«Molti mi hanno manifestato
solidarietà, ma sono rimasta
male — racconta la senatrice
—. Ho notato che all’esito del
voto i battimani nei mieicon-
fronti sono stati enormi, an-
che tra chi non havotato a fa-
vore. Ho pensato chefosse un
controsenso. C’èstata ovvia-


menteobbedienza ai gruppi,
ma perfortunac’è ancora chi
ragionacon la suatesta. Se il
Senatofossecompostoda
persone che dicono sì o no a
seconda delcomando ricevu-
to, ci sarebbe da piangere».
Èdell’uso politicodiuna
commissione nata su basi eti-
che che Segre non sicapacita.
«Sono al Senatoper caso, ci
sono arrivata a88anni, non
ho mai fatto politica e ragiono

in termini eticiemorali. Mi
sono rivolta allecoscienze,
pensavoche unacommissio-
ne contro l’odio dovesse esse-
re accettata da tutti. Mi sem-
bravaquasi banale», dicela
senatrice. Che ribadiscecome
non possa esistereundiritto
all’odio: «Perfortuna tantissi-
mi la pensano diversamente»,
commenta prima di sottoline-
areche «odiareèperdere
tempo prezioso, un peccato
verso se stessi» e che lacom-
missione serve perché «non si
può più rimanereindifferen-
ti. E lo dico io che l’odioce l’ho
scritto sul braccio».
Adesso lacommissione
prenderàforma: «Importante
che sicerc hi di prevenire
l’odio vistoche èdappertut-

to», spiega Segre a cui arriva il
sostegno di Comunità ebraica
eVaticano. Ruth Dureghello,
presidentedegli ebreiroma-
ni, non nasconde lo «sconcer-
to per l’astensione di alcune
forzepolitiche».Eilsegreta-
rio diStatovaticano, Pietro
Parolin, esprime «preoccupa-
zione» per quanto accaduto. Il
leader di FI Silvio Berlusconi
invita però a «non strumenta-
lizzare» ilvoto del suo partito.
Mentredal capo delloSta-
to,Sergio Mattarella, arriva
un monito: «Nonvanno sotto-
valutatitentativi che negano o
vogliono riscriverelastoria»
per «alimentare, discrimina-
zioni e odio».
AndreaArzilli
©RIPRODUZIONERISERVATA

IlQuirinale
«Nonbisognamai
abbassarelaguardia
suchivuole
riscriverelastoria»

InAulaLiliana
Segre,89anni,
senatriceavita,
ieridopoilvoto
peristituirela
Commissione
perilcontrasto
deifenomenidi
intolleranza,
razzismoe
antisemitismo

Ildiario
«Io non amerei la patria?

Ecco cosa dissi auna ragazza


dentro al lager di Birkenau»


diLilianaSegre


Dopo ilvoto al Senato sullacommissione per ilcontrasto
dei fenomeni d’intolleranza, razzismo, antisemitismo,
istigazione a odio e violenza, la senatrice a vita Liliana Segre
consegna al «Corriere» untestodimolti annifa sulla
prigionia ad Auschwitz-Birkenau. «Visto che l’opposizione
pensa che non mi occupi di patriaefamiglia, da questa
pagina si evince — dice Segre — che già nel lager amavo la
mia patria, anche se mi aveva mandato lì».

1944,Lastanza
La stanza era grande, lunga e
stretta e vuotacompletamen-
te. C’erano due porte e una fi-
nestra piccola, vicino alla fi-
nestra la stufa.
La stufa era diferro, era ap-
pena tiepida ma quel leggero
tepore era annullato dallacor-
rentegelida chevenivadalla
finestra.Stavoattaccata alla
stufa e guardavo fuori la diste-
sa di neveelemacchie indi-
stinte delle prigioniere in fila,
lontanoverso i fili spinati.
Avevouna consapevolezza
nuova della mia nuditàedel
mio cranio rasato. La rasatura
era stata crudele, la macchi-
netta passava duramente sul-
la povera testa quasi ormai
pelata. I mieicapelli neri lun-
ghi, ricci, ribelli erano perter-
ra enon avevopotutotenere
per me neanche il nastrino
verdeche li legavanella mia
vita precedente.
Non ero mai statacosì sola
e così infelice. Le ore passava-
no e ogni tanto entravano dei
soldati, mi guardavano, ride-
vano, scambiavano una battu-


ta di spregio.Avevo fame, sete
efreddo. Nessuno mi diede
nulla né da berenédaman-
giare né da asciugarmi, dopo
la doccia rimasi bagnata men-
tre aspettavo che i miei stracci
venissero disinfestati.
* * *
La scoperta di un pidocchio
sulla mia faccia e il mio gesto

di ribrezzo disperato avevano
attrattol’attenzione della ka-
pò che mi aveva mandato su-
bito alla disinfestazione e alla
rasatura: io, lafortunata alla
quale un mese prima all’arri-
vo a Birkenau non erano stati
tagliati icapelli per uncapric-
cio della sorvegliante, nell’in-
vidia delle altreprigioniere.
La mia faccia eraterribile ri-
flessa nelvetro. Mi facevo pa-
ura,volevogridare,volevo
piangere,volevo urlare la mia
disperazione a quel cielo gri-
gio: era inutile.
Dopo oreentròuna ragaz-
za. Avrà avutoforse due o tre
anni più di me, anche lei nuda
edisperata. Si avvicinò alla
stufaeciguardammocon
pietà fraterna, già amiche, già
sorelle,con occhi adulti.Ten-

