La Stampa - 01.11.2019

(Barry) #1

anticipazioni del libro di vespa


Giorgetti: “Avevo messo in guardia Matteo


sui movimenti di Savoini e D’Amico”


FABIO MARTINI
ROMA


Stavolta Matteo Salvini si è


messo avanti col lavoro e non
soltanto perché è già partito


con la sua campagna elettora-
le in vista delle elezioni regio-
nali in Emilia-Romagna. Cer-


to, mancano ancora 87 giorni
al voto e lui ha già acceso la


macchina: ieri sera era a Par-
ma per il suo primo comizio e


tra due settimane “sconsacre-
rà” il rosso Paladozza di Bolo-


gna. Messaggio chiaro: Salvi-
ni punta a bissare il suo “mo-


dello Umbria”: crederci e non
mollare, con una campagna a


tappeto. Ma la vera “notizia” è
un’altra: Salvini sta dimostran-


do di avere già studiato la sua
campagna con messaggi “per-
sonalizzati” per gli emiliani,


cioè per elettori che hanno
sempre votato in prevalenza a


sinistra e che perciò non van-
no stuzzicati ma semmai ac-


compagnati nel loro trasferi-


mento verso il centrodestra.


Un’operazione-drenaggio.
E allora ecco le prime parole


gridate da Salvini a Parma e
pensate proprio con l’obiettivo


di “drenare” voti da sinistra:
«Dimostreremo che l’Emilia


non è la terra delle inchieste sul-
la ’Ndrangheta che ha portato


agli arresti a Reggio Emilia». E
spingendo il pedale dell’orgo-


glio regionale, Salvini ha com-
pletato l’intemerata: «L’Emilia


è una terra di lavoro, di fatica,
di agricoltura, di commercio,
arte, musica e cultura. L’Emilia


non è il sistema Bibbiano!».
Che è cosa ben diversa dal di-


re «il Pd è il partito di Bibbia-
no». Salvini sta dicendo: gli


emiliani non sono assimilabili
alle degenerazioni, peraltro


più immaginate che provate e
soprattutto sono dei gran lavo-


ratori. Il secondo slogan speri-


mento in piazza: «Ci dicono fa-
scisti, razzisti, nazisti... qua ci
sono solo italiani orgogliosi di
essere italiani. Voglio una re-
gione dove se ho una casa po-
polare quella casa popolare va
prima a un cittadino italiano e
poi al resto del mondo».
Traduzione: cari emiliani
moderati ed anche ex comuni-
sti: io non sono un fascista, ma
semmai un italiano che vuole
far rispettare i diritti elementa-
ri degli italiani e una volta sod-
disfatti gli emiliani, Matteo il
“buono” dice che la casa popo-
lare potranno averla anche gli
altri. Ma ne ha pensati anche
altre di esche. In una regione
che pullula di piccole imprese
e di coop, ecco Salvini che da
via Farini di Parma urla: «Da
questa manovra economica è
chiaro che questi odiano l'im-
presa, le partite Iva, gli artigia-
ni, i commercianti». E visto
che il pecorino, al di là della de-
magogia senza conseguenze
delle sue promesse, gli ha por-
tato fortuna in Sardegna, ecco
Salvini difendere il formaggio
di casa: «Dazi sul Parmigia-
no-Reggiano? Chiedete a “Giu-
seppi” Conte, che è così amico
di Trump per poter fare qualco-
sa per toglierli. I dazi non aiuta-
no mai, come quelli alla Rus-
sia, perché bloccano la nostra
economia votata all'export nel
mondo».
Un Salvini “programmato”
sugli elettori emiliani e dun-
que attento a non apparire
troppo spostato a destra, ma
anche nella sua prima uscita a
Parma non sono mancate le
guasconate. Rivolto agli abi-
tanti accorsi ad ascoltarli, il lea-
der della Lega, ha urlato: «Io
penso che il presidente Bonac-
cini e il suo compagno Pizza-
rotti debbano incominciare a

preoccuparsi perché se centi-
naia di persone come voi sono
qua vuol dire che stiamo arri-
vando e stiamo vincendo an-
che in Emilia Romagna».

È con questo spirito ribaldo
Salvini si prepara a lanciare la
sua sfida in un luogo nel quale
la sinistra bolognese e non so-
lo ha celebrato i suoi fasti.
«Apriremo la campagna eletto-
rale alla grande, giovedì 14 no-
vembre al Paladozza di Bolo-
gna, con 6-8mila persone».
Per la partenza da Parma, a
centinaia di metri dal comizio
di Salvini, una manifestazione
di sinistra si è limitata ad una
pacifica protesta. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Salvini cambia strategia


e punta sull’orgoglio emiliano


Stop al sillogismo Pd-Bibbiano, ora fa rotta su coop e “ex comunisti”


«L’incontro al Metropol? Sa-


voini e D’Amico sono due
sprovveduti avvicinati da me-


diatori d’affari che li immagi-
navano dotati di poteri magi-


ci». Così l’ex sottosegretario
Giancarlo Giorgetti a Bruno


Vespa, nell’ultimo libro del
giornalista “Perché l’Italia di-
ventò fascista (e perché il fasci-


smo non può tornare)” di cui
sono pubblicate anticipazio-


ni. Giorgetti parla di Salvini,
dei collaboratori e dell’incon-


tro avvenuto in Russia. «Ave-
vo informato Salvini - dice


Giorgetti - e lo avevo messo in
guardia. Ma lui, in assoluta
buona fede, riteneva che fosse-
ro simpatici romantici inno-
cui, senza poter fare danno. In-
vece quando è arrivato il mo-
mento di danneggiare Salvini,
li hanno messi in piazza ridico-
lizzandoli e il danno d’immagi-
ne per lui è stato enorme». Lo
stesso Salvini dice la sua a pro-
posito di Savoini: «Incauto è
una cosa, delinquente è un’al-
tra». Ma perché non ha riferito
al Senato? «Non mi risulta sia
accaduto nulla di grave».

87


I giorni che mancano
al voto in Emilia,
ma il leader leghista

scalda già le piazze

8.


I posti del Paladozza
che ospita l’apertura
della campagna

elettorale della Lega

VERSO LE REGIONALI


Il comizio del leader della Lega Matteo Salvini a Parma

Arrivano messaggi

“personalizzati” per
chi votava a sinistra

ma adesso è indeciso

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