La Stampa - 01.11.2019

(Barry) #1

MONICA SERRA
LODI


Dietro le tende bianche delle fi-


nestre si vedono le sagome dei
bambini ancora tutti in classe.


Un edificio giallo di due piani,
che sembra piantato al centro
del paese, villette e qualche


bar a una manciata di chilome-
tri da Lodi. Meno di tremila


anime: «Qui tutti sanno tut-
to», ma nessuno vuole parlare.


Non le mamme e i papà che
aspettano davanti al cortile i fi-


gli. Non le insegnanti: «Trop-
po clamore per una vicenda


che non doveva finire sui gior-
nali». L’11 ottobre i genitori


hanno degli alunni della quar-
ta elementare hanno organiz-


zato uno “sciopero bianco”.
Tutta la classe non si è presen-
tata a scuola, per protestare


contro la gestione, a loro dire
sbagliata, di una situazione de-


licata: una bambina che ha ma-
nifestato atteggiamenti ag-


gressivi nei confronti dei com-
pagni. La piccola ha 9 anni e


una disabilità psichica che le


rende difficile rapportarsi coi
coetanei. La sua mamma è ar-
rabbiata: «Non avrei voluto lo
sciopero e tanto clamore. A
mia figlia fa solo male», si la-
menta coi genitori degli altri
bambini. «È troppo aggressi-
va. Qualche settimana fa men-

tre era a mensa all’improvviso
ha lanciato una brocca in fac-
cia a una bimba che ha perso
sangue dal naso. Non era la pri-
ma volta», spiega Marco, il pa-
pà di un compagno di classe
della piccola. «Non vogliamo
discriminarla in alcun modo.

Vorremmo solo che la scuola si
faccia carico in maniera più op-
portuna del problema e che an-
che i nostri figli siano al sicu-
ro».
È un papà preoccupato Mar-
co. Racconta che per evitare ri-
schi in classe una maestra «è

arrivata a stabilire una parola
d’ordine da usare in caso di pe-
ricolo. Tutti i bambini sanno
che quando la pronuncia de-
vono uscire. Un piano di eva-
cuazione. Capisce che ho pau-
ra?». Marco racconta di aver
telefonato più volte alla segre-
teria per parlare con la presi-
de, che però in quei giorni era
impegnata in Slovenia per un
progetto Erasmus della scuo-
la. «Così abbiamo deciso lo
sciopero».
La dirigente dell’istituto
comprensivo, Stefania Menin,
e gli insegnati, ci sono rimasti
male. E la sera del 29 ottobre,
il giorno dell’assemblea per di-
scutere coi genitori della situa-
zione, li hanno accolti con alcu-
ni striscioni in mano: «Legali-
tà», «inclusione», «una scuola
per tutti». «Una protesta silen-
ziosa decisa dal collegio docen-
ti», spiega la dirigente Menin.
«Abbiamo fatto e stiamo facen-
do il possibile. La piccola è se-
guita da un’insegnante di so-
stegno e non è così problemati-
ca. Capisco la paura, sono una
mamma anch’io. Ma questa è
una “scuola colorata”, un “po-
lo per l’inclusione” e l’inclusio-
ne comporta dei sacrifici per
tutti», sottolinea la preside, di-
spiaciuta per la polemica: «Do-
vremmo solo abbassare i toni.
Questo clima fa male ai bambi-
ni». Tanto che, col benestare
dei genitori, ha già fissato alcu-
ni incontri della classe con uno
psicologo, che li aiuti a supera-
re questo momento. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

STEFANIA MENIN


DIRIGENTE


DELL’ISTITUTO


MARCO


PAPÀ DI UN COMPAGNO


DI CLASSE


CRONACHE


In mensa ha lanciato

una brocca.

Non vogliamo

discriminarla, ma

abbiamo paura

Bisogna abbassare

i toni, questo clima

fa male ai più piccoli.

Abbiamo fatto e

facciamo il possibile

“La compagna disabile è aggressiva ”


E i genitori non portano i figli a scuola


Lodi, sciopero “bianco” contro le maestre. La preside: “L’inclusione comporta dei sacrifici”


MONICA SERRA


La scuola primaria dove i genitori sono in allarme, in provincia di Lodi

16 LASTAMPAVENERDÌ 1 NOVEMBRE 2019


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