tammo in tutti i modi di par-
lare ma non cicapivamo asso-
lutamente(forse eraceco slo-
vacca oucraina)eallora non
so più a chi delle duevenne in
mente ditentarecon il latino
scolasticodelle nostreprime
frasi delle scuole medie,così
lontane da lì.
Efufantasticopoterci
scambiaredolci brevissime
frasi:Patriameapulchraest
(«La mia patria è bella»),Fa-
miliameadulcisest(«La mia
famiglia è dolce»),Cormeum
etanimameatristessunt(«Il
mio cuore e la mia anima so-
no tristi»). Fu moltoimpor-
tantequel momentoeanche
se non ho mai saputo il nome
di quella ragazza,conlei ho
vissutoun’altissima affinità
spirituale e la massimacondi-
visione in unacondizione
umana bestiale.
Grazie amicaignota, spero
che tu siatornata a raccontare
di quel giorno di marzo
nella «Sauna» di Birkenau.
(Testoraccolto
daAlessiaRastelli)
©RIPRODUZIONERISERVATA

❞Entrò una
ragazza.
Avrà avuto
due otre
anni più di
me, anche
lei nuda e
disperata. Si
avvicinò
alla stufa, ci
guardam-
mo con
pietà
fraterna, già
amiche, già
sorelle

L’intervista


Ilvicepresidenteazzurro


ROMA«Mi pare che siaveramente un grande
equivoco, nessuno può pensare aForza Italia
che non si schieracontro l’antisemitismo.
Siamo laforza politica che più si è schierata a
favore di Israele, ho accompagnato io più
volte Berlusconi a Gerusalemme, e Berlusconi
da presidente del Consiglio ha ribaltato la
nostra politica estera a favore di Israele. È
diventata una polemica politica e non sui
valori: noi non siamo secondi a nessuno sulla
difesa di Israele, il clima politico ha
sicuramente influito ma non ha nulla avedere
con la nostra posizionecontro il razzismo e
contro l’antisemitismo».
Presidente AntonioTajani e allora perché
due giornifa vi siete astenuti in Senato?
«È stata una strumentalizzazione, basata su
un problema giuridico: nessuno ci può
accusare di nulla visto che anche la nostra
mozione istituiva una Commissione per icasi
come quello della signora Segre».
Non è statocomunque un bello
spettacolo.
«Guardi nessuno può dare lezioni aForza
Italia. Io ho organizzato una giornatacon tutte
le comunità ebraiche d’Europa, mi hanno
anche intitolato un bosco, e nella mia
scrivaniac’è una preziosaTorah in unateca di

vetro».
Ma il problema giuridico non si poteva
evitare e dare una prova di unità?
«Non ero in Senato, ma la politicizzazione
della vicenda mi sembra evidente. Il governo
Berlusconi è stato quello più vicino a Israele,
siamo stati piùvolte attaccati per essere
troppo schierati a favore diTel Aviv».
Ma ilvostro testo cosa diceva?
«Io so chec’era un problema giuridico sul
reato d’opinione, ma sulresto il nostrotesto
non faceva alcuna differenza. È una
strumentalizzazione chiara a tutti, iltesto di
Forza Italia istituiva la Commissionecome il
testo che è statovotato».
Cosa si sente di dire alla senatrice Segre.
«Io da presidente delParlamento europeo
nella plenaria ho organizzato una giornata
per l’Olocausto. Sulla signora Segre siamo
sempre stati solidali, ci mancherebbe: è la
storia, siamo stati persino accusati di essere
filoisraeliani, nessuntentennamento sulla
memoria. Noi siamo vicini alla signora Segre,
sono degli infamicoloro che la insultano in
modo indegno, ha tutto il nostro rispetto, la
nostra vicinanza e la nostraconsiderazione e
sono dei vigliacchi quelli che l’attaccano sui
social per poi magari nascondersi.
Dovrebbero essere puniti, e la sinistra si faccia
qualche domanda sulle posizioni che ha
sempretenuto.Per quelli che fanno delle
minacce a una signora che è stata in un
campo diconcentramento e ha subito quello
che ha subito,c’è unacondanna senza se e
senza ma. Ma usciamo anche dall’equivoco:
non era untesto legislativo, era untesto per
l’istituzione di unacommissione,cosa che
vogliamo anche noi, il problema è che
bisognacominciare ad educare nelle scuole,
quando si brucia la bandiera di Israele perché
non insorge mai nessuno, tutticontro Israele
e il suo diritto ad esistere e noi siamo gli unici
ad intervenire sempre».
MarcoGalluzzo
©RIPRODUZIONERISERVATA

Tajani: un equivoco


FI è la più schierata


a favore di Israele


InsinagogaAntonioTajani,66anni,aMilanonel


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