la Repubblica - 01.11.2019

(Michael S) #1
Devo però aggiungere che anche la
famiglia e la scuola hanno un ruolo
fondamentale in questa partita».
I fatti di cronaca degli ultimi
giorni ci hanno mostrato una
madre che denuncia a Roma il
proprio figlio.
«Qualsiasi cittadino che si schiera
dalla parte dello Stato fino a
denunciare il proprio figlio deve
sapere che avrà sempre il Paese con
sé e il sostegno delle istituzioni. Il
gesto di questa madre travalica la
vicenda personale e assume un
valore etico per la nostra società. La
leggo come una chiara condanna
della cultura del relativismo
morale. A genitori come questi va
riconosciuto da tutti il merito di
rifiutare un modello di vita fuori
dalle regole e senza valori e di
costituire un esempio».
State pensando a modifiche del
decreto legge sicurezza?
«Occorre rendere conformi i testi a
tutte le osservazioni che sono
arrivate dal Presidente della
Repubblica. Spero che si possa
intervenire entro fine anno».
Ci sono risposte alle richieste di
maggiori risorse delle forze
dell’ordine?
«La tutela e la valorizzazione delle
donne e degli uomini in divisa è
una priorità. Saranno destinati alle
forze di polizia 175 milioni di euro
per pagare le ore di straordinario
effettuate nel 2018 e non retribuite,
nonché importanti risorse per
incrementare le dotazioni iniziali
di bilancio sempre riferite al lavoro
straordinario. Ci sono anche 600
milioni di euro per gli aumenti
contrattuali e risorse aggiuntive
per il riordino delle carriere del
comparto sicurezza e difesa. Un
impegno finanziario significativo
che testimonia l’attenzione rivolta
alle richieste delle forze
dell’ordine. Allo stesso modo
stiamo procedendo per la
componente dei vigili del fuoco,
che merita l’attenzione
del governo per il loro grande
impegno».
Il tema ’ndrangheta e mafie
non sembra uscito dal dibattito
pubblico?
«Forse l’opinione pubblica è oggi
bersagliata su altri temi, ma il
contrasto alle organizzazioni di
stampo mafioso costituisce per lo
Stato, e in particolare, per il
Ministero dell’Interno, una priorità
e procede, come raccontano le
operazioni quotidiane che portano
l’arresto di latitanti, importanti
esponenti dei clan e il sequestro di
attività finanziarie e proventi
illeciti».
Anche se le organizzazioni
criminali si fanno sempre più
sofisticate.
«Sì, riescono ad infiltrare
importanti segmenti
economico-finanziari per ripulire il
denaro sporco con azioni a bassa
visibilità e quindi sono più subdole
e pericolose. Stiamo lavorando
molto anche sul piano della
prevenzione e le interdittive
antimafia, che sono diventate
sempre più cruciali nelle attività
delle prefetture, ci consentono di
impedire l’ingerenza mafiosa nel
mondo dell’economia legale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

di Alessandra Ziniti

Roma — Entro domani la Farnesina
chiederà alla Libia l’insediamento
della commissione bilaterale previ-
sta dal Memorandum che va a sca-
denza, per negoziare alcune modifi-
che. Il premier Giuseppe Conte con-
ferma la linea del governo: «Un me-
morandum che ha posto le basi per
una cooperazione, per contrastare
l’immigrazione clandestina e il traf-
fico di esseri umani, quindi di gesti-
re meglio i flussi migratori, non può
essere gettato a mare. Ma un altro
elemento che ci induce a sollecitare
una rinegoziazione è il fatto che in
Libia c’è un conflitto armato».
Il pressing dei 25 parlamentari
della maggioranza, delle Ong e del-
le associazioni che (anche con un
mailbombing) chiedono al governo
di azzerare quegli accordi — che
hanno nel 2 novembre il termine ul-
timo per evitare il tacito rinnovo
per i prossimi tre anni — non sem-
bra destinato a sortire alcun effetto.
L’Italia intende continuare ad affi-
darsi alla guardia costiera libica per
frenare i flussi migratori mentre
l’Europa investe per blindare le sue
frontiere con l’assunzione, nei ran-
ghi di Frontex, di 700 guardie che
verranno impiegate nel controllo
dei confini e nei rimpatri dei mi-
granti irregolari. La proposta italia-
na di centri di accoglienza europei
da realizzare in Libia viene liquida-
ta freddamente dalla commissione
europea: «Il piano non esiste e non
c’è neanche modo di considerarlo
in futuro. La Libia non è un Paese si-
curo». E anche i libici bocciano quel-
la che, per altro, è una vecchia idea
che ogni tanto viene ritirata fuori:
«Qui nessuno accetterebbe la crea-
zione di hotspot per migranti nel
Paese», dice un noto politico, Ash-
raf Shah. Ma l’Italia considera l’idea
degli hotspot europei in Libia il pun-

