la Repubblica - 28.10.2019

(Ben Green) #1
dal nostro inviato
Concetto Vecchio

Perugia — «Questa è l’Umbria che
mi ha lasciato in eredità Matteo Ren-
zi», dice Nicola Zingaretti a un ami-
co, mostrando la cartina con i Co-
muni che negli ultimi anni sono pas-
sati a destra: un buon numero. «Io
ce l’ho messa tutta. Ma è dura», ag-
giunge. I volti nel comitato elettora-
le di Vincenzo Bianconi, l’albergato-
re di Norcia sostenuto per la prima
volta da un’alleanza Pd e M5S, sono
più eloquenti di un editoriale. Non
è una sconfitta. È un disastro.
Ora sarà anche una piccola regio-
ne - l’Ohio italiano - ma era un mon-
do ricco di simboli per la sinistra ita-
liana, e si percepisce che è finito
per sempre. Di certo Zingaretti non
considera tramontato l’esperimen-
to con i 5Stelle. «È un obbligo mora-
le andare avanti», dice. Una strada
inevitabile, visto che la coalizione
di centrodestra è capace di «coaliz-
zare il 45-48 per cento dei voti». Ri-
serve sono emerse ieri durante l’as-
semblea dei sindaci Pd. «Le allean-
ze non possono essere decise con
un tweet», ha detto il primo cittadi-
no di Bergamo Giorgio Gori. «La
scelta non deve essere calata dall’al-
to», ha aggiunto il presidente
dell’Anci Antonio Decaro. Nella not-

te è il capo dei senatori pd, Andrea
Marcucci, a porre la questione: «Ser-
ve una riflessione sulle alleanze».
La notte umbra pone infatti sul tap-
peto due domande: questo voto in-
fluirà in qualche modo sulla tenuta
già traballante del governo e fino a
che punto può avere un futuro
un’alleanza giallorossa che alla sua
prima uscita è finita sconfitta con
più di venti punti di distacco?
Intanto bisogna fare i conti con la
caduta di uno degli ultimi bastioni
rossi, dopo 50 anni di governo delle
sinistre. Un tonfo che viene da lonta-
no. Il voto massiccio per Matteo Sal-
vini è figlio di quella “società del
rancore” più volte descritta dal Cen-
sis. «L’Umbria è la regione italiana
che meno di tutte ha recuperato dal-
la crisi del 2008» fa notare Bruno
Brancalente, professore di statisti-
ca economica all’Università di Peru-
gia, presidente Ds della Regione dal
1995 al 2000. «Più di Emilia e Tosca-
na ha cominciato da anni a disaffe-
zionarsi, soprattutto a livello ammi-
nistrativo, scegliendo la Lega. Nel
2014, lo stesso giorno che Renzi pre-
se il 40 per cento, il Comune passò
per la prima volta a Forza Italia. Alle
Europee Salvini ha ottenuto il 38
per cento. Siamo la quarta regione
per penetrazione leghista dopo Ve-
neto, Lombardia, Friuli Venezia Giu-

lia. E il dieci per cento di elettori,
che alle ultime Politiche avevano vo-
tato Pd, a giugno è passato con la Le-
ga. Lei vuol sapere se sono stupito
per l’affermazione di Donatella Te-
sei? Direi di no. Forse è finita una
storia che è stata troppo lunga».
Renato Covino, docente di storia
contemporanea, l’altro giorno sul
Manifesto ha fatto notare che men-
tre l’Umbria perdeva il 17 per cento
del Pil, scomparivano dal paesaggio
sociale le case del popolo, le sedi, i
circoli del Pd. Le due cose, si capi-
sce, si tengono. «Questa crisi infatti
non riguarda un partito, ma un
mondo» osserva Fabrizio Bracco, se-
gretario regionale dei Ds fino al


  1. «È il dissolvimento dell’intera
    sinistra. Qui Rifondazione prende-
    va il 9 per cento. Alle Regionali del
    2005, prima della nascita del Pd, fa-
    cemmo una lista unitaria con la Mar-
    gherita che superò il 40 per cento.
    Poi si è rotto qualcosa. La crisi ha
    mutato la società e il centrosinistra
    al potere ha smesso di capirla, men-
    tre la disoccupazione raggiungeva
    l’11 per cento - il doppio di prima - e
    le risorse per aggredirla scemava-
    no».
    È domenica e sembra estate. Cor-
    so Vannucci pullula di visitatori per
    Eurochocolate, la genta fa fila an-
    che davanti allo stand dei Baci Peru-
    gina, un brand del Made in Italy col-


