La Stampa - 01.11.2019

(Barry) #1

EF


ECONOMIA


& FINANZA


FEDERICO CAPURSO
ROMA


Lufthansa rompe gli indugi e


dopo giorni di indiscrezioni ir-
rompe nella partita Alitalia con


una mail recapitata a Ferrovie
dello Stato e al ministero dello


Sviluppo economico in cui ma-
nifesta il proprio interesse ad
entrare in gioco nel progetto di


rilancio della compagnia di
bandiera italiana. Dalle fine-


stre del governo si osserva il tut-
to con fredda prudenza, perché



  • viene fatto notare - non sono
    ancora state messe nero su


bianco le cifre dell’operazione
prospettata dai tedeschi.


L’interesse però è concreto e
per questo, nei prossimi gior-


ni, l’amministratore delegato
di Fs, Gianfranco Battisti, vole-


rà a Francoforte per incontra-
re il presidente di Lufthansa,
Carsten Spohr. I 170 milioni di


euro (secondo altre fonti si ar-
riverebbe a 200) che sarebbe


pronto a mettere sul piatto il
gruppo tedesco – che già conta


al suo interno Eurowings,
Swiss e Austrian Airlines -, su-


pererebbero l’offerta di Delta
Air Lines. La società statuniten-


se è da tempo interessata ad
entrare nell’operazione, ma la


sua disponibilità si ferma a
100 milioni di euro, pari ad


una quota del 10% della new-
co. Quali che siano i numeri
reali dell’operazione - spiega


chi segue da vicino la trattati-
va - «sembra comunque chiaro


che Lufthansa sia intenziona-
ta ad alzare di molto l’asticella


economica per Delta».
Il gruppo Atlantia, altro


grande protagonista dell’ope-
razione, avrebbe già incontra-


to mercoledì scorso i tedeschi
ed è per questo che non sem-


bra intenzionato a partecipare
al prossimo incontro a Franco-


forte con Fs. La holding della
famiglia Benetton, centrale
per Alitalia grazie alla presen-
za tra le sue controllate di Aero-
porti di Roma (Fiumicino e
Ciampino), non commenta la
notizia dell’interesse della so-
cietà di Francoforte, ma fonti
di primo livello non nascondo-
no gli aspetti positivi di un
eventuale ingresso di una com-
pagnia aerea europea, facil-
mente integrabile nei piani del-
la nuova Alitalia, forse più di
una americana.
Restano, comunque, da ve-
dere i piani di Lufthansa, da

mettere nero su bianco entro
la data del 21 novembre, termi-
ne entro il quale si potranno
presentare offerte vincolanti
per il salvataggio di Alitalia.
Una data «improrogabile», di-
cono dal ministero dello Svi-
luppo economico, guidato dal
5S Stefano Patuanelli, nono-
stante fosse stata definita «im-
prorogabile» anche la data del
15 ottobre scorso, poi passata
senza che Delta, Atlantia e Fs
riuscissero a trovare un accor-
do sul piano industriale. «Ci so-
no le condizioni per il rilancio.
Abbiamo delle interlocuzioni
in corso e vedremo la scelta
del partner industriale – ha co-
munque detto con ottimismo
Patuanelli -. Con i commissari
ci sentiamo quotidianamente
e c’è la massima attenzione
per risolvere la questione».
L’incognita maggiore, rispet-
to all’offerta di Lufthansa, ri-
guarda le prospettive di ri-
strutturazione aziendale. La
sintesi di Fs e Atlantia ha porta-
to, per ora, a fissare un tetto
massimo di 2700 esuberi,
mentre il colosso tedesco sa-
rebbe intenzionato a dimezza-
re il personale, che ad oggi
conta quasi 12 mila addetti,
portandolo a seimila unità. Re-
sterebbe poi – se fossero con-
fermate le voci circolate negli
ultimi giorni – il nodo della
rottamazione o vendita della
flotta Alitalia, che nei piani at-
tuali dovrebbe portare a una
riduzione di 16 o 20 aerei, sui
116 attualmente disponibili,
mentre Lufthansa chiedereb-
be di abbassare il parco mezzi
a meno di 80 unità. Temi, que-
sti, su cui non è escluso che
possano esercitare pressioni i
ministeri dello Sviluppo e
dell’Economia. —
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LUCA FORNOVO
TORINO

