Il Sole 24 Ore - 05.11.2019

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Il Sole 24 Ore Martedì 5 Novembre 2019 23


Mondo


Ricucire con Berlino, la Bce


di Lagarde inizia da Schäuble


PRIMA USCITA PUBBLICA


Elogio dell’ex ministro


premiato: pochi hanno fatto


così tanto per l’Europa


Le relazioni tra Germania


e Banca centrale sono state


tesissime nell’era Draghi


Isabella Bufacchi


Dal nostro corrispondente


FRANCOFORTE


Christine Lagarde, neopresidente


della Bce e Wolfgang Schäuble, attua-


le presidente del Bundestag, sono sta-


ti ex-ministri delle Finanze rispettiva-


mente di Francia e Germania all’epoca


della Grande Crisi dell’euro. Hanno


combattuto fianco a fianco per evitare


la dissoluzione dell’euro e ora sono le-


gati da un rapporto di profonda stima


reciproca. Parlano la stessa lingua,


quella degli avvocati: sanno che pur


quando si parte da posizioni opposte,


si riesce a trovare il punto d’incontro.


Così non deve sorprendere se ieri il


primo intervento pubblico di Christi-


ne Lagarde da presidente Bce è stato


un discorso nel quale lei stessa ha det-


to «non parlerò di politica moneta-


ria», elogiativo e dedicato a Schäuble


premiato a Berlino con il “Ehren-


Victoria” dall’associazione tedesca


degli editori: «Tre qualità fanno di te


un grande leader: il tuo impegno, il


tuo rigore intellettuale e la tua capaci-


tà di governare», ha detto Lagarde di


Schäuble, aggiungendo che pochi co-


me lui hanno fatto così tanto per l’Eu-


ropa e così a lungo. La neo presidente


della Bce ha ricordato le opinioni di-


verse nel cercare «buone soluzioni»


per l’Europa nell’equilibrio tra condi-


visione e riduzione dei rischi, e come


Schäuble abbia puntato sull’«imple-


mentazione» e il rispetto delle regole


per costruire la fiducia reciproca tra


gli Stati dell’euro. Ma ha anche sottoli-


neato come anche per Schäuble le re-


gole non sono un fine in sè e che lo spi-


rito di cui avrà bisogno l’Europa per


canalizzare i suoi sforzi per rafforzare


l’Unione economica e monetaria e per


assicurarsi che «la governance sia


credibile e flessibile», riflette quanto


detto dallo stesso ex-ministro tede-


sco: «stare alle regole non significa


mancanza di creatività e originalità».


Oltre alla stabilità dei prezzi, La-
garde già da ieri ha iniziato a perse-

guire un altro mandato tutto suo, non


scritto: ridare stabilità alle relazioni
tra Bce e Germania, non facili già ai

tempi di Jean-Claude Trichet e tesissi-


me durante la presidenza di Mario
Draghi. Un lungo articolo-ritratto sul

settimanale tedesco Der Spiegel nei
giorni scorsi ha preannunciato che

Lagarde inizia il mandato di presi-


dente Bce e le sue prime lezioni di te-
desco nello stesso giorno: perché nu-

tre la speranza di riuscire a spiegare «i


tassi negativi in tedesco». Ma la Ger-
mania di tassi negativi non ne vuole

più sapere, e neanche del secondo Qe


con acquisti di attività iniziati il ° no-
vembre al ritmo di  miliardi al mese.

Draghi poco prima di lasciare la Bce è


stato ritratto da Bild come il Conte
Draghila che succhia i risparmi dei te-

deschi: per primo mostrare Draghi


come un vampiro è stato il magazine
politico Cicero nel settembre .

