Il Sole 24 Ore - 12.11.2019

(Ron) #1

8 Martedì 12 Novembre 2019 Il Sole 24 Ore


Politica


Autonomia, Fontana apre al ministro:


«Ma no a mosse per prendere tempo»


LA BOZZA DI RIFORMA


Il governatore: «Se non altro


qualcosa si muove». Dubbi


però sui costi standard


Attesi sviluppi dall’incontro


di venerdì a Roma


tra governo e Regioni


Sara Monaci


MILANO

Mentre dal Veneto arrivano parole


scettiche nei confronti della bozza di


legge per le autonomie regionali del
ministro Francesco Boccia, in Lom-

bardia i commenti sono più cauti.


Non c’è soddisfazione evidentemen-
te, ma il governatore Attilio Fontana

lancia un messaggio di apertura. Le


sue parole - «se non altro qualcosa si
muove» - lasciano pensare alla di-

sponibilità a trattare, mentre il go-


vernatore veneto Luca Zaia è stato
più negativo: il testo «così com’è non

lo sottoscriviamo», ha detto già ve-


nerdì sera, aggiungendo però di vo-
ler aspettare il lavoro dei tecnici.

La bozza che porta la firma del


ministro per gli Affari regionali Boc-
cia (Pd) parla di introdurre un’anali-

si sui costi standard in materie an-


cora da identificare, simili a quelli
già utilizzati nella sanità. Si tratta

dei Lep, i livelli essenziali per pre-


stazioni (Lep), e su questo le regioni
dovranno adeguarsi in modo da evi-

tare sprechi e arrivare a tariffe e per-


formance simili il più possibile. La
novità in questo ambito è l’arrivo di

un commissario speciale (viene in-


dicato l’attuale dg della Ragioneria
dello Stato).

Nella bozza si parla anche di un
fondo di riequilibrio tra Nord e Sud

nel settore delle infrastrutture (an-


che recuperando fondi da destinare
a grandi società come Fs e Anas) per

superare lo storico gap tra le aree del


paese; poi all'interno di una stessa
regione si potrà prevedere una redi-

stribuzione anche tra diversi territo-
ri. L’invito esplicito è a superare

l’idea che autonomia voglia dire


nuovo centralismo regionale. Di fat-
to è un riferimento ad una legge che

già esiste, la n.  del , in cui ci


sono norme ancora da attuare.
Quanto alla tempistica, che non

può che lasciare scontente le Regioni


che avevano chiesto un’intesa rapida
(Veneto, Lombardia e Emilia Roma-

gna), si parla di attribuzione di risor-


se e funzioni dopo  mesi dalla legge
di approvazione dell’intesa Stato-

Regioni, anche in assenza di defini-


zione dei Lep, a partire dall’inizio
dell'anno successivo. In sostanza al-

meno due anni.


Fontana aveva già dichiarato in
un’intervista al Sole  Ore l’ineffi-

cacia dell’idea di parlare soltanto di
fondi di perequazione («visto che

già ci sono», aveva sottolineato), in


risposta alle esternazioni del mini-
stro Boccia. Ora di fronte alla bozza

si esprime con un’apertura : «Io di


solito sono ottimista e quindi pen-
so che debba essere vista in modo

positivo».


Ma poi Fontana non risparmia
critiche nel merito: «Sono tentativi di

buttare la palla in avanti, senza una


prospettiva, in fondo l’autonomia
non la vogliono».

A questa considerazione arriva la


risposta del ministro Boccia, che di-
fende la bontà del suo operato: «Non

stiamo perdendo tempo, mai buttato


la palla in tribuna. Io a gennaio sono
già disponibile a firmare gli accordi

con le Regioni che sono più avanti e
in queste ore ci sono già delegazioni

che stanno trattando al ministero».


Guardando alla sostanza della
bozza di legge, in Lombardia non

spaventa tanto l’idea di contribuire


ad aiutare le regioni più svantaggia-
te, quanto la vaghezza del testo. Non

ci sono davvero novità, al momento,


spiegano i tecnici. I Lep rischiano, di-
cono al Pirellone, di essere un modo

per allungare i tempi e non lasciare il


campo libero per ciò che potrebbe già
essere messo in atto.

