Panorama - 16.10.2019

(Darren Dugan) #1
16 ottembre 2019 | Panorama 3

EDITORIALE


che dopo aver discusso per anni con banchieri e
comunisti, si è convertito negli ultimi anni (ne ha 93)
alla discussione teologica. Al fondatore di Repubbli-
ca, che lo ha riportato in prima pagina sul giornale, il
Papa avrebbe confessato che Gesù era un semplice
uomo, non Dio incarnato. Un inciso all’interno di un
editoriale, che ha indotto il Vaticano a smentire la
frase fra virgolette ma senza troppa convinzione. Un
inciso, che per quanto non pronunciato al balcone
di piazza San Pietro, ma davanti al caminetto con il
celebre giornalista, cambia le prospettive su cui si
fonda la cristianità. Gesù non era Dio fatto uomo, ma
un uomo. Così, mentre le chiese sono abbandonate, le
vocazioni svaniscono, i fedeli anche, scompare pure la
certezza più grande. E alcuni episodi evangelici, nella
prospettiva che Bergoglio ha raccontato a Scalfari,
diventano «la prova provata che Gesù di Nazareth,
una volta diventato uomo, sia pure un uomo di ecce-
zionali virtù, non era affatto un Dio».
Per questo forse il Papa preferisce un sinodo
che parli di ambiente e di mutazioni climatiche, tra-
sformando l’adunata di alti prelati in una specie di
congresso di Greenpeace? È forse per tale
motivo che Francesco, invece di scanda-
gliare le ragioni della fede alla ricerca di
un sentimento religioso che nella società
moderna si va perdendo, preferisce parlare
di migranti fino a disporre che un barcone
si faccia monumento della cristianità?
Le domande sullo sviluppo di questo
Papato sono molte e riguardano il senso e
il futuro della Chiesa nei prossimi anni. Che
cosa sarà l’evangelizzazione dopo che il
Santo padre ha sgridato una suora per aver
convertito due ragazzi di un’altra religione?
In che cosa si trasformeranno i missionari sparsi nel
mondo? In ecologisti che invece di proclamare il re-
gno di Dio propugneranno un regno senza plastica?
Fra tanta incertezza e tanti dubbi, una cosa appare
certa, ed è che la stagione di Papa Francesco segnerà
profondamente la Chiesa cattolica e dalle scelte fatte
molto difficilmente si potrà tornare indietro. Come
racconta Alessandro Rico, Bergoglio ha nominato più
cardinali dei suoi predecessori, con il risultato che un
conclave oggi sarebbe a maggioranza bergogliana.
Tra i nuovi porporati voluti da Francesco c’è chi ha
nel proprio stemma cardinalizio un barcone, chi si
dichiara favorevole alla comunità Lgbt, chi riattacca
la luce agli abusivi e chi legittima la figura e l’azione
di Luca Casarini, il capo dei no global, leader degli
antagonisti che nel 2001 si scontravano con la polizia.
Quella che avanza, mentre il cattolicesimo arretra,
è un’altra Chiesa. Una Chiesa in cammino. Peccato
che non si capisca in quale direzione. I
© RIPRODUZIO NE RISERVATA

SE QUESTA È UNA CHIESA


di Maurizio Belpietro


L


a messa è sospesa, andate in pace». Nessuno dei
parroci che negli ultimi anni sono stati costretti a
pronunciare questa frase lo ha fatto a cuor leg-
gero. Eppure anche nel Veneto, là dove più forti
sono il culto della fede e le tradizioni cattoliche, ci
sono preti che hanno dovuto rassegnarsi all’evidenza,
sbarrando il portone della chiesa e affiggendo un
cartello con sopra il numero di telefono. Se qualche
fedele vuole ascoltare la santa messa, chiami il se-
guente cellulare ha scritto don Mario Sgorlon, prete di
Sant’Erasmo a Venezia. E un altro, don Alfredo Lavis,
è perfino arrivato a proporsi per funzioni a domicilio,
pronto a recitare il Padre nostro e distribuire il corpo
di Cristo a casa dei fedeli disposti ad aprire la propria
casa per la funzione. Tutto ciò si accompagna alla
chiusura di seminari, all’abbandono di conventi, alla
cessione di chiese ad altre comunità religiose, come
nel caso della vendita di quella dell’ospedale di Ber-
gamo a un’associazione islamica.
Tuttavia, di fronte a un fenomeno che
pare epocale e che dovrebbe spingere a
una seria riflessione sullo stato della Chiesa
(secondo l’Istat a non frequentare mai un
luogo di culto è il 21 per cento degli italiani:
era il 17 pochi anni fa e solo il 29 per cento
varca il sagrato almeno una volta alla setti-
mana), Papa Francesco non pare preoccu-
parsi. «La Chiesa deve adattarsi ai tempi»
ha detto qualche tempo fa, aggiungendo
che non sono compiti suoi la tutela e la con-
servazione dei beni culturali. Un po’ come
dire che siamo ai saldi di fine cristianità e dunque,
se una chiesa non serve più, la si abbandona o se ne
cambia la destinazione d’uso, trasformandola in un
cinema, e un convento in un residence, e i seminari
in hotel, magari a cinque stelle. «Molte chiese fino a
pochi anni fa erano necessarie» ha commentato il
vicario di Cristo «ora non lo sono più per mancanza di
fedeli e clero». Un fenomeno ineluttabile, pare di capire.
Di fronte a tutto ciò, alla crisi delle vocazioni e a
sante messe celebrate in un deserto di fedeli, Papa
Bergoglio però tiene a battesimo un sinodo per di-
scutere dei problemi dell’Amazzonia. Centinaia di
vescovi, di preti e di suore, riuniti per parlare di come
difendere il pianeta. Un dibattito non molto diverso
da quello che, su sollecitazione di Greta Thunberg,
la ragazzina che ha attraversato l’oceano a bordo di
una barca a vela condotta dal principino della nobile
casata che amministra Montecarlo, si è tenuto all’Onu.
Non contento, il Santo Padre si è concesso l’enne-
sima conversazione con Eugenio Scalfari, un direttore

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