FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
D
opo Francia e Germa-
nia, anche l’Italia si
adegua alle richieste
americane e vieta i
voli della compagnia aerea ira-
niana Mahan Air. Può sembra-
re una piccola cosa. È in realtà
una svolta nella nostra politica
estera nei confronti dell’Iran,
perché avere concesso i colle-
gamenti con Roma e con Mila-
no alla seconda compagnia ci-
vile dell’Iran era stato un corol-
lario della ripresa di contatti e
di business con la Repubblica
islamica degli Ayatollah, dopo
il lungo embargo e sull’onda
degli entusiasmi per l’accordo
sul nucleare.
In quel contesto, era il giu-
gno 2015, accogliere i voli del-
la Mahan Air era stata una for-
ma di diplomazia economica
così come con i nuovi contratti
petroliferi o la vendita di mac-
chinari. Pochi mesi dopo, nel
gennaio 2016, con visita uffi-
ciale (la visita che è rimasta fa-
mosa perché furono coperte le
nudità alle statue del Campido-
glio) era in Italia il Presidente
Hassan Rohani e dichiarava
che «l’Iran vedeva nell’Italia il
cancello d’ingresso verso l’Eu-
ropa». Di contro, l’allora mini-
stro degli Esteri, Paolo Gentilo-
ni, magnificava la «nuova era»
che si andava ad aprire. Le ho-
stess della Mahan Air in giro
per Fiumicino e poi a Malpen-
sa sembrarono il simbolo di
questa stagione di aperture.
Peccato però che quella com-
pagnia aerea fosse da tempo
sulla lista nera degli Stati Uni-
ti. La Mahan Air è un’emana-
zione dei Pasdaran iraniani,
ovvero il corpo paramilitare
dei Guardiani della Rivoluzio-
ne. E infatti, a riprova dello
stretto intreccio, in questi anni
la Mahan Air è stata la protago-
nista nel trasferimento di uo-
mini e mezzi dall’Iran verso la
Siria, dove i Pasdaran hanno
combattuto al fianco dell’eser-
cito lealista. E non soltanto i
miliziani iraniani hanno vola-
to verso il fronte siriano con gli
aerei della Mahan Air, ma an-
che afghani e pachistani, in
quanto i Pasdaran per quella
guerra avevano cooptato grup-
pi islamici armati di credo scii-
ta di tutto il Medio Oriente.
Una situazione contraddit-
toria, che è stata tollerata fin-
tanto che si è sperato in una
evoluzione democratica e pa-
cifica dell’Iran. Le cose poi so-
no andate diversamente. E da-
gli Stati Uniti, archiviata la sta-
gione di Obama che aveva pa-
trocinato l’accordo sul nuclea-
re, con l’avvento dell’Ammini-
strazione Trump ci sono state
pressioni crescenti affinché la
Mahan Air sloggiasse dall’Eu-
ropa, e quindi dall’Italia. Così
è accaduto anche con Francia
e Germania, dove la compa-
gnia iraniana aveva ottenuto
la concessione di scali nello
stesso periodo.
Alla fine, tra gennaio e mar-
zo di quest’anno, Parigi e Berli-
no hanno deciso di troncare.