Nelle aspettative della Lombardia


ci sarebbe infatti l’autonomia nella
formazione, nel lavoro, nella scuola,

oltre che nella sanità, dove i costi


standard peraltro sono già stati indi-
viduati. A proposito di scuola, di

fronte alla pesante mancanza di pro-


fessori di matematica che si è verifi-
cata in Lombardia a inizio anno sco-

lastico, Fontana aveva lanciato l’idea


di realizzare una legge regionale per
incentivare i professori a rimanere

sul territorio.


Dalla bozza del ministro Boccia
traspare comunque la volontà di in-

teragire con i territori sulle compe-
tenze aggiuntive possibili. Venerdì

emergeranno altri temi durante l'in-


contro fissato a Roma tra rappresen-
tanti delle Regioni e Governo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Presidente della Lombardia. Attilio Fontana


IMAGOECONOMICA

Emilia Patta


«L


a legge cornice sull’auto-


nomia differenziata tra-


smessaci dal ministro
Boccia mi sembra vada

nella giusta direzione, ossia non frena il


percorso già avviato da alcune regioni
tra cui l’Emilia Romagna. Ora è impor-

tante chiudere il confronto sul merito
del nostro progetto, noi siamo pronti.

Sarei ben lieto se ciò accadesse prima


delle elezioni regionali del  gennaio».
Il presidente dell’Emilia Romagna Ste-

fano Bonaccini, impegnato in una cam-


pagna elettorale che assomiglia già a un


corpo a corpo con un Matteo Salvini
molto presente sul territorio, lancia un

appello al governo giallo-rosso: ci sono


tutte le condizioni per chiudere prima
del responso delle urne.

Presidente Bonaccini, che cosa ne


pensa del testo sull’autonomia diffe-
renziata messo a punto da ministro

Boccia?
È bene chiarire che si tratta di una legge

cornice, non definisce in sé i contenuti


dell’autonomia ma le garanzie e le mo-
dalità con cui questa viene concessa alle

Regioni che ne facciano richiesta. Peral-


tro, fui il primo, un anno fa, a proporre
una norma quadro entro cui collocare le

diverse proposte regionali: da un lato


per assicurare parità di trattamento alle
diverse Regioni, dall’altro per garantire

ai cittadini i medesimi diritti. Avevo an-


che posto il problema di non azzerare né
frenare il percorso di quelle Regioni che

avevano già svolto un confronto piutto-


sto approfondito col precedente gover-
no, pur nel rispetto di questi paletti. Il te-

sto che ci è stato trasmesso dal ministro,


al netto di modifiche possibili, coglie
questi elementi.

Secondo lei è positiva la novità del


commissario? Avrà impatto sui tempi?
Più che sullo strumento mi concentre-

rei sull’obiettivo: livelli essenziali di pre-


stazioni (Lep) e fabbisogni standard
debbono essere definiti in un tempo

congruo e in modo condiviso. È fissato


il termine di un anno, trascorso il quale
si procede intanto con la spesa storica,

ed è previsto il pieno coinvolgimento


della Conferenza delle Regioni anche in
sede tecnica. Peraltro, non credo che

una commissione farebbe prima di un


commissario.
Se la conferenza Stato-Regioni ve-

nerdì darà l’ok, il provvedimento po-


trà essere inserito in legge di bilancio
in modo da chiudere gli accordi pri-

ma delle regionali del  gennaio. È


fiducioso?
Intanto è importante sbloccare la situa-

zione di stallo che si era determinata col


precedente governo. Non credo che il
problema sia chiudere una settimana

prima o dopo, ma definire un quadro


condiviso sia con le regioni che hanno
chiesto l’autonomia, sia con le altre. Sa-

rei ben lieto di poter arrivare ad un ac-


cordo prima delle elezioni in Emilia-Ro-
magna, posto che spetterà poi a chi vince

le elezioni dar corso o meno all’intesa.


