Corriere della Sera - 01.11.2019

(C. Jardin) #1


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ESTERI

Venerdì1Novembre2019CorrieredellaSera


Il mondo nuovo esenza regole


della politica (con le fake news)


●I social network


SEGUEDALLAPRIMA


È


un mondo nuovoe nonregolato (ocon
normeconcepite per un’altrarealtà) nel
quale gli strumenti di analisi e
comunicazione e l’uso del microtargeting —
nelcommerciocome in politica — sono
diventati talmente potenti e sofisticati da
poter essere usaticome armi che mettono in
pericolo la democrazia. Se ne èvantato tante
volte, prima in riunioni riservate, poi anche
nelle presentazioni pubbliche ai potenziali
clienti, perfino Alexander Nix, il geniale e
diabolicocapo di Cambridge Analytica,
prima di essere travolto dallo scandalo

dell’uso illegale dei dati diFacebook per
favorire lacampagna 2016 di Donald Trump:
«Noi non siamo un’agenzia di pubblicità, ma
una società che usa la scienza dei dati e la
psicografica per influenzare il
comportamento delle persone e anche il loro
voto». Quello che è accaduto nel 2016 non è
uncaso isolato: la Scl, società britannica,
madre di Cambridge Analytica, hacondotto
per oltrevent’annicampagne miranti ad
alterare il risultato di elezioni in moltiPaesi,
dalla Nigeria all’Indonesia. Prima di
inciampare nello scandalo, Nix non ne
faceva mistero (e parlava della raccolta di
daticome di una «corsa agli armamenti»)
perché aveva tra i suoi clienti anche alcuni
governi occidentali e la Nato che usavano le

suecampagne psicologiche anche per
cercaredi arginare la diffusione delle
ideologieterroriste di Al Qaeda e dell’Isis nel
mondo islamico. Ma,come scrive il
president di Microsoft Brad Smith nel suo
recente «Tools andWeapons», un saggio nel
quale chiede ai governi diregolamentare
tecnologie ormai troppo potenti, questi
strumenti digitali stanno diventando un
pericolo per la democrazia: sono usati da
molticome armi anzichécome attrezzi
socialmente utili.
Perché ci svegliamo ora se le
manipolazionivanno avanti davent’anni?Per
due motivi: il primo è che lecampagne nei
Paesi delTerzo mondo «non facevano

notizia». La stampa anglosassone è scesa in
campo quando nel mirino sono finiti Brexit e
le presidenziali americane. Il secondo è che
la potenza degli strumenti psicologici è
enormemente aumentatacon lo sviluppo di
big data e deicanali dellereti sociali: Nix
sosteneva di avere un databasecon 240
milioni di cittadini americani, ognuno dei
quali profilatocon una media di cinquemila
dati. Sceglieva gli elettori in bilico e li
raggiungeva via social networkcon messaggi
personalizzati. Cambridge Analytica nonc’è
più, ma, in assenza diregole, negliUsa
questetecniche stanno diventando di uso
comune nelle battaglie elettorali. E la
diffusione di nuove, inquietantitecnologie
come il deepfake (filmati falsi)renderà tutto
ancor piùcaotico. Elezioni falsate?Forse, ma
basta già l’inevitabile diffusione di
disaffezione e cinismo per minare
ulteriormente la democrazia. L’uomo della
strada può non saperlo, ma Zuckerberg lo sa
benissimo.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Confronto


●Jack Dorsey,
42 anni, a capo
di Twitter, ha
annunciato che
la piattaforma
non ospiterà
più pubblicità
politica a
partire dal 22
novembre. La
rinuncia
riguarda tutti i
Paesi del
mondo, ma la
decisione è
stata presa
sulla spinta
delle
polemiche
negli Usa in
vista delle
presidenziali
nel 2020

●Il potere
della pubblicità
su Internet,
dice Dorsey,
«comporta
rischi
significativi per
la politica, dove
può essere
usato per
influenzare voti
che toccano la
vita di milioni di
persone»

●Mark
Zuckerberg, 35
anni, fondatore
di Facebook,
non ci sta a
togliere gli spot
politici dal suo
social network:
«Difficile
stabilire dove
tirare una linea
chiara di
demarcazione.
Vogliamo
bloccare le
inserzioni su
temi importanti
come ilclimate
changeo
l’avanzamento
sociale delle
donne?»

