Il Sole 24 Ore - 05.11.2019

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Il Sole 24 Ore Martedì 5 Novembre 2019 11


Mercati Primo Piano


liardi nel primo semestre di quest’an-
no se fossero già stati in vigore. La

compagnia ha anche ottenuto condi-


zioni più favorevoli per l’acquisto del
% di Sabic: il pagamento della som-

ma di , miliardi è stato dilazionato


fino a settembre  e il fondo sovra-
no si accontenterà di ricevere solo un

terzo in contanti. Fin da settembre


Aramco aveva promesso dividendi
per almeno  miliardi l’anno dal

, con assegnazione prioritaria ai


nuovi azionisti piuttosto che allo Sta-
to. Per il terzo trimestre ha appena

elargito , miliardi.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Bernstein (che non ha nessun ruolo
nell’Ipo). Il principe Mbs fin dal 

aveva indicato – in modo prematuro


e forse avventato – un obiettivo di
mila miliardi di dollari.

Solo di recente la monarchia sau-


dita ha cominciato a rassegnarsi al-
l’idea di dover abbassare le pretese.

Sul prezzo forse sta ancora provando


a tenere duro, ma su altri fronti ci sono
già state numerose concessioni. E lo

scorso weekend ne sono arrivate al-


tre. Riad (per la terza volta) ha conces-
so sconti su tasse e royalties a Saudi

Aramco, che – ha spiegato – si sareb-


bero tradotti in un beneficio di , mi-


che farebbe invece piovere quasi 
miliardi di dollari nelle casse del fon-

do sovrano saudita.


JP Morgan Chase, una delle  ban-
che arruolate da Aramco per il debutto

sul listino, addirittura ha evitato di az-


zardare ipotesi sulla valutazione, pur
avendo prodotto un rapporto di ben

 pagine sull’operazione. Ben pochi


analisti hanno fornito stime precise.
E chi ha osato circoscrivere il campo

ha elaborato cifre ben lontane dalle
aspirazioni di Riad: il gigante saudita

del petrolio potrebbe valere . mi-


liardi di dollari per Bnp Paribas,
.-. miliardi per Sanford C.

Saudi Aramco, parte


l’Ipo dei misteri:


dubbi sul prezzo


Fischio d’inizio. Il regolatore autorizza l’esordio sul listino


saudita, ma Riad non svela ancora entità e valore dell’offerta


Di sicuro risulta un divario enorme tra le scelte possibili


Sissi Bellomo


L’arbitro ha dato il fischio d’inizio, ma


per Saudi Aramco la partita della quo-


tazione in Borsa è tutta da giocare, con


un’incertezza sull’esito che farebbe


impazzire i bookmaker. Il via libera


all’Ipo da parte della locale autorità di


mercato – atto scontato in un Paese


governato da una monarchia autori-


taria – non ha contribuito a mettere a


fuoco i dettagli dell’operazione, i cui


contorni rimangono molto va-


ghi: tuttora non si conosce l’entità


della quota destinata al listino, man-


cano indicazioni precise sulla data del


collocamento e soprattutto non c’è al-


cuna chiarezza sul prezzo. Persino le


banche coinvolte nell’operazione so-


no in alto mare e offrono ipotetiche


forchette di valutazione con differen-


ziali superiori a mille miliardi di dolla-


ri, una cifra che equivale grosso modo


alla capitalizzazione della Microsoft.


Secondo analisi circolate in via in-


formale, il colosso del petrolio saudita


potrebbe valere tra . e . mi-


liardi di dollari a giudizio di Bank of


America Merrill Lynch. Nelle stime di


Goldman Sachs e Hsbc la forbice si


chiude solo in parte: la prima banca


ipotizza .-. miliardi, la se-


conda .-. miliardi.


Di certo non si tratta di differenze


trascurabili. Ma lo scenario è pieno di


variabili tuttora imprevedibili.


Il prezzo del petrolio è solo una del-


le tante incognite e la recentissima


trasparenza sui bilanci di Saudi


Aramco ha già dimostrato come la
compagnia sia molto vulnerabile al-

l’andamento del mercato. Gli ultimi


risultati – pubblicati domenica, con-
testualmente all’annuncio di via libe-

ra all’Ipo – sembrano confermar-


lo: nei primi nove mesi di quest’anno
l’utile netto della compagnia è stato di

 miliardi, in calo del ,% rispetto


allo stesso periodo del . Il fattura-
to è sceso a  miliardi (-,%).

Nell’arco di tempo considerato c’è


anche stato l’attacco contro gli im-
pianti di Abqaiq e Khurais, avvenuto il

 settembre, ma Aramco assicura che


non ha lasciato cicatrici, né dal punto
di vista operativo, né finanziario.