Ma per far questo bisogna chiudere an-
che il confronto sul merito del nostro

progetto: noi siamo pronti.


Lei ha invitato il governo a rivedere
la norma sulla plastic tax per non colpi-

re le imprese dell’Emilia-Romagna che


operano nel settore. Pensa si possa tro-
vare una soluzione?

Non solo è possibile ma necessario. Pro-


prio oggi (ieri, ndr) in Giunta regionale
abbiamo approvato una delibera che

definisce la strategia dell’Emilia-Roma-


gna per superare la plastica monouso.
Lo abbiamo fatto raccogliendo le osser-

vazioni e il contributo delle associazioni


d’impresa, delle organizzazioni sinda-
cali e di Legambiente. È la dimostrazio-

ne che si può fare. Più in generale, am-


biente e lavoro sono oggi due cardini
imprescindibili di qualsiasi politica di

sviluppo sostenibile, come prevede
l’Agenda : non si possono mettere

in contrapposizione. Sono fiducioso che


governo e Parlamento troveranno una
composizione ragionevole.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Bozza ok, chiudiamo l’accordo prima del voto»


L’INTERVISTA


STEFANO BONACCINI


«Plastic tax? Tutelare sia


ambiente sia lavoro, sono


fiducioso in una soluzione»


STEFANO
BONACCINI
Presidente
della Regione
Emilia Romagna

Dall’Iri di Prodi a oggi,


i 2.600 manager Stoà


I 30 ANNI DELLA SCUOLA


Vincenzo Boccia:


la formazione al Sud


è essenziale per competere


Vera Viola


ERCOLANO

Trent’anni dalla istituzione,


. diplomati: sono solo due
dei numeri importanti che dise-

gnano il profilo di Stoà, l’Istituto


di Studi per la direzione e gestio-
ne di impresa di Ercolano, in pro-

vincia di Napoli, fondato nel 


da Romano Prodi quando era
presidente dell’Iri.

Di storia e nuovi programmi


dell’Istituto si è discusso nei
giorni scorsi nella sede di Villa

Campolieto, della Fondazione


Ville Vesuviane. «Dopo trent’an-
ni – ha sottolineato Romano

Prodi – l’intuizione dell’Iri di


fondare una Scuola di manage-
ment nel Mezzogiorno resta vali-

da. Lo dimostrano i tantissimi


manager formati e che hanno
fatto il successo di aziende italia-

ne e internazionali».


Master in direzione e gestione
d’impresa, master in gestione del-

le risorse umane, corso di alta for-
mazione universitario in public

management, focus Executive


Master in business administra-
tion: sono i pilastri della nuova of-

ferta formativa. «In un mondo


globalizzato e in continua evolu-
zione – ha aggiunto Tiziano Treu,

primo presidente di Stoà – solo il


possesso di competenze innovati-
ve e skills digitali può consentire

alle imprese e alla pubblica ammi-


nistrazione di colmare il gap tra
Mezzogiorno ed Europa. È questo

il vero investimento sul quale de-


vono oggi puntare i giovani».
Si parla di fuga di cervelli da ar-

ginare e di desertificazione del
Mezzogiorno da bloccare. L’isti-

tuto guidato da Enrico Cardillo


registra un placement medio del-
l’%, e si fa lustro dei numerosi

manager di successo in importan-


ti aziende italiane e internaziona-
li. Alcuni dei quali diventano tutor

dei prossimi allievi dell’Istituto


con il ruolo di “accompagnatori”
verso il mondo del lavoro. Qual-

che nome: Maximo Ibarra (Ceo


Sky Italia), Angelo Trocchia (Ceo
Safilo), Maurizio Patarnello (Ceo

& Chairman Nestle Waters), Ros-


sella Gangi (Direttore Risorse
Umane Wind).

