la Repubblica - 16.10.2019

(coco) #1

Papeete, migranti e milioni spariti


tra Renzi e Salvini match senza ko


Sfida in tv per i due


Mattei accompagnati


da staff e consiglieri


L’ex premier


“allenato” da Presta,


il leader leghista cavalca


i soliti tormentoni


E dopo litigano su


Twitter su chi ha vinto


di Carmelo Lopapa

ROMA — Ottantadue minuti per dete-
starsi cordialmente. E finalmente
dirsele in faccia. A colpi di Papeete e
banche, accuse di trasformismo po-
litico e assenteismo parlamentare,
quello del “33 per cento” contro
quello del “4 per cento”. Quarantu-
no minuti a testa, per l’attesa sfida
tv tra i due Mattei, cronometrati dal
“notaio” Bruno Vespa nella quarta
“camera” di Porta a Porta. Studio ed
esercitazioni per giorni, su dati, epi-
sodi e dossier da parte di Renzi. I
quattro tormentoni di sempre caval-
cati e spiattellati invece da Salvini,
presentatosi volutamente e sfaccia-
tamente a «mani nude». Convinto di
spuntarla comunque davanti al suo
pubblico televisivo. A volte in diffi-
coltà, troppo spesso finito all’ango-
lo, incalzato. Non c’è stato il colpo
del knock out. Ma se ci fosse stato
un arbitro, alla fine avrebbe dato la
partita vinta ai punti.
Si presenta mezz’ora prima della
registrazione, l’ex vicepremier leghi-
sta. È accompagnato da un gruppo

ristretto che gli fa da supporto pri-
ma dell’inizio. Il deputato e amico
personale Nicola Molteni, i respon-
sabili della comunicazione e porta-
voce Matteo Pandini e Iva Garibaldi,
il segretario particolare Andrea Pa-
ganella. Il fondatore di Italia Viva ar-
riva con qualche minuto di ritardo,
con il fedelissimo Francesco Bonifa-
zi, lo aspetta già alla Rai di via Telu-
data il portavoce Marco Agnoletti. Si
materializza anche Lucio Presta,
nuovo guru della comunicazione
renziana. Stretta di mano tra i due
nel salottino, davanti ai pasticcini,
poi sul ring.
La carta jolly Renzi la gioca subi-
to, uno-due, primo affondo. «Non
mi metto a sindacare sulle vacanze
sue con suo figlio - esordisce - Certo,
magari io mentre ero in vacanza
non mi sarei messo in missione».
Una notizia finora ignota: l’allora mi-
nistro, nei giorni del Papeete a Mila-
no Marittima (26 luglio-4 agosto) ri-
sultava in “missione” al Senato. Sal-
vini sembra accusare il colpo e ten-
tenna: «I ministri sono sempre in
missione». E Renzi: «Non è così. Se
fai il ministro governi, invece lei va

in tutte le sagre del Paese, sembra
che stia alla Proloco, sta sempre a
mangiare, ha uno stomaco d’amian-
to». Da quel momento in poi la pun-
tata decolla, non c’è bisogno che Ve-
spa l’accenda, anche se i due non si
parleranno quasi mai addosso, non
alzeranno la voce.
Renzi però deve spiegare perché
non voleva saperne dei 5S un anno
prima e ora ci ha fatto il governo. «È
stata una operazione di palazzo, è
vero», ammette. E rilancia. «Lei Sal-
vini fa politica e prende lo stipendio
da 27 anni e non ha portato a casa
nessun risultato se non spot». Il le-
ghista gli ride in faccia: «Renzi è un
genio incompreso, ha fatto tutto lui,
ha portato la pace, il benessere e ha
fatto pure ricrescere i capelli, ma gli
italiani non se ne sono accorti». L’ex
pd poi sforna altri numeri, ricorda
all’avversario di aver partecipato a
«un solo vertice europeo su sette,
mentre da parlamentare europeo
su 5190 votazioni si è presentato so-
lo 70 volte, quando era in Consiglio
comunale a Milano ha avuto una per-
centuale dell’1,3 per cento in aula».
L’ex ministro dell’interno la butta

sul pop: «Io adoro i comuni, le sagre,
è vero, ma o gli italiani sono cretini,
visto che mangio come un bufalo,
non vado alle riunioni europee, op-
pure qualcosa di buono si è fatto, se
lui ha il 4% e io il 33%». Si troveranno
d’accordo solo sulla sindaca di Ro-
ma Raggi. L’ex segretario Pd arriva a
dire «meglio i sindaci leghisti». Il cre-
scendo sul finale. «Ma c’è acqua o al-
tro là dentro?» azzarda il leghista ri-
volto all’altro col bicchiere davanti.
«Parli di alcol a me? Mojito...», ribat-
te Renzi. Il primo chiede conto dei
49 milioni, «dove sono finiti?» e del
perché il leghista non abbia querela-
to Savoini per il Russiagate. Salvini
abbozza, prova a riprendersi su ban-
che e i truffati. Poi esce da lì e via Fa-
cebook si auto proclama vincitore:
«Diverse persone che hanno assisti-
to al confronto hanno commentato
2 a 0 per Salvini e palla al centro. Ora
aspetto un bel confronto col signor
Conte». Passano pochi minuti e Ren-
zi: «Pensa un po’, a me invece dico-
no che è finita come Milan-Fiorenti-
na di quest’anno a San Siro. Lascia
giudicare a chi la vedrà». Quella par-
tita giorni fa è finita 1-3.