Proprio Wolfgang Schäuble, che


nel  appoggiò il “whatever it
takes” di Draghi (acquisti della Bce di

titoli di Stato dei Paesi in difficoltà


aiutati dal Mes e sotto condizionalità),
preme da tempo per una «normaliz-

zazione della politica monetaria» e a


sua volta nutre la speranza che sarà
Lagarde a trovare la via d’uscita dal

mondo dei tassi negativi che è terreno


fertile per chi va a caccia di bersagli fa-
cili da colpire come i populisti e in

Germania il partito di estrema destra


AfD. Come l’autorevole Faz, la Germa-
nia si domanda ora se sarà Lagarde a

rialzare i tassi. La Germania avrebbe
voluto che la banca centrale europea

a Francoforte crescesse a immagine e


somiglianza della vicina Bunde-
sbank: non è andata così nè con la

presidenza di Jean-Claude Trichet,


che per contrastare la crisi del debito
sovrano avviò il Securities markets

programme (tra il  e inizi  la


Bce ha acquistato  miliardi di titoli
di Stato di Italia, Portogallo, Irlanda,

Grecia e Spagna senza condizionalità)


né con Draghi che oltre alla crisi del
debito sovrano e dell’euro ha combat-

tuto il rischio di deflazione e poi


un’inflazione troppo bassa e una cre-
scita in grave rallentamento a causa

del protezionismo di Donald Trump:


oltre ai tassi sui depositi a -,%,


EPA

Primo giorno di lavoro. Christine Lagarde all’ingresso della Bce a Francoforte


L’indice Pmi Ihs Markit sulla


fiducia delle imprese
manifatturiere nell’eurozona

si è attestato in ottobre a ,,


poco al di sopra del minimo
degli ultimi  anni di settembre

Indice Pmi


Resta debole


nell’Eurozona


l’industria


manifatturiera


Prosegue l’ondata di proteste


in Iraq. Domenica notte un
gruppo di manifestanti ha

attaccato il consolato iraniano


di Karbala. Tre manifestanti
sono stati uccisi

Iraq


Continuano


le proteste:


a Karbala attacco


a consolato Iran


Karbala.
Fiamme davanti al
consolato dell’Iran

Draghi lascia in eredità a Christine La-
garde un bilancio gonfiato da .

miliardi di titoli.


La politica monetaria ultra-acco-
modante di Draghi è stata osteggiata

in varie occasioni dal presidente della


Bundesbank Jens Weidmann e sul fi-
nire ha spinto la tedesca Sabine Lau-

tenschläger, membro del Board, a
rassegnare le dimissioni con quasi

due anni di anticipo dalla fine del


mandato, lasciando bruscamente il
Comitato esecutivo della Bce come

prima di lei aveva fatto il capo econo-


mista tedesco Jürgen Stark. Proprio
Stark, assieme al ex-capo economista

e membro del Board Otmar Issing, ha


pubblicato a inizio ottobre un Memo-
randum di due pagine senza prece-

denti contro le ultime mosse della po-


litica monetaria della Bce, firmato an-
che dagli ex governatori delle banche

centrali di Germania, Austria, Olanda,


da un ex vice governatore della Banca
di Francia, Hervé Hannoun, mentre

l’ex governatore francese Jacques de


Larosière non ha firmato ma ha con-
diviso il documento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

WOLFGANG SCHÄUBLE


Il guardiano del rigore di bilancio


L’associazione tedesca degli
editori di periodici ha consegnato

ieri sera un premio all’ex ministro


delle Finanze tedesco, e attuale
presidente del Bundestag,

Wolfgang Schäuble, per l’opera
svolta a favore dell’integrazione

europea. Ed è proprio in questo


ambito, con una laudatio nei
confronti dell’uomo politico, che

Christine Lagarde, nuovo


presidente della Bce, ha esordito
in pubblico.

Schäuble è stato per anni il


ministro delle Finanze, nonché il
braccio destro, della cancelliera

tedesca Angela Merkel. Un uomo di


grande rigore ma anche di grandi
rigidità, sempre molto critico nei

confronti della politica monetaria


espansiva della Bce di Mario
Draghi, fino a suggerire un infelice

rapporto di causa-effetto tra tassi


negativi, Qe, l’insoddisfazione


dell’opinione pubblica tedesca e


l’ascesa di partiti populisti ed
estremisti come AfD.