Restava l’Italia. Nel recente
viaggio del Segretario di Sta-
to, Mike Pompeo, la questione
della Mahan Air figurava ai
primi posti. E già in quell’occa-
sione il governo italiano si era
impegnato a revocare le auto-
rizzazioni. Ieri, la comunica-
zione ufficiale attraverso una
stringata nota dell’Enac, l’en-
te preposto all’aviazione civi-
le, che ha concesso alla Ma-
han Air ancora 45 giorni di
esercizio. Più che altro per ga-
rantire i clienti che avevano
già comprato i biglietti. Con il
15 dicembre, però, Mahan Air
non potrà più volare da e per
l’Italia. Una decisione pretta-
mente politica, non tecnica. E
infatti, aggiunge l’Enac, la «li-
cenza» di volo, emessa dal mi-
nistero dei Traporti iraniano,
resta valida. Quel che decade
è la «autorizzazione» del no-
stro governo ai voli in Italia. Il
rischio, a non agire, erano le
possibili ritorsioni degli Stati
Uniti verso i due aeroporti di
Fiumicino e Malpensa, come
previsto dalle sanzioni
dell’Amministrazione Trump
nei confronti dell’Iran e dei
suoi partner. —
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La compagnia iraniana Mahan Air è sotto sanzioni Usa per terrorismo. L’Enac leva l’autorizzazione a usare i nostri aeroporti dal 15 dicembre
L’Italia cede alle pressioni di Washington
Stop ai voli dei Pasdaran a Roma e Milano
L’IRAN E IL NUCLEARE
Su “La Stampa”
RETROSCENA
In marzo Parigi
e Berlino avevano
chiuso gli scali
ai vettori di Teheran
DIPLOMAZIA E SICUREZZA
L’Iran è pronto a fare «il quar-
to passo» nel suo disimpegno
dall’intesa siglata sul nuclea-
re nel 2015. Lo ha annunciato
Abbas Mousavi, portavoce del
ministero degli Esteri sottoli-
neando che «se la situazione
non cambierà» lunedì Tehe-
ran farà un ulteriore passo sul-
la via del nucleare. L’Iran rico-
nosce a europei e francesi lo
«sforzo di rispettare i propri
impegni» sul nucleare ma fino-
ra «non sono riusciti a raggiun-
gere risultati tangibili.»
Alla fine di agosto «La Stampa»
aveva riferito dell’avvertimento
del Dipartimento di Stato al no-
stro governo sull’inopportunità
di ospitare la Mahan Air
IL CASO
Dopo l’apertura americana al G7, il leader iraniano detta le condizioni
Rohani risponde a Trump:
via le sanzioni, poi trattiamo
GIORDANO STABILEINVIATO A BEIRUT
H
assan Rohani rispe-disce la palla nel campo di Donald
condizioni a un possibile in-contro con il presidente ameri-Trump e pone le sue
cano. Anzi, una condizione, ma pesante. E cioè che gli Stati Uniti tolgano le sanzioni impo-
ste all’Iran dopo il loro ritiro unilaterale dall’accordo sul nucleare nel 2015. «Senza
questo passo – ha spiegato in un discorso alla nazione in tv – la porta non potrà essere aper-
ta». Rohani ha anche ribadito che gli iraniani sono un popo-lo «del dialogo» e che Teheran
«non ha mai voluto e mai vor-rà la bomba atomica». Ma la condizione posta rischia di
stoppare sul nascere il possibi-le summit, un obiettivo al qua-le ha lavorato la diplomazia
francese, ed Emmanuel Ma-cron in prima persona. Trump ha sempre ribadito che la
«massima pressione» serviva proprio a riportare l’Iran al ta-volo delle trattative, per un
«accordo migliore» di quello raggiunto da Obama. Difficile che si privi in anticipo della
sua arma migliore.vato quando la situazione sem-L’intervento francese è arri-
brava sul punto di sfuggire di mano ai duellanti. La crisi del-
le petroliere, con sabotaggi, abbordaggi e sequestri, ha spinto America e Iran a un pas-
so dal conflitto. A fine giugno i Pasdaran hanno abbattuto un drone spia americano e
Trump era «a cinque minuti» dall’ordinare la rappresaglia. Lo stop totale alle esportazio-
ni di petrolio ha messo la Re-pubblica islamica con le spalle al muro. A maggio, Rohani ha
risposto alle pressioni con il ri-tiro parziale da alcune clauso-le dell’accordo, su tutte i limiti
all’arricchimento di uranio. Il presidente iraniano ha anche avvertito che se «non potremo
più esportare petrolio neppu-re gli altri potranno farlo», mentre i Pasdaran minacciava-
no di chiudere lo stretto di Hor-muz, la giugulare del traffico petrolifero mondiale.
mato «in una scatola di fiam-miferi» era la Francia a fare da Con il Golfo persico trasfor-
pompiere. Dopo un viaggio del ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian a Tehe-
ran, ad aprile, il collega Ja-wad Zarif ha aperto un canale diretto fra Rohani e Macron.