Una nuova scure giudiziaria
si abbatte su Bio-On, la socie-
tà bolognese di bioplastica. Il
tribunale collegiale di Bolo-
gna, sezione specializzata im-
prese, presieduto dal giudice
Fabio Florini, ha revocato il
consiglio d’amministrazione
e il collegio dei sindaci. Conte-
stualmente il tribunale ha no-
minato l’amministratore giu-
diziario che dovrà occuparsi
di Bio-On, i cui vertici, tra i
quali il fondatore Marco
Astorri, sono finiti al centro
dell’inchiesta della Procura
di Bologna per false comuni-
cazioni sociali e manipolazio-
ne del mercato.
Il nuovo amministratore è
il professor Luca Mandrioli,
iscritto all’Ordine dei com-
mercialisti di Modena, il cui
incarico durerà fino al 30 apri-
le 2020. L’amministratore
giudiziario, tra i suoi compiti,
dovrà verificare la situazione
complessiva - contabile, eco-
nomica e finanziaria - della so-
cietà, anche in riferimento al
gruppo delle controllate e
partecipate, compresa la valo-
rizzazione degli asset, la rela-
tiva tutela (in particolare con
il mantenimento dei brevetti
e degli altri titoli industriali),
e le licenze in corso. Secondo
quanto si apprende è stata la
procura di Bologna ad aver ri-
chiesto al tribunale l’apertura
del procedimento per irrego-
larità da parte della società.

L’obiettivo era ottenere dal
tribunale, com’è poi avvenu-
to, la revoca dei vertici e dei
sindaci revisori di Bio-on, con
la conseguente nomina di un
amministratore giudiziario.
Ora in ballo per Bio-On c’è
la continuità aziendale. Il pro-
curatore aggiunto Francesco
Caleca e il sostituto Michele
Martorelli hanno ricostruito
questo sospetto impoveri-
mento delle casse societarie,
attraverso le analisi investiga-
tive del nucleo di polizia eco-
nomica-finanziaria della
Guardia di finanza, al coman-
do del colonnello Luca Torza-
ni. Al momento si è scoperto
che Bio-On è passata da un at-
tivo di 24,2 milioni nel 2017 a
un passivo di 22,5 milioni nel


  1. Inoltre, secondo fonti


finanziarie, questa settimana
i fornitori non pagati sono an-
dati a battere cassa da
Bio-On, ma la crisi di liquidità
appare sempre più grave.
Intanto sono stati revocati
gli arresti domiciliari per il
fondatore di Bio-On, Marco
Astorri, l’ex presidente che
ha rassegnato le dimissioni
dopo l’inchiesta «Plastic Bub-
bles» per false comunicazio-
ni sociali e manipolazione
del mercato. La decisione è
stata del gip Alberto Ziroldi,
che ha accolto le richieste
della difesa, sostituendo gli
arresti domiciliari con la mi-
sura interdittiva del divieto
temporaneo di esercitare uf-
fici direttivi delle persone
giuridiche. —
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I tedeschi sostituirebbero delta offrendo 200 milioni di euro


Sul dossier Alitalia


rispunta Lufthansa


e chiede tagli severi


Il gruppo vorrebbe ridurre gli aerei da 118 a meno di 80


Se passa la sua linea, dipendenti dimezzati a 6 mila


FRANCESCO SPINI
MILANO

R


ibaltone a Verona: il
consiglio di ammini-
strazione di Cattolica
Assicurazioni ha re-
vocato le deleghe all’ad Alber-
to Minali. I suoi poteri sono sta-
ti conferiti al direttore genera-
le, Carlo Ferraresi. Un fulmine
al ciel sereno. Nel giustificare
la mossa, una nota della socie-
tà spiega che il cda «ha consta-
tato e preso atto che si è pro-
gressivamente verificata una
divergenza di visione con l’ad
per quanto riguarda l’organiz-
zazione societaria, gli scenari
strategici e i rapporti con i soci
e col mercato». Questo, prose-
gue il comunicato, «con la con-

seguenza di una non fluida, di-
stesa e positiva posizione» del
manager «verso il cda e una
non sufficiente sintonia e orga-
nicità nelle rispettive compe-
tenze». Minali resterà in consi-
glio, ma il ribaltone di ieri –
passato peraltro a larghissima
maggioranza, con 14 voti su
16, e con l’astensione dell’or-
mai ex ad – segna un punto di
rottura importante.
Cosa può aver portato a una
decisione tanto grave quanto
improvvisa? Secondo alcune
ricostruzioni, nel consiglio di
amministrazione nelle ultime
settimane si sarebbero molti-
plicati i sospetti che Minali
stesse preparando il terreno
per la trasformazione in Spa
della società, oggi cooperativa
(e dove quindi vige il principio
«una testa, un voto», come nel-

le tradizionali banche popola-
ri), per favorire l’assunzione
del controllo della compagnia
da parte di alcuni gruppi finan-
ziari internazionali e naziona-
li. Insomma, una scalata. Il per-
no di un tale disegno sarebbe
stata, almeno nei timori del
consiglio, la Berkshire Hatha-
way di Warren Buffett che,
all’indomani dell’arrivo di Mi-
nali dopo l’addio alle Genera-
li, ha investito 116 milioni rile-
vando il 9,047%, dalla Popola-
re di Vicenza. Un indizio, o per-
lomeno giudicato tale, c’è sta-
to ad agosto, quando il cda ha
respinto il piano per diventare
partner di Ubi nella bancassi-
curazione che Minali avrebbe
condizionato alla trasforma-
zione in Spa e a un aumento di
capitale che avrebbe spalanca-
to le porte a nuovi investitori.