Qualche indicazione in più sul-
l’Ipo dovrebbe arrivare il  novem-

bre, quando il ceo della compagnia


Amin Nasser ha promesso la pubbli-
cazione del prospetto. Il debutto in

Borsa sul listino saudita – che fonti


della tv Al Arabiya davano fissato per
l’ dicembre – dovrebbe avvenire al

più tardi ai primi di maggio del ,


visto che l’autorizzazione appena ri-
lasciata dal regolatore ha una validità

di  mesi. «Vogliamo un’Ipo e la vo-


gliamo subito», ha ribadito Yasir Ru-
mayyan, presidente di Saudi Aramco

e goveratore del fondo sovrano sau-


dita, un uomo considerato molto vi-
cino al potente Mbs, il principe eredi-

tario Mohammed Bin Salman.


Quanto alla quota da collocare in
Borsa e al suo prezzo, Riad ha fatto sa-

pere che deciderà dopo il roadshow


tra gli investitori (che impegnerà una
quindicina di giorni) e in base all’esito

del processo di bookbuilding: una
procedura irrituale rispetto agli stan-

dard delle economie di mercato, che


lascia aperti molti interrogativi.
Voci raccolte dalla Reuters fanno

pensare a un’Ipo in chiave ridotta: in


Borsa, dicono le fonti, per ora potreb-
be finire solo l’-% di Aramco, collo-

cato sul listino saudita, il Tadawul. Il


progetto di arrivare fino al % di flot-
tante, coinvolgendo anche una gran-

de borsa internazionale, sembra tra-


montato: ufficialmente non c’è stata
una revoca del piano, ma non se ne

parla più. Anzi, negli ultimi documen-


ti – che Riad ha significativamente
diffuso di domenica e solo in lingua

araba – si specifica che le informazio-


ni non sono destinate ai mercati di
Londra, New York e Tokyo.

Di fronte a scenari tanto aleatori


non stupisce che gli analisti preferi-
scano mantenersi cauti su quella che

è stata propagandata come l’Ipo del


secolo. Se Aramco valesse solo .
miliardi di dollari, collocare l’% in

borsa frutterebbe a Riad appena 


miliardi: un risultato che impallidi-
sce non solo di fronte al record asso-

luto di Alibaba ( miliardi nel


) ma anche di fronte a molte Ipo
occidentali, compresa quella di Enel,

che nel  raccolse , miliardi. La
quotazione del % di Aramco ai

massimi valori teorizzati dalle ban-


Date e valori delle maggiorni Ipo di sempre. Dati in miliardi di dollari


Fonte: Dealogic e Thomson Reuters

1985 1990 1995 2000 2005 2010 2015


23 DIC
1986

12 OTT
1998

31 OTT
1999

20 OTT
2006

18 MAR
2008

6 LUG
2010

22 OTT
2010

17 NOV
2010

17 MAG
2012

19 SET
2014

Agricultural Alibaba
Bank
of China

Industrial &
Commercial
Bank
of China

NTT Mobile Visa AIA Group
Communic.
Network

General
Motors

Nippon Enel Facebook
Telegraph &
Telephone

13,6 18,4 17,4 21,9 19,7 22,1 20,5 18,1 16,0 25,


Le quotazioni record


LE MOSSE DI MOHAMMED BIN SALMAN


Il piano ambizioso del principe


per ridisegnare l’Arabia Saudita


Affrontare la transizione


energetica per rendere il Paese


meno dipendente dal greggio


Roberto Bongiorni


Non si tratta soltanto di una questione


di prezzo. La quotazione in borsa del


colosso energetico saudita, la Saudi


Aramco, è un percorso quasi obbliga-


to per rastrellare parte dei fondi desti-


nati a Vision . L’ambizioso – e co-


stoso - piano voluto dal giovane prin-


cipe reggente Mohammed Bin Sal-


man, volto a diversificare l’economia


saudita e affrancarla dalla dipenden-


za del greggio, non può non passare


dall’Ipo più grande della storia.


In altre parole la compagnia petro-


lifera più grande al mondo, capace di


estrarre  milioni di barili di greggio


al giorno (l’% dell’offerta mondiale),


servirà a rendere meno dipendente


dal greggio un Paese conosciuto come


la Banca mondiale del petrolio.


