Corriere della Sera - 01.11.2019

(C. Jardin) #1


22 Venerdì1Novembre2019Corriere della Sera


apertamenteiPaesi che han-
no uno spazio finanziario che
consentirebbe lorodimettere
incampo una politicadibi-
lancio che stimoli l’econo-
mia. Ha chiestoapertamente
piùspesa pubblicaper chi ha
iconti in ordine e,cosa del
tuttoinusuale per un ban-
chierecentrale (seppurenon
ancora incarica), ha piùvolte
citatoGermaniaeOlanda per
direche noncapisceperché
non la facciano. Ovviamente,
aBerlinoc’èunacerta irrita-
zione: ilPaese ha un serio
problema di andamentode-
mograficoedicopertura del-
la spesa pensionisticafutura,
quindicercadi indebitarsi il
meno possibile. Anche gli
olandesi non hanno gradito.
Secontinuerà su questa stra-
da, dovrà mettereincontola
reazione dei governi, almeno
di quelli dell’Europacentrale
esettentrionale.
L’impressioneèche Lagar-
detenti di spostarel’azione
della Bcedalla semplicepoli-
ticamonetaria alla necessità
cheigoverni si adeguinoaes-
sa perrenderla più efficace,
come già sostenutodaDraghi
(ma in modo del tuttodiver-
so).Forse, la nuova presiden-
te si sentepiù sicura sulterre-
no delconfrontopoliticoche
su quello delle sceltemoneta-
rie. Dicerto, sullacoraggiosa
strada intrapresa troverà però
l’opposizione di alcuni gover-
ni, che dall’altodella lorole-
gittimità democraticanon
vorranno farsi direche non
praticano«abbastanza soli-
darietà»edettarelepolitiche
dalla Bce. In questacornice
—sidiceaFrancoforte—La-
garde vuole averesui media
una presenza pubblicapiù
frequentediquella di Draghi.
Inizia una nuova stagione a
Francoforte. La leadership di
ChristineLagarde saràcerta-
menteinteressante.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


diDarioDiVico


PILEOCCUPAZIONE,
ILRITORNOALLAREALTÀ
DOPOLAMANOVRA

L’


Istat ci riporta(fortunatamente)
alla realtà. Dopo mesi in cui il
discorso pubblico italiano è stato
monopolizzato dalla dialettica
provvedimenti finanziari-consenso
politico si torna a monitorare cosa sta
succedendo nell’economiareale. Non è
certo la prima volta che subito dopo il
ritorno dalleferie estive il bricolage
politico della manovra occupa
prepotentemente la scena, e oscura il vero
paesaggio, ma in quest’occasione abbiamo
avuto in più un appuntamento elettorale
(Umbria) che a sua volta ha già
confezionato un assist mediatico sulle
prossime urne (Emilia). L’Istat invece
costringe noi, ma soprattutto il governo in
carica, a guardare la vitareale e ci dice due
cose importanti per ciò che riguarda il Pil e
l’occupazione. Siamo dentro la
stagnazione maforse il peggio del peggio
potrebbe essere finito. Il timidissimo +0,1%
del terzo trimestre ‘19 viene interpretato
così dagli analisti, pur tra mille cautele. È
possibile che si tratti solo di un effetto
scorte, le aziende avrebbero ricominciato a
riempire i magazzini. Oppure può darsi
che gli stimoli monetari abbiano
cominciato a produrre i primi effetti.In
gioco c’è l’andamento del Pil del 2020 e
una politica chefosse capace di «stare sul
pezzo» potrebbe motivare le imprese a
investire la liquidità che oggi tengono
parcheggiata. L’occupazione, invece,
peggiora. I contratti a termine che
dovevano essere debellati dai
provvedimenti Dignità hanno toccato il
record storico (3,1 milioni) e i lavoratori
autonomi che dovevano aumentare per
effetto della mini flat tax sono diminuiti in
un anno di 115 mila unità. La morale che
ne se può trarre è lineare: le dinamiche che
muovono davvero i comportamenti di
famiglie e imprese non si possono
teleguidare, seguono sentieri lunghi e in
diversi casi tortuosi.Viene spontaneo
quindiraccomandare cautela agli amanti
della politica-spada siano essi i sovranisti
duri e puri o i nuovi giacobini gialli erossi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