to finale di un intervento più gene-
rale sui flussi migratori che passa so-
prattuto dal bilancio europeo con il
trust fund per l’Africa e dal rafforza-
mento della missione di Frontex.
Ma le organizzazioni non gover-
native che lavorano in Libia da anni
bocciano senza appello l’ipotesi di
modifica del Memorandum. E ri-
spondono con cifre che parlano da
sole: nel 2019 per ogni persona eva-
cuata dai centri di detenzione più
di 4 sono state intercettate in mare
e riportate in quegli stessi centri. E
il 75 per cento di loro sono conside-
rate vulnerabili dall’Unhcr.
«Le modifiche ventilate sono un

contraddittorio maquillage umani-
tario: mentre si annuncia di voler
migliorare le cose, con soluzioni dif-
ficilmente realizzabili, si perpetua-
no scellerate politiche di respingi-
mento e detenzione sulla pelle del-
le persone — dice Marco Bertotto, re-
sponsabile advocacy di Medici Sen-
za Frontiere — L’unica soluzione
umanitaria possibile è superare del
tutto il sistema di detenzione arbi-
traria, accelerare l’evacuazione di
migranti e rifugiati dai centri e por-
re fine al supporto dato alle autorità
e alla guardia costiera libica che ali-
menta violazioni del diritto interna-
zionale».

Il decreto sicurezza


sarà modificato


entro fine anno


in base alle


osservazioni


del presidente


Mattarella


f


g


L’unico incremento


è quello degli


arrivi autonomi


dei tunisini


Ma a ottobre ne


abbiamo rimandati


indietro sei su dieci


Domani la scadenza


Conte apre alle modifiche


del patto con la Libia


“Ma non buttiamolo via”






Migranti sbarcati
Secondo i dati del Viminale
dal 1 gennaio a ieri sono
sbarcati in Italia 9.
migranti: -56,21% sullo stesso
periodo del 2018 e -91,34%
rispetto al 2017





Ottobre
Solo a ottobre sono sbarcate
in Italia 2.015 persone. Erano
state 1.007 a ottobre 2018,
5.984 nello stesso mese di
due anni fa





Piccole imbarcazioni
Sono 7.500 i migranti arrivati
su piccole imbarcazioni
dall’inizio di quest’anno. Nel
2018 erano stati circa 6.

243


I tunisini rimpatriati
A ottobre sono sbarcati 379
tunisini. Ne sono stati
rimpatriati 243, di cui 138
arrivati proprio nello stesso
mese

I numeri del 2019
Crollo degli arrivi
nei porti italiani

Anche le indiscrezioni


sui voli charter con


cui la Germania


ci rimanderebbe


indietro i richiedenti


asilo sono destituite


di fondamento


Primo piano Il fronte dei porti


La Farnesina vuole


l’insediamento


della commissione


per aggiornare


il Memorandum


No dalle Ong: “Novità


sono solo maquillage”


kSoccorsi
L’ingresso in porto della
Ocean Viking a Pozzallo
mercoledì scorso. La nave
di Sos Méditerranée e Msf
ha salvato 104 persone

Gli insulti social


alla senatrice Segre


mi suscitano sdegno


E provo tristezza


per quelle astensioni


sulla commissione


anti odio


. Venerdì,1 novembre^2019 pagina^3

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