Per Paolo Scudieri, neo presi-
dente e azionista di maggioranza

di Stoà: «La sete di nuove profes-


sioni invade sia le amministrazio-
ne pubbliche che le imprese priva-

te. Per rispondere a questa esigen-


za serve una moderna ed efficace
alta formazione». «La nostra sto-

ria, lunga trenta anni – aggiunge


Enrico Cardillo -, dimostra la lun-
gimiranza di Romano Prodi e Ti-

ziano Treu quando decisero di im-


pegnarsi nella nascita della Scuola
per creare nel Mezzogiorno una

polis della cultura manageriale va-


lorizzando talenti».
All’incontro hanno preso parte

tra gli altri in video conferenza En-


rico Letta, direttore della Scuola di
Affari Internazionali dell’Istituto

di Studi Politici di Parigi e Consi-


gliere di Stoà, il presidente di Con-
findustria Vincenzo Boccia, l’ex

presidente del Cnr Luigi Nicolais,


il rettore della Federico II Gaetano
Manfredi. «L’esodo dei giovani dal

Sud, trent’anni fa diretto verso il


Nord del Paese – ha detto Letta –
oggi è diventato un esodo globale.

È necessario invertire questo


trend». Per Boccia «dare al Mezzo-
giorno gli strumenti per formare il

capitale umano significa occupar-
si della competitività del Paese».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Raoul de Forcade


L


a definizione dei cosiddetti
Lep, cioè i livelli essenziali di

prestazioni, previsti nella


bozza di legge quadro sulle
autonomie per garantire una omo-

geneità minima di servizi tra le Re-


gioni, rischia di trasformarsi, di fatto,
in un fattore di rallentamento del

percorso autonomista. È l’allarme


che lancia il Governatore della Ligu-
ria, Giovanni Toti.

La scorsa settimana ha avuto un


confronto col ministro per le Regioni
Francesco Boccia, che opinione ha

della bozza di legge?


Ho incontrato Boccia e capisco il suo
punto di vista, secondo il quale i Lep

possono esser un’unità di misura che


rende tutti più tranquilli. Per me non
sono un tabù. Vorrei peraltro capire

su quali settori vorrebbe applicarli.


Perché in sanità, ad esempio, ci sono
già: sono i famosi Lea. Ma non so bene

a quali altre materie si possano appli-


care. E mi sembra un percorso assai
tortuoso. Non sbagliato, in teoria, ma

del punto di vista pratico molto lungo


da applicare e in una situazione che
politicamente mi pare già molto logo-

rata, visto che aspettiamo da più di


due anni un avvio di negoziato. Tro-
vo, poi, che sia concettualmente sba-

gliato posporre il percorso reale di


negoziato sull’autonomia all’indivi-
duazione dei Lep. Anche perché que-

sti, con l’autonomia, almeno nella


prima fase, non c’entrano nulla.
Che percorso suggerisce, dunque?

Molto più pratico sarebbe partire da


un’autonomia a costi storici. Il che
vuol dire che ogni Regione continua

a prendere quel che prendeva prima


e, se sa amministrare meglio i servizi
che gli vengono affidati, ottiene ri-

sparmio e maggiore efficienza. Se in-


vece si dimostra incapace, avrà mag-
giori costi a carico dei cittadini e inef-

ficienze. In questo modo, almeno nei


primi anni di applicazione del percor-
so di autonomia, nessuno prende-

rebbe di più e nessuno di meno. Poi,


mentre transitiamo verso i cosiddetti
costi standard, con i quali ogni servi-

zio che viene affidato sarà fissato a un


costo benchmark, possiamo portare
avanti il ragionamento sui Lep.

E quale sarebbe la prima mossa
da fare?

Aprire i tavoli con le Regioni, con tut-


te quelle che hanno chiesto un dise-


gno di autonomia diversificato, quin-
di Liguria, Piemonte, Lombardia, Ve-

neto, Emilia, e poi Toscana e le altre


che si stanno aggiungendo, e capire,
al costo storico, quale sono le funzio-

ni alle quali lo Stato è disposto a ri-


nunciare e su quali presupposti,
quindi, arrivare a un accordo tra le

Regioni e mandarlo in Parlamento.