●Ilcorsivodelgiorno


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I

nizia oggi l’era Lagarde alla
Bancacentrale europea. Sarà
decisamentediversa dagli
scorsiottoanni durante i qua-
li Mario Draghi hacambiato la
natura della Bce, ha applicato
politichemonetarie mai spe-
rimentateprima, ha datoal-
l’istituzione il ruolo di prota-
gonista pressoché unico nelle
scelte economiche nel Conti-
nente. A Francoforte si assicu-
ra che lacontinuità sarà laca-
ratteristicaprevalentedella
nuovapresidenza: inrealtà,
cambieranno il tipo di leader-
ship,lagestione delle analisi
finanziarie,irapporticoni
governi, le dinamiche interne
al Consiglio dei governatori, i
modi dicondurreleimpor-
tantissimeconferenze stampa
con le quali Christine Lagarde
parlerà ai mercati, la figura
pubblicadella nuovapresi-
dente. Moltissimo, dunque.
Lacontinuità ci sarà nel
senso che la politica moneta-
riaresterà quella in essere, al-
meno nei primitempi. Draghi
ha già impostato le scelte per i
prossimi mesi — tassi d’inte-
resse negativi allo 0,5%eun
nuovoround di acquisti di ti-
toli sui mercati —elescelte
espansivedell’economia an-
dranno avanticosì, altrimenti
le reazioni dei mercati sareb-
bero massicce. E, d’altra parte,
Lagarde ha chiaritodivolere
seguire la strada tracciata dal
suo predecessore. Anche la
decisione, rivelata ieri dal-
l’agenzia d’informazioniReu-
ters,che la presidenteman-
terràiconsulenti principali
che lavoravanoconDraghi, a
cominciaredaltedescoRo-
landStraub, è un segno cheva

in questa direzione. Laconti-
nuità sifermerà però qui e po-
trebbe anche non durareper
moltotempo.
Lagarde ne sa di economia:
nonostante diformazione sia
un avvocato, ha guidatoil
Fondo monetario internazio-
nale e, prima, il ministero del
Tesoro francese. Non ha però
esperienza di central
banking:sull’argomentosiè
sottoposta a uncrash-course,
uncorso iper-accelerato, nei
mesi scorsi, dopo essere stata
designata a guidare la Bce.
Unacosaèperòlateoria,
un’altra l’esperienza (Draghi
era governatoredella Banca
d’Italia prima di trasferirsi a
Francoforte). Si tratta dicapi-
re i nessi che ci sono tra cre-
scita dell’economia, inflazio-
ne, salari, occupazione in un

mondo checambia e nel qua-
le quel cheèscrittosui libri
spesso nonfunziona più. La
nuova presidente potràconta-
re sul solido staff della Banca
centrale per le analisi: non le
sarà peròfacile indirizzarela
ricerca.
Soprattutto, dovrà gestire
le conferenzestampa che se-
guono le riunioni di politica
monetaria del Consiglio dei
governatori, dovesi spiegano
le decisioni prese, si fanno
previsioniesidevedareil
senso che la Bceèincontrollo
della situazione: diversamen-
teimercati reagirebberoin
modoconfusoenonvoluto.
Unadelle ipotesi checorrono

LANUOVABCEDILAGARDE


INCERCADI ALLEANZE


IldopoDraghiLapresidentesiinsediaaFrancoforte


Noncambieràlesceltedelpredecessoremalenovità


sarannomolte,dentroefuorilaBancacentrale


diDaniloTaino


ANALISI
&
COMMENTI

❞Corsoaccelerato
Neimesiscorsi,laex
numerounodell’Fmiha
studiatointensamente
teoriamonetaria

C


aro direttore, para-
frasando una bella
canzone che im-
pazza sulweb, si
potrebbe direche
la decisione della
Cortecostituzionale che ri-
muove il divieto diconcedere
i permessi premio aicondan-
nati per mafia che non inten-
donocollaborarecon la giu-
stiziacela chiede la Corte eu-
ropea peridiritti dell’uomo.
Ma non sarebbe esatto. Leg-
geremo le motivazioni di que-
sta rivoluzione che la nostra
Cortesta disegnando, ma la
decisione italiana non si limi-

ta ad intervenire sull’ergastolo
ed ha scritto una pagina che si
estende a tutte le pene in ma-
teria di mafia. E che probabil-
mentenon si limiterà ai soli
permessi, ma affermerà un
principio legato a doppio filo
anche agli altrieben più si-
gnificativi benefici peniten-
ziari.
Il tema ècomplesso e deli-
cato, si intersecacon la soffe-
renza profonda di molteper-
soneenon merita di essere
banalizzatocon approcci
scandalizzatiosuperficiali,
ma non si può neppurepre-
tendere chevenga esaminato
senzacalarlo nellarealtà della
società italiana del 2019. Ilte-
ma del rigorecarcerario nei

confronti deicondannati per
mafia (o percoloro che la fa-
voreggiano,come è accaduto,
ad esempio, per Dell’Utri e
Cuffaro)èstatodatempo al
centrodiben noti interessi
criminali e politici, che tutta-
via non sono mai riusciti a
scalfire questa legislazione.
Oggi la Corte,verosimil-
mentecon la penna delrela-
toreZanon, scriveilperime-
trodiquesta nuovapagina
sulla pena, in cui ogni parola
peseràcome un macigno e af-
fida alla magistratura di sor-
veglianza il ruolo di Atlante.
Non è questa la sede per una
riflessione giuridicasenza
ipocrisie e senza cinismo sul-
la funzione della pena e sui li-

