Libero - 16.10.2019

(Tuis.) #1

tacco dell’ex sindaco sui sol-
di russi: «È vero o no che hai
usato i 49 milioni per alimen-
tare la “bestia” della Lega sui
social network?». E Salvini:
«Faccio politica per passio-
ne, se volessi arricchirmi fa-
rei conferenze per decine di
milioni in giro per il mon-
do», alludendo all’attività di
Renzi come conferenziere.
La strategia dell’ex mini-
stro dell’Interno è chiara: ab-
battere il governo vincendo,
assieme agli altri partiti del
centrodestra, tutte le prossi-
me elezioni regionali. «È
chiaro che sarà anche un test
sul governo più di sinistra de-
gli ultimi anni», dice del voto
in Umbria. Meno trasparen-
te la strategia del fondatore


di Italia viva. Renzi spiega
che «c’è uno spazio nuovo,
che prende gente che viene
da sinistra e gente che viene
da destra», e si candida a oc-
cuparlo. Ma non si capisce
assieme a chi voglia governa-
re e il sospetto che intenda
usare i voti per offrirli al mi-
gliore offerente il giorno do-
po le elezioni è forte.

DISASTRI A 5 STELLE

Va da sé che se hanno ac-
cettato lo scambio pubblico
di mazzate è perché convie-
ne a tutti e due: Renzi si affer-
ma come anti-Salvini, Salvi-
ni rafforza la propria immagi-
ne come unico, vero leader
dell’opposizione. Chi dovreb-

be preoccuparsene sono Giu-
seppe Conte e Luigi Di Maio.
Gli unici momenti in cui gli
sfidanti si sono trovati d’ac-
cordo è stato nel parlare ma-
le del premier, dei Cinque
Stelle e delle istituzioni euro-
pee che stanno conferman-
do la loro inutilità dinanzi al-
la crisi siriana. Ambedue con-
trari a mettere limiti all’uso
del contante, parlano la stes-
sa lingua quando debbono
commentare i disastri grilli-
ni. «Spero che la Raggi si di-
metta domattina. Se c’è una
persona che ha fallito come
sindaco è lei. Molto meglio i
sindaci della Lega». E sono
parole di Renzi, non di Salvi-
ni.
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DEM-ORALIZZATI


Perfino Zingaretti


si è stufato del Pd:


«Ora un partito nuovo»


Il segretario annuncia la sua rivoluzione: «Basta parlare


di riforme, serve un cambiamento radicale». Poi copia il voto


in rete dai grillini e i rappresentanti dei territori dal Carroccio


SALVATORE DAMA


■Eccola la rivoluzione di
Nicola Zingaretti: copia ai gril-
lini la piattaforma Rousseau
e trasforma il Pd in un partito
federale, come la Lega. Ebbe-
ne sì, diciamolo: il segretario
dem non sarà ricordato dai
posteri per lo sforzo creativo.
Più che carta bianca, Zinga
ha avuto carta copiativa. Si è
appropriato di quegli stru-
menti più volte criticati, co-
me il voto on line della base
per ratificare le scelte politi-
che. E, più che trasformare il
Pd in qualcosa di nuovo, si è
limitato a depurarlo dalle ulti-
me scorie di leaderismo ren-
ziano.
La commissione incaricata
di riformare lo statuto piddi-
no ha concluso il suo lavoro.
Sarà messo ai voti dell’assem-
blea democratica a novem-
bre. Il presidente Maurizio
Martina parla di «un partito
nuovo». Il cuore della sfida,
dice, è provare a rilanciare
«la ragione distintiva» del Pd.
«Vogliamo che sia un grande
partito unitario, plurale e
aperto, fatto di persone e al-
ternativo ai partiti personali,
un partito di territorio e di co-
munità. Serve una nuova
idea di radicamento sociale,
territoriale e anche digitale»,
conclude.

NIENTE AUTOMATISMI

Il primo passo verso la
de-renzizzazione sta nel su-
peramento dell’automati-
smo segretario/candidato
premier in vigore fino ad og-
gi. È il passaggio più sentito

nel Pd, tanto che allo scorso
congresso fu oggetto di un
lungo dibattito al termine del
quale la commissione decise
di rinviare alle singole mozio-
ni la decisione. Questo signifi-
ca che, in caso di coalizione
con altri partiti, i dem sono
disposti a non imporre una
propria scelta.
Poi l’altra novità è la piatta-
forma Rousseau de sinistra.
Uno strumento, dicono, a di-
sposizione della base del par-
tito, iscritti ed elettori. Servirà
per chiedere di aderire, discu-
tere, proporre, scegliere. Ven-
gono confermate le primarie
per l’elezione diretta del lea-
der. Saranno aperte. Gli elet-
tori, e non solo gli iscritti, po-
tranno scegliere il segretario
nazionale recandosi ai gaze-
bo.
Viene stabilito inoltre il
principio della parità di gene-
re: tutti gli organismi esecuti-
vi a ogni livello rispetteranno
l’alternanza uomo-donna
nella loro composizione. Na-
sce l’assemblea dei sindaci,
un organismo che si avvale di
un coordinamento e di un
coordinatore componente
della segreteria nazionale Par-
tito Democratico.
Un’altra novità viene mu-
tuata dallo statuto della Lega.
La nuova Direzione naziona-
le sarà indicata per metà dai
territori. Mentre la nuova As-
semblea nazionale sarà per
due terzi eletta dalle primarie
e per un terzo composta da
amministratori locali e rap-
presentanti dei territori. Di
fatto, è la trasformazione in
un partito federale.
C’è poi il doloroso capitolo

della mancanza di fondi.
Chiudono le storiche sedi per-
ché il patrimonio immobilia-
re ereditato dal Pci è stato
alienato e nessuno vuole ac-
collarsi più gli affitti. Allora i
nuovi circoli saranno virtuali.
Su Internet. Oppure nasce-
ranno sui luoghi di lavoro e
di studio, come uffici e univer-
sità. Ci sarà anche una rete di
volontari democratici. Quan-
to al congresso, il fatto nuovo
è che potrà essere convocato
su proposta del segretario an-
che per confrontarsi sui temi,
oltre che per la scelta della
classe dirigente.

ALLEANZE

Rimane in sospeso il tema
delle alleanze. Zingaretti so-
stiene di essere stato stru-
mentalizzato quando ha det-
to di volere un patto più stabi-
le con i Cinquestelle. «Nessu-
no venga a spiegare a me le
differenze fra Pd e M5s, le
consideravo tanto rilevanti
da avere avuto perplessità sul-
la nascita di questa esperien-
za di governo», ha detto il lea-
der dem davanti alla direzio-
ne nazionale. Però, se l’urgen-
za è quella di battere Salvini,
allora ben venga la collabora-
zione con gli ex nemici: «In-
sieme le due forze rappresen-
tano il 40 per cento dell’eletto-
rato italiano. Occorre verifica-
re se nell’azione dei prossimi
mesi riusciremo a superare
diffidenze e conflitti» senza
aver timore che questo com-
porti «uno snaturamento del
Pd. La nostra identità è
nell’idea di Paese».
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mercoledì
16 ottobre
2019

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