La Stampa - 01.11.2019

(Barry) #1
GIULIA ZONCA
TORINO

P


ersone legate con
un filo rosso nei di-
segni di Olga Geor-
gieva e balli nostal-
gici, dal romantici-
smo sfrenato, nella
serie di foto di Boris Mikhai-
lov. Baci, tanti, bocche pure
troppo sguaiate, il tappeto di
Alighiero Boetti sopra cui ro-
tolarsi: Artissima apre e mette
in scena il desiderio. Lo fa pro-
prio mentre l’arte diventa l’oc-
casione migliore per incon-
trarsi, il territorio che mesco-
la perché parla una lingua tut-
ta sua. Universale.
Esiste persino una app che
unisce chi ha gli stessi gusti
culturali, si chiama Muzing,
l’hanno inventata due france-
si e non per forza sistema cop-
pie, anche se l’idea di base era
quella. Di certo intercetta un
sentimento globale che esiste
nella comunità reale come in
quella virtuale: trovare una

zona sicura per incrociarsi e
temi forti per conoscersi (o ri-
conoscersi) e trasporto, parte-
cipazione, indagine su un pos-
sibile futuro insieme. L’arte of-
fre tutti questi spunti, regala
temi di conversazione, sugge-
risce risate facili e accende di-
scussioni infinite. Succede di
continuo e che si cerchi l’ani-
ma gemella o un’avventura
c’è di sicuro un’opera che si
adatta.
Artissima 2019 si confronta
con il piacere, pure con quello
vietato e con ogni bisogno e
censura, non solo privata. Par-
la di amori, sogni, fascino e
racconta di libertà negate, di-
ritti reclamati. Tutto insieme,
senza pudore e l’intreccio tra i
due piani funziona perché per
essere felici bisogna divinco-
larsi dalle proibizioni.
Gli amori freschi evocati
nelle sequenze in bianco e ne-
ro di Libera Mazzoleni, l’inti-
mo ironico sfoggiato da Diane
Bond e poi tante finestre che
si aprono, letteralmente. So-
no sparse in diversi lavori,
scelte da differenti artisti e so-
no tutti inizi ed orizzonti. Me-
no installazioni e più quadri,
tanta pittura e materia perché
stavolta è una fiera fatta di cor-
po, di volontà. Anche di scon-
tri. Chi protesta, chi si lancia
in grandi gesti romantici, co-

me l’onnipresente Robin Rho-
de che disegna alberi sui muri
di Gaza. Speranze e ribellioni,
formato famiglia o formato
stato. Confini da spostare e li-
miti da levare e anche una sa-
na necessità di stare insieme.
Di trovare un terreno da con-
dividere.
La fiera si presta alle propo-
ste di matrimonio con scultu-
re a nido e passeggiate lungo
case in miniatura, agli annun-
ci fondamentali di fronte al

pancione di «Sara è incinta»,
pure agli abbandoni. Quelli al-
la voluttà e quelli che portano
al divorzio. Via social non si
possono organizzare, ma pre-
pararne uno in un museo o in
una galleria potrebbe essere
coraggioso e tra gli stand ci so-
no diversi suggerimenti. Si
possono infilare vetri nel ce-
mento per dichiarare il pro-
prio spazio invalicabile come
fa David Batchelor con la pla-
stica colorata. Dichiarazioni,

scritte sulle serietà dietro ten-
dine che cambiano le lettere e
il senso: nelle relazioni le bu-
gie hanno una parte importan-
te e qui qualche opera tradi-
sce. Capita anche ai primi in-
contri di scoprire ce non ci si

piace affatto, ma l’arte offre a
ognuno di andare per la pro-
pria strada e incalcolabili se-
conde occasioni.
Artissima non si sottrae ai
desideri andati a male, alle
strutture che crollano come le

villette di Monica Bonvicini,
lei le sue bifamiliari di provin-
cia le ha ricostruite anche alle
Ogr, sempre a Torino che que-
sta settimana pullula di opere
e appuntamenti. Rosita Misso-
ni, che non si perde un’Artissi-

ma, evoca quello che le ha
cambiato la vita mentre guar-
da le vele rosse di Melissa Mc-
Gill, «un’energia pazzesca».
La trasmette anche lei «un po’
frastornata da tutta questa vi-
talità, la stessa che dà lo sport

direi. Io ho incontrato Otta-
vio, l’uomo che sarebbe diven-
tato mio marito, alle Olimpia-
di. Correva i 400 ostacoli, ha
vinto la sua batteria e non ho
notato proprio lui ma il petto-
rale che aveva: 331, il 7 è il
mio numero preferito». In fa-
miglia era la cifra perfetta,
«sette caramelle se avevi fatto
bene e via così. Per me, galeot-
ta è stata l’atletica ma anche
l’arte può funzionare basta
che sia un’emozione forte».
Alla terza edizione da diret-