Mentre questo iter va avanti, la com-
missione creata dal ministro indivi-

duerà i Lep e il costo unitario per ogni
prestazione di servizio, in modo tale

che, finito il percorso parlamentare e


avviata l’autonomia al costo storico,


si potrà cominciare ad applicare i Lep.
Boccia, comunque, non pare voler

rallentare ma, anzi, chiudere il per-


corso sulle autonomie in due anni.
Due anni mi sembrano lunghi in una

media di governi che durano molto
meno. Però non poniamo limiti alla

provvidenza: si parta. Aver paura del-


l’autonomia perché il Paese è a due
velocità non ha senso. Il ragionamen-

to dovrebbe essere inverso: facciamo


partire al più presto l’autonomia per-
ché il sistema che abbiamo, fortemen-

te centralizzato, ci porta ad avere un


Paese a due velocità.
Che ne pensa della prevista pere-

quazione infrastrutturale?


Questo Paese ha in pancia circa  mi-
liardi di investimenti pronti a essere

attivati, che però non partono. Faccia-


mo pure la perequazione, se i soldi ci
sono e si spendono per tutti. Il proble-

ma è che non si spendono.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Rischio rallentamenti, meglio partire dai costi storici»


L’INTERVISTA


GIOVANNI TOTI


«Concettualmente sbagliato


posporre il negoziato


sui livelli essenziali»


GIOVANNI
TOTI
Presidente
della Regione
Liguria

RIFORME, SÌ DI PD E RENZI


Giorgetti lancia


una Costituente,


ma Salvini lo gela


«Leggo che il governo vuole


cambiare la legge elettorale. Ecco,


se facciamo il proporzionale
questo paese è spacciato.

Sediamoci a un tavolo per


cambiare - regole del gioco e per
dare un governo decente a questo

Paese». A gettare il sasso nello


stagno è l’ex sottosegretario alla
presidenza del Consiglio del

governo gialloverde Giancarlo


Giorgetti. Che ottiene il plauso del
leader Iv Matteo Renzi: «Mi

sembra una proposta saggia e


intelligente. Italia Viva c’è». «A
Giorgetti proporrei intanto di

iniziare a discutere di legge


elettorale» commenta il pd
Andrea Marcucci. Ma è Matteo

Salvini in serata a rispondere


gelido al suo sottosegretario:
«Sono impegnato in temi molto

più concreti».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ANTICIPAZIONE


IL SOLE 24 ORE


10 NOVEMBRE


2019 PAG. 2


Fabbisogni standard, obiettivi di
servizio e livelli essenziali di

prestazioni (Lep) definiti da un


commissario per garantire minima
omogeneità sul territorio nazionale;

«perequazione infrastrutturale»


che vincoli una quota dei fondi
ordinari (compresi quelli di società

pubbliche come Fs e Anas) a un


riequilibrio in favore delle regioni


più svantaggiate e, all’interno delle
Regioni, delle province più

svantaggiate. Sono alcuni dei


pilastri della legge quadro (o «legge
cornice») sulle autonomie che il

ministro per le Regioni, Francesco


Boccia, ha inviato venerdì sera ai
Governatori anticipata domenica

dal Sole  Ore. Due articoli per un


totale di nove commi che
definiscono la griglia entro la quale

si dovranno muovere Governo e


Regioni per le intese sull’autonomia
rafforzata prevista dall’articolo 

della Costituzione. Confermato
l’attuale modello di perequazione

delle risorse fra regioni cui per altro


si era riallineato nell’ultima
proposta anche il Veneto.

