Il Sole 24 Ore - 01.11.2019

(vip2019) #1

10 Venerdì 1 Novembre 2019 Il Sole 24 Ore


Economia


Imprese


È un riconoscimento riservato


a pochissimi a Milano, lo ha
appena ottenuto il negozio della

maison guidata da Nicoletta


Spagnoli inaugurato nel  a
pochi passi dal Duomo

Moda


La boutique


della Galleria


di Luisa Spagnoli


diventa storica


È una storia controcorrente


quella di It-Wash, Pmi
partenopea che produce

lavatrici «no frills». Nel  è


in arrivo un modello di
asciugatrice base
u pagina 12

Made in Italy


Le lavatrici rétro


all’italiana


si fanno spazio


fra l’hi-tech


Eni accelera sul riciclo dei rifiuti,


tecnologia per trasformarli in olio


INDUSTRIA


Syndial, braccio ambientale,


diventa Eni Rewind e punta


su estero e nuovi business


L’ad Grossi: «La società


ha una solida expertise


e vuole crescere ancora»


Celestina Dominelli


ROMA


Un nuovo nome che porta con sé, per


dirla con le parole dell’amministratore


delegato Paolo Grossi, «un cambia-


mento radicale e di lungo periodo».


Perché Syndial, la società ambientale di


Eni nata nel  con la ridenomina-


zione dell’allora Enichem, dopo il con-


ferimento delle sue attività produttive


a Versalis, per gestire sostanzialmente


le demolizioni degli stabili e la bonifica


dei siti “ereditati” da fallimenti indu-


striali e dall’Enimont, da oggi diventa


Eni Rewind e punta lo sguardo, in Italia


e all’estero, oltre i confini del gruppo,


dove finora si è concentrato il suo busi-


ness: dalle bonifiche di tutte gli impianti


di Eni in Italia (dall’upstream alla raffi-


nazione, alle stazioni di servizio) allo


smaltimento e recupero dei rifiuti indu-


striali, fino all’ultimo step, la trasforma-


zione della frazione organica dei rifiuti


urbani (il cosiddetto “Forsu”) in bio olio


e acqua attraverso la tecnologia pro-


prietaria Eni Waste to Fuel. «Il perime-


tro delle nostre attività si è progressiva-


mente ampliato nel corso degli anni -


spiega il numero uno Grossi al Sole 


Ore - e ci ha portato a sviluppare tecno-


logie e competenze molto importanti,


nonché relazioni con il territorio estre-


mamente significative, indispensabili


per portare avanti nel tempo, in stretto


raccordo, con le amministrazioni e le


comunità locali, progetti di recupero in-


dustriale anche molto complessi».


Una crescita evidente, dunque, certifi-


cata in primis dai numeri dal momento


che la società gestisce attualmente costi


ambientali per il gruppo per oltre  mi-


lioni di euro l’anno, ha  cantieri attivi e


conta sul lavoro diretto di oltre mille per-


sone. «È in questo contesto - aggiunge l’ad



  • che abbiamo deciso di cambiare la deno-


minazione dell’azienda in Eni Rewind re-


cuperando innanzitutto il nome del grup-


po in modo da facilitare l’identificazione
con Eni e mandare un segnale forte al-

l’esterno, ma anche a dipendenti e


stakeholder. Con l’obiettivo di marcare
anche qui un cambio di passo rispetto al

passato e all’idea che l’attività core dell’ex


Syndial rappresentasse qualcosa da na-
scondere e da non valorizzare. Oggi, inve-

ce, Eni vuole metterci la faccia come peral-


tro ha sempre fatto visto che siamo tra le
poche compagnie oil&gas a non aver

esternalizzato la bonifica dei nostri siti».
Il nuovo nome ingloba poi un termi-

ne preso in prestito dall’inglese che è in-


sieme un acronimo ma anche una sin-
tesi efficace della filosofia aziendale: re-

mediation & waste into devolopment,


vale a dire bonifiche e gestioni rifiuti (e
acque) come opportunità di sviluppo.

