Corriere della Sera - 01.11.2019

(C. Jardin) #1


CorrieredellaSeraVenerdì1Novembre2019
SPORT


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Volley
ACivitanovac’èlafinalfourdiSupercoppa
Il campionato di volley siferma per lasciare spazio alla finalfour di
Supercoppa. A Civitanova Marche si giocano oggi le due semifinali,
entrambe in diretta suRaisport: alle 15.30 i padroni dicasa di
Civitanova affrontano Modena; alle 18 ci sarà la sfida fraPerugia e
Trento. Domani, sempre in diretta suRaiSport, alle 18 si giocherà la
finale cheassegnerà il trofeo, vinto lo scorso anno da Modena.
SERIEBSi apre questa sera (ore 21,Dazn eRaiSport) l’11ª giornata
di serie Bcon la partita fra Spezia e Chievo.

Tennis
Errani:archiviatoprocessoperdoping
Il Gip diRavenna ha deciso di archiviare il processo penale per
doping neiconfronti di Sara Errani. Latennista, finalista alRoland
Garros2012, era risultata positiva nelfebbraio 2017 per una
contaminazione alimentare. Errani era stata squalificata e non ha
potuto giocare fino allo scorso 9febbraio. Intanto, al Masters 1000 di
Parigi-Bercy il numero 1 del mondo Novak Djokovic ha raggiunto i
quarti di finale battendo l’ingleseEdmund 7-6, 6-1. Prossimo
avversarioTsitsipas, che ha eliminato De Minaur 6-3, 6-4.

Basket


Nba:HoustonbatteWashington159-158


Pazza partita aWashington, dove gli HoustonRockets battono i
Wizards 159-158,registrando il nono matchcon il punteggio
complessivo più alto della storia Nba. Decisivo per Houston James
Harden, autore di 59 punti. I GoldenStateWarriors vengono sconfitti
121-120 a Phoenix dai Suns, ma soprattutto perdonoStephenCurry
che ha subito una frattura alla mano sinistra, si prevede un lungo
stop. 15 punti perDanilo Gallinari, ma gli Oklahoma City Thunder
vannoko99-102contro iPortlandTr ail Blazers.


Lapolemica


Ancelotti,cattivipensieri


questocalciononglipiace


IlNapoliattornoalsuoallenatoresospesoperunagiornata


diPaoloCasarin


L’arbitrodeve


capirelaVar


edessere


solidale


conicolleghi


●Ilcommento


L’


arbitraggio è una
forma di giustizia
umana, immediata
e diretta, che risulta
moltevolte rispondente
alleregole delcalcio.
Peròall’arbitro può anche
capitare di dover
risolvere sulcampo
situazioni superiori
alle propriecapacità
visive del momento.
Anche l’arbitro più
esperto può sbagliare.
Dopo averconstatato
che il gioco moderno,
con la suavelocità e
fisicità, incrementava
l’idea di arbitri poco
adeguati, si è passati al
potenziamento della
squadra arbitrale.
Guardalinee attenti,
arbitro incampo,
colleghi afondocampo
e riserva: sei persone!
Tutto inutile, ancora
errori; subitotecnologia
allora. Non benvenuta,
ma osteggiata da tanti
quadri arbitrali,
ciechi di fronte alla
necessità di garantire
il giusto risultato: arriva la
sicurezza dalla gol-line
per finire allaVa r, un
pronto soccorso piùvasto
ma limitato da un
protocollo che vuole
tutelare la figura
tradizionale e il maggior
poteredell’arbitro
centrale. La paura di dire
«nelcalcio si arbitra in
due». Non si vuole
completare quella
solidarietà tra due
specialisti che unendosi
possono abbassare il tasso
di errore. Quello che non
hanno fatto Giacomelli e
Banti, rimanendofermi
sulle loro posizioni a
proposito dellacontesa
tra Llorente e Kjaer
che,con la severità
mostrata direcente
in altre azioni simili,
non potevache sfociare
nel rigore per il Napoli.
Inoltre, mentre gli arbitri
cercano l’intesa
con laVa r, eccoche
qualche membro della
Fifa propone in area
l’oggettivazione dei
contatti tra pallone e
braccio-mano e
l’abolizione
dell’involontarietà: diluvio
di rigori grazie ad una
forte accelerazione della
punibilità generica. Che
contagia gli arbitri anche
fuori area,con espulsioni
gratuite per doppio giallo
e giallo per quasi tutti gli
allenatori. Provvedimenti
moltevolte automatici,
come nellatecnologia,
che si basa su un modello
astratto. Si prepara
l’arbitrorobot?
©RIPRODUZIONERISERVATA