pito dalla recessione. «Aveva 4000
dipendenti negli anni d’oro, adesso
sono 600-700», spiega Bracco. «Era
uno dei vanti, insieme alle Acciaie-
rie di Terni che da anni lottano per
sopravvivenza». Lì il Pd è precipita-
to al 12 per cento. «Siamo una picco-
la regione, fatta di un tessuto di im-
prese famigliari, che erano soprat-
tutto terziste, lavoravano cioè per
committenti che sono stati colpiti
dalla globalizzazione. Lì sono emer-
si i limiti strutturali del territorio, le
contraddizioni. Abbiamo tra le sani-
tà migliori e la più bassa dispersio-
ne scolastica, eppure il sistema pro-
duttivo non è in grado di assorbire i
giovani laureati. E quando i padri
cominciano a temere per il futuro
dei figli vuol dire che la politica non
ha fatto bene il proprio mestiere».
L’avanzata della destra è quindi
figlia di un risentimento. Il 62 per
cento della popolazione è già ammi-
nistrato da uomini di Salvini, tra cui
Terni, Perugia, Todi, Foligno. I rove-
sci più rovinosi recano con sé sem-
pre una scia di veleni, di rese dei
conti. Catiuscia Marini, la presiden-
te uscente, finita ad aprile nello
scandalo della sanità che ha porta-
to poi alle urne anticipate, commen-
ta tagliente: «Una disfatta? Non ave-
vo dubbi, non deve sentire me, ma
Zingaretti-Verini».

7 12


1


Valle D’Aosta
Antonio Fosson

(28 ottobre 2019)

Autonomista

Lombardia
Attilio Fontana

Prov. Bolzano
Arno Kompatscher
(Svp-Lega area CD)

Prov. Trento
Maurizio Fugatti

Friuli Venezia Giulia
Veneto Massimiliano Fedriga
Luca Zaia

Marche
Luca Ceriscioli

Emilia Romagna
Stefano Bonaccini

Abruzzo
Marco Marsilio

Molise
Donato
Toma

Puglia
Michele
Emiliano

Basilicata
Vito Bardi

Sicilia
Nello Musumeci

Piemonte
Alberto
Cirio

Liguria
Giovanni Toti

Toscana
Enrico Rossi
Umbria
Donatella Tesei

Sardegna
Christian
Solinas

Lazio
Nicola Zingaretti

Campania
Vincenzo De Luca

Calabria
Mario Oliverio

LE REGIONI E I LORO PRESIDENTI


Le prossime Regioni al voto

Emilia
Romagna
26 gennaio
2020

Calabria
Data da
stabilire

Toscana
Data da
stabilire

Campania
Data da
stabilire

Liguria
Data da
stabilire

Puglia
Data da
stabilire

Centrosinistra Destra Altri

Il caso


Calabria, il governatore Oliverio


“Mi ricandido anche senza il Pd”


La caduta del bastione rosso


Zingaretti: è l’eredità di Renzi


Il segretario si sfoga coi suoi: “Ce l’ho messa tutta, però era dura. L’intesa con i 5S non è in discussione”. Ma Gori


e Decaro: non si decide con un tweet. L’ex presidente Marini dimissionaria dopo le inchieste: “Disfatta, lo sapevo”


Dai sindaci riuniti


dubbi sulla strategia


delle alleanze. Il


primo cittadino di


Bari: “Certe scelte


non si possono calare


dall’alto”


Il dieci per cento degli


elettori che avevano


votato democratico


alle Politiche del 4


marzo 2018, alle


ultime Europee è


passato alla Lega


Tra i prossimi appuntamenti per le elezioni regionali, c’è la
Calabria, tra la fine del 2018 e l’inizio del 2020. Mario Oliverio,
governatore uscente e rinviato a giudizio per associzione a
delinquere, vuole ricandidarsi ma il Pd non è dello stesso avviso.
Ieri il suo sfogo su Facebook: “Se non ci fosse in gioco il futuro di
questa terra, se non ci fossero presenze e gruppi di potere che
vogliono la sua involuzione, non avrei esitato a tirarmi indietro. E
non perché me lo imponeva Zingaretti. Sono ‘scomodo’ perché in
questi anni ho rotto le consuetudini della gestione del potere in
Calabria”.
Il governatore non rinuncia a dire la sua e si scaglia anche sulla
possibile alleanza tra Partito Democratico e Cinque Stelle alle
Regionali nella terra, tirando in ballo anche il voto di ieri : “Le
alleanze - prosegue il suo post su Facebook - si decidono sui
territori. Chi pensa di utilizzare la Calabria come merce di scambio
politico ha una grave responsabilità. Questa attesa creata sul voto
in Umbria è la chiara espressione di una visione distorta, di una
statura politica al di sotto di quella che meritano i cittadini. Cosa
c’entra l’Umbria con la Calabria e col Governo Nazionale?”.

21,


Le Regionali 2019
Il Partito democratico
raggiunge il 21,8 nella
proiezione Opinio-Rai diffusa
all’una del mattino. Alle
Regionali del 2015 era arrivato
al 35,76 per cento

23,

Alle Europee 2019
Alle ultime Europee il Partito
democratico si era fermato
al 23,9 per cento dei consensi
in Umbria, in calo rispetto
al 24,81 delle Politiche
del 2018

I numeri
La discesa

Primo piano Svolta elettorale


kNell’edizione di ieri
Le mappe pubblicate ieri sui risultati collegio per
collegio in Umbria alle Politiche 2018 e alle Europee
2019 erano elaborazioni Youtrend. Mancava il credit,
ce ne scusiamo con i lettori e con i diretti interessati

pagina. 6 Lunedì, 28 ottobre 2019

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