la Repubblica - 28.10.2019

(Ben Green) #1

Spettacoli


jAttore
Giancarlo
Giannini, 77
anni, è
considerato
l’attore
feticcio
di Lina
Wertmüller

Los Angeles - Hollywood si è
mobilitata per accogliere Lina
Wertmüller, 91 anni, la prima
regista donna a venir candidata per
un Oscar (per Pasqualino
Settebellezze, nel 1977) e a tutt’oggi
una delle sole cinque registe
candidate alla prestigiosa statuetta
(e di queste solo una, Kathryn
Bigelow, l’ha vinta nel 2010 per
The Hurt Locker). Sono state scelte
proprio Greta Gerwig e Jane
Campion per consegnarle l’Oscar
alla carriera ieri sera a Los Angeles.
Insieme alla Wertmüller, anche
David Lynch, Geena Davis e Wes
Studi hanno ricevuto lo stesso
Oscar onorario nel corso di una
cerimonia filmata dall’Academy e
che verrà mandata in onda, in
piccoli spezzoni, durante la serata
dell’Oscar il prossimo 9 febbraio. La
regista è arrivata a Los Angeles
con la figlia Maria Zulina Job (figlia
del compianto marito Enrico, il
celebre scenografo che la
Wertmüller cita sempre e a cui
dedica l’Oscar), con il fidanzato
della figlia e un nutrito gruppo di
amici venuti da Roma.
Nei giorni scorsi si sono succedute
le celebrazioni in suo onore,
compresa la stella sul marciapiede
di Hollywood Boulevard. Martha
De Laurentiis, vedova di Dino, ha
aperto la sua lussuosa villa di
Beverly Hills per una colazione in
giardino cui sono intervenuti Jodie

Foster, Greta Gerwig, Danny
Huston, Wes Studi, il grande capo
della Netflix Ted Sarandos, Paolo
Sorrentino, e l’ex stella del calcio
Alessandro Del Piero. «Lina
èincredibile, il suo cinema ha
aperto le porte su un modo diverso
di vedere la vita», dice Martin
Scorsese.
Wertmüller, vivacissima alla sua
veneranda età, stringe le spalle:
«Dovete chiederlo a loro perché in
America i miei film sono piaciuti
tanto e perché hanno tanto affetto
per me», dice sorridendo, pur
facendo capire che sa benissimo i
motivi che hanno reso così
popolare la sua sregolatezza e
l’irriverenza dei suoi lavori.
«Sono contenta di ricevere questo
Oscar» ammette la regista fra un
fan adorante e l’altro. «Ma non
sapevo fossero state solo cinque le
donne candidate. D’altra parte
quando ho cominciato le donne
non pensavano alla carriera,
figuriamoci alla regia, non avevano
il tipo di ambizione che avevo io,
che mi sono rifiutata di piegarmi
alle regole borghesi. Le cose stanno
cambiando, ma rimane il fatto che
per spuntarla, che tu sia donna o
uomo, devi fare un bel film. È
questa l’unica vera regola. Certo, ci
è voluto carattere: è sempre stata
una questione di carattere. Anche
se dovevo menare le mani sul set
per farmi rispettare. A Luciano De
Crescenzo ho dato un morso al
dito: gli hanno messo tre punti
perché continuava a gesticolare!»
dice ridendo. Necessario? Le
chiediamo. «Utile», è l’immediata,
sorridente risposta.
E ricorda quella lontana cerimonia
degli Oscar nel 1977. «Sarà che un
po’ non avevo fatto molto caso alla
candidatura perché ero a San
Francisco a girare Una notte piena
di pioggia, ma mi sono divertita.
Alla cerimonia avevo scambiato
posto con la moglie del critico
cinematografico Tullio Kezich, che

ci aveva accompagnato,
per poter restare dietro a ridere
con Giancarlo Giannini, e così ogni
volta che veniva citato il mio nome
la telecamera inquadrava lei e non
ci capivano più niente. Però ero
molto emozionata però!
Quest’anno, lo confesso,
proprio non me l’aspettavo.
Me lo hanno comunicato con una
telefonata, era l’Academy: ma
parlavano inglese, io non capivo e
gli ho attaccato il telefono in
faccia!».

di Silvia Bizio

V


olevo accompagnarla a Los
Angeles, ma sono bloccato
dal lavoro. La seguirò da qui»,
racconta al telefono Giancarlo
Giannini, attore feticcio della
Wertmüller.
«Avrebbero dovuto darle l’Oscar
quarant’anni fa. Sono contento
che si siano ricreduti. Meglio
tardi che mai. Anche perché gli
altri film in lizza nel ‘77 non
erano meglio del nostro
Pasqualino Settebellezze, che
ebbe quattro candidature».
Fu la prima candidata regista.
«È un genio, s’intendeva di
cinema e sapeva fare tutto,
l’aiuto di Fellini e gli spettacoli di
Garinei e Giovannini e il Gian
Burrasca. E sapeva ballare,
cantare».
Un pezzetto della statuetta
appartiene anche a lei.
«Mi ha inventato Lina. Abbiamo
condiviso molta vita, intere
nottate trascorse a casa sua a

scrivere, leggere, montare.
Abbiamo riso tanto, facevamo
film per giocare e non per
cambiare il mondo, come oggi
pensano alcuni giovani. Il
cinema non cambia il mondo,
racconta favole ai grandi. Io ho
avuto una candidatura all’Oscar,
non è una targa ma è una grande
soddisfazione. Anche perché
Pasqualino Settebellezze nacque
una mia idea: Pulcinella in un
campo di concentramento. Solo
un’artista coraggiosa come lei
poteva assecondarmi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

L’omaggio degli amici


La carriera
Racconti
italiani

kMimì metallurgico
Presentato a Cannes nel 1972 con
Giancarlo Giannini e Mariangela Melato

kPasqualino Settebellezze
Il film del 1975 candidato a 4 Oscar,
prima volta per una regista donna

kIo speriamo che me la cavo
Interpretato da Paolo Villaggio, il film del
1992 tratto dal libro di Marcello D’Orta

L’attore


Giancarlo Giannini


“Dovevano darglielo


già quarant’anni fa”


kA casa di Martha
Lina Wertmüller festeggiata a casa di Martha De Laurentis. Tra gli ospiti
anche il premio Oscar Paolo Sorrentino (nel cerchio nella foto)

di Arianna Finos

Regista
Lina Wertmüller,
91 anni,
con l’Oscar
alla carriera
che gli è stato
consegnato
a Los Angeles
PREMIO alla carriera la notte scorsa

Lina da Oscar


“È stata dura


Sul set menavo”


©RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel ‘77 è stata la


prima regista con


una nomination


per “Pasqualino


Settebellezze”


La regista Wertmüller


ha ricevuto la statuetta


a Los Angeles


“Quando mi hanno


chiamata gli ho


attaccato il telefono”


pagina. 36 Lunedì, 28 ottobre 2019

Free download pdf