«La parola “rewind” che in italiano si-


gnifica riavvolgere il tempo - chiarisce
Grossi -, racchiude innanzitutto il no-

stro passato, che si è evoluto nel tempo


e da risoluzione di un problema è diven-
tato opportunità di sviluppo e capacità

di restituire una “seconda vita” ai siti


bonificati. Il cambio di nome rinvia, pe-
rò, altresì al futuro della nostra società

che è rappresentato anche dai business


più recenti in un assetto complessivo
perfettamente allineato alla nuova mis-

sion di Eni all’insegna della sostenibilità


ambientale e dell’economia circolare».
Un combinato disposto, dunque,

fatto da una solida expertise, tecnologie


all’avanguardia e grande capacità di
dialogo e confronto con i territori, che

Eni Rewind vuole mettere ora ulterior-


mente a valore sia in Italia che all’estero,
dove la società di Grossi è sbarcata, dallo

scorso anno, per mettere a disposizione


delle consociate estere di Eni le proprie
competenze e tecnologie. «In Iraq - rac-

conta - stiamo sviluppando con i colle-
ghi dell’upstream attività di ingegneria

impiantistica e gestione di progetti di


trattamento delle acque, tra cui alcuni
finalizzati alla potabilizzazione per la

città di Bassora. E lo stesso stiamo fa-


cendo in Nigeria dove stiamo portando
avanti progetti per il trattamento delle

acque e attività di bonifica».


Opportunità di sviluppo che Eni
Rewind è pronta a replicare in altri Paesi

anche con clienti terzi, come pure in Ita-


lia dove la società è proprietaria di circa
mila ettari di aree, di cui oltre il % già

bonificate (e in parte destinate anche ai


progetti “green” del gruppo portati
avanti dal suo “braccio” Eni New Ener-

gy), e gestisce oltre  impianti di tratta-


mento di acque di falda (da Assemini, in
Sicilia, a Porto Torres, da Brindisi alla

Val D’Agri) in modo da massimizzarne


il reimpiego. Un altro, fronte, quello del
lavoro sulle risorse idriche che Eni

Rewind punta a consolidare insieme al


recupero dei rifiuti organici. «La tecno-
logia proprietaria Eni waste to fuel -

prosegue Grossi - è attualmente in spe-


rimentazione presso l’impianto pilota
avviato nel dicembre  a Gela. A

marzo, poi, abbiamo firmato un proto-
collo d’intesa con Cdp per promuovere

lo sviluppo e la gestione di questo tipo di


impianti su scala industriale».
La prospettiva allargata, però, sta già

marciando. «Eni Rewind - sottolinea il


ceo - ha già avviato un confronto con Ve-
ritas, la multiutility veneta che si occupa

della gestione dei rifiuti nell’area vene-


ziana e non solo, per esportare anche lì
la nostra tecnologia. Trattandosi di un

servizio pubblico, sarà ovviamente


messo a gara, ma noi presenteremo il
nostro progetto su Porto Marghera a ini-

zio del ». Le ricadute sono le se-


guenti: ogni impianto, il cui costo varia
da  a  milioni a seconda del sito e

della tipologia di servizio, può assicurare


il trattamento mila tonnellate annue,
vale a dire la Forsu prodotta da circa ,

milioni di abitanti. «Si tratta di una solu-


zione ottimale per molte città italiane
che si trovano a dover affrontare il tema

della gestione dei rifiuti. L’interesse c’è -


chiosa Grossi -, stiamo già dialogando
con - tra Comuni e Regioni che vor-

rebbero sfruttare la nostra tecnologia e


puntiamo a costruire almeno altri  im-
pianti nei prossimi  anni». Un ulteriore

passo avanti che potrà beneficiare anche


delle norme sulla cessazione della quali-
fica di rifiuto (“end of waste”) approvate

ieri dalla Camera in via definitiva nel-
l’ambito del decreto “salva imprese”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sbarca a Torino il salone della new space economy