Ci sono varie ragioni perché l’uo-


mo più influente del Regno, conosciu-


to con l’acronimo di Mbs,vuole osti-


natamente l’Ipo di Aramco in tempi


brevi. La transizione energetica è già


iniziata. Più passa il tempo, infatti, più


il mondo intero avrà sempre meno bi-


sogno degli idrocarburi. Insomma, la


domanda di petrolio sembra destina-


ta a non crescere più forse già tra 


anni, per poi iniziare una parabola di-


scendente. Il prezzo del barile ne ri-


sentirà inevitabilmente. Grazie alle


sempre più diffuse politiche di rispar-


mio energico, all’introduzione di nor-


me ambientali più rigide in molti Pae-


si consumatori, e soprattutto alla ri-


voluzione delle auto elettriche, il pro-


cesso appare irreversibile. Un terzo


del petrolio consumato al mondo è in-


fatti assorbito dal settore dell’autotra-


zione. A meno di schock internazio-


nali imprevisti, l’era delle vacche


grasse vista dal  al , ovvero


quella del petrolio saldamente sopra


i  dollari al barile (tranne una breve
parentesi), sembra tramontata. A dare

il colpo di grazia era stata un’altra ri-


voluzione energetica: quella dello
shale oil, che ha reso gli Stati Uniti, di

gran lunga i primi consumatori di


greggio al mondo, energeticamente
quasi autonomi. La crisi è iniziata nel

, quando il prezzo del barile è


crollato dai  dollari di giugno ai 
di gennaio. E, tra alti e bassi, continua.

Da allora le casse del Regno non


versano in una situazione felice. Soldi
per finanziare il faraonico piano di

trasformazione dell’economia ce ne
sono sempre meno. Gli investimenti

stranieri divengono dunque una prio-


rità. Anche per il  Riad ha rivisto
i suoi calcoli. In peggio. Le stime uffi-

ciali indicano per il  un deficit di


, miliardi di dollari. La precedente


stima indicava un buco di  miliardi.


Ciò significa che il budget arriverà al
,% del Pil (era al ,% nel ) anzi-

ché al ,% previsto prima. A ciò si ag-


giunga che, secondo l’Imf, il Pil, al net-
to dell’inflazione, sarà fermo allo ,%

quest’anno per poi salire solo al ,%


nel . Il ministro delle Finanze
Mohammed al-Jadaan ha preferito

sottolineare l’incremento del % de-


gli investimenti esteri diretti. Ma la fi-
ducia dei businessman occidentali

verso Riad non è più quella di prima.


D’altronde non sono stati pochi i
“problemi” ”che hanno appannato

l’immagine di Bin Salman. A comin-


ciare dalla controversa maxi retata
anti-corruzione, scattata il  novem-

bre , e culminata nell’arresto di


 fra ministri, businessmen e prin-
cipi.Questa operazione voluta da Mbs,

peraltro senza pubblicare prove e ac-


cuse formali, somigliava più ad un


colpo di mano per sbarazzarsi del dis-
senso interno.

Già nel , quando era ministro


della Difesa, Mbs è stato il promotore
della campagna militare saudita in

Yemen, scattata nel marzo  con-


tro i ribelli Houti, sostenuti dall’Iran.
Quella che doveva essere una guerra

rapida si è presto trasformata in una


sorta di Vietnam saudita, che ha un
impatto negativo anche sull’Ipo di

Saudi Aramco. Nonostante i martel-


lanti bombardamenti - tutt’altro che
chirurgici - la campagna non ha sorti-

to i risultati sperati. Ma ha largamente


contribuito a fare dello Yemen Paese
la peggior crisi umanitaria del .

Il brutale assassinio del giornalista


dissidente Jamal Khashoggi, avvenu-
to nell’ottobre  all’interno del

consolato saudita a Istanbul, è proba-


bilmente quello che ha più nuociuto
all’immagine di Mbs. Il coinvolgi-

mento diretto di alti membri dell’In-


telligence vicini al principe e le accuse
(non provate) di essere stato il man-

dante, hanno provocato reazioni di


indignazione e imbarazzo in diversi
Paesi. Anche l’embargo contro il Qatar

non sembra aver giovato alla sua im-
magine del Regno. Nel frattempo un

altro “danno collaterale” della guerra


in Yemen rischia di ripercuotersi sul-
l’Ipo di Saudi Aramco. L’attacco mis-

silistico avvenuto in settembre contro


due grandi installazioni petrolifere
saudite, che ha bloccato la produzione

nazionale del %, ha messo a nudo le


vulnerabilità dell’apparato di sicurez-
za sugli asset strategici. E solleva di-

versi dubbi sui potenziali investitori.


Vision  è senz’altro un piano
tanto coraggioso quanto ambizioso.

Apprezzabile. E imprescindibile. Per


diversificare l’economia punta su
energie rinnovabili, turismo, hi-tech.

L’obiettivo è creare posti di lavoro. Il


fine è senz’altro nobile. I mezzi po-
trebbero, però, non esser sufficienti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

MOHAMMED
BIN SALMAN
Figlio dell'attuale
re Salman,
è il principe
ereditario
dell’Arabia Saudita

Il colosso


saudita.
La presentazione

dell’Ipo di Saudi


Aramco domenica
scorsa al Plaza

Conference


Center di Dhahran


REUTERS

68


MILIARDI
L’utile netto (in
dollari) di Saudi
Aramco nei primi
nove mesi del
2019, in calo del
17,9% su base
annua. Il fatturato
è sceso del
6,9% a 233
miliardi.
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