Il commento
I nervi di Ancelotti
e il gioco triste
del Napoli
Dzeko e Zaniolo in gol, 2-1 all’olimpico
Giù la maschera
La Roma affonda
un Milan senza testa
LUCIANO ROSSI/AS ROMA/ LAPRESSE
di Enrico Currò
ROMA — Se qualificarsi alla Cham-
pions è ormai il discrimine tra una
stagione riuscita e una da cancella-
re, anzi tra un bilancio in rosso te-
nue e uno da profondo rosso (la col-
pa più grave nel calcio attuale degli
economisti), ieri la Roma, che della
Champions quest’anno è orfana, ha
piazzato uno scatto importante gra-
zie alla nuova coppia Dzeko-Zanio-
lo, mentre il Milan, che della coppa
più ricca ha un ricordo ingiallitissi-
mo, ha di nuovo pericolosamente fo-
rato. Fa più effetto la foratura. Qual-
che ora dopo le stilettate a mezzo
Sky di Paolo Maldini al fondo Elliott,
i cui titolari Singer senior e junior
vengono descritti come inferociti
verso il direttore tecnico, la squadra
si è premurata di aggravare la peren-
ne crisi societaria e tecnica, appena
certificata dalla staffetta tra Giam-
paolo e Pioli. Il campo non agevola
la ricucitura dello strappo Maldi-
ni-Elliott: dopo 9 giornate, 3 soltan-
to sono i punti di margine sulla zona
retrocessione, 7 quelli di distanza
dalla Champions e 5 quelli dall’Euro-
pa League, con 7 squadre in mezzo.
L’ad Gazidis, all’Olimpico, non si
è staccato un attimo da Maldini. Og-
gi a Casa Milan è prevista l’assem-
blea degli azionisti (146 milioni il no-
to passivo). Ma Gazidis, annullato
già sabato l’incontro con la stampa,
che gli avrebbe chiesto dell’attacco
di Maldini sul ridotto budget di mer-
cato e sui tempi del ritorno alla com-
petitività tecnica, andrà in consiglio
comunale per il nuovo stadio di San
Siro: il futuro conta più del presen-
te, forse perché il presente è da di-
menticare.
È invece da custodire per la Ro-
ma, che senza Champions peggiore-
rà l’ultimo deficit di 24 milioni ma
che nella giornata del rallentamen-
to generale è riuscita ad accelerare
col motore a mezzo servizio: 7 infor-
tunati (poi 8 con Spinazzola). Le è ba-
stato il trio Dzeko-Zaniolo-Pastore
contro il Milan, che le sue ammacca-
ture non le maschera. A proposito,
la maschera di Dzeko, per protegge-
re lo zigomo fratturato, è diventata
il simbolo della crepuscolare serata
milanista: ha segnato di testa, lui
che fino a una settimana fa si astene-
va dall’esercizio per prudenza. Sulla
traiettoria prolungata da Mancini
nessuno ha marcato il gigante, al se-
dicesimo colpo di testa vincente da
romanista. Mentre segnava, la sud-
detta maschera gli si è abbassata sul
naso: beffa nella beffa.
Zaniolo ala destra — eclettico in
corsa per l’Europeo — ha punito il Mi-
lan quando credeva di essere scam-
pato alle imperfezioni del suo 3-2-5
offensivo, al disagio difensivo di
Conti (poi sostituito da Calabria) e ai
troppi passaggi sbagliati. Dopo le pa-
rate di Donnarumma, unico vero
campione in dotazione graziato dal
redivivo Pastore, il pari illusorio era
stato merito dell’altro campione
plausibile, il terzino mancino Her-
nandez: controllo volante di sinistro
e girata di destro. Poi, però, Calabria
stesso ha subito passato a Dzeko il
pallone che una scivolata di Musac-
chio ha recapitato all’implacabile
Zaniolo. Piatek e nel finale Benna-
cer sono stati i vani aggiustamenti
di Pioli. Fonseca, che già si era arran-
giato con l’eccellente Mancini a cen-
trocampo (sfiorato il 3-1 di testa, an-
cora su corner), in panchina (dove
sedeva il 18enne Darboe, arrivato in
Italia da migrante) ha pescato il gio-
vane Antonucci, il debuttante difen-
sore turco Cetin e Santon. Non è sta-
ta la fantasia al potere. È che il Milan
il potere l’ha perso. Senza alcuna
fantasia. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Le pagelle
Roma Milan
f
C’
è qualcosa che intristisce il
gioco del Napoli, come un
tempo trascorso. Meglio non
ricordare più cos’era (91 punti nel
2016/17), adesso è un’altra cosa. Era
l’anti-Juve, ora è l’anti-Atalanta. Su
27 punti disponibili ne ha persi 10 in
9 giornate, in un torneo dove
comunque la Juventus ha già
pareggiato due volte e ha 4 punti
meno di un anno fa. Nessuno voleva
vincere stavolta, lassù lo ha fatto
solo l’Atalanta che, come dice
Muriel, ha un calcio pazzesco.