Filomena Greco


TORINO


Le prospettive della New Space


Economy, accanto alle potenziali-


tà della stampa additiva speri-


mentate a Cameri da Avio Aero,


ad esempio, per costruire i com-


ponenti dei motori, fino ai nuovi


sistemi di sorveglianza sviluppati


da Leonardo (Atos) per il volo


senza pilota. Sono alcuni dei temi


al centro di Aerospace & Defence


Meetings, l’appuntamento che si


svolgerà a Torino il  e il  no-


vembre, con l’ambizione di essere


il Salone dell’aerospazio Made in


Italy. Un settore che vale  mi-


liardi e mila addetti,  miliardi


a considerare il solo Piemonte,


quarto per volumi in Europa, e


che arriva in queste settimane ad


una fase cruciale, almeno per le


tecnologie del comparto spaziale,


in vista dell’appuntamento a fine


novembre con la ministeriale del-
l’Agenzia spaziale europea (Esa)

in programma a Siviglia, in cui si


definiranno le linee guida per lo
sviluppo industriale del settore

per i prossimi dieci anni.


Cresciuta nel tempo e arrivata,
con cadenza biennale, alla setti-

ma edizione, la due giorni torine-


se mantiene uno spiccato caratte-
re business oriented, come ricorda

Pierpaolo Antonioli, presidente
di Ceipiemonte, che organizza

l’evento, con oltre . incontri


bb in calendario e un numero di
buyer aumentato del %, prove-

nienti da  paesi. La formula


mette insieme i cinque big player
del territorio – Leonardo, Avio

Aero, Thales Alenia Space, Altec


e Collins Aerospace – con il tessu-
to di Pmi impegnate nelle filiere

ad alta tecnologia. Sono  nel


solo Piemonte, un patrimonio in-
dustriale sul quale la regione

scommette per sostenere il profi-


lo manifatturiero del territorio.
«Si tratta di una formula mol-

to particolare, focalizzata sulla


business convention – spiega
Vincenzo Ilotte, presidente della

Camera di commercio di Torino
che, attraverso il Ceip e la Regio-

ne, organizza l’evento – con


l’% dei partecipandi ai tavoli
che ha dichiarato di aver trovato

il contatto giusto per nuove com-


messe. Ai Meetings dedicati al-
l’Aerospazio si affiancherà, in

aprile, la due giorni dedicata al-


l’automotive e alle nuove tecno-
logie della Mobilità, Vtm».

Quella dell’internazionalizza-


zione è una partita aperta per
l’aerospazio piemontese, che

conta su eccellenze tecnologiche


come quelle utilizzate per co-
struire, ad esempio, la metà del-

l’intera Stazione spaziale inter-


nazionale (Thales Alenia Space).
O sulle competenze sviluppate

nelle missioni spaziali, come


quelle in capo alla Altec – parte-
cipata Thales Alenia Space e

Agenzia spaziale italiana – che il


prossimo anno controllerà da
Torino, in particolare dal Rover

Operation Control Center (Rocc),


la missione Exomars e la discesa
sul terreno marziano del rover

realizzato dalle imprese del di-


stretto aerospaziale. Distretto
che nel frattempo, racconta Tom

De Alessandri, «si è trasformato
da comitato a associazione vera

e propria, con oltre  aderenti,


 dei quali imprese private, e
potrà essere utile a sostenere lo

sviluppo delle filiere». E se da un


lato è vero, aggiunge il presiden-
te del distretto De Alessandri,

«che l’aerospazio non potrà so-


stituire il peso economico del-
l’automotive, è altrettanto im-

portante l’impatto tecnologico


sulla manifattura piemontese,
anche alla luce della relazione tra

aerospace e mobilità».