Il leader francese ha elabora-to una proposta - via le sanzio-ni in cambio del pieno rispet-
to del trattato da parte di Te-heran - che sperava di far ap-provare da Trump al G7 di
Biarritz. Neanche l’arrivo a sorpresa di Zarif, domenica, ha sbloccato la situazione. In
compenso, imboccato da Ma-cron in conferenza stampa, il capo della Casa Bianca ha rive-
lato di avere «buone sensazio-ni» e che «nelle prossime setti-mane» si poteva arrivare a un
vertice. Forse all’Assemblea annuale dell’Onu prevista a metà settembre.
fronte interno per rintuzzare gli oltranzisti e spiegare che Rohani si era già speso sul
un incontro, anche con il nemi-co americano, era doveroso «nell’interesse della nazione».
Sa che ogni colloquio dovreb-be essere approvato dalla Gui-da suprema Ali Khamenei,
che ha già definito eventuali nuovi negoziati un «veleno». Anche per questo Rohani ha
posto un paletto difficile da scavalcare, la fine delle «san-zioni ingiuste e illegali». Un se-
gnale al fronte interno: sono pronto a negoziare, ma senza ledere la dignità della Repub-
blica islamica. La diplomazia però non si ferma. Zarif era im-pegnato in una missione in Ci-
na e in Giappone. Tokyo ha fat-to da ambasciatore fra Iran e Usa, Pechino è fra i firmatari
dell’accordo del 2015. Potreb-bero affiancare la Francia nel pressing sulla Casa Bianca. —
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Un volo della Mahan Air, la compagnia aerea iraniana
Ho buone sensazioni che nelle prossime
settimane possa arrivare un vertice
tra noi e l’Iran
L’INCONTRO CON ERDOGAN A MOSCA
PAOLO MASTROLILLIINVIATO A BIARRITZ
«G
li hanno chie-sto a tutti i Stati Uniti
re a Mahan Air un ambiente permissivo sul piano operati-Paesi di nega-
vo, che essa usa in violazione delle norme sull’aviazione civi-le, per facilitare le attività mali-
gne del regime iraniano». Que-sto richiamo all’Italia, che il Di-partimento di Stato condivide
con La Stampa, riguarda una compagnia aerea della Repub-blica islamica sottoposta a san-
zioni dagli Usa, perché è accu-sata di operare in realtà per la Qods Force dell’Islamic Revo-
lutionary Guards Corps. Di conseguenza il nostro Paese si espone a sua volta al rischio di
essere soggetto alle misure di Washington, se non interverrà per bloccare queste operazio-
ni, come peraltro hanno già fat-
to la Germania nel gennaio scorso e la Francia in marzo.Mahan è una compagnia ci-
vile che opera il volo W5140 su Fiumicino, e il volo W5110 su Malpensa, pubbli-
cizzati anche su internet. Il 12 ottobre del 2011 il Treasu-ry Department l’ha sottopo-
sta a sanzioni in base all’Exe-cutive Order 13224, perché «provvede sostegno finanzia-
rio, materiale e tecnologico alla Qods Force dell’Islamic Revolutionary Guards
Corps». In altre parole, è un braccio operativo dei corpi scelti dei pasdaran. Gli ameri-
cani l’accusano di aver tra-sportato combattenti stranie-ri nei Paesi del Medio Orien-
te, armi e fondi. Mahan è sta-ta usata anche da Qasem So-leimani, potente capo della
Qods Force, e gli Usa hanno pubblicato le foto dei suoi ae-rei che riportavano in Iran i
cadaveri dei combattenti del-la Fatemiyoun Division ucci-si in Siria.
aveva portato all’annullamen-to delle sanzioni americane, L’accordo nucleare JCPOA
ma l’8 maggio del 2018 il pre-sidente Trump ha cessato la partecipazione all’intesa, e di
conseguenza le sanzioni sono tornate in vigore. Ciò signifi-ca che i voli di Mahan in Italia
violano le misure imposte da Washington.