Un ulteriore episodio risale a
pochi giorni fa, quando l’ad ha
avallato l’iniziativa di due so-
ci, Giuseppe Lovati Cottini e
Luigi Frascino, di raccogliere
deleghe per convocare un’as-
semblea straordinaria per al-
cune modifiche alla governan-
ce. Secondo il cda, l’ennesimo
tentativo di passare alla Spa,
dove contano le azioni, non le
teste. «Ma noi sosteniamo il
modello cooperativo», assicu-
ra l’avvocato Lovati Cottini.
Piuttosto dice di non riuscire a
capire perché Minali fosse «lo-
dato da presidente e cda fino a
poche settimane fa e ora gli tol-
gano le deleghe, assurdo».
Il presidente Paolo Bedoni,
esponente della vecchia guar-
dia veronese da sempre con-
traria alla Spa, descrive la de-
cisione come «dolorosa, ma
inevitabile per preservare e
garantire al meglio valori e
obiettivi di Cattolica Assicura-
zioni». Da ambienti vicini a
CariVerona (3,43%), entrata
nel capitale proprio per l’arri-
vo di Minali, parlano di una
mossa «inaspettata» e atten-
dono lumi. Il cda assicura che
con Ferraresi l’attuazione del
piano di crescita proseguirà,
ma molti investitori aspetta-
no il giudizio della Borsa con
una certa apprensione. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

NICOLA PINNA
Nel traghetto della Moby or-
meggiato ieri mattina a Olbia
è comparso uno striscione.
Scritta rossa su sfondo bianco:
«Onorato uguale occupazio-
ne». Forse è la protesta dei di-
pendenti di Vincenzo Onora-
to, l’armatore napoletano che
in questi giorni tenta in ogni di
uscire da una bufera molto più
preoccupante del previsto. La
crisi finanziaria, lo scongiura-
to rischio del fallimento e ora
anche il braccio di ferro con
Unicredit. L’istituto di credito
è quello che nei giorni scorsi
ha impedito la vendita di due
traghetti a una compagnia di

navigazione danese, bloccan-
do un affare che Moby conside-
rava strategico per accumula-
re un po’ di liquidità e colmare
una parte dei debiti. Il proget-
to è saltato perché Unicredit
non ha liberato le ipoteche sui
due traghetti e proprio per que-
sto Vincenzo Onorato nei gior-
ni scorsi si è scagliato contro la
banca, minacciando una ri-
chiesta di risarcimento danni.
L’operazione, però, secon-
do Unicredit conteneva molti
rischi e sulla trattativa tra Mo-
by e la danese Dfds c’era anche
qualche passaggio poco chia-
ro. Tutto scritto in una lettera
che Unicredit ha spedito all’ar-

matore napoletano, che da
qualche anno ha acquisito la
ex compagnia pubblica Tirre-
nia e che però non è ancora riu-
scito a saldare i debiti con lo
Stato e si ritrova col fiato sul
collo dei fondi d’investimento
che hanno rilevato i debiti del-
la compagnia. «In qualità di Se-
curity Agent - scrive Unicredit
a Onorato - avevamo il dovere
di chiedere chiarimenti agli or-
gani societari di Moby sulla si-
tuazione finanziaria della so-
cietà e sull’intenzione di assu-
mere i provvedimenti richiesti
dal Tribunale e di avere un ul-
teriore conforto anche con
esperti terzi sulla congruità
delle cifre concordate».
Proprio il prezzo delle navi
ha fatto scattare l’allarme.
«L’accordo sulla vendita dei
traghetti era per 137 milioni
di euro, mentre il valore di
quelle navi evidenziato nel pia-
no del 2018 era di 190 milioni