L’Inter non approfitta della Juve
che non approfitta del Lecce,
mentre il Napoli non approfitta né
della Juve né dell’Inter. Stallo. Ora
Ancelotti ha gli angoli della bocca
disegnati all’ingiù, pare Charlie
Brown vessato da Lucy. In tv gli
domandano di Ghoulam e lui
reagisce stizzito come un Conte
qualunque. C’è qualcosa di stanco e
nuvoloso nel Napoli, una specie di
mollezza stagionale, a Ferrara gli
azzurri hanno messo l’orologio
indietro e hanno dormito un’ora in
più. Finché il Cagliari stava
vincendo col Toro, il Napoli l’aveva
addosso a quota 17, per non pochi
minuti era fuori dalla Champions
League. Solo un vero lampo
abbagliante, quella parata di
Ospina in diretta da un altro
mondo. Per il resto si sono visti
momenti di calcio davvero oscuro,
un finale con le due torri Milik e
Llorente e palloni a spiovere per
loro come pioggia dalla grondaia. Il
piccolo Barcellona che si muoveva
in automatico è un ricordo, ora si
deve rincorrere una diversa virtù
ma è come se mancasse la forza.
Ecco, il Napoli sembra una persona
che sta invecchiando.
Giovanissima è invece l’Atalanta, e
dopodomani c’è proprio
Napoli-Atalanta. La terza forza,
ormai, a ridosso delle prime due: un
paio di punti meno dell’Inter, 3
meno della Juve che la Dea aspetta
in casa il 23 novembre. Colpisce,
dell’Atalanta, che abbia segnato 11
volte più della squadra di Cristiano
Ronaldo e Higuain.
È un autunno bizzarro, se in Spagna
è in testa il Granada (ma il Barça ha
una partita in meno) e se da noi il
Cagliari è quinto con pienissimo
merito: un mercato perfetto, la
miglior difesa con Juve e Verona (!) e
un gioco potente e lieve, senza
pensieri. Il contrario del
pesantissimo Milan, di piombo
anche a Roma. Inutile l’arrivo del
nuovo allenatore: chiamiamolo
pure Giampaolo Pioli.
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Pastore, fosforo e fantasia. Donnarumma evita il naufragio
6 Pau Lopez Regista neanche
tanto occulto: tocca e gioca più
palloni di Dzeko cercando
soprattutto di non rischiare.
5.5 Spinazzola Distrazione fatale su
Theo: convincerlo che il calcio sia
fatto di due fasi è ancora dura. Dal
32’ st Cetin 6 Primo gesto in A, un
dribbling a Leao. Baldanzoso e
arrogante.
7 Smalling Un altro mattone nel
muro.
6.5 Fazio Anche se s’affanna,
finisce per risultare efficace con 12
palloni spazzati.
6 Kolarov Chiusura salvifica al
94’: per la prima volta più utile nella
propria area che nell’altra.
7 Mancini Centimetri che
soffocano il Milan e ispirano Dzeko.
Il miglior centromediano visto
finora all’Olimpico.
6.5 Veretout Oggi come oggi è
indispensabile.