NAPOLIC’èchi alza lavoce
spesso,efiniscepoicome il
pastore che gridava al lupo, di
non essereascoltatoquando
il lupo azzanna. E chi invece al
massimo alza il sopracciglio
per esprimeredissenso.Poi
urla unavolta sola e fa un sac-
codi rumore. De Laurentiis e
Ancelotti, spiazzati dall’arbi-
tro Giacomelli e dallaVa r per
il rigorenon datoalNapoli
contro l’Atalanta, per unavol-
ta, hanno urlato insieme.
L’allenatore, solitamente
silente, ha datoforza autenti-
caalla protesta, benché si sia
beccatouna giornata di squa-
lificaper lacontestazione a
giocofermo. Il presidente ha
telefonatoaGravina, la sua
voceè arrivata, diretta, alPa-
lazzo. Mentre Ancelottitorna-
vaindietro neltempo per tro-
vareun episodio arbitrale che
lo avesse turbatoalmeno
quantoquello di mercoledì.
Dal suo punto di vista una in-
giustizia pesante, sfociata
nella mancanza di rispetto. Si
èriaffacciatounincubo,con
il volto del turcoKassai, l’arbi-
tro protagonista dell’elimina-
zione del Bayern di Monaco ai
quarti di finale di Champions
contro ilReal Madrid tre anni
fa. Altra vita,certo.Stessa sto-
ria, però.Ugualevocealta. E
nellacarriera di un uomo che
ha vinto tutto sono queste le


uniche due situazioni che, ri-
corda, gli hanno fatto perdere
la pazienza.
GiacomellieKassai, il pri-
mo lo ha espulso. L’altro tirò
fuori ilcartellino per Vidal
per «non aver travolto l’avver-
sario». Llorente, invece, ci è
finitoaddosso al suo marca-
tore, ma dopo che ne era stato
travolto. Placcaggio, si dice
così. Che nelcalcio non è una
situazione difensivalegitti-
ma.Passi purel’errore, ma
l’azioneva fermata.Passi an-
che latensione agonistica,
ma poi esiste un modo per ri-
mediare. Invece, Ancelotti si è
ritrovatoaesaudireuna ri-
chiesta di aiutodell’arbitroe
di essereignoratodallaVa r.
Eccoperché poi ha urlato.
«Calmaituoi giocatori», gli
ha dettoGiacomelli. Lo ha
fatto, ed è stato anche ringra-
ziato.Poi, però, al «non ti vie-
ne il dubbio che hai sbaglia-
to?», è stato allontanato anzi-
tempo dalcampo. Espulso
come gli era accaduto trevol-
te invent’anni (due alParma e

una al Milan) e per la seconda
volta in un annoemezzoal
Napoli.
Strani pensiericorronove-
loci nellatesta dell’allenatore
che ha vissuto, da spettatore,
l’epocadiCalciopoli.Eche
rientratoinItalia fa faticaad
accettare anche il solo sospet-
toche tutto siatornatocome
prima. Non ci staapensar
male, ma qualche domanda
iniziaafarsela. Sièsentito
trattatocome uno qualunque
in uncampo qualunque. La
serietà e la credibilità non so-
no titoli acquisiti, semmai ri-
conosciuti da anni dicarriera,
contraddistinti dacompo-
stezza. Allora: il rigore dal suo
punto di vistac’è. Ma se laVa r
non decide difermare il gioco
erivederel’azione,compro-
mette laregolarità della gara.
Il cartellinorosso brucia, se
possibile, ancor più del pe-
nalty negato. E quindi ha urla-
to, si è fatto sentire. Ora riflet-
te su uncalcio che non gli pia-
ce. Prima il razzismo, ed è una
battaglia di cui sifecepromo-
tore, poi il sospettoterribile di
ingiustizie arbitrali. Così l’Ita-
lia, perlui,èdiventata infeli-
ce.Hamsik che ha lasciatoil
BelPaese per la Cina, era allo
stadio: «Rigorecolossale, qui
non ècambiato nulla».
MonicaScozzafava
VincenteCarlo Ancelotti, 20 titoli in carriera(GettyImages) ©RIPRODUZIONERISERVATA

Lavicenda


●Carlo
Ancelotti ha
ricevuto dal
giudice
sportivo una
giornata di
squalifica dopo
l’espulsione nel
finale della
gara con
l’Atalanta