L’aerospazio dunque resta un
settore strategico per il rilancio

del Piemonte. Lo ricordail presi-


dente della Regione Alberto Cirio
citando il dossier su Torino area

di crisi complessa presentato al
premier Giuseppe Conte e che ha

nel progetto della nuova cittadel-


la dello spazio un elemento fon-
damentale. «L’obiettivo è au-

mentare la visibilità del distretto


aerospaziale del Piemonte in Eu-
ropa – sottolinea Cirio – e antici-

pare la progettazione in vista


della prossima programmazione
dei fondi europei».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

AEROSPAZIO


Dal  al  novembre


si svolgerà l’Aerospace


& Defence Meetings


PANORAMA


Saltano le prime “teste” in ArcelorMittal dopo l’avvento
del nuovo amministratore delegato Lucia Morselli. Va via

Annalisa Pasquini, direttore delle Risorse Umane, ed arri-


va al suo posto Arturo Ferrucci, già direttore delle Rela-
zioni Industriali in Acciai Speciali Terni, l’azienda di cui

la stessa Morselli è stata ad. Ferrucci si insedia da domani,


ad un anno esatto dall'avvento di ArcelorMittal alla guida
dell’Ilva che sino al  ottobre  è stata gestita dall’am-

ministrazione straordinaria dei commissari. Pasquini,


di provenienza Oreal, ha diretto le Risorse Umane per
circa un anno. Fase in cui l’azienda ha affrontato, dal pun-

to di vista delle relazioni col sindacato, lo scontro, sorto


giusto un anno fa, sulle lettere di assunzione inviate al
personale da prendere dall'amministrazione straordina-

ria, il ricorso del sindacato Usb sui criteri di selezione ed


assunzione (l’Usb ha vinto davanti al giudice del lavoro),
infine la cassa integrazione ordinaria per crisi di mercato,

attuata prima, per  settimane, per . lavoratori del


siderurgico di Taranto e poi dal  settembre prorogata,
per altre  settimane, per . addetti. L’avvi-

cendamento in uno snodo così importante del-


la fabbrica mette in luce due cose. In primo luo-
go, che l’ad Morselli sta cominciando a costrui-

re una squadra di persone a lei vicine e che con


lei hanno condiviso precedenti esperienze di
gestione. Eppoi, che la ristrutturazione della

forza lavoro sarà uno degli aspetti su cui si con-


centrerà la cura Morselli nei confronti di
un’azienda che oltre ad essere colpita dalla crisi

del mercato, perde anche  milioni di euro al
giorno. Un’indicazione importante, d’altra par-

te, è già venuta dall’incontro che la stessa Mor-


selli, presenti i vertici di ArcelorMittal, ha avuto
il  ottobre con i ministri Patuanelli (Sviluppo economi-

co) e Provenzano (Mezzogiorno). I ministri hanno dichia-


rato che ArcelorMittal ha prospettato un quadro di critici-
tà «dovute anche a fattori di contesto, che renderebbero

difficile il mantenimento degli impegni assunti sul fronte


produttivo e occupazionale». In sostanza, poco più di un
anno dopo l’accordo al Mise - fu firmato il  settembre

 -, la situazione è così significativamente cambiata


per ArcelorMittal che reputa non più realistici e manteni-
bili sia l’obiettivo di  milioni di tonnellate di produzione

di acciaio a Taranto, primo step in vista di un futuro incre-


mento a  milioni dopo il completamento dell’Aia, sia
quello di . addetti totali di cui . a Taranto, per-

sonale in forza da un anno. Come l’assetto dell’azienda


verrà ricalibrato per essere più compatibile con la crisi e
il mercato, è ancora da vedere. Sarà quasi certamente

svelato nell’incontro azienda-sindacati-Governo in pro-


gramma per metà novembre, ma intanto l’esecutivo si è
già «detto disponibile ad approfondire e verificare tutte

le condizioni e gli strumenti» per affrontare e risolvere


le criticità manifestate. «Tutti questi cambi al vertice
stanno creando preoccupazione reale nel siderurgico -

afferma Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim Cisl -


anche perchè si stanno a insediando manager, da Morsel-
li a Ferrucci, che hanno gestito i pesanti tagli in Ast Terni.