Fondato nel 1865QuotidianoPolitico Economico Finanziario Normativo

€ 2,50 in Italia — Domenica 10 Novembre 2019 — Anno 155°, Numero 310 — ilsole24ore.com Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 

/

conv. L. /
, art. , C. , DCB Milano9 7 7 0 3 9 1 7 8 6 4 1 8^01119

OGGI LE ELEZIONI
di Sergio FabbriniSchiamati a votare per dare vita a unai tengono oggi le elezioniparlamentari in Spagna. Èla quarta volta, in quattroanni, che gli spagnoli sono
maggioranza parlamentare con unsuo stabile governo. Quattro annifa, la Spagna è uscita dalla crisi del-l’euro con un mirabile tasso di cre-scita del Pil nazionale (
, per cen-to nel
 ), confermato negli annisuccessivi (
,‰ nel
,
,Š‹ nel

‰). Il Pil cresceva ma la Spagnafaticava a trovare la stabilità politi-ca. Con il controverso referendumsull’indipendenza della Catalognadel
‰, il Paese è entrato anzi inuna vera e propria crisi costituzio-nale. Ciò ha avuto effetti sull’anda-
mento economico. Il Pil è diminuitoanche se le previsioni economiche(appena pubblicate dalla Commis-sione europea) prevedono una cre-sciuta (dell’,Š per cento nel
Š,dell’, per cento nel e quindidell’, per cento nel

) superiore
a quelle di altri Paesi come il nostro(che è cresciuta dello , per centonel
Š, crescerà dello , per centonel e quindi dello ,‰ per centonel

) e della stessa Eurozona (ilcui Pil complessivo è cresciuto del-l’, per cento nel
Š e si stabiliz-
zerà all’,
per cento nei prossimidue anni). L’economia spagnola po-trebbe crescere di più, se fosse ac-compagnata da una politica ade-guata. Ma è difficile che ciò avvenga,per almeno due ragioni politiche.La prima ragione riguarda i par-
titi. Messa in ginocchio dall’implo-sione della bolla immobiliare nel
‹, la Spagna ha dovuto affronta-re una crisi economica prolungatacon un drammatico impatto sull’oc-cupazione (nel
, uno spagnolosu cinque era senza lavoro). —Continua a pagina 

IL VOTO SPAGNOLOPARLA
ANCHE A NOI

Old Master. Carlo Orsi, 65 anni, il più importante antiquario del mondodi Stefano Salis—a pagina 

A tu per tuCarlo Orsi«ALL’ITALIA SERVONO
RIFORME ANCHE PER L’ARTE»
La formazione duale perde 50 milioni.  — Carfagna: «Forza Italia Viva? Suggestione se cade il governo» —.  Tennis, il master Atp vale 2 miliardi —. 

POLITICA MONETARIA
di Marcello MinennaLdotto drasticamente il prestito dio scorso ‰ settembre il mer-cato interbancario Usa (c.d.repo) si è “congelato”: in po-che ore le banche hanno ri-
fondi a brevissima scadenza, nono-stante questi siano sempre assistitida una garanzia rappresentata daTreasuriesa disposizione sono state trasferitea un costo anche - volte supe-riore ai tassi di interesse di riferi-. Le poche risorse messe
mento della Federal Reserve (Fed).Il panico si è diffuso tra gli investi-tori istituzionali che hanno bisognodi accedere quotidianamente allaliquidità interbancaria.Il ‹ settembre la Fed è interve-nuta con aste di emergenza, percirca miliardi di dollari di pre-
stiti con scadenza  giorno (c.d.overnight) sopperendo alla man-canza di offerta spontanea delmercato. I tassi di interesse sonotornati su livelli accettabili, maquello che sembrava un interventouna tantum si è trasformato in una
misura di lungo termine a suppor-to delle banche. —Continua a pagina 

IL MERCATOE LE MOSSE DELLA FED

MurakamiHarukiAl centrodi ogni storia
c’è sempreuna donnaElisabetta Rasy—a pag. 