Dopo le elezioni parlamentari


del , che hanno visto un forte
ridimensionamento dei due partiti

della Grande coalizione, Schäuble


si è dimesso da ministro delle
Finanze per andare a ricoprire il

ruolo chiave al Bundestag, dove


per la prima volta era entrato un
partito estremista come AfD.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riccardo Barlam


Dal nostro corrispondente
NEW YORK

A un anno esatto dalle elezioni l’America è un paese diviso
e arrabbiato. L’inchiesta sull’impeachment di Donald

Trump portata avanti dalla Camera a guida democratica


promette altri mesi di polemiche, con i repubblicani schie-
rati a difesa del presidente, e un parlamento bloccato che

sarà incapace di approvare qualsiasi altro provvedimento,


a partire dall’ancora attesa ratifica del nuovo accordo com-
merciale tripartito con Messico e Canada. Domenica Do-

nald Trump si è detto «molto fiducioso» di veni-


re rieletto. Il secondo mandato per i presidenti
americani dal dopoguerra a oggi è quasi una co-

stante: gli unici due a non esserci riusciti, per ra-


gioni diverse, sono Jimmy Carter e George Bush
padre. Trump al momento è favorito, aiutato dai

successi dell’economia, con i tre indici della bor-


sa americana che continuano a ritoccare i loro
record. Gli ultimi dati sul lavoro di ottobre resi

noti dal Dipartimento al Commercio indicano un


livello di disoccupazione vicino ai minimi da 
anni, e un aumento del salario medio del %, ma

ancora al di sotto dei livelli pre-crisi subprime.


Trump cerca di cavalcare l’onda rialzista di Wall
Street. Ieri, di nuovo, tra i vari tweet ha rimarcato

due volte i record storici dei mercati azionari.


Tuttavia una sua vittoria non è affatto scontata.
Le ultime proiezioni del Centers for Politics

dell’Università della Virginia indicano che repubblicani e
democratici oggi, nei rispettivi stati in cui sono favoriti,

totalizzano al massimo  voti dei grandi elettori. Alle


elezioni americane ognuno dei  stati esprime un nume-
ro di grandi elettori, pari alla somma dei deputati e dei

senatori. In totale i grandi elettori sono . Per diventare


presidente bisogna ottenere la maggioranza assoluta, pari
a  voti. Al momento c’è dunque una sostanziale parità,

e nessuno sembra avere la meglio.


Un altro sondaggio della Peterson Foundation con Ft
ogni mese e fino alle elezioni del  novembre  ripro-

porrà la domanda che rese famoso Ronald Reagan nel


: «State meglio ora o quattro anni fa?». Il primo son-
daggio, condotto tra il  e il  ottobre su un panel di elet-

tori democratici e repubblicani, con un margine di errore


del %, mostra che circa due terzi degli americani non ri-
tengono di aver migliorato la propria condizione con

Trump: il % sostiene di essere in condizioni finanziarie


peggiori, il % di non aver avuto nessun cambiamento,
contro il % che invece ritiene di star meglio.

Nel frastagliato fronte democratico avanza la figura di


Elizabeth Warren, dopo la rinuncia alla corsa per la nomi-
nation di Bill de Blasio e Beto O’ Rourke. La senatrice del

Massachusetts vuole limitare lo strapotere delle big tech


e delle corporation e propone un piano di sanità pubblica
da mila miliardi in dieci anni. Spaventa Wall Street e i

paladini della deregulation, ma le sue quotazioni salgono.


John Biden, ancora primo nei sondaggi, è stato sorpassato
nelle rilevazioni recenti nello Iowa e nel New Hampshire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

A UN ANNO DAL VOTO


In ascesa.
Elizabeth Warren

avanza nella corsa


alla nomination
democratica

SONDAGGIO FT-PETERSON FOUNDATION


Trumpnomics bocciata


da due elettori su tre


Warren star democratica


IN ONORE
DI SCHÄUBLE
Il veterano
conservatore
ed ex ministro
delle Finanze
tedesco
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