●All’89’ il
tecnico del
Napoli, a gioco
fermo, è
entrato in
campo e ha
contestato la
decisione
dell’arbitro
Giacomelli di
non concedere
il rigore per il
contatto in
area fra Kjaer
e Llorente

●Ancelotti
salterà così la
sfida di domani
con la Roma.
Tornerà in
panchina per il
match con il
Genoa del 9
novembre

Reazione
Toro,ungruppodaricompattare

Fiducia eritiroleterapiegiuste


Versoilderbychenonsaràl’ultimachanceperMazzarri


TORINOC’è una fiducia da ritro-
vare.Èquella cheigiocatori
delTorodevono avere in loro
stessi.Ecen’èun’altra che
nonèmai stata in discussio-
ne. E non lo sarà dopo la pros-
sima partita, neppure alla fine
di un derby che è sempre una
notte particolare.Tale è anche
il momentodella squadra
granata, diventatocomplicato
dopo la quinta sconfitta in
dieci gare, il 4-0 incasa della
Lazio. Quando il pubblico
aveva lasciato da un pezzo gli
spalti dell’Olimpico, sono ar-
rivate le parole diUrbano Cai-
ro, presidente delTorino: «Ho
avuto un lungocolloquiocon
Mazzarri: il nostrotecnico
nonèassolutamenteindi-
scussione, è l’unico che non è
sotto osservazione».
Fiducia piena, perché un’al-
tra inrealtà non esiste.Perché
«fiduciaatempo»èunossi-
moro, doveinrealtà la secon-
da parola uccide la prima.
Nonèquestoilpercorso sul
quale sta lavorando il presi-
dente delToro con il suo alle-
natore. La fiducia, invece, è di
solitoreciproca:vale per il
rapporto professionale che le-


ga CairoeMazzarri.Èdaqui
che nasceunconfronto,co-
stante: due sere fa altermine
di Lazio-Toro, ieri seracon la
consuetatelefonata tra presi-
denteetecnico. Mazzarri era
in ritirocon la squadra, in un
hotelcittadino. Prima l’alle-
namento al Filadelfia, dovela
squadra ha lavorato senza es-
serecontestataedoveun
gruppo di tifosi ha chiestoe
ottenutodipoterdialogare
conalcuni dirigenti. Il ritiro
«nonèuna punizione», ma
una soluzione (collaudata),
perché la squadra ritrovise
stessa.Perfarlo serveanche
un luogo doveconfrontarsi,
tre giorni,ventiquattro ore su
ventiquattro.Unmodo per-
chéigiocatoricaratterial-
mente piùforti aiutino quelli
con minore esperienza. O an-
che un modo per stare (sem-

plicemente) vicini a chi avver-
teconmaggioresensibilità il
momento. C’èuna frase du-
ranteLazio-Toro, raccolta e
isolata dai microfoni di Sky.
Precedente di un istante l’au-
torete di Belotti. Sirigu avverte
già la difficoltà delcapitano e
lo incita: «Dai Gallo finiamo
bene, atesta alta». Non succe-
derà, non questavolta. Ma è
da qui che deveripartirela
squadra. I giocatori devono ri-
conquistarelafiducia in se
stessi. E dimostrare atecnico,
societàetifosi che sono gli
stessi che uncampionatofa
hannoconquistato63punti,
grazie anche a un girone di ri-
torno darecord. Lo stessoTo-
roal quale il settimo posto
stavastretto.Perché sono gli
stessi giocatori, vistoche le
offerte per strappare i big so-
no staterespinte al mittente. E
la squadra ha visto aumentare
il suo potenzialeconl’arrivo
diVe rdi e Laxalt e il ritorno di
Lyanco e Bonifazi.Ungruppo
che deve «ricompattarsi». Nel
gioco delcalcio ci sonoregole
che non hannotempo.
GiampieroTimossi
©RIPRODUZIONERISERVATA

Numeri


●Il Torino ha
perso quattro
gare esterne
di fila in serie
A per la prima
volta a partire
dall’ottobre
2015, con
Giampiero
Ventura
in panchina

●Prima della
Lazio, il Torino
non perdeva
con un passivo
di quattro
o più gol in
serie A dal
settembre
2017 (0-4 con
la Juventus)

●Contro la
Lazio, il Torino
ha tirato solo
due volte nello
specchio della
porta
avversaria
PerplessoWalter Mazzarri, al Torino dal gennaio 2018(Ansa) (Opta)

Lavicinanza
Confrontocostantetra
Cairoetecnico,il
presidentenonsta
cercandoalternative

Inodi
L’espulsioneglibrucia
ancordipiùdelrigore
negatoedellamancata
visionedellaVar
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