Per Primo LeviLa memoriairrinunciabile Scultura allegorica. Charging bull, la statua del Toro a Wall Street, simbolo delle fasi di rialzo in Borsa

DOPO TRE ANNI RECORD SPENCER PLATT / AFP

Fabbisogni standard; obiettivi di ser-vizio e livelli essenziali di prestazionidefiniti da un commissario; «pere-quazione infrastrutturale»; subito ac-cordi con le Regioni. È pronta la leggequadro sulle autonomie che il mini-
stro per le Regioni Boccia ha inviato venerdì ai Governatori e che Il Sole
Ore è in grado di anticipare. La leggedovrebbe entrare nella legge di bilan-cio, andare in porto entro fine anno edentrare in vigore il ° gennaio

. Ma Zaia frena: così non firmo.
Santilli—a pag. 
MERCATILa politica è ferma, ma Wall Stre-et macina record, spinta dall’an-damento dell’economia e dalletrimestrali, dalla disoccupazioneai minimi e dalle attese di pace
commerciale con la Cina. Eccoquali sono le prospettive per i mercati nell’anno del voto. Barlaam e Valsania—a pag.

Wall Street verso il test elettorale

«Dai primi calcoli con il nuovo Codi-ce della crisi di impresa l’intera plateadi aziende interessate dalle procedu-re di “allerta” in fase di prima appli-

cazione oscillerà tra e 
mila. Co-m’è inevitabile, una parte di questefalliranno». La stima arriva dal presi-dente della Piccola Industria di Con-findustria, Carlo Robiglio, all’apertu-ra, ieri a Genova, dei lavori del Forum
annuale della piccola industria italia-na. Sul punto, Robiglio ha espresso«grande preoccupazione». La misuraper individuare precocemente situa-zioni di potenziale crisi mira a preve-nire il rischio insolvenza introducen-do nuovi controlli.
Marzio Bartoloni—a pag. 

Crisi d’impresa, rischioper 25-30mila aziende

Autonomie regionali,
ecco il pianodel Governo
L’obiettivo.di bilancio, subito accordi con le Regioni, commissario per i fabbisogni standardLegge quadro nel Ddl

LA CRISI DELL’ACCIAIO
Contromossa legale di Ilva in ammi-nistrazione straordinaria. I commis-sari starebbero preparando un ricor-so cautelare urgente, ex articolo ‰ ,per stoppare l’abbandono della mul-tinazionale ArcelorMittal. Il ricorso
potrebbe essere depositato già do-mani al Tribunale di Milano. Sul-l’ipotesi nazionalizzazione, intervie-ne il leader di Confindustria, Vincen-zo Boccia: «La domanda è chi ha isoldi per farla». Fiammeri e FotinaPalmiotti, Picchio, —alle pagine -

Ilva, commissari prontial ricorso anti Arcelor
Conte prepara la controffertaBoccia (Confindustria): pernazionalizzare servono soldi

PMI A GENOVA

domenica

Isabella Bufacchi—a pag.  con un intervento di George Soros

BERLINO 30 ANNI DOPO

DECRETO FISCALERottamazione,parte il pressingper riaprire
la sanatoriaed estenderlaalle cartelle 2018 Mobili e Parente—a pag. 

Merkel: nessun muro che emarginipersone e limiti la libertà è così alto da non poter essere abbattuto

La GuidarapidaLastrici solariUso e costi
da ripartire

IrlandaImmergersia Dublino
nel nuovo museo dellaletteraturaEnrico Marro—a pag. 

SüdtirolMasi e osteriein festivalMarchetto—a pag. 
lunedì

.lifestyle
CYBERCRIMEAllarmedi antimafia
Re serviziterrorismo: i vertici di Dna e iciclaggio, spionaggioindustriale, frodi efinanziamento al
Dis rilanciano l’allarme. E “chiamano” i professionisti a vigilare sulle evoluzioni con blockchain, G e internet delle cose.—a pagina 
LETTERA AL RISPARMIATOREBB Biotech
Lriordinail portafoglioa frontiera tecnologica.È uno dei focus di BBBiotech nella sua
strategia d’investimento. Una priorità che viene perseguita anche ruotando le posizioni in portafoglio e investendo sui titoli delle medie e piccole capitalizzazioni. Vittorio Carlini—a pag. 

Amadore, Viola, Madeddu—alle pagine -

L’INCHIESTAIl desertoindustriale
del Sud: pochi investimenti
e false ripartenze

Liliana Segre—a pag. 