f


Non discuto le


vacanze di Salvini


con suo figlio, ma


magari non mi sarei


messo in missione


Renzi è un genio


incompreso. Ha fatto


bene ma gli italiani


non se ne sono accorti:


io sono al 33, lui al 4%


I meriti, le vittorie ma anche il pas-
sato col suo carico di sconfitte o
passi falsi. È un duello allo spec-
chio quello tra i due Matteo. En-
trambi in cerca di un rilancio che
passa anche attraverso il confron-
to faccia a faccia nel salotto di Bru-
no Vespa. Un duello di oggi che
vorrebbe essere la sfida di doma-
ni. Dove però conteranno anche le
cadute, cioè la zavorra di ciò che
non ha funzionato e ha portato a
uno l’uscita dal governo e all’altro
il pessimo risultato elettorale del


  1. Di questo si è parlato poco ie-
    ri sera su Raiuno.
    Salvini contro Renzi, le spade
    che si incrociano nel megascher-
    mo di Porta a porta con la Rai che
    si è vestita a festa per celebrare il
    ritorno della grande politica sulle
    sue reti. Decine di giornalisti ac-
    creditati, lo studio gigantesco dei
    Fatti vostri di Michele Guardì riser-
    vato alla stampa per seguire la re-
    gistrazione con i tavoli degli spa-
    ghetti finti sistemati negli angoli.
    Il segretario leghista arriva in lar-
    go anticipo, il fondatore di Italia
    Viva in leggero ritardo. Il primo ha
    qualche slide su quota 100 e gli
    sbarchi da mostrare agli italiani: i


soliti cavalli di battaglia. Il secon-
do sembra decisamente più prepa-
rato come si fosse ben allenato al
confronto. Nei paraggi di via Teu-
lada si aggira anche il manager Lu-
cio Presta, primo consigliere di
Renzi che però naturalmente ne-
ga: «Sto andando alla Vita in diret-
ta a far togliere il vestito verde a
Lorella Cuccarini». Il verde non
porta bene, è la sua scaramanzia.
Salvini e Renzi indossano invece i
colori delle istituzioni, l’abito blu,

la camicia bianca, il leghista una
cravatta grigia della Polizia, l’ex
premier una cravatta nera.
E’ la sfida in cui i due Mattei han-
no un obiettivo comune: oscurare
Giuseppe Conte. Attaccarlo an-
che, come fa Salvini. Prendendo le
distanze da alcune misure della
manovra, come fa Renzi. Ma so-
prattutto cercando di bypassarlo,
di renderlo marginale, una figura
senza popolo, mostrando una real-
tà in cui Matteo e Matteo sono gli

unici leader in campo. Alla fine il
leghista dirà: «Adesso vorrei scon-
trarmi con Giuseppi». Renzi si au-
gura altri confronti di Salvini con
«Di Maio, Zingaretti». Sì, vabbè,
ma intanto il primo faccia a faccia
della nuova stagione giallo-rossa
lo hanno messo in scena loro.
Il duello è televisivo ma si gioca
sul filo di regole diverse: quelle
dei social. I Mattei sono maghi del
web, hanno milioni di follower e
usano il linguaggio della rete: bat-

tute, il Papeete, sei molesto, dici
balle, non parlare di alcol che non
ti conviene, i voli di Stato. C’è tut-
to l’armamentario di una comuni-
cazione veloce, anche se poco pro-
fonda. «Faccio dei mini tweet», di-
ce Renzi. Su Internet corre «la veri-
tà», esagera Salvini. Alla fine è un
match autentico ma coreografata
come un wrestling, in cui i duellan-
ti si dividono anche le strategie.
Renzi molto aggressivo, chiara-
mente impegnato a rimettersi in
gioco con la sua nuova creatura fa-
cendosi notare. Dall’altra parte, il
rude sovranista, l’uomo sprezzan-
te, il seminatore di un certo senti-
mento di rabbia, alle prese con la
sua personale metamorfosi: a vol-
te remissivo, più rassicurante, più
moderato nei toni («gli immigrati
regolari sono miei fratelli») anche
a costo di perdere un paio di
round nel salotto di Vespa.Ecco
quindi che il senso di questo show
riconduce al bisogno dei due Mat-
tei di un nuovo riconoscimento o
legittimazione. Sarà pure il duello
di domani, ma è chiaro che siamo
solo ai primi passi, che i due lea-
der non sono soli (come a Via Teu-
lada) e la strada è ancora lunga.

f


Lui si è inventato


un governo sotto un


fungo. Crea e disfa


partiti, mica per altro


è un rottamatore


Bossi e Maroni dicono


che i 49 milioni


li ha spesi lui. E non


capisco perché


non querela Savoini


I personaggi


Un duello come sui social


più battute che politica


(con il fantasma di Conte)


g


Primo piano La politica secondo Matteo


lA “Porta a porta”
Matteo Salvini e Matteo Renzi con
Bruno Vespa nel confronto andato
in scena ieri a “Porta a porta”

Salvini


g


Renzi


di Goffredo De Marchis

LaPresse/Roberto Monaldo

pagina. 6 Mercoledì, 16 ottobre 2019

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