Aunanno dalvoto Usa


Dorseyannuncia lo stop


alle inserzionielettorali


Zuckerberg: «Noi andiamo


avanti. Enon perisoldi»


Twitter-Facebook


La sfida degli spot


WASHINGTONLa svolta di Twit-
ter divide i partiti americani e
innescauna discussione di
interesse mondiale. IeriJack
Dorsey, 42 anni,fondatoree
amministratore delegato del-
la società, ha annunciato che
la piattaforma non ospiterà
più pubblicità politica a parti-
redal prossimo 22 novembre.
La rinuncia riguarda tutti iPa-
esi del mondo, ma la decisio-
neèstata presa sulla spinta
delle polemiche negliStati
Uniti, nel mezzo dellacampa-
gna per le primarie democra-
tiche e in vista delle presiden-
ziali nel 2020.
Scrive Dorsey, naturalmen-
tesul suo account Twitter:
«La pubblicità su Internet è
incredibilmentepotentee
moltoefficaceper gli inser-
zionisticommerciali; ma
questopotere comporta ri-
schi significativi per la politi-
ca, dovepuò essere usato per
influenzarevotichetoccano
la vita di milioni di persone».
BradParscale, 43 anni,ca-

po dellacampagna, di Donald
Trump,èduro: «Una scelta
davvero molto stupida». E an-
cora: «Questoèl’ennesimo
tentativodisilenziareicon-
servatori».Potrebbe sembra-
reun’affermazione parados-
sale, vistoche il suocapo, il
presidenteamericano, detta
quotidianamentel’agenda al
Paese e al mondocon i tweet,
seguiti da 66 milioni difol-
lower.
Inrealtà «iconservatori»,
sottolaguida dello stesso
Parscale, sono più avanti di
tutti gli altri avversari demo-
cratici nella dimensione digi-
tale. La strategia tiene insie-
me diversicanali dicomuni-
cazione che partedall’ac-
count di Trump, passa dai
gruppi di fan, fino agli spot a
pagamentomirati su singoli
segmenti dell’elettorato. Il

problema, però,ècome ga-
rantireall’opinione pubblica
che la propaganda,repubbli-
canaodemocraticache sia,
noncontenga palesi falsità
sugli avversari, incitamenti
all’odio ecosì via. Iltema è da
mesi alcentro delconfronto.
Efinora il network più inve-
stitodalle polemicheèstato
Facebook, non Twitter.
Il 24ottobrescorso Mark
Zuckerberg siètrovatoin
grande imbarazzo in un’audi-
zione al Congresso, specie
quando la deputata radical
Alexandria Ocasio-Cortez gli
ha chiestoseFacebookfosse
«in grado dicontrollare lave-
ridicità delle inserzioni pub-
blicitarieapagamento». Ri-
sposta: «Riteniamo sia giusto
tutelarelalibertà di espres-
sione di tutti, politicicompre-
si. Sarà poi il pubblico a giu-
dicare». «Quindi–haconti-
nuatoOcasio-Cortez–iopo-
trei fare uno spot suFacebook
sostenendo che irepubblica-
ni appoggiano il mio piano
sull’ambiente?».
Jack Dorsey sièinseritoin
questa disputa,con una mos-
sa che appareanche un’ope-

razione di marketing. Haotte-
nuto, però, solo un moderato
consenso traidemocratici.
Ocasio-Cortez ha osservato
che «se un social non è in gra-
do di garantireilfact-che-
cking degli spot politici, allo-

ra fa benearinunciare».Joe
Biden, l’exvicepresidente
candidatonelle primarie per
le presidenziali, ha notato che
«è un peccatodoverfarea
meno di questostrumento,
perché non si è in grado di ge-
stirlo in modocorretto».
EZuckerberg? Ilfondatore
diFacebook non si smuove.
Ieri ha saputo di Twitter men-
tre stava facendo una «confe-
rencecall»con gli investitori.
Questa la suareazione: «An-
che io avevo pensato ditoglie-
regli spot politici, ma è diffi-
cile stabiliredovetirarelali-
nea.Vogliamoveramente
bloccarele inserzioni sutemi
importanticome ilclimate
changeol’avanzamentoso-
ciale delle donne?». E aggiun-
ge che non è una questione di
soldi: «Ci aspettiamo che per
il prossimo anno i ricavi dalle
inserzioni politiche siano pa-
ri allo 0,5% del nostro fattura-
to».
Per mettere lecose in chia-
ro: i ricavi diFacebook si aggi-
rano sui 66 miliardi di dollari:
la politica, dunque,rende sui
330 milioni di dollari l’anno.
©RIPRODUZIONERISERVATA

dalcorrispondente
GiuseppeSarcina

diMassimoGaggi



La pagina


GLIANNUNCI


Una pagina di ricercasulle inserzioni
politiche pubblicate ieri daFacebook. Il
social network hacome linea guida la
completa libertà di espressione, anche se
si traduce in slogan di parte o nella
pubblicazione di notizie palesemente
false. Banditi solo pornografia e odio

Stupida
Ilcapodellacampagna
diTrumpattacca
ilsocialdei«cinguettii»:
«Unasceltastupida»

Papà
Mark Zuckerberg, 35 anni, è il
presidente e amministratore
delegato di Facebook. Sposato con
Priscilla Chan, ha due figli: Maxima
e August Chan. Il suo patrimonio
netto è di 70, 3 miliardi di dollari

Apiedi
Jack Dorsey, 42 anni, fondatore
di Twitter. Ha un patrimonio netto
di 4 miliardi di dollari. Ha studiato
informatica a New York, vive a San
Francisco. Ogni mattina fa 5 km
a piedi per andare a lavorare

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