7 Zaniolo Il flirt con il gol in
campionato, che durava da aprile,
culmina nel bacio alla lupa: una
dichiarazione d’amore. Ripagata
dai cori della curva contro il
detrattore Capello. Dal 38’ st
Santon sv.
7 Pastore Fosforo e fantasia,
sottrae palloni vitali al Milan, gli
danza intorno e lo incanta: manca
solo il colpo di grazia.
5 Perotti Come un’auto a cui si è
rotto il cambio in seconda: non
accelera, inutile sterzare. Dall’8’ st
Antonucci 6 Da ronzino a
Ronzinante.
7 Dzeko La maschera gli scivola
sulla bocca quando ha già morso e
sembra Hannibal Lecter: 16° gol di
testa a Roma, terzo consecutivo,
primo con uno zigomo rotto.
6.5 All. Fonseca Traghetta una
Roma azzoppata da 7 assenze a un
punto soltanto dal Napoli.
7 G. Donnarumma Evita che la
sconfitta si manifesti come un
naufragio.
4 Conti Un cagnolino al
guinzaglio a cui chi passa ne fa di
ogni. Dal 7’ st Calabria 5 In 7 minuti
ispira due gol, quello di Hernandez
e quello di Zaniolo.
5.5 Musacchio Dà spesso la
sensazione di arrivare quando ciò
che doveva evitare era già
accaduto.
5.5Romagnoli Guarda inerme la
palla di Zaniolo entrare: è
l’istantanea della sua notte.
6.5 Theo Hernandez Un’ala
efficacissima, col vizio di trascurare
il lato oscuro della luna.
4.5 Paquetá Balla il liscio ad un
concerto jazz. Dal 18’ st Piatek 5.5
Perde con Kolarov un duello in area
che valeva la differenza tra far un
punto o zero.
4.5 Biglia Gara disastrosa:
vorrebbe darle colore, l’unico che
trova è il giallo del cartellino. Dal 27’
st Bennacer sv Troppo tardi.
5 Kessié Imperdonabile su un
corner dimenticarsi di Dzeko.
5 Suso Come una filastrocca: le
sue mosse le hanno imparate anche
i bambini. Evanescente.
5 Leao Una soda piena di
bollicine a cui nessuno toglie il
tappo: ogni scatto è una promessa
non mantenuta.
6 Çalhanoglu La magia da una
sua palla inattiva è la mossa finale:
disperata e altrettanto vana.
5 All. Pioli Aveva davanti la
Roma-C e per giunta perde pure
pezzi in corsa. Ma non se ne
accorge nessuno.
6.5 Arbitro Orsato Sette gialli più
uno a gara finita: autoritario ma
anche autorevole.
Sul gol ho guardato
il portiere fino alla
fine e l’ho piazzata
Le critiche? Penso
solo a migliorare e a
far parlare il campo
nicolò zaniolo
kIl sogno di Darboe
Ebrima Darboe, nato in Gambia nel
2001: orfano del padre, arrivò in
Italia da solo, migrante a 14 anni. Ieri
era in panchina con la Roma
Roma (4-2-3-1)
Pau Lopez – Spinazzola (32’ st Cetin), Smalling,
Fazio, Kolarov – Mancini, Veretout – Zaniolo (38’ st
Santon), Pastore, Perotti (8’ st Antonucci) – Dzeko.
All. Fonseca.
Roma 2
38’ pt Dzeko, 14’ st Zaniolo
Milan 1
10’ st Theo Hernandez
di Maurizio Crosetti
di Matteo Pinci
g
Non è facile, senza
avere cambi,
fare tre partite in una
settimana. E poi tra
Udinese e Napoli poco
tempo per riposare
paulo fonseca
Milan (4-3-3)
G. Donnarumma – Conti (7’ st Calabria), Musacchio,
Romagnoli, Theo Hernandez – Paquetá (18’ st
Piatek), Biglia (27’ st Bennacer), Kessié – Suso,
Leao, Çalhanoglu. All. Pioli.
Arbitro: Orsato.
Note: ammoniti Mancini, Musacchio, Biglia,
Çalhanoglu, Antonucci, Cetin, Kolarov.
pagina. (^40) Sport Lunedì, 28 ottobre 2019