MANOVRA 2020Fincantieri, è scontro sui fondi Celestina Dominelli—a pag. 

Piccola industria.Carlo Robiglio,di Confindustriapresidentedella Piccolaindustria

Edizione chiusa in redazione alle 

ONLINE
«Politica 2.
Economia & Società»
di Lina Palmerini

su
ilsole24ore
.com

POLITICA 2.


di


Lina


Palmerini


L’


aria di crisi si è talmente
infilata negli ambienti

politici che nei vari cal-


coli è stato già individua-
to il momento migliore per anda-

re al voto. Ed è in quell’arco tem-
porale che consentirebbe ai parti-

ti di rieleggere  tra deputati e


senatori invece che  “steriliz-
zando” la legge che ha ridotto il

numero di parlamentari. Questa


finestra si aprirebbe da gennaio a
giugno e scatterebbe solo se do-

vessero essere raccolte le firme


per chiedere il referendum sulla
riforma che ha tagliato  ono-

revoli. Se infatti si dovesse avvia-


re la procedura per la consulta-
zione popolare, la legge verrebbe

“sospesa” in attesa di quel pro-


nunciamento che potrebbe esser-
ci a giugno. Quindi in quei mesi di

stand by delle nuove norme, si


potrebbe infilare la convenienza
delle forze politiche nel ritornare

in Parlamento senza fare la “die-


ta” dei numeri anche perché l’esi-
to referendario a favore della ri-

duzione sembra piuttosto scon-


tato. Di questo si parla tra Palazzo
Madama e Montecitorio mentre la

raccolta delle firme per il referen-


dum è arrivata a buon punto.
Al Senato ne sono state raccolte

già , ne mancano appena  (


per essere certi) per far scattare i
requisiti previsti dall’articolo 

della Costituzione per il test popo-
lare. E a ben guardare, pure il nu-

mero di firme – una cinquantina –


rispecchia lo stato d’animo dei
parlamentari. Nel senso che è una

cifra abbastanza ampia da consen-


tire, eventualmente, un rush finale
per raggiungere il quorum anche

a fine dicembre (la deadline è il 


gennaio) se si dovesse consolidare
l’idea che il Governo e la maggio-

ranza non reggono fino al ,
data fatidica per l’elezione del

nuovo capo dello Stato. È come se


un gruppo trasversale di senatori
(ci sono tutti tranne, finora, Lega e

Fratelli d’Italia) avesse preparato il


terreno per la soluzione referen-
daria ma aspettasse di vedere cosa

accade tra l’Ilva e il passaggio par-


lamentare della legge di bilancio.
È possibile, insomma, che se

continua il clima di perenne ten-


sione, maturi l’idea che la strada
meno dolorosa è di puntare sul re-

ferendum e fare la crisi subito, così


almeno si andrebbe al voto con i
vecchi numeri, senza pagare il pe-

gno di un ridimensionamento del-


le truppe. E questa tentazione ser-
peggia al punto che alcuni senatori

di lungo corso che siedono tra i


banchi della maggioranza, si stan-
no affannando per dissuadere i

colleghi a firmare proprio con la
motivazione che così rafforzano le

spinte verso il voto anticipato


mentre con il taglio a  si va
avanti. Se infatti non si raggiungo-

no i requisiti referendari, il  gen-


naio entra in vigore la riforma (che
si perfezionerebbe con il ridisegno

dei collegi dopo poco più di un me-


se) quindi un’eventuale crisi e
scioglimento delle Camere deciso

dal Quirinale si farebbe nella pro-


spettiva di un Parlamento “dima-
grito” secondo le nuove regole. E a

quel punto la convenienza nei par-


titi di maggioranza, dati pure per-
denti dai sondaggi, sarebbe solo

quella di durare il più possibile per


non vedersi ridurre la rappresen-
tanza parlamentare.

Non è chiaro quale scenario


prevarrà ma basterà tenere d’oc-
chio cosa accade su quelle firme al

referendum.


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LO SCENARIO DEL VOTO


SENZA TAGLIO DEI DEPUTATI

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