trice Ilaria Bonacossa prova a
spingere proprio sull’intensi-
tà ed evita i percorsi più scon-
tati. La seduzione esiste e de-
clinata per genere dalle forme
di Lidya Cheng scrutata da
Mapplethorpe alle giganto-
grafie trans, ma non è certo il
solo codice del trasporto. Si
punta sulla passione, intima o
rivoluzionaria che sia, in tutte
le sue evoluzioni. E si invita a
insistere: non si giudica mai al
primo sguardo. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Torna Celentano e stavolta ci mette la faccia: dopo la sospensione di febbraio,
tra ascolti deludenti e problemi di salute, riecco «Adrian», lo show ideato, scritto
e diretto dallo stesso artista, prodotto dal Clan, dal 7 novembre in prima serata
su Canale 5 , con Celentano padrone di casa: tra gli ospiti ci sarebbero Carlo Con-
ti, Paolo Bonolis, Maria De Filippi, Gerry Scotti, Enrico Mentana, Massimo Giletti,
Checco Zalone, Ligabue, Elisa e il sindaco di Milano Beppe Sala.

Incontrarsi davanti

a un’opera è brillante
e offre una zona franca

Esiste anche una app

GALLERIA RAFFAELLA CORTESE,

2


l1 I paesaggi astratti di Coda
Zabetta: infinite emozioni. Le
gradazioni e le sfumature
astratte aprono alle infinite
possibilità dell’innamora-
mento.
l2 «Opravivà» trasformano
degli oggetti comuni in oggetti
doppi simbolo di un respirare
comune, una sinergia amorosa
dello stare insieme uniti indis-
solubilmente.
l3 I cieli di Trevor Paglen
all’apparenza poetici e romanti-
ci nascondono i droni che sorvo-
lano i nostri cieli per controllar-
ci. Parlano di paura, di sfiducia
e di come le cose non siano sem-
pre come appaiono.

Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima

l1 L'intreccio di mani di Ketty
La Rocca esprime la passione,
il romanticismo, l'avvio di una
musica suonata su un piano-
forte ideale.
l2 «Opavivarà»: musica e
complicità, gioia e spensiera-
tezza alla base di una relazio-
ne che si spera duratura.
l3 La serie Dance di Boris Mi-
khailov perché nella ritualità
della danza, anche soli o con
altra compagna, sta il senso
della vita che continua a scor-
rere anche quando la musica
cambia o finisce.

Emanuele Chieli, presidente di Camera Torino

Andrea Viliani, Direttore del Madre
di Napoli

l1 «Palindroom» che apre la
personale di Berlinde de Bruy-
kere in Fondazione. Un'imma-
gine fallica, fortemente ses-
suale. La fluida compresenza
di maschile e femminile.
l2 Le due opere di Agniesz-
ka Polska ad Abstract Sex. Gio-
ielli di dolcezza tragicomica:
poesie d’amore indirizzate a
un corpo che sembra decom-
porsi davanti a chi legge.
l3 «Il Viandante di Namsal»
di Siedlecki, sezione Present
Future di Artissima. Conden-
sa desideri e aspettative. Mi
piace l'idea di una separazio-
ne pacificata.

Patrizia Sandretto, presidente Fondazione Sandretto Torino

Davanti a quale opera
daresti appuntamento per
iniziare una storia d’amore?

Tre suggerimenti sul tema

1


Davanti a quale opera
faresti una proposta di
matrimonio?

Davanti a quale opera
diresti addio al tuo/alla
tua partner?

3


EMANUELA MINUCCI
TORINO

I


l buio è totale nella Sala
del Senato. E sembra di es-
serci, in mezzo a quelle ris-
se fra poliziotti bianchi e
passanti neri, presi a botte
solo per aver commesso
l’errore di essere capitati lì, in
quel momento. Sotto gli stuc-
chi irripetibili di Palazzo Mada-
ma così lontani eppure così vi-
cini ai tubi futuribili che sosten-
gono il cielo di Artissima, va in
scena la videoarte di Arthur Ja-
fa. Una clip di 7 minuti sulle
condizioni degli afroamerica-
ni. È Love is the message, the
message is death, l’opera che
ha vinto la 47esima edizione
del Prix International d’Art
Contemporain.
A sferrare questo salutare
schiaffo in pieno viso alla Tori-
no barocca è la Fondation Prin-
ce Pierre de Monaco. Il debutto
è privatissimo: moquette blu
per terra, uno schermo lungo
8 metri, musica a palla. Al po-
sto di mille sedie, un’unica pan-
ca su cui siede la principessa
Carolina di Monaco. Al suo
fianco l’autore, Arthur Jafa, e
Lorenzo Fusi, di-
rettore artistico
del premio. La
principessa non
farà dichiarazio-
ni sul messaggio
racchiuso nel vi-
deo. «Ma il solo
fatto che sia qui,
dice tutto» spie-
ga con un gran
sorriso Fusi.
Carolina di
Monaco va paz-
za per l’arte contemporanea,
ma non lascerà il ruolo di prin-
cipessa sorridente e non insi-
diabile per tutta la sua giorna-
ta torinese. Due ore in tutto,
ma intense. «Amo la vostra cit-
tà quanto l’arte» dirà, dopo
una flut di champagne e la visi-
ta agli appartamenti reali. E si
meraviglierà per quel Barack
Obama che irrompe in Ama-
zing Grace per elogiare gli otto
parrocchiani di Charleston uc-
cisi da un suprematista bian-
co. Così come per i soffitti del-
la Camera da letto di Madama
Reale, anzi, dirà lei dimostran-
do di conoscere bene il casato,
della duchessa Maria Giovan-
na Battista di Savoia Ne-
mours.
Nel suo sofisticato spolveri-
no di taglio militare che in mol-
ti, suscitando un certo disap-
punto di Sua Altezza Reale, at-
tribuiscono a Chanel (una prin-
cipessa non si presta a fare la
fortuna di un marchio) fende
il castello come fosse il suo, at-