  • contesta Unicredit -. Inoltre
    la recentissima perizia Brax
    evidenziava un valore di 157
    milioni». L’armatore accusa la
    banca di aver fatto saltare la
    trattativa con i danesi ma l’isti-
    tuto di credito ribatte che dal-
    la compagnia Moby non sono
    arrivati i chiarimenti richiesti,
    mentre più puntuali erano sta-
    te le diffide da parte dei fondi
    d’investimento: «Come “secu-
    rity agent” - sottolinea Unicre-
    dit - dobbiamo agire da garan-
    ti sia delle banche finanziatri-
    ci sia degli obbligazionisti.
    Ma anche della società stessa
    e dei suoi dipendenti. Per que-
    sto all’istituto non può essere
    mossa alcuna accusa, soprat-
    tutto perché il negoziato con
    la compagnia danese si è svol-
    to in autonomia, senza tener
    conto dei tempi dell’istrutto-
    ria dovuta per la liberazione
    delle garanzie». —
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i conti della banca


Bnl, più utili e ricavi


Ma nel trimestre cala


il margine d’interesse


Il consiglio ha revocato le deleghe al manager: “Divergenze su organizzazione societaria, strategia e rapporti coi soci”

Il presidente Bedoni: “Decisione dolorosa ma inevitabile”. I poteri al dg Ferraresi. I dubbi sul ruolo del gruppo di Buffett

Cattolica, il cda sfiducia l’ad Minali

I timori per la Spa e la scalata ostile

contestata la vendita di due navi

Traghetti Moby


Battaglia legale


fra Unicredit


e l’armatore Onorato


torna in libertà l’ex presidente astorri

Bio-On, revocati cda e sindaci


Mandrioli nuovo amministratore


LUIGI GRASSIA


LAPRESSE


ITALIA


FTSE/MIB


22.


+0,21%


RETROSCENA


ANSA


Dodici pretendenti
ai punti vendita
di Mercatone Uno

EURO-DOLLARO


CAMBIO


1,


+0,43%


PETROLIO


WTI/NEW YORK


52,


-1,60%


ALL'ESTERO


DOW JONES


27.


-0,52%


NASDAQ


8.


-0,14%


Il punto della
giornata
economica

Non mancano i pretendenti alla catena Mer-
catone Uno: i commissari straordinari (Luca
Gratteri, Antonio Cattaneo e Giuseppe Far-
chione) hanno ricevuto 12 offerte/manife-
stazioni di interesse, « che si riservano di esa-
minare per valutarne i contenuti secondo le
previsioni del regolamento di vendita». La no-
ta dei commissari specifica che il termine per

presentare le offerte vincolanti di acquisto
dei rami aziendali è scaduto ieri. Sotto il mar-
chio Mercatone Uno si trova una cinquantina
di punti vendita di mobili e complementi d’ar-
redo, oltre che di altri prodotti non alimentari.
I dipendenti sono circa 1.800 (già dimezzati
rispetto al massimo toccato qualche anno
fa) e tutti loro rischiano il posto, perché l’a-

zienda non riesce a uscire dalla lunga crisi co-
minciata nella prima metà dell’attuale decen-
nio. Le procedure di salvataggio, fra concor-
dati preventivi e tentativi di vendita andati a
vuoto, sono state tormentose. Ora i dodici
aspiranti compratori accendono potrebbero
accendere la luce in fondo al tunnel. —
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Bnl (gruppo Bnp Paribas)
chiude il terzo trimestre con
un utile ante imposte di 98
milioni di euro, +23,7% ri-
spetto al terzo trimestre
2018, ricavi in crescita dello
0,5% a 663 milioni e un mar-
gine di interesse in calo del-
lo 0,7%. Il gruppo spiega che
«la banca continua regolar-
mente ad accrescere la sua
quota di mercato nel seg-
mento di clientela Corpora-
te: +0,9 punti in 3 anni, al
6%. I depositi crescono
dell’8,1% rispetto al terzo tri-
mestre 2018, in particolare
con un significativo incre-
mento dei conti correnti nel
segmento Individuals. La
raccolta indiretta cresce del
4,5% rispetto al 30 settem-
bre 2018, trainata dalla com-
ponente previdenziale». —

Il gruppo di navigazione Moby affronta difficoltà finanziarie

FTSE/ITALIA


24.


+0,23%


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Unico RetiAmbiente SpA soggetta ad attività di direzione e coordinamento di
RetiAmbiente SpA (Loc. Le Morelline Due – 57016 Rosignano Solvay - LI) indice
una procedura aperta telematica ai sensi dell’Art.60 del D.Lgs. 50/2016 e s.m.i.
per l’affi damento della fornitura e consegna di non oltre N. 12 VEICOLI 18
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DEL TIPO A CASSONE E CUFFIA E SISTEMA DI COMPATTAZIONE
MONOPALA, DI VOLUMETRIA PARI A 16 MC, CON DISPOSITIVO
ALZA VOLTA CONTENITORI da acquisire: 4 in regime di appalto e fi no a
n. 8 in regime di Accordo quadro - Codice CIG: 8075420F
■ Importo complessivo dell’appalto: € 1.680.000 (oltre Iva). ■ Il termine
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