la Repubblica - 01.11.2019

(Michael S) #1
quistato dal museo di Richmond
nel 1945.
Ora, non sono certo gli Impres-
sionisti, Post-impressionisti, Na-
bis e avanguardie a mancare dai
calendari espositivi. Ma la raccol-
ta che i Mellon prima riunirono
per sé e per le pareti di casa loro,
e poi donarono come loro autori-
tratto e memoriale, ha il pregio di
evocare, intrecciata alle vicende
dei quadri e degli artisti — mai
troppo vistosi, mai troppo grandi
e nemmeno mai troppo definitivi
— il desiderio di ricreare non solo
un mondo remoto nello spazio e
nel tempo, ma anche un mondo
migliore. Paul si spense nel 1999,
a 92 anni. Rachel gli sopravvisse
15 anni, continuando a progetta-
re giardini, acquistare arte, perfe-
zionare donazioni. Dopo la sua
morte, sopraggiunta all’età di 103
anni, mentre il Virginia Museum
of Fine Arts affrontava importan-
ti lavori di manutenzione e am-
pliamento, la Collezione Mellon
di arte francese è stata oggetto di
una mostra itinerante a Nashvil-
le, Pittsburgh e Oklahoma City.
Federico Bano, il cui interesse si è
concentrato sulle collezioni d’ar-
te che da private sono divenute
pubbliche, intese esse stesse co-
me un’opera d’arte, l’ha intercet-
tata e ottenuto che Palazzo Zaba-
rella fosse la tappa esclusiva in
Europa. La precedente mostra
dei capolavori dalla Collezione
Ordrupgaard aveva portato a Pa-
dova 250mila visitatori: solido ar-
gomento per i suoi interlocutori
americani. Poi il caso ha voluto
che il direttore di quello stesso
museo oggi prestatore, Alex Nyer-
ges, fotografo e archeologo, sia
anche di origine vicentina e che
qui a Padova abbia ritrovato i
suoi cugini. Frank Capra non
avrebbe saputo immaginare di
meglio.

Nel catalogo della National Galle-
ry di Washington un migliaio di
pezzi provengono dalla collezio-
ne di Paul e Rachel Mellon, non a
torto indicati come i più generosi
donatori. Al Virginia Museum of
Fine Arts di Richmond, Paul Mel-
lon, che ne fu trustee per 47 anni,
donò complessivamente 1800 ope-
re. Nel 1959 lo storico dell’arte Ba-
sil Taylor lo convinse a farsi carico
della generale sottovalutazione
della pittura inglese, col risultato
che tra il 1966 e il 1977, dopo averla
acquistata, Mellon donò allo Yale
Center for British Arts, creato al
proposito, la più ampia raccolta di
arte britannica esistente al di fuo-
ri del Regno Unito: duemila dipin-
ti, 50 mila disegni e incisioni, cen-
tinaia di sculture. La collezione
d’arte francese esposta a Palazzo
Zabarella non è che una punta d’i-
ceberg.
Il padre di Paul, Andrew Mellon,
banchiere e imprenditore di Pitt-
sburgh, segretario del Tesoro per
undici anni, crollo del 1929 inclu-
so, aveva sposato un’inglese e ini-
ziato a acquistare arte in Europa
negli anni Venti: fu lui a concepire
la National Gallery di Washing-
ton, e anche della National Galle-
ry il figlio Paul fu trustee per una
quarantina d’anni.
Rachel “Bunny” Lambert era fi-
glia del presidente della Gillette e
nipote dell’inventore del colluto-
rio Listerine: un impero. Fu il co-
mune interesse per l’arte e la filan-

tropia a farli incontrare: lui vedo-
vo e lei divorziata, si sposarono
nel 1948 unendo patrimoni smisu-
rati. Paul era appassionato di ca-
valli e dell’Inghilterra, Rachel
dell’arte francese e di giardinag-
gio. Paul era repubblicano, come
il padre, Rachel di evidenti simpa-
tie democratiche. Non le impedi-
rono, in occasione di una visita del-
la regina Elisabetta II, di far ag-
giungere una stanza alla loro resi-
denza principale di Oak Spring so-
lo per servirle il tè. Amica dei Ken-
nedy per il tramite di Jackie, ridi-
segnò il Rose Garden della Casa
Bianca durante la presidenza di
JFK. Il suo entusiasmo e gusto raf-
finati erano per il marito Paul «co-
me fiammiferi accesi gettati su
una catasta di legna secca». Posse-
devano appartamenti a Parigi e a
New York, frequentavano mercan-

ti e gallerie. Nella fotografia che li
ritrae non più giovani nel 1987, lei
è alta e seria, le punte dei piedi ri-
volte un po’ all’interno; lui in com-
pleto gessato, il braccio posato sul
piedistallo della statua di un caval-
lo. «Né Bunny né io abbiamo mai
avvertito il desiderio di possedere
un quadro solo perché era impor-
tante – raccontò Paul – né perché
lo consideravamo un buon investi-
mento». Quel che contava era
«l’immediatezza dell’impatto visi-
vo». L’amore per la natura «spiega
la nostra affinità con gli Impressio-
nisti». Erano convinti che la verità
di un’opera e la sua intensità non
si misurassero in centimetri, né fa-
cevano mistero di prediligere i
quadri di piccolo formato. Il picco-
lo van Gogh de La barca-lavatoio
sulla Senna ad Asnières era appeso
nella stanza da bagno di Oak
Springs.
Ma sarebbe sbagliato limitare la
collezionista Rachel Mellon al so-
lo interesse di formale eleganza e
fascino figurativi. Fu una estima-
trice di Rothko e dagli anni ’50 si
procurò i dipinti nello studio new-
yorchese dell’artista. Il 10 novem-
bre 2014, sei mesi dopo la sua
scomparsa, quando della sua colle-
zione Sotheby’s batté tutto ciò
che non era stato già donato a rac-
colte pubbliche – dipinti, gioielli,
arredi – l’incasso fu di oltre 158 mi-
lioni di dollari. L’asta era stata pre-
ceduta dalla vendita privata di
due dipinti di Rothko e uno di Ri-
chard Diebenkorn, in prestito alla
National Gallery. Tutto il ricavato
fu devoluto a una fondazione be-
nefica in memoria del padre.
— B. T.

kDegas e Cézanne
Paul Cézanne: Ritratto di Victor
Chocquet (1877 circa) e, a sinistra,
la scultura di Edgar Degas:
La piccola ballerina di 14 anni,
modello eseguito nel 1880 circa

Informazioni utili
Van Gogh, Monet, Degas
Padova, Palazzo Zabarella, Fondazione Bano fino al 1° marzo


  1. La mostra è organizzata dal Virginia Museum of Fine


Arts. Mostra e catalogo a cura di Colleen Yarger
Orari: 9.30-19. Biglietti: intero 13 euro; ridotto 11
Call center: per informazioni e prenotazioni:
+39 049 8753100 dal lunedì al venerdì
9-13 / 14-18. Sito web: http://www.zabarella.it

I Mellon


Paul e Rachel


La coppia


di collezionisti


che fece la storia


kMarito e moglie
Rachel Lambert (1910-2014)
e Paul Mellon (1907-1999)
fotografati nel 1987

“La passione per gli


impressionisti?


Si spiega con il nostro


amore per la natura”


dicevano


iI maestri
Pierre-Auguste
Renoir:
Pensierosa
(1875); in basso,
Paul Gauguin:
Natura morta
con ciotola (1891
circa); Gustave
Caillebotte:
Uomo
che attracca
la canoa ( 1878)

. Venerdì,1 novembre^2019 pagina^41

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