un chiarimento su questo punto al dipartimento di Sta-La Stampa aveva chiesto
to prima dell’inizio del G7 di Biarritz, con cui domandava-mo se Roma si esponeva a
sua volta alle ritorsioni ame-ricane, collaborando con una compagnia sottoposta a
sanzioni. Lunedì sera abbia-mo ricevuto la risposta. Co-
me prima cosa, un portavoce del Dipartimento di Stato ha fatto questa dichiarazione:
«Gli Stati Uniti hanno chie-sto a tutti i Paesi di negare a Mahan Air un ambiente per-
missivo sul piano operativo, che essa usa in violazione del-le norme sull’aviazione civi-
le, per facilitare le attività maligne del regime irania-
no». Considerando che la do-manda riguardava in manie-ra specifica il comportamen-
to dell’Italia nei confronti del-la compagnia aerea irania-na, si tratta di un chiaro ri-
chiamo alla richiesta già fat-ta nei mesi scorsi per sospen-dere i voli. Quanto alle poten-
ziali conseguenze, Foggy Bottom rimanda alla nota pubblicata il 23 luglio scorso
dall’Office of Foreign Assets Control dello US Depart-ment of Treasury, intitolata
«Deceptive Practices by Iran with respect to the Civil Avia-tion Industry». Quel docu-
mento avvertiva che «le parti
dell’industria dell’aviazione civile che si impegnano o so-stengono il trasferimento
non autorizzato di aerei e be-ni originati negli Usa, tecno-logia, o servizi all’Iran, o che
conducono attività con le li-nee aeree iraniane designa-te, rischiano sanzioni da par-
te dell’OFAC». L’Italia non era citata esplicitamente, ma ora la dichiarazione del Di-
partimento di Stato chiari-sce che collaborando con Ma-han si espone alle misure.—
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HASSAN ROHANIPRESIDENTE DELL’IRAN
La guerra nello YemenGli Usa pronti a colloqui
con i ribelli Houthi
Su “La Stampa”
L’anticipazione della notizia lo scorso 25 luglio sulla Stampa. Ora, la conferma ufficiale del Di-
partimento di Stato americano
DONALD TRUMPPRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
AP
Putin ha annunciato, ricevendo Erdogan al Sa-Putin: altri missili S-400 alla Turchia
lone aerospaziale Maks 2019, di aver fornito ai turchi che un'altra partita di sistemi missilistici di difesa antiaerea S-400. I due hanno parlato della situazione di Idlib. Putin ha parlato della creazione di una zona di sicurezza nel nord del-la Siria utile sia ad Ankara sia per mantenere l'integrità territoriale del Paese.
EQUILIBRI GLOBALI
Senza questo passo, la porta del dialogo
resta chiusaNon vogliamo
la bomba atomica
L'amministrazione Trump si sta preparando a iniziare colloqui di-retti con le forze dei ribelli Houthi
in Yemen, sostenute dall'Iran, nel tentativo di mettere fine ad una guerra che dura da quattro
anni e che è diventato un fronte volatile nel conflitto con Tehe-ran. Lo scrive il «Wall Street Jour-
nal», citando fonti a conoscenza del dossier. Gli Usa stanno cer-cando di spingere l'Arabia Saudi-
ta a partecipare a colloqui segreti in Oman con i leader Houthi per arrivare ad un cessare il fuoco in
Yemen. Sul terreno la situazione resta incandescente: le forze del-la coalizione militare a guida sau-
dita ieri hanno intercettato e ab-battuto sei missili balistici lancia-ti dallo Yemen contro «obiettivi
civili» nel sud dell'Arabia.
di Stato: aerei usati Il Dipartimento
armi in Medio Orienteper portare soldati e
RETROSCENA
Gli Usa ribadiscono le misure per chi collabora con la compagnia aerea di Teheran Mahar Air che opera a Fiumicino e Malpensa
Da Washington avvertimento a Roma:
sanzioni se ospita i voli dei Pasdaran