tardandosi su affreschi stucchi
e gli intarsi di Piffetti. Parla
con le amiche torinesi, la diret-
trice di Artissima Ilaria Bona-
cossa, la principessa Eleonora
di Jugoslavia e Marie Claude
Beaud, curatrice del museo di
Arte Contemporanea di Mona-
co che l’ha accompagnata.
Mentre assaggia una prali-
na apprezza a naso in su quel
rococò arrivato in Piemonte
dalla Francia e su questo sorri-
de, spiegando il viaggio ad Ar-
tur Jafa. A lui e al curatore Lo-
renzo Fusi, il primo in impecca-
bile completo nero su accecan-
ti stivaletti d’oro, il secondo
con una giacca damascata in
perfetto stile da settimana
dell’arte contemporanea mo-
strerà (sul proprio iPhone vez-
zosamente agée) le immagini
di alcuni ragazzi africani impe-
gnati in danze da finale olimpi-
ca di corpo libero: «Bernini, ec-
co, il fil rouge» dice Carolina
guardando negli occhiali neri
Arthur Jafa che di plasticità

dei corpi, osservando i 7 inde-
moniati minuti di Love is the
message, s’intende. «La princi-
pessa ama molto l’Africa e la
danza, ma si spende per tutte
le arti e quando le abbiamo
chiesto se sarebbe venuta a To-
rino ha accettato senza pensar-
ci un attimo».
E da oggi, il suo regalo a To-
rino, questo videoclip, la cui
visione è compresa nel prez-
zo del biglietto per entrare a
Palazzo Madama è visibile al
pubblico, e lo sarà fino al 15
novembre. Un viaggio attra-
verso 400 anni di storia che
pulsa nel presente e vibra di
una violenza atemporale.
L’incipit inchioda alla sedia:

sono le immagini di un uo-
mo trafitte da un collage di
atroci notizie che racconta-
no ciò di cui è capace la fero-
cia umana. Quando la palla
infuocata del sole spezza le
immagini in bianco e nero,
metafora di un inferno sen-
za fine, la principessa sem-
bra per un attimo cedere alla
commozione: «Guardarlo è
forte, sempre».—
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Torna «Adrian» Celentano con ospiti illustri

A sinistra, un frame del video di Anna Maria Maiolino di Artissima
Telephone, mostra collaterale alle Ogr di Torino. Sopra, un’immagi-
ne dell’inaugurazione di Artissima

Lou Reed, una canzone con le parole di Andy Warhol

TM


TEMPI


MODERNI


CULTURA, SOCIETÀ


E SPETTACOLI


ANSA


GEORG KARGL FINE ARTS, VIENNA


REPORTERS


© PEROTTINO-PIVA-BOTTALLO-PEIRONE / ARTISSIMA 2019


SI È APERTA IERI ALL’OVAL LA MOSTRA MERCATO TORINESE PIÙ INTERNAZIONALE


Artissima 2019

La forma del desiderio


Una vecchia cassetta scoperta negli archivi del museo Andy Warhol di Pittsbur-
gh contiene alcune canzoni di Lou Reed le cui parole sono prese dal libro di
Warhol del 1975 «The Philosophy of Andy Warhol: From A to B and Back
Again». Warhol per due anni era stato il manager dei Velvet Underground. I na-
stri documentano anche una serie di incontri del 1974 in cui Warhol e Reed di-
scussero di trasformare l'album «Berlin» in un musical a Broadway.

Roberto Coda Zabetta
«Verderame», 2019

GIORGIO PEROTTINO


Opravivrà
«Isto è um cachimbo», 2019

GIORGIO PEROTTINO


Agnieszka Polska
«Your Intestines», 2017

Il massaggio creativo

A Palazzo Madama per la presentazione della clip

Il regalo di Carolina a Torino


Un video di Arthur Jafa


“Amo l’arte e questa città”


PERSONAGGIO


L’opera che

rappresenta violenze
sui neri ha vinto il Prix

d’Art Contemporain

Carolina di Monaco con Arthur Jafa e Lorenzo Fus. Sotto, il clip

26 LASTAMPAVENERDÌ 1 NOVEMBRE 2019


TM

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