la Repubblica - 16.10.2019

(coco) #1
di Annalisa Cuzzocrea

Roma — Le parole si rincorrono. Il
ministro degli Esteri Luigi Di Maio
conferma lo stop alle nuove licenze
per la vendita di armi alla Turchia e
annuncia un’“istruttoria” su quelle
in essere. Il presidente del Consi-
glio Giuseppe Conte parla di «inizia-
tiva doverosa» e dice: «Voglio fare
di più. Chiamerò il presidente turco
Erdogan». Nicola Zingaretti rilan-
cia: propone una moratoria su tutte
le forniture di armi alla Turchia,
che l’Europa e l’Onu esercitino for-
me di pressione come le sanzioni e
l’embargo, un possibile ritiro dei no-
stri soldati impegnati nell’area in
un’operazione della Nato e — se non
bastasse — una forza di interposizio-
ne che difenda il confine siriano sul
modello di quanto fatto in Libano
nel 2006 (allora, il ministro degli
Esteri era Massimo D’Alema).
Al di là delle parole, però, succe-
de poco. Il decreto che potrebbe fer-
mare le nuove licenze di armi alla
Turchia non è stato portato in Con-
siglio dei ministri ieri sera, e comun-
que potrebbe fare poco. Perché le
armi che partiranno e continueran-
no a partire sono legate ad autoriz-
zazioni pregresse, e l’istruttoria pro-
messa da Di Maio ha l’aria di essere
qualcosa di lungo e macchinoso.
Certo non utile a fermare la guerra

adesso.
«Sono assolutamente d’accordo
sulla forza di interposizione in Siria
— ha detto Matteo Renzi mentre si
scontrava in tv con Matteo Salvini —
è una vergogna che l’Europa non
parli con una voce sola mentre un al-
leato della Nato massacra i curdi,
che ci hanno regalato la libertà con-
tro l’Isis».

Di Maio oggi sarà a Washington
insieme al presidente della Repub-
blica Sergio Mattarella. Il ruolo de-
gli Stati Uniti, nonostante il ritiro
dalla Siria, resta cruciale. Il vicepre-
sidente Usa Mike Pence sarà presto
ad Ankara. Le sanzioni economiche
decise da Washington spaventano
il presidente turco Erdogan più di
quanto non vogli ammettere. Altret-

tanto temibili potrebbero essere le
sospensioni degli investimenti euro-
pei, come quella attuata dalla Ger-
mania che ha fermato un’importan-
te operazione di Volkswagen. Ma è
la stessa Germania a dire che, per
ora, nel programma del prossimo
Consiglio europeo di domani, la pos-
sibilità di sanzioni europee non è
all’ordine del giorno. A livello diplo-
matico, molto dipende dal Consi-
glio di sicurezza dell’Onu di oggi. E
dalla riunione dei ministri della Di-
fesa dei Paesi Nato che si vedranno
a Bruxelles il 24 e il 25 ottobre. «L’o-
biettivo adesso è il cessate il fuoco»,
dice una fonte di governo. Quanto
ai nostri soldati in Turchia, si tratta
di 130 militari dislocati a 80 chilo-
metri dal confine con la Siria, den-
tro un dispositivo Nato, al servizio
di una batteria missilistica italiana
che a sua volta ne affianca una spa-
gnola. Il comando è infatti affidato
a Madrid. La missione Active Fence
— che Zingaretti ha chiesto si esauri-
sca — è in realtà già in scadenza. È
stata decisa nel 2016 dal Parlamen-
to, è partita nel 2017 ed è stata proro-
gata solo fino al 31 dicembre. Que-
sto significa che già a inizio novem-
bre la batteria missilistica dovrà es-
sere spenta. È a difesa di due centri
abitati, non di postazioni militari
turche, e se anche Ankara ne chie-
desse l’utilizzo in questa fase, l’Ita-
lia potrebbe comunque dire “no”.

f


L’appello della piccola Eva
“Mi darete mai la pace e la mia infanzia?”

L’Italia e la Turchia


Zingaretti insiste sullo stop alle armi


Ma il governo non va oltre gli annunci


kLa bambina curda
“Fermate la guerra”, è l’appello
in tv della bambina curda Eva

g


Mi chiamo Eva,


sono del Kurdistan


Sono una bambina


dimenticata. Non


ho mai imbracciato


un’arma. Trump


e l’Onu, mi darete la


pace? Mi restituirete


l’infanzia?


REUTERS/KHALIL ASHAWI

Scambio di bandiere
Nella città siriana
di Tal Abyad viene
tolta (foto in alto)
la bandiera del Consiglio
militare e viene
issata quella
delle milizie siriane

. Mercoledì,^16 ottobre^2019 Mondo pagina^11

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