miti della ragion diStato,te-
mi difficili ed entrambi pro-
fondamente incisi dalla deci-
sione della Corte.
Ma credo esista lo spazio —
e, penso, anche il dovere —
per un magistratodisorve-
glianzacome me per dire
qualche parolacomprensibile
per l’opinione pubblica su un
temacosì incidentesul patto
socialeesulla vita dellaco-
munità italiana. La magistra-
tura di sorveglianza ha il petto
largo e l’entusiasmo necessa-
rio per affrontareladelicata
sfida che la decisione della
Corte le ha lanciato e farà tut-
to il possibile affinché questa
sia l’occasione per una mi-
glioreumanizzazione della
pena e non diventi l’occasione
per un arretramento nelcon-
trasto alla mafia o per far sen-
tire ancor più isolato e abban-
donato chi già ha subito o su-
biscetuttora la violenza quo-
tidiana e l’assenza delloStato
in moltezone del nostroPae-
se. Maiproblemi ci sono.

Quella della Corte è una deci-
sione di raffinatissima civiltà,
ma adatta ad esserecalata in
unoStato solido,con un patto
sociale sufficientementecon-
diviso, dinamiche sociali ade-
guatamentegovernateecon
un ragionevolecontrollo del
proprioterritorio.UnoStato
percepitocome un interlocu-
tore presente e autorevole. Ma
diversamente da quanto è av-
venutosulterrorismo, il no-
stroPaese non ha ancora vin-
to la battaglia che locondusse
alla legislazione di emergenza
sulterreno della lotta alla ma-
fia.
Ci sono ampiezone del no-
stroterritorio che ancora oggi
sono sottratte alle dinamiche
e alleregolecomuni e alcon-
trollo delloStato. Tutto ilPae-
se, sia pure in modo diverso,
neèpervaso. Sono molti gli
anelli deboli dellacatena che
regola le decisioni della magi-
stratura di sorveglianza circa
la concessione dei benefici. È
di pochi giorni fa l’allarme

LASENTENZADELLACORTECOSTITUZIONALE


L’UMANITÀDELLAPENA


EILCONTRASTOALLAMAFIA


lanciato dal Procuratore della
RepubblicadiNapoli circail
controllo di taluni istituti pe-
nitenziari da partedella cri-
minalità. Non ilcontrollo di
Platì o di San Luca, ma di im-
portanticarceri italiani.Eil
ProcuratoreMelillo nonèun
allarmista o un giustizialista.
Non basta che lacomunità
dei giuristi immagini o riten-
ga che l’Italia sia la punta di
diamante della civiltà moder-
na perché l’Italia lo sia davve-
ro.Competeachi ha lare-
sponsabilità di governare
questoPaesefornire la magi-
straturaequanti operano in
questo settore degli strumen-
ti necessari a unoStato che si
vuolecosì importante. Com-
pete a chi rappresenta ilPaese
legiferareinmodo datenere
unitoilpattosocialeecon-
sentireatutti di vivereinun
paese civile. Chièdentroil
carceree chi ne è fuori.
Giudice del Tribunale
di Sorveglianza di Roma
© RIPRODUZIONE RISERVATA

diMarcoPatarnello


aFrancoforteèche possa por-
tarsi inconferenza stampa
Philip Lane, ilcapo economi-
sta cheèanche uno dei sei
membri del Comitatoesecu-
tivodella banca.
Acomplicarelasituazione
c’èilfattoche le opposizioni
alla linea di grande stimolo
all’economia,tenuta sempre
abada da Draghi, sembra ave-
re deciso di farsi sentire.Igo-
vernatori di Germania, Fran-
cia, OlandaeAustria—Jens
Weidmann, François Villeroy
de Galhau, Klaas Knot,Robert
Holzmann—hanno già avan-
zatocritiche pubbliche alle
sceltepiùrecenti della Bcee
una serie diexbanchiericen-
trali diPaesi dell’Europa del
Nordhacontestatoaperta-
menteitassi d’interesse ne-

gativi. La presidenza Lagarde
partesottoquesta nuvola: fat-
ta salvalaresponsabilità poli-
ticadei governatori dell’Euro-
zona, per affermarelasua li-
nea dovrà mostraregrande
abilità di gestione nelcostrui-
re alleanzealvertice.
Un’enorme abilità politica
dovrà anche metterla incam-
po fuori dalla banca, per so-
stenerequella che sembra es-
serelastrada che ha sceltodi
percorrere. In due occasioni,
prima di entrareincaricaalla
Bce, ha rilasciatodichiarazio-
ni, spesso articolate, nelle
quali non sièlimitataadire
che seguirà la strada tracciata
da Draghi. Ha anche criticato

❞Moltapolitica
Laleadersibatterà
affinchéigoverniche
hannospaziodibilancio
spendanodipiù
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