Se poi aggiungiamo che pure il Governo conferma le diffi-


coltà e parla di strumenti da mettere in campo, è chiaro
che i lavoratori ora temono il peggio».

—Domenico Palmiotti


© RIPRODUZIONE RISERVATA

SALTA IL CAPO DEL PERSONALE


Ex-Ilva, Morselli avvia


il cambio dei manager


Lucia Morselli.


L’amministratore


delegato
dell’ex-Ilva

Annus horribilis per l’acciaio italiano. Il  molto proba-


bilmente sarà ricordato come un anno molto difficile dal


punto di vista produttivo. Nell’arco dei dodici mesi la pro-
duzione è data in calo del ,% rispetto al  archiviato

come una buona annata. Il trend medio per gli altri Paesi


della Ue segna invece un -,% per cento.
Sul difficile andamento dell’Italia pesano le

negative previsioni di vendita dei prodotti piani,


tra i principali prodotti dell’ArcelorMittal ex Ilva
di Taranto, i cui volumi dovrebbero essere in calo

del , per cento. Tutto ancora a vantaggio della


Cina: nei primi otto mesi il gigante asiatico ha già
incassato un aumento di produzione del %.

È quanto emerge dai dati elaborati da Side-


rweb che ha convocato a Brescia una assise del
comparto industriale in cui ha presentato lo stu-

dio sul settore. L’Italia, in particolare, quest’anno
fatica a fare ripartire i consumi. Quelli reali sono stimati in

calo del ,%, contro una media europea del -,%, e quelli


“apparenti”, termine tecnico che include le scorte, arretra
del -,%. Male soprattutto il comparto automobilistico,

che nel  dovrebbe consumare quasi il % di acciaio in


meno. Tutti i settori sono in segno negativo tranne le co-
struzioni, che si riprendono dal baratro recente con un

aumento dei consumi del  per cento.


—E.N.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONGIUNTURA


Acciaio, in frenata


la produzione in Italia


+Articoli e gallery


dalle sfilate di Milano e Parigi


http://www.ilsole24ore.com/moda


PAOLO
GROSSI
Il manager
è amministratore
delegato
dell’ex Syndial,
ora Eni Rewind

I NUMERI


15 miliardi
Aerospace Made in Italy

Tanto vale il comparto della


produzione nel settore aerospaziale
in Italia. Un settore che conta 50mila

addetti, 200mila se si considera


anche l’indotto, quarto per volumi in
Europa e settimo nel mondo.

L’export totale è stimato in 5,


miliardi di euro.


280
Le filiere in Piemonte

Cinque big player – Leonardo,


Thales Alenia Space, Altec, Avio
Aero e Collins Aerospace – e una

rete di oltre 280 piccole e medie


imprese rappresentano il tessuto
dell’aerospazio piemontese. Torino

è considerata la capiale
dell’economia dello spazio grazie

alle competenze sul volo e le


missioni spaziali, ma forte è il peso
del comparto Difesa grazie a

Leonardo e alla storia


dell’Eurofighter


Dal 1968.
Le vetrine Luisa Spagnoli in
Galleria Vittorio Emanuele

-4,1%


LA FLESSIONE
SUL 2018
Secondo le
elaborazioni
Siderweb in Italia
produzione e
consumi di
acciaio arretrano

Nuovo stop per il Mose,


vibrazioni fermano il test


VENEZIA


Non c’è pace per il Mose di Venezia, la grande opera che dovrebbe
salvaguardare la città e la laguna dalle alte maree. Ieri,il Consorzio

Venezia Nuova ha deciso di rinviare ad altra data il sollevamento


completo della barriera posata alla bocca di porto di Malamocco (il
test era previsto per il 4 novembre prossimo). La ragione è dovuta

al riscontro, avvenuto durante i sollevamenti parziali delle dighe


mobili, di alcune vibrazioni in alcuni tratti di tubazioni delle linee di
scarico. Un comportamento che ha indotto i tecnici del Consorzio

allo stop, in attesa di verifiche dettagliate e di interventi di


soluzione del problema


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