la Repubblica - 01.11.2019

(Michael S) #1
aul e Rachel Mel-
lon acquistaro-
no il loro primo
dipinto, un Ma-
tisse, la settima-
na successiva al-
le loro nozze,
nel 1948. Continuarono ad acqui-
stare arte per tutti gli anni Cin-
quanta e Sessanta. Paul Mellon,
uno degli uomini più ricchi degli
Stati Uniti, aveva ereditato dal pa-
dre, banchiere e segretario del Te-
soro, la passione per l’arte e il de-
naro per coltivarla. Rachel Lam-
bert, detta Bunny, figlia del presi-
dente della Gillette, lame e rasoi
da barba, amava la Francia e la pit-
tura francese. Assieme riunirono
una delle più importanti collezio-
ni al mondo di arte europea
dell’Otto e Novecento. Lo fecero
in maniera illuminata e libera,
ben consigliati e con mezzi illimi-
tati. Acquistarono quadri e scultu-
re per le loro numerose case e per
i musei dei quali Paul era uno dei
trustee: la National Gallery di Wa-
shington e il Virginia Museum of
Fine Arts. A quest’ultimo Rachel
destinò l’ultima, testamentaria
donazione. Ed è dal museo di Ri-
chmond che giunge per la prima
volta in Europa il selezionatissi-
mo nucleo di arte francese ora in
mostra a Palazzo Zabarella di Pa-
dova per iniziativa della Fonda-
zione Bano. Van Gogh, Monet, De-
gas. La Collezione Mellon di arte
francese dal Virginia Museum of Fi-
ne Arts riunisce fino al 1° marzo
2020 una settantina di dipinti,
spingendosi fino agli anni ’50 del
Novecento. Il Matisse nuziale,
una finestra affacciata sul mare e
sulla luce di Nizza, lo si incontra
accanto al Picasso de La cassettie-
ra cinese soltanto verso la conclu-
sione del percorso espositivo. Il
quale, viceversa, è introdotto
dall’omaggio alle attività preferi-

te dei Mellon: rispettivamente i
cavalli e il giardinaggio. Un dipin-
to di Berthe Morisot, che ritrae la
sorella intenta ad innaffiare le
piante sul terrazzo, è perciò cir-
condato di quadri e sculture di
soggetto equestre.
Al piano nobile di Palazzo Zaba-
rella, nel grande salone neoclassi-
co a pianta circolare, la mostra si
snoda lungo due gallerie concen-
triche, distillando la ricercatezza
e lo struggimento di quadri an-
che di piccolo formato, raffinati,
radiosi. Come scrisse Mellon ri-
prendendo Wordsworth, c’era in
essi «l’emozione ritrovata nella

tranquillità». Certo commuove la
piccola tela cui van Gogh affidò,
nel 1889, da dietro le sbarre della
finestra dell’ospedale Saint-Paul
a Saint Rémy, il paesaggio «sul
quale, la mattina, il sole si alza in
tutta la sua gloria». E non puoi
non indugiare dinanzi alla Pensie-
rosa di Pierre-Auguste Renoir, ac-
canto alla quale è il ritratto del fi-
glioletto di sette anni, Jean, che
da adulto sarà il regista de La
grande illusione. Ancora, due pic-
cole marine di Berthe Morisot,
una dipinta in Normandia nel
1873 e l’altra sull’isola di Wight
due anni più tardi, disprezzate

dalla critica ufficiale. Ancora,
due Bonnard radiosissimi, due
Pissarro esotici — Pissarro nacque
a Saint-Thomas nelle Antille —,
due nature morte di Gauguin,
molto lontane tra loro, la prima,
di impianto fortemente realisti-
co, dipinta nel 1876 e accettata al
Salon, la seconda dipinta all’epo-
ca del primo viaggio a Tahiti, nel


  1. Claude Monet è presente
    con un ritratto di Camille alla fine-
    stra ad Argenteuil, con un campo
    di papaveri a Giverny, vero e pro-
    prio manifesto di poetica, con
    uno scabro vigneto invernale e in-
    fine gli ultimi iris sul bordo di uno


stagno, quando ogni forma era so-
lo luce e colore. Il ritratto di Vic-
tor Chocquet, che Cézanne realiz-
zò nel 1877, i Mellon lo acquistaro-
no nel 1968. Per vent’anni Edgar
Degas dipinse corse, fantini e ca-
valli e Paul Mellon, che allevava
purosangue e li faceva gareggia-
re, ne rimase verosimilmente col-
pito. Di Degas, nella raccolta figu-
rano due dipinti e quattro scultu-
re di soggetto equestre, il quadro
Dalla modista, il ritratto di Mada-
me Julie Burtey e quello di Alfred
Niaudet, ma nessuna ballerina. Il
bronzo della Piccola ballerina, di
14 anni, esposto in mostra, fu ac-

Mostre

Non solo il maestro olandese. Ma anche Monet, Renoir, Degas e i grandi della pittura


francese a cavallo tra Ottocento e Novecento. Palazzo Zabarella espone


una settantina di opere provienenti dalla raccolta Mellon del Virginia


Museum of Fine Arts. Capolavori che testimoniano il gusto di un’epoca


L’esposizione a Padova


Colazione


con Van Gogh


P


di Brunella Torresin

kLa natura
Claude Monet: Campo di papaveri, Giverny (1885); a destra,
Vincent van Gogh: Margherite, Arles (1888); in basso, Edgar Degas:
Dalla modista (1882-85)

pagina. 40 Venerdì,1 novembre 2019

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